Mazzanti Libri

Bisogna percorrere molti sentieri e strade secondarie, non segnate nella grande mappa della Storia, per incontrare una vita come quella di Antonietta e di suo padre, "un grande papà" che va a piedi fino a Padova per chiedere al Santo di "far crescere" la gamba del figlio. Il Santo fa il miracolo e il ragazzo cresce sano e forte: a vent'anni è pronto per mettere a rischio la vita nelle trincee della prima guerra mondiale. La vita di Antonietta è severa ma lei non perde la speranza. Così come non la perde Santina, che gareggia in sella alla bicicletta, nonostante allora per una donna "era bai", allenandosi sui terreni di famiglia caricandosi di zavorra. Corre pure Mario che, con nelle tasche le uova da bere durante la gara, il doping dei poveri, vince un premio pari a "due volte la paga di un operaio della Olivetti". Neanche Giuseppe perde la speranza: ferito nella neve, durante la ritirata di Russia è salvato da un compaesano che gli passa accanto sugli sci. Teresa, invece, fraternizza nello Yemen con gli arabi e ce ne racconta i costumi con lo sguardo attento di un'antropologa. Queste sono alcune delle vite eccezionali raccolte in questo libro. I biografi de "La Fucina-Centro delle biografie" le hanno ascoltate dalla viva voce dei protagonisti. Tali le propongono per condividere coi lettori il piacere e lo stupore che loro stessi hanno provato nell'incontro con questi straordinari narratori.

Questo quarto volume della serie Riscritture dell'Eden estende l'indagine sulla funzione del giardino nell'immaginazione letteraria a letterature europee non considerate nei volumi precedenti (la spagnola e la russa), nonché a culture dell'Estremo, del Medio e del Vicino Oriente (Giappone, Iran, Mediterraneo islamico), per confrontarsi, poi, con l'Estremo Occidente di entrambi gli emisferi (Stati Uniti, Messico, Brasile). Riscontra, in un panorama ben più vasto, un analogo interesse per il giardino come archetipo, una sempre nuova curiosità per la sua fenomenologia, per la storia dei giardini e dei contesti che li hanno visti fiorire, per l'importazione e la manipolazione di strutture che si arricchiscono intersecandosi, e la felice utilizzazione dei più articolati discorsi sul giardino come spazio «altro», e del «giardino dell'altro» come stimolo per operazioni transculturali di alto profilo. Studiosi di varie nazionalità e di varie sedi hanno reso possibile la variegata gamma di sfaccettature dei saggi raccolti; che con intelligenza critica e correttezza metodologica fanno echeggiare di profonde risonanze gli intrecci e i rimandi, permettendo ai testi (e a chi ne fruisce) di entrare in sintonia coi paesaggi percorsi, sognati, ricostruiti, senza che venga mai meno il più rigoroso rispetto per la loro alterità.

Per la propria passione per lo sport, San Donà di Piave è stata definita "una città in scarpe da tennis". Accanto a campioni affermati a livello mondiale, come il calciatore Gianfranco Bedin, il ciclista Moreno Argentin, la marciatrice Ileana Salvador, il rugbista Giancarlo Pivetta, la nuotatrice Cristina Chiuso, la tennista Maria Elena Camerin, le pallavoliste Rachele Sangiuliano, Martina Boscoscuro, Jenny Barazza, Manuela Secolo, Giulia e Marta Agostinetto e il nuotatore Dario Dall'Antonia, sono infatti migliaia gli atleti che nel corso dei decenni, a livello professionistico e amatoriale, hanno dato lustro allo sport sandonatese. Una vocazione che ha origine già all'epoca dell'Unità d'Italia, periodo coincidente con la nascita dello sport moderno, quando a San Donà erano presenti la Società Comunale di Ginnastica (1879) e la Società Mandamentale di Tiro a Segno Nazionale (1882). In questo volume Gianni Colosetti descrive l'evoluzione, da allora sino ai nostri giorni, dello sport "razza Piave". Nel quale non mancano le delusioni, ma anche copiosi i successi che fanno di San Donà di Piave una delle città più sportive d'Italia.