Coniglio Editore: Descantabaucchi

Una Roma caciarona e d'altri tempi, sapori forti e odori intensi, colori pastello e foto in bianco e nero: è quella di Fernando Acitelli. Malandrini che schiamazzano e donne che si scherniscono, cascamorti buttati a peso morto su una semplice gassosa. È una filologia degli anni Sessanta. Camion che sfrecciano su strade periferiche dove da una nuvola di fumo emergono vite sconclusionate e la voce miagolante ma tremendamente accattivante di Jane Birkin. I personaggi di Fernando Acitelli sono la gente comune: quella che ha paura del medico, quella che trova la felicità in un tuffo nella pozza dell'acqua santa, quella che lavora in una trattoria o in un cinema di terza visione.

È il 1963. La scoperta, da parte di un dodicenne, delle canzoni dei Beatles si rivela un poderoso segnale di storiche dà il via alla corsa verso la lotta per l'affermazione della propria individualità. Storia di un entusiastico apprendistato alla migliore musica rock anglosassone, Ve lo giuro sui Beatles è un excursus tra Bob Dylan, Led Zeppelin, Doors, Pink Floyd, Who, Jimi Hendrix, Janis Joplin e tanti altri artisti ma è, anche, una autobiografia in cui l'autore si racconta senza reticenze né compiacimenti, regalando uno spaccato veritiero ed emozionante degli anni Sessanta e Settanta italiani. Mentre sul piatto il vinile gira, i discorsi, gli incontri, gli amori si alternano in un'accesa fame di vita e di avventura, inseguendo l'esempio delle rock star elette a miti indiscutibili, fonte di ispirazione per sfuggire alla claustrofobia di un'esistenza ordinaria.

Sangue misto si svolge nel Congo Belga degli anni Cinquanta. Leo vive a Elisabethville colmato dall'amore di Harry Wilson, padre adottivo, e della nutrice Mama Malkia. Brutalmente viene a sapere che il padre è omosessuale. Pur vivendo come un piccolo europeo non è accettato né dai bianchi né dai neri, del resto gli è sempre stato detto che a un mulatto può toccare l'inferno o al massimo il purgatorio.

Il mondo di un adolescente cresciuto nella periferia di Empoli come non è mai stato raccontato; l'impatto con la vita e la "metropoli" Firenze. "Quindici anni per sempre" svela per la prima volta la storia di un'educazione sessuale "diversa". Lino, ragazzino inquieto e curioso, scopre il mondo del sesso attraverso gli incontri clandestini con i suoi compagni di gioco. Nella campagna toscana, nei bagni della scuola, nella penombra della stanza infantile, i ragazzi del paese imparano a darsi e a dare piacere, scoprono il proprio corpo e si rapportano con l'"altro". La crescita morale e intellettuale del protagonista è narrata da Centi con un linguaggio delicato che sa indagare la profondità del dubbio di chi trova in sé pensieri e sentimenti mai provati. C'è l'amore per la natura, per gli oggetti, per l'arte e soprattutto per il biondo olandese Nico. Lino Centi da pittore disegna i moti del cuore. Ugualmente nella scrittura le sue parole sono come colori, a cui sa dare intensità e pienezza vitale. Una lettura profondamente realistica, il mondo omosessuale che si mostra agli occhi inesperti di chi vuole sapere quello che non si può sapere e vuole dire quello che ancora oggi troppo spesso non si osa dire.

Una quindicina di racconti di ambientazioni e di vissuto arabo. Senza stereotipi e senza banalizzazioni. Un raro caso nella letteratura europea di uno scrittore occidentale che ha vissuto nei Paesi arabi e che ha dedicato la sua vita e il suo lavoro allo studio dell'islam e dintorni, fino a confondersi con loro. Tra burka e harem, tra minareti e deserto, tra morti e omicidi si racconta un mondo oscuro e fascinoso.