Audino: Vedute d'Italia
Vedute di Roma nel '700. Volume Vol. 1
Giuseppe Vasi
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 112
Con la presentazione delle 200 stampe numerate, nucleo essenziale dell'opera "Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna" di Giuseppe Vasi (1710-1782), pubblicata in 10 libri tra il 1747 e il 1761, si intende restituire il volto e la struttura urbanistica della capitale cristiana nel momento in cui si stava trasformando in una città "moderna", arricchendosi, per volontà di pontefici e mecenati, di luoghi utili allo svolgimento dei complessi rapporti sociali e di opere funzionali, oltre che al decoro urbano, alle attività lavorative e commerciali. Pur mostrandosi aperto e sensibile allo spirito dei nuovi tempi, nel carattere documentativo delle sue incisioni, nella lucidità della visione e nel suo vivace senso di concretezza, l'artista rimane tuttavia legato allo spirito ancien régime che informa la corte pontificia e gli esponenti più in vista della società romana nel XVIII secolo. Il suo amore disincantato per la città, il suo interesse contemplativo per le antichità, il suo febbrile ed originale modo di lavorare all'acquaforte "per coperture", affascineranno in particolar modo il giovane Piranesi che, giunto a Roma nel 1740, prenderà lezioni di incisione proprio presso il laboratorio del Vasi, ma supererà poi il maestro offuscandone meriti e peculiarità. Ad una resa della città fredda e analitica e alla veduta particolaristica delle emergenze monumentali ed architettoniche, tipica degli incisori che lo avevano preceduto, Vasi contrappone infatti una veduta più fine...
Vedute di Roma nel '700. Volume Vol. 2
Giuseppe Vasi
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 112
Con la presentazione delle 200 stampe numerate, nucleo essenziale dell'opera "Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna "di Giuseppe Vasi (1710-1782), pubblicata in 10 libri tra il 1747 e il 1761, si intende restituire il volto e la struttura urbanistica della capitale cristiana nel momento in cui si stava trasformando in una città "moderna", arricchendosi, per volontà di pontefici e mecenati, di luoghi utili allo svolgimento dei complessi rapporti sociali e di opere funzionali, oltre che al decoro urbano, alle attività lavorative e commerciali. Pur mostrandosi aperto e sensibile allo spirito dei nuovi tempi, nel carattere documentativo delle sue incisioni, nella lucidità della visione e nel suo vivace senso di concretezza, l'artista rimane tuttavia legato allo spirito ancien régime che informa la corte pontificia e gli esponenti più in vista della società romana nel XVIII secolo. Il suo amore disincantato per la città, il suo interesse contemplativo per le antichità, il suo febbrile ed originale modo di lavorare all'acquaforte 'per coperture', affascineranno in particolar modo il giovane Piranesi che, giunto a Roma nel 1740, prenderà lezioni di incisione proprio presso il laboratorio del Vasi, ma supererà poi il maestro offuscandone meriti e peculiarità. Ad una resa della città fredda e analitica e alla veduta particolaristica delle emergenze monumentali ed architettoniche, tipica degli incisori che lo avevano preceduto, Vasi contrappone infatti una veduta più fine...
Vedute di Bologna nel '700. Palazzi, chiese, strade e scene di vita quotidiana nella più importante serie di incisioni della città
Pio Panfili
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 44
Le Vedute di Bologna incise da Pio Panfili a partire dal 1770 fino al primo decennio dell'Ottocento - che qui si ripropongono per il loro particolare valore documentario oltre che per l'alto livello qualitativo - costituiscono una miscellanea composta dall'artista stesso in un album, ordinato cronologicamente e corredato di note manoscritte, oggi conservato presso la Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna. Di origine marchigiana ma bolognese di adozione, il Panfili, che eredita in parte anche la lezione dei vedutisti veneziani e soprattutto romani (Vasi, Falda, Piranesi), in particolare si avvale per le sue acqueforti delle proprie conoscenze tecniche nel campo del disegno prospettico e architettonico, acquisite durante la formazione artistica presso l'Accademia Clementina. Egli si inserisce perciò nella tradizione barocca, senza tuttavia voler trasformare, con accenti trionfalistici e maestosi, l'immagine reale di una città che, appunto in quel periodo, registrava un progressivo declino ed era vittima di giudizi piuttosto negativi a causa di quegli aspetti suggestivi del suo assetto urbano che ancora oggi costituiscono la sua peculiarità, ma che ai contemporanei apparivano ormai superati di fronte ai più ampi e regolari spazi delle città neoclassiche.
Vedute di Torino tra '600 e '700. L'antico fascino della capitale sabauda in un'antologia di stampe d'epoca
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 100
Dalla rassegna delle più suggestive immagini di Torino tra Sei e Settecento circa ottanta rare incisioni di grande qualità - scaturisce il racconto singolare ed emblematico delle idee, dei progetti, delle ingegnose invenzioni che caratterizzano la lunga fertile stagione barocca della capitale sabauda. Costretta per lunghi secoli entro le mura tracciate lungo il perimetro angusto del quadrato romano, la città, nei primi decenni del XVII secolo, comincia la sua progressiva espansione, regolata da un perseverante programma elaborato dalla Corte. Attraverso tre successivi "ingrandimenti" l'antica Augusta Taurinorum, protetta dalla cittadella cinquecentesca e circondata da una robusta cinta fortificata adattata via via ai nuovi ampliamenti, accoglie la "Città nuova", con la splendida piazza di San Carlo, gli isolati in direzione del mitico fiume, con la bella via Po, i solidi quartieri verso porta Susina, e assume la caratteristica forma a mandorla, che serberà fino agli inizi dell'Ottocento. Nei cantieri ferve il lavoro degli architetti e delle maestranze, dei pittori, degli stuccatori, dei tappezzieri. Torino, capitale di un piccolo territorio a cavallo delle Alpi, si arricchisce dei palazzi per il Duca e per il governo della Città, delle residenze dei nobili; le sponde del Po e la collina si animano delle maisons de plaisance per il diletto delle Madame Reali; i boschi del vasto territorio accolgono sontuose residenze di caccia per gli svaghi del principe.
Vedute di Firenze nel '700. L'Arno, le piazze, le chiese, i palazzi nella prima serie di incisioni della città granducale
Giuseppe Zocchi
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 63
Nel 1744, nel pieno sviluppo del "vedutismo", che aveva soprattutto a Roma e a Venezia i suoi più originali e significativi rappresentanti, anche Firenze, con l'opera di Giuseppe Zocchi riproposta in queste pagine, ebbe l'occasione di offrire al pubblico di amatori e viaggiatori del Grand Tour la propria immagine. Questa venne fissata in una serie di moderne vedute che, nel rispetto della rigorosa tradizione artistica locale, mostrano un carattere lucidamente realistico e razionale tenendo, nell'ambito più vasto del loro genere, al gusto per l'esattezza della visione e la precisione topografica piuttosto che al "capriccio" o all'vocazione poetica dei luoghi raffigurati. Giuseppe Zocchi, nato a Firenze nel 1717, aveva manifestato fin da ragazzo un notevole talento artistico, tanto che non aveva ancora venticinque anni quando il suo protettore, il marchese Gerini, gli commissionò le tavole su Firenze che noi oggi conosciamo. Incise nel 1744, le Vedute di Firenze, al di là del debito pagato al vedutismo romano e veneto, in particolare a Giuseppe Vasi e a Michele Maneschi, contengono un elemento di indubbia originalità in quella descrittività minuta e realistica con cui Zocchi animò le sue tavole. Accanto alla ricostruzione architettonica e urbanistica della sua città, Zocchi tende a restituirne anche le atmosfere sociali con un tratto analitico che mette in scena strade, piazze e fiume, in cui accanto a carrettieri, pescatori, venditori e popolani scorrono gentildonne e nobili, carrozze e prelati.
Vedute di Venezia alla fine del '600. Chiese, ponti e palazzi: la vita quotidiana a Venezia nelle incisioni del primo grande vedutista veneto
Luca Carlevarijs
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 100
"Vedute di Venezia alla fine del '600" è il titolo con il qual ripubblichiamo, integralmente a quasi tre secoli di distanza dalla prima edizione, la raccolta di centocinque incisioni su rame di Luca Carlevarijs, edita a Venezia nel 1703 sotto il titolo "Le fabriche et vedute di Venetia". È una raccolta di straordinaria importanza sia dal punto di vista documentario che da quello artistico. Lo scrupolo scientifico e la capacità tecnica con cui Carlevarijs riproduce chiese, palazzi, ponti, calli hanno permesso a generazioni di architetti e storici dell'arte di ricostruire l'esatta fisionomia di Venezia nel '600. Al tempo stesso lo stile con cui l'incisore veneto, nel tracciare i contorni dei monumenti, sostituisce la linea ferma e continua, usata dai vedutisti romani, con un tratto mosso e spezzato che, invece di racchiudere le cose le mette in comunicazione tra di loro, costituisce un elemento fortemente anticipatore del linguaggio vedutistico del '700 veneziano. Il risultato complessivo è di grande fascino, perché alle splendide architetture Carlevarijs ha dato calore contornandole di personaggi, attività, traffici, cerimonie. Così ci ha restituito non solo l'immagine originale degli edifici nel contesto che li vide nascere ma ci ha trasmesso il clima, il costume, il colore della vita veneziana in uno dei periodi più significativi della storia della città.
Vedute di Milano nel '700. Chiese, edifici pubblici e palazzi patrizi nella più importante serie di incisioni dedicate alla città
Marc'Antonio Dal Re
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 87
Le Vedute di Milano di Marc'Antonio Dal Re, incise negli anni immediatamente precedenti la metà del XVIII secolo, vengono ripubblicate integralmente in questo volume quale raccolta più ricca ed esauriente, tra quelle che la tradizione incisoria locale ci ha tramandato, sull'immagine di una città che è stata poi quasi completamente trasformata tra XIX e XX secolo. Attraverso le ottantotto immagini qui riproposte, il volto della Milano tardocinquecentesca, con le sue preziose e imponenti realizzazioni architettoniche civili e religiose, può essere colto insieme e al di là delle numerose aggiunte risalenti all'epoca del Barocco e della Controriforma. Ma ecco anche, in rassegna, tutti i più prestigiosi palazzi signorili - oggi in gran parte scomparsi o ampiamente rimaneggiati che a cavallo tra Sei e Settecento hanno rappresentato la gloria e la potenza della città e, con la loro eleganza, omogeneità di struttura e affinità di gusto, hanno segnato e caratterizzato un contesto che, al di là delle singole emergenze architettoniche, doveva essere restituito per quanto possibile nella sua integrità e nella storia del suo stesso costituirsi. Il Dal Re sembra essersi posto proprio questo obiettivo. È in questa volontà, piuttosto che nell'originalità e nel pregio artistico dell'opera - forse non raggiunti egregiamente dall'autore - che vanno riconosciuti il merito e il valore storico-documentario di queste stampe, unica fonte iconografica per alcuni edifici oggi non più esistenti.
Vedute di Napoli tra '600 e '700. L'immagine della più bella città europea del '700 illustrata in tre serie di disegni e incisioni d'epoca
Cassiano De Silva, Paolo Petrini, Etienne Giraud
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 77
A testimoniare il volto della città nel suo secolo d'oro vengono qui presentate due serie di incisioni e una di disegni destinate a illustrare al grande pubblico dei turisti di allora - e speriamo di oggi - quell'assetto urbanistico, quelle bellezze architettoniche non ancora deturpate dal traffico e dalla speculazione edilizia. Tre serie di illustrazioni i cui caratteri peculiari vanno cercati non tanto nelle differenze stilistiche ed espressive quanto nelle diverse funzioni editoriali che di volta in volta assumono. Illustrazioni legate al genere letterario delle "guide" turistiche, le incisioni di Francesco Cassiano de Silva aprono il secolo, imponendosi all'attenzione del pubblico di viaggiatori sia per il loro facile uso durante l'itinerario turistico, sia per il loro carattere di souvenir. Prodotte all'origine come "costellazione" di vedute intorno a una pianta di città, le stampe edite da Paolo Petrini nel 1718 contribuiranno ancora di più a fissare, nella mente di turisti e collezionisti, i luoghi destinati a divenire gli stereotipi vedutistici - esemplari in seguito per le cartoline - che rappresenteranno simbolicamente la città. Infine, edite nel 1771, le incisioni di Etienne Giraud devono il loro successo al sistema, ormai invalso nell'editoria, della "vendita su prenotazione" da parte di mecenati che quasi veri e propri "sponsor" - insieme a quella della città, si assicurano anche la diffusione della propria immagine.