Analogon: Liederatur
Suleika. Il personaggio, le immagini, le poesie
Valentina Valente
Libro: Libro in brossura
editore: Analogon
anno edizione: 2018
pagine: 162
La storia di Suleika, la vergine sposa dell’eunuco Putifarre, capo delle guardie del faraone dell’Egitto, e del bellissimo schiavo cananeo Giuseppe è narrata concisamente nella Bibbia, più ampiamente nel Corano e nei paesi orientali da tutti i più grandi poeti (da Rudaki a Firdusi a Jamī a Hāfez). Ma è con Goethe, con la sua più elegante opera poetica della vecchiaia, il «West-östlicher Divan», scritto nel 1814-15, gli stessi anni in cui si innamorò della giovane Marianne Jung, che il mito di Suleika, l’eterno femminino islamico, si occidentalizza. Attraverso Goethe, come un orfano eternamente in cammino, «frammento di un’antichità persa nella notte dei tempi», ella passa i secoli e le terre lontane, giungendo fino a noi: a Byron, a Nietzsche, a Hesse, a Mann, autori che ebbero un rapporto intenso con il genio goethiano. Ringiovanito dalla passione amorosa per Marianne, Goethe scelse Suleika come veste poetica per l’amata e il poeta Hatem come alter ego. Dagli scambi epistolari dei due amanti, tra messaggi cifrati e citazioni di versi di Hāfez, nacquero molte delle poesie che confluirono nel Divan. In appendice un saggio di Erik Battaglia sui Lieder di Suleika dal «Divan» di Goethe.
La bella Magelone. Con scritti sul ciclo op.33 di Brahms di Max Kalbeck, Max Friedländer, Eric Sams, Dietrich Fischer-Dieskau, Graham Johnson
Ludwig Tieck
Libro: Libro in brossura
editore: Analogon
anno edizione: 2016
pagine: 212
In questo piccolo volume vengono presentati la prima traduzione italiana della «Novelle» di Ludwig Tieck «Liebesgeschichte der schönen Magelone und des Grafen Peter von Provence» (1797) e il commento storico, estetico e musicologico ai Lieder che Johannes Brahms compose sulle poesie inserite nei singoli capitoli di quel racconto (Die schöne Magelone op. 33). Complessivamente, tra la prima fonte a stampa della vicenda narrata (Pierre de Provence et la Belle Maguelonne, 1440 ca.) e il ciclo di Lieder (1862-69) passano circa 400 anni. La letteratura secondaria sul capolavoro di Brahms qui tradotta copre altri cento anni abbondanti (dal 1904 al 2014) ed è rappresentata al meglio dai massimi cultori della vita del compositore e dell’arte del Lied: Max Kalbeck, Max Friedländer, Eric Sams, Dietrich Fischer-Dieskau, Graham Johnson.
Piccola storia della cadenza d'inganno. Come motivo liederistico (con alcune digressioni e oltre 300 esempi musicali)
Erik Battaglia
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2015
pagine: 222
Il principio della cadenza d'inganno è stato osservato in Shakespeare, ha ispirato una raccolta di poesie (Raboni), in Kant è un sillogismo fallace che, se usato per ingannare gli altri, diventa un sofisma. Ma nella musica, specie nel Lied, quest'inflessione nata come espediente per ritardare la cadenza perfetta diventa un motivo musico-verbale dalle potenzialità infinite eppure univoco nelle analogie che incarna. Un gesto riflessivo, uno sguardo che si abbassa, stanchezza, abbandono, tempus fugit e, naturalmente, inganno. Già in Bach sentiamo l'inconfondibile gioco di tensione e rilascio che conferisce alla cadenza il suo status di motivo. Poi Mozart (Pamina, Luisa, Regina della Notte) e Schubert (Ave Maria) le hanno dato carattere di singolarità, ingannando l'attesa prima del previsto salto a terra dopo il quinto gradino. Essi (e coloro che da Schumann ai Beatles ne seguirono l'esempio) compensano con la gravità espressiva di questa cadenza il suo sfuggire alla legge di gravità armonica, che è anche legge di natura. Questa piccola storia di un motivo è solo una delle voci di quel lessico ideale che può rendere intelligibile la musica senza privarla di bellezza e mistero.
I Mörike-Lieder di Hugo Wolf e altri scritti su Wolf e Mörike
Dietrich Fischer-Dieskau
Libro: Copertina morbida
editore: Analogon
anno edizione: 2015
pagine: 262
Per molti cultori del Lied il primo incontro con la poesia di Mörike filtrata attraverso la musica di Wolf è avvenuto tramite il medium della voce di Dietrich Fischer-Dieskau (1925-2012). Il grande baritono si è occupato professionalmente di Hugo Wolf per circa 60 anni, dalle prime incisioni radiofoniche del 1948, a centinaia di leggendari Liederabend wolfiani, alla stesura della biografia di Wolf pubblicata nell'anno del centenario 2003. Qui Fischer-Dieskau analizza i 53 Lieder composti di getto nel 1888, dal punto di vista del poeta Eduard Mörike, il primo autore simbolista tedesco. Il pastore di Cleversulzbach, uomo modesto e mite, fu uno dei più grandi intellettuali europei dell'800. Pittore come Fischer-Dieskau, romanziere, colto classicista, nella sua poesia coniugò la perfezione formale dell'idillio a una ricchezza emotiva senza precedenti, svelata per la prima volta ai lettori proprio grazie alla mediazione della musica di Wolf. A sua volta Wolf trovò grazie a Mörike la peculiarità del suo stile e l'ultima nuova via del Lied tedesco stesso. In appendice: traduzioni italiane delle poesie, discografia, catalogo ragionato dei Lieder, quadri e disegni del poeta e dell'autore.