Medusa Edizioni
Sono nato dal mio dolore. Lettere dai manicomi (1937-1946)
Antonin Artaud
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 283
«Sono nato solo dal mio dolore» scrive Antonin Artaud in una lettera spedita dall'istituto psichiatrico di Rodez. L'epistolario ha sempre avuto per Artaud la valenza di una rappresentazione teatrale, sostenuta da un gioco delle parti che vede nel ruolo del protagonista lo stesso mittente e in quello del pubblico il destinatario. Ma, come nel "teatro della crudeltà", questi ruoli si possono invertire e chi assiste allo spettacolo può diventare protagonista o, se non altro, comprimario sulla scena. Questa scelta di lettere, in gran parte inedite in italiano, testimonia il grado di sofferenza, protrattosi per quasi un decennio, a contatto con le realtà manicomiali più varie - da Sotteville-lès-Rouen a Sainte-Anne, da Ville-Évrard a Rodez - che prostreranno Artaud moralmente e fisicamente. Un capitolo a parte meritano i sorts, messaggi dal potere taumaturgico inviati a un numero selezionato di corrispondenti. Si tratta di scritti dal tono profetico e spesso enigmatico, accompagnati da particolari interventi grafici, tra cui lacerazioni e bruciature che sembrano prefigurare i tardi disegni dove immagine e parola si integrano a vicenda. Pervasi da un trasporto mistico che verrà polemicamente abiurato nell'ultimo periodo di vita, questi testi costituiscono uno splendido esempio dell'autenticità con la quale Artaud visse l'esperienza della follia e della reclusione, non a caso paragonata alla «deportazione». Qui si toccano gli estremi di una preghiera cadenzata sull'invettiva più triviale, in una sorta di religiosità pagana che non ha precedenti negli specimina letterari novecenteschi. Pasquale Di Palmo
Ars Magna
Oscar Vladislas Milosz
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 87
«Se dovessimo segnalare al lettore di oggi una parola chiave di questo libro - scrive Riccardo De Benedetti nella postfazione -, capace di indicare il senso di un percorso possibile all'interno della sua scrittura febbricitante eppure orientata alla consapevolezza più nitida di ciò che accade all'uomo moderno, questa potrebbe essere reintegrazione. Parola attraverso la quale è possibile indicare buona parte della stessa produzione poetica di Milosz, posta sotto la luce di ciò che è stato chiamato "l'amore mistico delle cose". Di fronte alla lacerazione dell'esperienza moderna le cose conservano al fondo di sé stesse una "verità silenziosa" che solo la voce del poeta è in grado di risvegliare e ripresentare alle orecchie sorde dell'uomo. Fedele alla sensazione, che, almeno in questa dimensione, non tradisce, l'uomo attento, il poeta, è come "avvolto di tenera polvere/ Come questi vecchi libri fruscianti che sanno di vento/ E del sole dei ricordi". E questo è possibile perché "fisicamente, il cosmo scorre in noi tutto intero: ma se il mare primitivo, che fu uno dei nostri primi habitat e la cui respirazione regola tuttora quella del nostro cuore, se il mare ricorda, noi, noi abbiamo dimenticato"». Ars Magna fa parte delle opere filosofiche di Milosz, opere - come scrive nell'introduzione Laura Madella - «ermetiche ed esoteriche, ragionamenti serrati cui il lettore accede solo con una chiave - come quella dell'Apocalisse -che quasi mai si trova al suo posto, nello svuotatasche della Logica; la chiave di lettura va cercata, e ancora, tuttavia, la ricerca lucida e scrupolosa non garantisce di per sé il ritrovamento. Come nelle migliori quest epiche e letterarie, gli indizi e a volte lo stesso tesoro si intuiscono, o si rivelano come per illuminazione».
Il processo Brodskij. Leningrado 1964
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 86
«Il processo, la prigione, l'esilio sono avvenuti così tanto tempo fa che li considero quasi parte di una mia precedente incarnazione. Mi sono sempre considerato soltanto una persona che vive all'estero, in una sorta di prolungata vacanza che mi è stata regalata dall'imbecillità dei governanti russi... Quando si parla di esilio o di dissidenza, per esempio, emerge un elemento melodrammatico che è falso e fastidioso. L'esilio è considerato a volte come ragione in sé sufficiente d'eroismo, mentre spesso si traduce in una vita più semplice e agiata». Queste parole, tratte da un'intervista del 1990, documentano il complesso rapporto di Brodskij con la vicenda "politica". Vessato a più riprese dalle autorità sovietiche, il poeta venne arrestato alla fine del 1963 e sottoposto, pochi mesi dopo, nella sua città natale, San Pietroburgo (Leningrado) a un processo-farsa con l'accusa di "parassitismo sociale". Gli atti di questo processo, trascritti in segreto dall'amica Frida Vigdorova e qui tradotti, si conclusero con la condanna a cinque anni di lavori forzati che il poeta trascorse solo in parte nella località di Archangel'sk. L'opinione pubblica internazionale infatti si mobilitò per la sua liberazione. coinvolgendo, tra l'altro, intellettuali come Sartre e costrinse le autorità sovietiche a liberare, dopo 18 mesi, futuro autore di "Fermata nel deserto".
Immagini negative. Le nuvole nella tradizione mistica e nella modernità
Victoria Cirlot
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 100
Ripercorrendo le modalità di rappresentazione di questo tema sin dai testi biblici, in questo studio storico e iconografico Victoria Cirlot studia il grande fascino e il potere evocativo delle nuvole di velare e al contempo ispirare all'intelletto umano nuovi orizzonti di conoscenza. Queste suggestive pagine che attraversano i secoli, passando dalla mistica medievale fino alla sensibilità moderna di autori come Baudelaire, fanno sì che la nube diventi una proiezione del nostro universo interiore. Come osserva Enrico Lodi nell'Introduzione, la stessa scrittura di Victoria Cirlot si avvale di uno «stile correlativo» avvincente, che cattura l'attenzione del lettore in un percorso ricco di svolte e legami simbolici e culturali inattesi. A "Immagini negative", il testo che dà il nome al volume - nato da una conferenza tenuta nel 2016 a Santiago del Cile - Victoria Cirlot accosta in questa edizione italiana anche un saggio totalmente inedito, "La stella e la nuvola", che ne continua il percorso e, pur tenendolo saldamente ancorato all'eredità simbolica della cultura cristiana, lo porta fino alle forme in cui la contemporaneità più vicina a noi ha preso ispirazione, nell'arte e nel pensiero, dalle nuvole.
L'amorosa iniziazione
Oscar Vladislas Milosz
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 184
"Simile a Miguel Mañara, dramma che non a caso fu composto un paio d'anni più tardi, ricalcando l'archetipo di un Don Giovanni che ha perduto qualsiasi anelito alla dissoluzione, paradossalmente tentato da una dimensione spirituale che tende a un ascetismo di ascendenza cattolica, Pinamonte si delinea dotato di una personalità altrettanto proteiforme, sfuggente. Si pensi in tal senso ai nomi e agli appellativi con i quali di volta in volta Milosz designa il personaggio: «Sassolo Sinibaldo, conte Pinamonte e tredicesimo duca di Brettinoro», «conte-duca Anthystène», che si vanta «di discendere dalla casa estinta dei Benedetto» ecc. Sembra che tale situazione sia riconducibile alle innumerevoli varianti sul nome stesso dell'autore che, secondo la lezione di Piveteau e Kohler, comprende ben ventidue firme differenti nell'arco delle lettere rinvenute. Avere troppi nomi è come non averne e, di conseguenza, l'identità stessa di Pinamonte risulta inafferrabile, circonfusa di un alone misterioso, teso a occultare le sue reali caratteristiche. È come se il personaggio di Pinamonte rimandasse a un'entità simbolica, un alter ego dello stesso narratore la cui figura viene idealmente dissezionata ricomponendosi, come quella di Osiride, nella fisionomia del suo eccentrico artefice. Si consideri inoltre la valenza autobiografica della vicenda, documentata dall'infatuazione, avvenuta proprio a Venezia, nei confronti di una ragazza di cui si conoscono solo le iniziali del nome. (...) La Venezia di Milosz è una città poco riconoscibile, un dedalo di calli e campielli - ma soprattutto di interni sovraccarichi di oggetti e suppellettili riccamente decorati che affiorano dalla penombra come nel palazzo di Fortuny -, in cui si svolgono eventi che rimandano all'edificazione spirituale o alla dissipazione". (Pasquale Di Palmo)
L'ossessione celeste. Lettere, memorie, discorsi
Perse Saint-John
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 160
«Astrazione dopo astrazione - scrive Laura Madella concludendo l'introduzione a questa antologia di saggi, lettere e memorie di Saint-John Perse -, la spaventosa disinvoltura di Perse con i dizionari scientifici conduce sempre agli elementi, costituenti irriducibili di ogni aspetto della natura, e dunque dell'uomo e della sua storia. Nel 1921 aveva scritto a Conrad dalla Cina che il mare era per lui un quinto elemento distinto dall'acqua, che circolava nelle sue vene insieme al sangue e che l'ossessionava, fin dal ricordo dell'infanzia trascorsa a Guadalupa. Negli scritti qui raccolti, invece, l'elementale caraibico di Saint-John Perse resta defilato e la poesia rampolla con l'acqua dolce delle fonti (Valéry Larbaud) e cade con il fuoco delle folgori celesti (Dante, Alain Bousquet). Oppure brilla discreta, devotamente accudita dai gesti umani, nella luce delle lampade di città, come accade nella lunga prefazione scritta per le opere di Léon-Paul Fargue. Sempre consapevole della sua statura, attenta, seria, ancorché gentile, garbata; grave, se serve. E allora, da capo, affascinante, inattuale e lontana. Per il lettore curioso non esiste invito al viaggio migliore di questo».
L'olmo caduto. Poesie scelte
John Clare
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 210
Londra, gennaio 1820. C'è un nuovo poeta in città. John Clare, giovane di origini contadine, presenta una raccolta di poesie descrittive del mondo rurale, costellate di termini dialettali. Il libro ha successo e surclassa nelle vendite le opere di Keats e Wordsworth. Clare ha 27 anni, occhi azzurri, capelli castano chiaro. Ama la birra chiara e le ragazze. La formazione scolastica è lacunosa, ma l'amore per la poesia è grande. Etichettato come "The Green Man", entra in contatto con Hazlitt, Lamb, Coleridge, Keats. Un suo poema ("The Meeting") è cantato al Teatro Reale Drury Lane dal contralto Madame Vestris. Le opere successive rivelano la sua vera voce e i temi prediletti: la transitorietà della storia e l'eternità della natura. Le delusioni in campo letterario e le preoccupazioni familiari alterano il suo stato mentale. Trascorre gli ultimi 23 anni di vita in manicomio, senza però mai smettere di comporre poesie. Oggi Clare è tornato al centro della scena. Si è capito che le descrizioni naturalistiche, le elegie sociali, i canti d'amore, le "poesie della follia" sono tra le cose più belle prodotte in letteratura. Fra i suoi estimatori i poeti Seamus Heaney e John Ashbery. Per Robert Pogue Harrison, Clare «rimane a tutt'oggi la più autentica e inalienabile voce della poesia moderna». In Italia il "poeta contadino" è quasi sconosciuto. La presente antologia, tratta da tutta la sua opera, fino alle "poesie della follia", è un atto di riparazione, imperdibile per chi ama la poesia e vuole ancora «tenere per sé il proprio cuore».
La resa dei conti
Roger McGough
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 170
«La gente va avanti con la propria vita e la poesia tiene il passo: tutto lì. Niente di ciò che succede alla nostra specie è fuori dalla portata della poesia, e la poesia giustifica la propria esistenza con il suo trovarsi lì, ad ogni angolo della vita di ciascuno». Così scrive Roger McGough in uno dei suoi rari interventi critici, e così ha sempre fatto la sua poesia. È stata presente in ogni angolo della vita dell'autore, e ne ha raccontato ogni stagione: dall'adolescenza nella Liverpool distrutta dalla seconda guerra mondiale, alla vibrante giovinezza degli anni 60 del Mersey Sound e della Swinging London, alle crisi di mezza età, alla piena maturità e alla vecchiaia. E come solo la buona poesia sa fare, pur parlando di un io, parla di ciascuno di noi. La poesia stessa e alcuni dei suoi protagonisti sono al centro di numerose composizioni qui proposte, così come lo sono gli eventi nei quali ci sentiamo soffocare ogni giorno, da una orwelliana e distopica Banca delle Parole alla solitudine della pandemia. Sono temi che ci riguardano e che McGough tratta con la sua peculiare arguzia e leggera profondità. Marche stilistiche che segnano anche il modo in cui affronta il tema qui più ricorrente: l'invecchiamento. La vecchiaia non è una malattia. È una stagione come le altre, né più né meno complicata, irrequieta e strana dell'adolescenza. La Awkward Age di McGough non è certo rose e fiori, ma non è ingrata: è una stagione ancora produttiva e fantastica, piena anche di apparizioni che vengono dal passato, come ricordi a volte deformati, a volte gioiosi, a volte malinconici, ma raramente nostalgici, raccontati con lo spirito giocondo, ironico e "grato di esserci" di uno dei più amati funamboli inglesi della parola.
Fondamenti di vita celeste sulla terra
Laura Falqui
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 186
"Il titolo rimanda alla qualità celeste della libertà senza confini: la libertà del "senza", però se sospettate che "Fondamenti di vita celeste sulla terra" sia un trattato filosofico, state sbagliando strada e a proposito di strade, è lì che abitano i protagonisti del libro: uno scombinato gruppo di mendicanti che un bel giorno fugge dai marciapiedi di un'anonima metropoli e si mette in viaggio. Per dove non si sa. Non lo sapevano loro e nemmeno l'autrice lo sapeva avendolo scoperto mentre andava con Cinichetti e gli altri verso una specie di terra promessa; perché non ci si mette in viaggio senza l'inconscio desiderio di un Paradiso. Del resto i nostri amici non hanno nulla da perdere, anzi, non avendo proprio nulla di nulla, sono liberi di andare dove gli pare e piace. Ecco un libro del tutto anacronistico, insensato, squinternato ma gioioso. Fondamenti... è forse qualcosa di nuovo (anzi, d'antico), con una scrittura meditata e fluida, ma bizzarra che di tanto in tanto fa uso di parole inesistenti, "dialettali" o sbagliate. L'autrice ama la letteratura fantastica, la fiaba, il nonsense; suoi autori di riferimento sono Lewis Carroll, Italo Calvino, Aldo Palazzeschi, Cesare Zavattini, Raymond Queneau, Leonora Carrington, ma ce ne sono molti altri, grandi e piccoli; nel cinema ogni commedia scatenata, pazza, fuori dai canoni, come quelle di Wes Anderson, Terry Gilliam, Peter Bogdanovich, Richard Lester, insieme a tanti piccoli e grandi film isolati."
L'onda anomala. Cronaca filosofica della pandemia
Flavio Cuniberto
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 94
«Il tema è caldo, e richiede un intervento a caldo», scrive l'autore aprendo questo libro sulla pandemia, mettendo così in guardia il lettore, come per avvisarlo che, in realtà, lungo la riflessione che ci viene proposta caldo e freddo si scambieranno spesso le parti. E aggiunge: «Il lettore interessato soprattutto agli aspetti medici e medico-sanitari o anche microbiologici della pandemia non troverà qui informazioni di qualche interesse: le pubblicazioni sull'argomento non si contano, né le competenze di chi scrive potevano autorizzare uno sconfinamento in questo campo. Azzardiamo però una previsione: che la storiografia futura, occupandosi della grande crisi 2020, non vedrà nell'aspetto medico-sanitario o epidemiologico il vero clou del problema». Vedere nella pandemia un fenomeno puramente sanitario e politico-sanitario, significa ignorare lo scenario complesso in cui si colloca e ridurla a un semplice episodio nella lunga storia delle epidemie. Significa indossare, come i vecchi cavalli da tiro, due robusti paraocchi per tirare dritto secondo le indicazioni o meglio le frustate del cocchiere. «La natura di crisi sistemica, o epocale, e come si vedrà di "guerra sostitutiva", apparirà - sottolinea Cuniberto - sempre più evidente nella prospettiva storica. E nell'enunciare questa convinzione - conclude -, è già detto almeno in parte il "succo" teorico del libro».
La lettura, un vizio impunito e altri scritti sulla traduzione
Valéry Larbaud
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 127
«Come il lettore imbevuto di citazioni altrui - scrive Riccardo Campi nella Prefazione presentando alcuni illuminanti saggi di Valéry Larbaud -, il traduttore parla con la voce di un altro; e le sue parole gli appartengono e, per così dire, sono autentiche in virtù di un plagio, discreto, riconosciuto, legalizzato. Egli traduce "senza secondi fini", e ambisce alla irresponsabile condizione di lettore, il quale non ha che da cercare le parole che gli urge dire tra quelle messe a sua disposizione in quel gran bazar del già-detto che è la letteratura, con la convinzione - non infondata - di poterle trovare. In questa ricerca consiste il "piacere moroso e solitario della lettura", di cui parla Larbaud. Aspirazione di entrambi è sottrarsi alla falsa alternativa tra sincerità e malafede. Traduttore e lettore conoscono bene la natura mistificatoria della letteratura, e l'accettano come tale, con divertito scetticismo e disillusa fiducia: l'io cartaceo dell'autore diventa allora una maschera puramente letteraria, che può essere presa a prestito e indossata da chiunque, permettendogli di dire la verità, ogni verità, forse la sua propria, senza dover fornire attestati di buonafede o referti medici sulle reali condizioni delle proprie ferite... Per questo la lettura, in misura assai maggiore della traduzione che ne è la forma disciplinata e rispettosa, è un prendere le distanze da sé stessi, dall'impudicizia del proprio egotismo, senza doversi necessariamente spingere all'eccesso di spregiare l'io come qualcosa di odioso; poiché, in questa distanza, da questa distanza, la lettura, come pure la traduzione, si offre come un ritrovarsi, un riconciliarsi con i propri demoni e tormenti».
Scrittori «contro». La rivolta nella letteratura francese tra secondo Ottocento e Novecento
Giuliano Vigini
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 152
Il tema esaminato in questo saggio è uno dei più interessanti della letteratura contemporanea. Dopo un'introduzione generale che esamina i fattori di cambiamento che hanno determinato un nuovo scenario economico e politico-sociale in Francia e in Europa, il saggio esamina alcuni aspetti significativi (il male di vivere, la tragicità della condizione umana, la noia, la stupidità, le ingiustizie, l'avidità di denaro, i tradimenti ecc.) che motivano i perché della "rivolta" messa in atto da alcuni romanzieri, poeti e intellettuali francesi tra Ottocento e Novecento: da L'autré amont a Baudelaire, da Flaubert a Hugo, da Bloy a Péguy e Bernanos... A questi scrittori "contro" se ne affiancano altri che cercano di attuare la "rivoluzione del reale", ossia gli aderenti al movimento naturalista (i Goncourt, Zola, Huysmans...), che si oppongono alla "falsa letteratura" che li ha preceduti, convinti che l'arte nuova che incarnano debba essere fondata esclusivamente sui "documenti umani". Non meno ricchi di suggestioni sono i capitoli dedicati alla "rivolta cattolica", testimoniata dai suoi scrittori più rappresentativi (come Veuillot, Barbey d'Aurevilly, Villiers de l'Isle-Adam), e alla "ragione in rivolta" (Anatole France, Gide, Camus, Sartre), con cui si completa questo quadro della storia letteraria francese fra secondo Ottocento e Novecento, colta in alcuni suoi tratti caratteristici, ma anche nelle sottili differenze che distinguono e talvolta contrappongono per finalità e pensiero gli stessi scrittori qui presi in considerazione.