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ad est dell'equatore: Kuang 11. Studi di scienze inesatte

In eredità l'altrove. Andreï Makine all'incrocio tra due mondi

In eredità l'altrove. Andreï Makine all'incrocio tra due mondi

Elisabetta Abignente

Libro: Libro in brossura

editore: ad est dell'equatore

anno edizione: 2025

pagine: 248

«Essere un ponte tra due rive»: così Orhan Pamuk descrive il proprio destino di scrittore nato e cresciuto all’incrocio tra mondo occidentale e orientale. La sua condizione è simile a quella di altri border writers contemporanei la cui vocazione letteraria affonda le radici in una duplice o plurima appartenenza geografica, linguistica, culturale. Di fronte ad uno scenario europeo sempre più segnato dal fenomeno migratorio e dalla contaminazione tra culture lontane, appare urgente tornare a riflettere su quegli scrittori e intellettuali che, da Vladimir Nabokov a Emil Cioran, da Agota Kristof a Irène Némirovsky, fino al caso recente di Nicolai Lilin, hanno scelto di scrivere romanzi in una lingua diversa da quella del proprio paese di origine. Nelle fila di questi narratori entre-deux-mondes si inserisce Andreï Makine, nato in Siberia nel 1957, autore di una quindicina di romanzi, tutti in lingua francese, Prix Goncourt e Médicis nel 1995, dal 2016 membro dell’Académie Française. La scelta dell’eteroglossia e la raffinatezza dello stile inseriscono di diritto i suoi romanzi nel canone della letteratura francese. Eppure, complice la lontananza geografica, che amplifica i ricordi e stimola l’ispirazione poetica, Makine colloca sempre al centro della sua opera il mondo russo. O, meglio, gli ampi spazi siberiani, il cui paesaggio, immenso, innevato, per lo più disabitato assume un significato quasi metafisico. I pochi personaggi che lo abitano rivolgono costantemente lo sguardo alla Francia, metonimia dell’Occidente, fonte di illusione e disillusione, luogo di contraddizioni e di speranze, che incarna il loro sogno dell’altrove e diventa, durante il percorso di crescita, “mito” da alimentare con la memoria e da coltivare con l’immaginazione.
14,00

L'occhio e il vuoto. Sguardi metaforici, visioni allegoriche

L'occhio e il vuoto. Sguardi metaforici, visioni allegoriche

Marianna Scamardella

Libro: Libro in brossura

editore: ad est dell'equatore

anno edizione: 2024

pagine: 208

I capolavori della letteratura si reggono su costruzioni complesse (più o meno dissimulate), aprendosi spesso a una dimensione allegorica o metaforica e offrendosi a interpretazioni diverse. I testi analizzati in questo volume, tutti composti nell’arco dell’ultimo secolo (da Byatt a O’Connor, da Camus a Borges, da Carver a Auster, da DeLillo a Houellebecq, da Grossman a Carrère), sono accomunati da uno sguardo – del narratore o dei personaggi stessi – che tende a forare la superficie delle apparenze. Al loro interno agiscono dispositivi allegorici, che rinviano a verità altre e spesso indecidibili, oppure metaforici, nei quali è all’opera un occhio profondo – “penetrante”, avrebbe detto Paul Klee. Le letture qui proposte vorrebbero schivare ogni forma di assolutizzazione o di ipostasi del metodo, cogliendo invece le raffinate strategie di mascheramento praticate dagli scrittori (e imposte talvolta dallo stesso contesto sociale) e provando a decifrare ciò che non si vede, ma a cui, attraverso azioni, dialoghi e simboli, si allude. Perché, come ha scritto una volta Calvino, «chi ha occhio trova ciò che cerca anche ad occhi chiusi».
18,00

Innaufragio con spettatore. Genealogia del flusso e metaforica dell'onda

Innaufragio con spettatore. Genealogia del flusso e metaforica dell'onda

Marianna Scamardella

Libro: Libro in brossura

editore: ad est dell'equatore

anno edizione: 2023

pagine: 290

L'onda si configura, nei testi letterari, non soltanto come il riflesso di uno stato d'animo sviluppato in infiniti moti di coscienza individuali, ma anche come strategia di scrittura che interseca autobiografia e fantasia letteraria, verità e finzione. Tale saggio si prefissa lo scopo di indagare principalmente la metafora del movimento nelle opere di Virginia Woolf, Sibilla Aleramo ed Elsa Morante.
20,00

La musica del management. Ordine, disordine e nuove regole della complessità

La musica del management. Ordine, disordine e nuove regole della complessità

Antonio D'Antonio

Libro: Libro in brossura

editore: ad est dell'equatore

anno edizione: 2022

pagine: 584

Un saggio sulla complessità del management odierno, tra contenuti convenzionali e Critical, a partire dal pensiero dei guru e dagli strumenti della teoria organizzativa che si sono succeduti nel corso del XX secolo e fino ai nostri giorni, evidenziando le principali tecniche a disposizione dei manager per gli indispensabili riallineamenti aziendali oramai sempre più frequenti e frenetici.
20,00

Le scarpe dei matti. Pratiche discorsive, normative e dispositivi psichiatrici in Italia (1904-2019)

Le scarpe dei matti. Pratiche discorsive, normative e dispositivi psichiatrici in Italia (1904-2019)

Antonio Esposito

Libro: Libro in brossura

editore: ad est dell'equatore

anno edizione: 2019

pagine: 676

Un pomeriggio d’inverno, tra i seminterrati dell’ex manicomio civile di Aversa, come epifania, si danno allo sguardo centinaia di scarpe accatastate, impolverate, rotte, rosicate dai topi, spesso spaiate. Cumuli di scarpe senza lacci, pezzi di storie smarrite, testimonianza di sentieri interrotti e cammini traditi, abbandonati in quell’Altrove, ‘le reali case dei matti’, spazio di potere, di esclusione, di dolore. Da quell’incontro, si è attraversato oltre un secolo di storia italiana, indagando le pratiche discorsive, le normative, le tecniche che hanno definito il discorso psichiatrico in Italia: dalle previsioni d’internamento contenute nella legge del 1904 al superamento dei manicomi determinato dalla 180 del 1978, passando attraverso le esperienze di psichiatria critica e l’utopia della realtà basagliana e fino all’attuale organizzazione dei Servizi territoriali per la salute mentale. Queste pagine si interrogano su un futuro che è sempre già alle nostre spalle, storicizzando le questioni che oggi sono poste, a fronte dello smantellamento del welfare, dal TSO, dalla contenzione meccanica e farmacologica, dalle Rems, dalle nuove forme di manicomializzazione, dalla psichiatrizzazione manualistica della vita quotidiana, dalle ri-categorizzazioni securitarie dei ‘soggetti pericolosi’. Non ci sono risposte, solo il tentativo di riflettere su problematiche che intersecano i destini biografici di milioni di persone, le loro sofferenze e solitudini ma anche le istituzioni, i saperi, i dispositivi coinvolti nella loro gestione; convinti che sia possibile curare, cioè prendersi cura della sofferenza psichica ma consapevoli che esiste un fascino sempre meno discreto del manicomio. Scrive Assunta Signorelli nel prezioso saggio che apre questo libro: “Se, invece di progettare e costruire cronicari sempre più grandi, eufemisticamente chiamati residenze con aggettivi più diversi e fantasiosi, ci si soffermasse sulla necessità per la persona malata di mantenere un legame con il proprio passato, la propria esperienza sociale e relazionale, di vivere la malattia come un passaggio, certamente doloroso, della propria vita […], non solo le forme e i luoghi del trattamento sarebbero a dimensione umana, ma la cronicità stessa scomparirebbe, trasformandosi l’esperienza di malattia e la sua evoluzione, in una forma dell’esistere, visto che la normalità, intesa nel senso nobile del termine, altro non è se non un continuo oscillare fra salute e malattia, entrambe strettamente collegate all’ambiente socioculturale nel quale la persona vive”.
30,00

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