Storia dell'arte: stili artistici
Il Secolo d'oro olandese
Jan Blanc
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 608
Gli storici dell’arte sono abituati a utilizzare l’espressione «Secolo d’oro olandese» per riferirsi alla civiltà dei Paesi Bassi della fine del Cinquecento e poi del Seicento, e in particolare all’esplosione artistica di quel momento straordinariamente fecondo. Jan Blanc, uno dei maggiori conoscitori del periodo, si propone di ridiscutere questa definizione, analizzando il modo in cui sono stati tracciati i contorni del XVII secolo dagli olandesi dell’epoca, oltre che dai loro contemporanei nel resto d’Europa. Questa età dorata è stata infatti un momento di profonde inquietudini e sconvolgimenti: tra i feroci conflitti che l’hanno attraversata e lo svanire delle tensioni religiose precedenti che ne ha fatto un’epoca di grande apertura e tolleranza. Un’epoca in cui le Province Unite hanno riaffermato la propria egemonia economica e commerciale, fondata soprattutto sui traffici e sul dominio coloniale. Intellettuali, poeti, filosofi e artisti hanno colto con la parola, il colore e le idee questa profonda trasformazione; studiare i loro contributi, nella varietà che offrono, consente di dare vita al composito ritratto di una nazione in divenire, dalla guerra degli Ottant’anni al primo decennio del Settecento. Da Frans Hals a Carel Fabritius, da Rembrandt a Vermeer, passando per interpreti meno noti ma altrettanto stupefacenti, un libro prezioso, ricco di meravigliose illustrazioni, che ricostruisce, con rara profondità storica, la cultura e la società che hanno dato vita a un periodo artistico irripetibile.
Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2025
pagine: 160
Il catalogo accompagna la mostra "Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito" (La Spezia, CAMeC - Centro d'Arte Moderna e Contemporanea 12 aprile - 14 settembre 2025). Le opere di Giorgio Morandi e Lucio Fontana sono vere e proprie icone del Novecento e hanno cambiato il nostro modo di guardare il mondo e di pensare all'arte, offrendo argomenti e spunti di riflessione alle nuove generazioni. Due artisti che, pur restando inconciliabili come due rette, hanno entrambi indirizzato lo sguardo verso l'infinito e l'invisibile: Morandi vivendo l'arte come una missione sublime, tutto dedito alla poesia senza tempo del colore e delle forme in cui è riuscito a imbrigliare l'irrappresentabile e l'irraffigurabile; Fontana proiettandoci verso quanto di più lontano e irraggiungibile potesse esserci da rappresentare, forando la superficie, tagliandola con chirurgica precisione. A Morandi era caro l'infinito dell'invisibile. A Fontana l'invisibile dell'infinito. I numerosi saggi e il ricco apparato iconografico delineano un confronto diretto tra i due artisti, mai così vicini, sebbene ravvicinati in precedenza da numerose mostre collettive. Una cronologia comparata di Morandi e Fontana chiude il volume, e consente di seguire con facilità il percorso delle loro vite, seppur molto diverso, così come dello svolgersi della pratica artistica.
Barocco globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2025
pagine: 360
Il catalogo accompagna la mostra allestita a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, dal 4 aprile al 13 luglio 2025. Delle pagine del volume, riccamente illustrato, e dalle opere in mostra emerge l'articolata realtà storica e artistica dell'età barocca a Roma, che la vede connessa a un contesto Globale ampio, oltre i confini europei: dalle Americhe all'Africa e all'Asia. E' il contesto in cui Gian Lorenzo Bernini, con la Fontana dei Fiumi, dà una forma tangibile ai rapporti che legavano Roma al mondo conosciuto. Con quest'opera cardinale per lo sviluppo della cultura artistica dell'Occidente, evocata in mostra da spettacolari bozzetti, il mondo si portava al centro di Roma, e Roma al centro del mondo. Al capolavoro di Bernini, cui viene dedicato un focus, nella seconda parte del catalogo si aggiunge lo studio di una selezione di altri lavori che conducono il lettore in un viaggio dalle ampie prospettive interpretative, tra religione, potere, letteratura e arti del tempo. Nel ricco apparato iconografico spiccano le molte mappe che disegnano il mondo di allora, ma il catalogo dà conto soprattutto della variegata scelta delle opere in mostra, tra cui dipinti, sculture e paramenti sacri realizzati con piume e tessuti. Testimonianze di un momento storico in cui cosmopolitismo e transculturalismo erano tratti salienti del tessuto sociale e politico della città.
L'arte del Rinascimento in Italia. Volume Vol. 1
Stephen J. Campbell, Michael W. Cole
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 568
Questa nuova e originale storia dell’arte italiana del Rinascimento, basata sulle più recenti ricerche critiche, prende in considerazione quanto si produceva non solo nelle grandi città (Roma, Firenze, Venezia...), ma anche in altri, innumerevoli centri abitati dell’Italia tra il 1400 e il 1600. Stephen J. Campbell e Michael W. Cole ripercorrono l’intero patrimonio della pittura e scultura rinascimentale, ampliando il tradizionale campo d’indagine fino a comprendere nella loro indagine l’architettura, le arti decorative, il disegno, l’incisione e gli oggetti d’uso quotidiano. Superando i limiti di un approccio eccessivamente ancorato alle biografie degli artisti, il volume individua, decennio dopo decennio, inedite connessioni formali e tematiche fra le opere d’arte; analizza le tecniche di produzione, collega le opere stesse ai luoghi in cui furono create e sottolinea il ruolo dei committenti, nonché le aspettative e le reazioni dei primi fruitori. Nuova edizione ampliata. 410 immagini a colori nel testo. «Questo volume costituisce una sorta di ricognizione, una storia dell'arte in Italia e dell'arte prodotta da artisti italiani all'estero lungo due secoli, a partire dal 1400. Abbiamo puntato alla completezza piuttosto che all'enciclopedismo; abbiamo fatto scelte e fissato limiti, in modo da poterci concentrare su singoli oggetti e monumenti. Il testo è stato organizzato secondo una sequenza cronologica neutrale, piuttosto che per capitoli costruiti intorno alle carriere dei singoli artisti, anche per sottolineare i limiti dell'approccio biografico e per indicare possibili alternative. La scrittura storica è la costruzione di una narrazione e si possono narrare storie differenti su ognuna delle opere prese in considerazione: la vita del suo autore, l'interesse del compratore, o committente, la tradizione che sta dietro a quel soggetto, la risposta del pubblico e così via. Ogni capitolo intende mettere in risalto le circostanze e le aspettative che definiscono i momenti storici in cui l'opera venne eseguita, nonché i temi e i problemi condivisi da oggetti coevi anche piuttosto diversi fra loro. Così, al singolo capitolo corrisponde un tema che le opere realizzate in un particolare decennio si prestano particolarmente bene a esplorare. La produzione di immagini nella cultura del Rinascimento fu guidata dalla memoria di immagini precedenti e controllata da supposizioni spesso taciute circa il formato, lo stile, la tipologia. La trasformazione storica consisteva non solo in una sequenza di scoperte e innovazioni ma anche in un graduale cambiamento della relazione dell'artista con il manufatto; stavano mutando i valori e le idee alla base del fare, del lavoro artistico (per esempio la verità divina, la verità della natura, l'emulazione degli antichi e la concezione dell'artista come autore). Questa dimensione auto-riflessiva rispetto all'opera d'arte sostiene una ricca narrativa storica di per se stessa, che cercheremo di proporre a fianco di quella sui committenti, le istituzioni, le pratiche religiose».
L'arte del rinascimento in Italia. Volume Vol. 2
Stephen J. Campbell, Michael W. Cole
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 544
Questa nuova e originale storia dell’arte italiana del Rinascimento, basata sulle più recenti ricerche critiche, prende in considerazione quanto si produceva non solo nelle grandi città (Roma, Firenze o Venezia), ma anche in altri, innumerevoli centri abitati dell’Italia tra il 1400 e il 1600. Stephen J. Campbell e Michael W. Cole ripercorrono l’intero patrimonio della pittura e scultura rinascimentale, ampliando il tradizionale campo d’indagine fino a comprendere nella loro indagine l’architettura, le arti decorative, il disegno, l’incisione e gli oggetti d’uso quotidiano. Superando i limiti di un approccio eccessivamente ancorato alle biografie degli artisti, il volume individua, decennio dopo decennio, inedite connessioni formali e tematiche fra le opere d’arte; analizza le tecniche di produzione, collega le opere stesse ai luoghi in cui furono create e sottolinea il ruolo dei committenti, nonché le aspettative e le reazioni dei primi fruitori. Nuova edizione ampliata. 454 immagini a colori nel testo. «Questo volume costituisce una sorta di ricognizione, una storia dell'arte in Italia e dell'arte prodotta da artisti italiani all'estero lungo due secoli, a partire dal 1400. Abbiamo puntato alla completezza piuttosto che all'enciclopedismo; abbiamo fatto scelte e fissato limiti, in modo da poterci concentrare su singoli oggetti e monumenti. Il testo è stato organizzato secondo una sequenza cronologica neutrale, piuttosto che per capitoli costruiti intorno alle carriere dei singoli artisti, anche per sottolineare i limiti dell'approccio biografico e per indicare possibili alternative. La scrittura storica è la costruzione di una narrazione e si possono narrare storie differenti su ognuna delle opere prese in considerazione: la vita del suo autore, l'interesse del compratore, o committente, la tradizione che sta dietro a quel soggetto, la risposta del pubblico e così via. Ogni capitolo intende mettere in risalto le circostanze e le aspettative che definiscono i momenti storici in cui l'opera venne eseguita, nonché i temi e i problemi condivisi da oggetti coevi anche piuttosto diversi fra loro. Così, al singolo capitolo corrisponde un tema che le opere realizzate in un particolare decennio si prestano particolarmente bene a esplorare. La produzione di immagini nella cultura del Rinascimento fu guidata dalla memoria di immagini precedenti e controllata da supposizioni spesso taciute circa il formato, lo stile, la tipologia. La trasformazione storica consisteva non solo in una sequenza di scoperte e innovazioni ma anche in un graduale cambiamento della relazione dell'artista con il manufatto; stavano mutando i valori e le idee alla base del fare, del lavoro artistico (per esempio la verità divina, la verità della natura, l'emulazione degli antichi e la concezione dell'artista come autore). Questa dimensione auto-riflessiva rispetto all'opera d'arte sostiene una ricca narrativa storica di per se stessa, che cercheremo di proporre a fianco di quella sui committenti, le istituzioni, le pratiche religiose».
Architetture dipinte nel Seicento. Tommaso Sandrini e la scuola bresciana
Filippo Piazza
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2025
pagine: 336
Durante il XVIII secolo, nell'età del Barocco, divenne pratica frequente il ricorso all'architettura dipinta per ampliare la percezione degli ambienti, coprendo le volte di palazzi e chiese con apparati decorativi murali caratterizzati da prospettive che, in modo illusorio, sfondassero lo spazio reale. Di lì a poco tale genere avrebbe preso il nome di “Quadratura”, secondo quanto indicato nelle fonti coeve. Una tradizione che trovò particolare fortuna a Brescia, dove per un secolo, a partire dalla lezione di Tommaso Sandrini, fiorì una prolifica scuola di quadraturisti attivi non soltanto in ambito locale ma anche in varie città della Lombardia, dell'Emilia Romagna, del Veneto e del Trentino. Questo volume, attraverso un inedito apparato di immagini e un'approfondita ricerca d'archivio, indaga per la prima volta l'estensione di tale fenomeno e le sue ramificazioni in Italia settentrionale, mettendo in evidenza l'importanza della Scuola bresciana e le prerogative che la differenziano da altri contesti artistici.
Le radici dell'arte medievale. Dal paleocristiano al romanico
Marco Collareta
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 256
Per quanto il giudizio negativo sul Medioevo possa dirsi superato da tempo, molte incomprensioni ostacolano ancora il pieno apprezzamento dell’arte di quel periodo. Affrontando di petto il problema, la prima parte del volume ripercorre la genesi storiografica della nozione ormai assodata di Medioevo artistico, per concentrarsi poi sul sistema delle arti e la personalità dell’artista, due degli aspetti in cui l’orizzonte mentale dell’età di mezzo si distacca maggiormente da quello oggi più familiare. Stabiliti così alcuni punti fermi di carattere generale, la seconda parte del libro traccia in quattro distinti scenari il divenire delle arti visive tra Costantino e l’anno Mille, individuando nei cosiddetti «secoli bui» le basi di uno sviluppo unitario che, partendo dal Mediterraneo tardo-antico, s’estende col tempo all’intero Occidente per culminare poi nel grande romanico europeo. Ai capitoli che portano avanti il racconto storico corrispondono sessantadue schede che presentano altrettante opere d’arte scelte entro una vasta gamma di tecniche e tipologie particolarmente adatte a illustrare i temi e i problemi trattati. Conclude il volume una selettiva bibliografia.
La voce del diavolo. L’arte contemporanea e la moda
Fabriano Fabbri
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 472
Moda e arte vivono di intrecci senza fine, di trame a doppio filo, di storie nelle storie che incantano, che sorprendono, che illudono e divertono. Nelle sue frenetiche rapsodie creative, ogni stile indumentale ha stretto da sempre un accordo di alleanza con i movimenti artistici più noti al grande pubblico, dal Neoclassicismo alla Pop art. Eppure, in pochi conoscono le spinte sotterranee che animano moda, pittura e scultura, in pochi afferrano le ragioni profonde che spingono le une fra le braccia dell’altra. Quante volte abbiamo incontrato la parola «Minimalismo» curiosando fra rete e riviste? Quante volte abbiamo sentito parlare di Dalí e Schiaparelli o di Mondrian e Saint Laurent? E i colorati parei di Gauguin, quanto li abbiamo visti fra le pitture tropicali del simbolista francese e la sua impudica «casa del piacere»? E poi, ancora, chi non ha presente le danzatrici di Canova o la “Madame Récamier” di David in provocanti «vesti di velo», per rubare le parole al «Divin marchese» de Sade? Nel lungo arco della contemporaneità, l’arte del vestire ha sedotto il corpo per liberarlo da disagi e inibizioni, lo ha accarezzato per divorarne le energie, lo ha spinto oltre i suoi limiti per urlare al mondo «la voce del diavolo», come scriveva William Blake: lo ha protetto con cura per reciderlo dai lacci della morale e del perbenismo. Fabriano Fabbri rilegge la storia dell’arte dalla fine del Settecento agli anni Duemila usando come metronomo le funamboliche evoluzioni del guardaroba di ieri e di oggi, fra i tumulti della tecnologia e le tempeste della rivoluzione sessuale.
Le tecniche dell'arte medievale. Materiali, lavorazioni e percezione visiva
Virginia Caramico
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 272
Tutt’altro che inerti, i dipinti medievali sono animati in superficie da trapassi continui di luce, materia e spessori: effetti di pittura a corpo si alternano a campiture levigate, intarsi di opaca immaterialità a fenomeni di lucentezza puntuale, parti concave a inserti in rilievo, e così via. Sin dalle prime fasi del lavoro, i pittori perseguivano la sensibilizzazione ottica delle superfici combinando materiali e lavorazioni in tessiture pittoriche screziate, che reagivano alla variabile incidenza della luce e alla mobilità del punto di vista dei fruitori nello spazio. I modi della percezione cangiante che così si realizzava sono poco evidenti all’occhio moderno, abituato a condizioni di fruizione delle opere sempre più standardizzate e uniformanti. Questo libro vuole guidare lo sguardo a riconoscere le operazioni strumentali a quella valorizzazione mutevole e soggettiva dei materiali che è cifra caratteristica della pittura medievale. Dalla progettazione alla finitura delle superfici, le fasi della pittura, in tavola e in muro, sono ripercorse e illustrate sul filo di una rilettura critica del celebre “Libro dell’arte” di Cennino Cennini (1400-1420 circa) e attraverso una selezione di casi esemplari. Così concepito, il volume è un esercizio di esegesi delle tecniche pittoriche, interpretate non come episodi di adesione normativa a un formulario statico di conoscenze, bensì come fenomeni dinamici di cultura visiva, pienamente organici allo stile e all’iconografia.
Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie
Riccardo Falcinelli
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 552
«Cosa c’è di più facile del volto? Tutti ne abbiamo uno, e abbiamo a che fare con quello degli altri. Eppure, di tutte le cose che ci capita di guardare, il volto rimane la più enigmatica». Dopo “Cromorama” e “Figure”, Riccardo Falcinelli rivoluziona ancora il nostro sguardo su qualcosa che diamo per scontato: le facce. Nell’arte, nei film, nelle pubblicità, su TikTok e anche nello specchio ogni mattina. Pubblicando i selfie su Instagram ci poniamo gli stessi problemi che si è posto ogni artista e comunicatore nella Storia: cercare di rendere una faccia più eroica, autorevole, addirittura divina. O magari conferirle valori morali, come i pittori del Rinascimento, che ritraevano i sovrani accanto a una colonna o una tenda per esprimere maestà e prestigio. La faccia è la parte del corpo più soggetta ad attribuzioni di senso: anche se tendiamo a considerarli qualcosa di «naturale», i volti sono sempre una costruzione culturale. Da Alessandro Magno a Rita Hayworth, da Elsa di “Frozen” al bambino della Kinder, dall’icona di Cristo fino alle foto sulle lapidi dei nostri nonni, con immensa profondità di analisi e verve narrativa, Falcinelli inventa una «facciologia», chiamando in causa l’arte, la semiotica, le neuroscienze, la storia politica, la moda e i cosmetici. Perché il volto che ci costruiamo può determinare la vita che faremo. Con oltre 600 immagini a colori.
BAJ. Baj chez Baj
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2024
pagine: 160
Il catalogo accompagna le mostre (8 ottobre 2024 - 9 febbraio 2025), dal titolo unico di BAJ. Baj chez baj , realizzate in occasione del centenario dalla nascita di Enrico Baj, rispettivamente a Palazzo Reale di Milano e al Museo della Ceramica di Savona, con una sezione anche al MuDA - Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina, nelle sedi del Centro Esposizioni e di Casa Museo Jorn. In apertura del volume Chiara Gatti illustra l'antologica milanese, mentre Luca Bochicchio restituisce l'attività inerente la produzione di ceramiche, esposte nelle sedi liguri. Le due mostre si intrecciano in una narrazione articolata e affascinante che spazia dalla pittura alla scultura, dalla ceramica al teatro, disegnando un ritratto della personalità eclettica di Baj. Il volume è articolato in 10 capitoli che ripercorrono il percorso espositivo di Palazzo Reale, nel quale si inseriscono 4 sezioni tematiche dedicate alla ceramica (De Rerum Natura, Bauhaus Immaginista, Kitsch e Folle, Maschere e Totem), riprova dell'ampiezza della sperimentazione dell'artista. Accanto alle opere esposte, il catalogo propone fotografie, documenti d'archivio e confronti con altre opere nell'intento di raccontare non solo la ricerca artistica di Baj, ma anche la sua vita, pervasa da ironia, e lo sguardo critico che lo ha contraddistinto. In chiusura, il lettore trova un regesto completo delle opere suddivise per sede. La pubblicazione segna inoltre l'occasione speciale in cui, per la prima volta dopo 12 anni, sono esposti i monumentali I funerali dell'anarchico Pinelli, ancora una volta a Palazzo Reale, nella suggestiva Sala delle Cariatidi, luogo che ne ha ospitato l'ultima apparizione.
Da Cimabue a Morandi
Roberto Longhi
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 1200
La più famosa antologia degli scritti di Roberto Longhi uscì nel 1973, curata da Gianfranco Contini, nei «Meridiani» Mondadori. Ora quella stessa scelta di scritti viene riproposta in un’edizione completamente rinnovata. Ogni saggio longhiano viene introdotto da uno storico dell’arte specialista dell’argomento trattato: in questo modo i saggi vengono contestualizzati nel percorso di studi di Longhi, con riferimenti alle eventuali mostre da cui scaturivano, e soprattutto vengono evidenziate le intuizioni del critico che hanno influenzato gli studi successivi e che “fanno testo” ancora oggi, o viceversa gli atteggiamenti critici (e le proposte di attribuzione) che sono stati superati nel tempo. Più di trenta gli studiosi che hanno collaborato a questa nuova edizione, e più di cinquanta le immagini a colori riprodotte. Rispetto all’edizione di Contini, questa è dunque più focalizzata sul valore e sull’attualità dei saggi di Longhi dal punto di vista storico artistico, ma ciò non vuol dire dimenticare i pregi della sua scrittura, così sostanzialmente intrecciati al discorso critico. Molte delle introduzioni ai saggi evidenziano come le intuizioni critiche di Longhi fossero tutt’uno con le metafore che usava e con il suo stile a volte arduo ma sempre affascinante. Ma c’è anche uno scritto introduttivo di Lina Bolzoni che, tra le altre cose, mette in luce la vena teatrale della lingua di Longhi, che gli permetteva di essere straordinariamente icastico nelle sue descrizioni e nelle sue valutazioni, tanto più se limitative. Se oggi Caravaggio è considerato uno dei grandi artisti di tutte le epoche, se Morandi è una delle vette della pittura italiana del Novecento, lo dobbiamo al magistero critico di Longhi. Ma leggendo o rileggendo i saggi di questo libro si potrà vedere quanto ampio sia stato il raggio dei suoi studi e quanto innovative siano state le sue posizioni su tutta la storia dell’arte italiana.