Antenore: Medioevo e umanesimo
La biblioteca di Gio. Vincenzo Imperiale. (Genova, 1582-1648)
Matteo Ceppi
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2020
pagine: 724
«Conviene dichiarare subito quello che il lavoro seguente soprattutto intende essere: l'edizione commentata di due inventari che descrivono la raccolta libraria di un patrizio genovese vissuto tra Cinque e Seicento. Dal punto di vista epistemologico, è un genere di ricerca che pertiene prevalentemente alla storia del collezionismo librario privato e che coltiva l'ambizione di consentire di tratteggiare un'immagine della cultura della personalità che riuní l'insieme di testi restituito attraverso la documentazione che è stato possibile rinvenire. In questo si è tenuta presente una definizione data da Giuseppe Prezzolini: "Una biblioteca privata è, in generale, un'immagine dei gusti, o almeno delle necessità di chi l'ha raccolta". E, per precisare la metafora iconica prezzoliniana, bisogna aggiungere che quella che si propone in questa circostanza è una doppia istantanea, che coglie essenzialmente due momenti (corrispondenti ai due reperti manoscritti qui editi) nella vita di un organismo quale è ogni raccolta di libri, che nel corso del tempo cresce, o decresce, e si sviluppa, fino però a morire, quasi sempre per dispersione, altre volte per annientamento imputabile a cause accidentali o intenzionali; un organismo che può trovare posto in spazi di volta in volta differenti e che inevitabilmente si trova a dover passare nelle mani di nuovi proprietari. La storia delle biblioteche, che affonda le proprie radici nei terreni della bibliografia e della biblioteconomia, trae la propria linfa evidentemente da manufatti librari, ma pure da prodotti catalografici (note, liste, inventari, cataloghi ecc., tanto manoscritti quanto a stampa). Per essere correttamente interpretati, gli uni e gli altri richiedono di essere accostati per mezzo degli strumenti della filologia testuale e delle diverse discipline storiche. Da queste interazioni plurime che la vedono protagonista, risulta, di riflesso, che a sua volta la storia delle biblioteche indubbiamente dà un proprio contributo alla ricostruzione dei contesti storico-culturali. Chi leggerà le pagine che seguono non vi troverà allora uno studio sulle fonti, non esclusivamente letterarie, dalle quali attinse, nel corso della propria lunga, seppur intermessa, carriera di scrittore, il possessore della biblioteca restituita dalla documentazione qui edita...»(Dalla Premessa)
Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall'antichità ai tempi moderni
Leighton D. Reynolds, Nigel G. Wilson
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2016
pagine: 280
La storia della trasmissione dei testi greci e latini e della loro fortuna nel corso dei secoli è l'oggetto di questo manuale, proposto come guida semplice a un campo di studi classici spesso lasciato in margine: questa storia è la chiave per interpretare correttamente gli apparati di varianti nelle edizioni critiche, ma anche per ben valutare l'importanza della tradizione classica nella cultura europea dalla caduta dell'Impero romano all'Età moderna. La prima edizione, apparsa quasi cinquant'anni fa, andava a colmare un vuoto. Subito in Italia ne fu pubblicata la traduzione (1969), raccomandata agli studenti che dovevano affrontare la filologia e la civiltà del mondo antico, del Medioevo e dell'Umanesimo. Se ne offre ora la quarta edizione italiana, traduzione della quarta inglese (2013), che mantiene l'impostazione delle precedenti, ma è ampliata e aggiornata in profondità, per rendere conto del rapido e costante progresso scientifico delle discipline classiche.
Annotazioni sul volgarizzamento del «Liber ruralium commodorum» di Pietro Crescenzi
Vincenzo Borghini
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2015
pagine: XLII-75
"Sulla base della Dedicatoria del 'Liber moralium commodorum', che Pietro Crescenzi rivolge a frate Almerigo Giliani da Piacenza, Maestro generale dei Domenicani (ordinis fratrum predicatorum generali magistro), è lecito ricavare soltanto la coincidenza cronologica tra il periodo della carica di Almerigo, svolta dal 1304 al 1311, e quello della compiuta stesura del trattato. Una seconda Dedicatoria, a Carlo II d'Angiò, re di Gerusalemme e di Sicilia, sembrerebbe autorizzarci ad anticipare il terminus ante quem al 1309, anno della morte del sovrano, per la consolatio e la delectatio del quale, oltre che per l'utilitas dei sudditi, l'opera è stata progettata ed eseguita. Evidentemente, i riferimenti contenuti nelle due Dedicatorie in parte si contraddicono: nella dedica a frate Almerigo, l'evocazione di re Carlo sembra coincidere solo con l'inizio della compilazione del trattato, per cui se ne deduce che la conclusione di questo dovrebbe essere successiva alla morte del sovrano; invece, nella dedica a Carlo d'Angiò, non solo si dichiara che l'opera è compiuta, ma anche che essa viene inviata al re dopo essere stata esaminata e approvata da Almerigo e dai Domenicani, oltre che dagli esperti in scienza naturale dell'Università di Bologna."
La «Spagna» nella letteratura cavalleresca italiana
Franca Strologo
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2014
pagine: LXVI-414
"Il presente volume è stato approntato nel giro di nove anni di lavoro; non avrei saputo come condurre a termine l'impresa, se non fosse stato per i maestri che ho avuto il privilegio d'incontrare e che mi hanno guidata con il loro esempio e il loro sostegno. I miei più profondi ringraziamenti vanno a Michelangelo Picone, che fin dall'inizio ha creduto in questa ricerca, da lui ideata e promossa; e, insieme, a Georges Guntert, alla cui generosa fiducia e al cui fondamentale appoggio devo la possibilità stessa di avere avviato e proseguito una carriera accademica."
Dante, la sua biblioteca e lo studio di Bologna
Luciano Gargan
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2014
pagine: XI-156
Nella "Commedia" i libri più amati dal poeta. Sulla biblioteca di Dante circolano ancora pesanti pregiudizi che vorrebbero farne una raccolta assai modesta, rispetto, ad esempio, a quella molto più ricca del Petrarca e ci si ostina a ripetere che, almeno nel periodo dell'esilio, Dante non poteva possedere molti libri a causa dei suoi continui spostamenti e degli scarsi mezzi economici a disposizione, dimenticando che, prima e dopo l'esilio, ogni città in cui egli soggiornò era in grado di fornirgli nuove opportunità di venire a contatto con i testi che lo interessavano. In mancanza di inventari antichi e di codici superstiti, questo testo si propone di ricostruire la biblioteca di Dante con Dante stesso attraverso una lettura mirata delle sue opere. Nella ricostruzione virtuale della biblioteca di Dante occupano un posto molto significativo il "Convivio" e il "De vulgari eloquentia", due libri scritti con i libri, dove Dante dimostra di poter attingere a piene mani a una gamma assai vasta di conoscenze (e quindi di testi letti e riletti) che era andato accumulando nel corso del tempo, mentre nella "Commedia" egli elabora in momenti successivi il canone di una propria biblioteca ideale, trasformando i suoi "libri peculiares" in personaggi che soggiornano all'interno del limbo, se poeti o filosofi pagani o formano le due corone di spiriti sapienti nel cielo del Sole, se teologi, mistici o dotti cristiani.
Epistole-Ecloge-Questio de situ et forma aque et terre
Dante Alighieri
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2012
pagine: XXVI-284
Il volume raccoglie e compatta il frutto di anni di ricerche e studi spesi dall'illustre studioso padovano intorno a tre opere cosiddette "minori" di Dante: Epistole, Ecloghe, Questio de aqua et terra, che egli propone di rititolare come: Questio de forma et situ aque et terre. Il curatore ha inteso dare a questa sua fatica un carattere di essenzialità, senza mai mancare di approfondire e innovare. Una Prefazione al volume ne presenta l'architettura e spiega i parametri secondo cui sono organizzati i materiali ora a stampa; specifiche Note introduttive vengono dedicate poi alle singole opere. Vengono quindi i testi, in latino con traduzione italiana a fronte (e per le Ecloghe anche le due di Giovanni del Virgilio, cui Dante risponde). Dei testi latini non sono approntate nuove edizioni critiche: sono invece recuperate le più accreditate edizioni attualmente in circolazione, riviste però dal curatore, che - ove ritiene necessario - si discosta dalla lezione precedente, proponendo (e discutendo nel commento) la propria. Ogni opera è quindi accompagnata da un ampio commento al piede che, senza riuscire sovrabbondante, offre al lettore tutti i conforti per una migliore comprensione e fruizione dei testi. L'edizione è completata dagli indispensabili indici finali.
Lettere a Cristina di Lorena
Galileo Galilei
Libro: Libro con legatura in pelle o di pregio
editore: Antenore
anno edizione: 2012
pagine: 224
La "Lettera a Cristina" è uno dei testi centrali della riflessione di Galileo sul rapporto tra scienza e fede; essa mette a confronto il libro della natura e il libro sacro sul rapporto mobilità-immobilità, centralità-non centralità di terra e sole, mostrando la singolarità dei due libri e dimostrando che non è pertinente leggere i caratteri della natura mediante il testo della Bibbia. La lettera è stata scritta da Galileo nel 1615; viene portata a stampa solo un ventennio dopo, nel 1636, presso gli Elzevier a Strasburgo, ed è accompagnata in parallelo dalla traduzione latina di Elia Diodati. Della Lettera abbiamo, accanto alla princeps, oltre una sessantina di esemplari manoscritti, un numero triplo rispetto a quelli sin qui noti. La storia del testo, il censimento dei manoscritti e i loro rapporti con la stampa hanno fornito i criteri per l'edizione critica. Essa è fondata sulla princeps, e fornisce in apparato le lezioni di una prima redazione individuata dal curatore nell'Archivio di Stato di Firenze, e di un testimone di una redazione posteriore, con edizioni autografe, conservata presso l'Accademia romana dei Lincei.
Le novelle di Gentile Sermini
Flora Di Legami
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2009
pagine: 256
Uno studio dedicato all'originale lavoro di Gentile Sermini, alla fisionomia letteraria più che alla vicenda biografica del narratore senese che ha svolto un ruolo importante nell'evoluzione del genere letterario della novella, fra Tre e Quattrocento. Il volume offre una dettagliata interpretazione delle opere del Sermini, mettendone in evidenza gli aspetti formali e stilistici, la mescolanza di linguaggi, letterari e popolari, la retorica del lusus elemento di spicco della sua scrittura, lo stile giocoso, sostenuto da strategie teatrali di comico burlesco (scambi di ruolo, travestimenti, metamorfosi ecc.), l'evidenza del soggetto narrante, il ricorso frequente alle dinamiche recitative. Nella consapevole ricerca di soluzioni differenti dal Decameron, Gentile Sermini inventa espedienti narrativi e ingranaggi dagli esiti felici e spesso provocatori.
Scritti su Dante
Libro
editore: Antenore
anno edizione: 2009
pagine: 596
Il volume riunisce gli scritti di Vincenzio Borghini, storico e filologo, uomo di spicco della cultura fiorentina del secondo Cinquecento - oggi conservati in forma di abbozzi e appunti nella Biblioteca nazionale di Firenze, la Biblioteca Riccardiana e la Biblioteca Medicea Laurenziana - in cui lo studioso indaga l'opera dantesca, seguendo una rigorosa prospettiva filologica e una originale concezione linguistica. Borghini accoglie le sollecitazioni che gli provenivano dall'intenso e talvolta accanito dibattito letterario e poetico dell'epoca e non si sottrae ad alcuna polemica, anzi estende la sua valutazione critica agli scritti di Pietro Bembo e Girolamo Ruscelli, in aperto contrasto con il pamphlet contro la Commedia di Rodolfo Castravilla. L'introduzione al volume, oltre a illustrare i singoli testi che lo compongono, si propone di mettere in luce le intime ragioni e le circostanze della incompletezza degli scritti, apparentemente frammentari e dispersivi.
Bellunesi e feltrini tra umanesimo e rinascimento
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2008
pagine: 348
Il 5 novembre 1999 si tenne a Belluno il primo convegno interamente dedicato agli umanisti bellunesi. Doveva essere, quella, la prima tappa di un cammino più lungo, volto a recuperare e valorizzare le figure più eminenti del patrimonio culturale del territorio bellunese. Si tratta di personaggi come Pierio Valeriano e Urbano Bolzanio che hanno risvegliato in quest'ultimo decennio un grandissimo interesse a livello internazionale. Tale interesse, soprattutto nel caso del Valeriano, si è concretizzato in contributi scientifici di altissimo livello e nella pubblicazione di alcune delle sue opere maggiori. Accanto ai due Bolzanii ruotano figure "secondarie" - per usare un'espressione di Augusto Campana - eppure di grande rilievo nella storia della cultura umanistica; per essi mancavano del tutto o quasi interventi specifici, condotti con rigore scientifico e documentario. Per rispondere agli auspici espressi da più parti, fu formulato un progetto di ricerca da sviluppare in due successivi incontri di studio, che consentisse di gettare nuova luce sui personaggi meno studiati e di approfondire ulteriormente alcuni aspetti dei maggiori.