Oppure

"Tipi in breve" è un audace tentativo di fare della letteratura-satira partendo da profili che l'autore, un aspirante Linneo umanista del ventunesimo secolo, ritiene esemplari della nostra epoca Tipi sia planetari che nostrani ("strateghi spaziali", "il medico della mutua"). Tipologie umane insolite ("botanico - poeta", "carabiniere - fischiatore") o rubate alla cronaca, riconoscibili per mestieri e caratteri, cui sarebbe superfluo aggiungervi nome e cognome: chiunque può incontrarvi un conoscente, un noto personaggio o un lato di sé. Ne esce un mosaico che, tipo per tipo, testimonia e beffeggia un'umanità incompiuta e grottesca che spesso, a fine pagina, ruba un amaro sorriso. Mosaico ovviamente incompiuto, perché lo stesso scrittore ci avverte "dell'inane e presuntuoso sforzo" a nomenclare l'infinità e poliedricità delle tipologie umane.

L'autore sta correndo la maratona di Trieste. Le gambe si fanno via via più pesanti, ma la sua mente rimane sgombra e lì, complici i luoghi attraversati, a rincorrersi velocemente sono i ricordi. Le reminiscenze familiari, con la ferita ancora aperta per l'emigrazione dei triestini in Australia negli anni Cinquanta, e gli anni poveri ma belli della giovinezza, un microcosmo che riflette il macrocosmo dell'Italia intera, quella del calcio, del ciclismo, dei giochi semplici, dei favolosi anni Sessanta.