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Edizioni Alegre: Tracce

Le atrocità di Mussolini. I crimini di guerra rimossi dell'Italia fascista

Le atrocità di Mussolini. I crimini di guerra rimossi dell'Italia fascista

Michael Palumbo

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 416

Questo libro è stato già pubblicato nel 1992 (con il titolo L'Olocausto rimosso), ma nessuno ha mai potuto trovarlo in libreria. La casa editrice Rizzoli decise infatti, subito dopo averle stampate, di mandare al macero tutte le copie di questo testo, ritenuto evidentemente troppo scomodo. Il lavoro di ricerca di Michael Palumbo sulla storia dei crimini di guerra del fascismo era già presente nel documentario Fascist Legacy prodotto dalla Bbc nel 1989, anch'esso acquistato dalla Rai e mai mandato in onda nonostante L'Unità del 10 giugno 1990 lo definisse come l'opera che «ha posto fine per sempre alla leggenda degli "italiani brava gente"». Palumbo ha portato infatti alla luce la decisiva documentazione proveniente dagli archivi nazionali degli Stati Uniti a Washington DC e dalla Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra con cui, insieme a ulteriore materiale reperito in dieci lingue diverse, comprova le atrocità commesse in tutti i paesi in cui l'Italia entrò in guerra: dalla Libia all'Etiopia, dalla Grecia alla Jugoslavia. Crimini poi insabbiati dagli angloamericani per non disturbare gli equilibri del dopoguerra e mantenere a disposizione una classe dirigente utile alla crociata anticomunista della nuova Italia democratica. Successivamente, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, altri studiosi hanno pubblicato importanti ricerche sui crimini di guerra fascisti. Arrivando solo oggi nelle librerie italiane, Le atrocità di Mussolini completa il quadro. Lo stile di Palumbo e la drammaticità degli eventi offrono un affresco tragico e illuminante di cosa è stata l'Italia fascista, un volto che le forze politiche eredi di quella stagione provano costantemente a rimuovere dalla memoria nazionale.
20,00

L'antifascismo e il suo contrario

L'antifascismo e il suo contrario

Luca Casarotti

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2023

pagine: 144

Alla ricerca di una memoria condivisa, dunque di un condiviso oblio, dagli anni Novanta intellettuali, giornalisti e politici di vari schieramenti spiegano che l'antifascismo va superato, a meno di non volersi battere contro un nemico immaginario già vinto nel 1945. Tale litania si spinge fino a mettere in discussione lo stesso fondamento antifascista della nostra Costituzione, perché una sola fazione di una guerra civile non può rappresentare l'unità nazionale. Una litania cantata negli anni dai vari Giampaolo Pansa ed Ernesto Galli della Loggia, accompagnata da una versione denigratoria della Resistenza che ha insinuato nel senso comune una sorta di rovesciamento delle parti: all'antifascismo lo status quo, al fascismo la ribellione contro di esso. Luca Casarotti, confrontandosi con testi a volte intelligenti altre di una stupidità mozzafiato, fornisce le istruzioni per smontare l'uso propagandistico del passato che in questi anni ha fondato una vera e propria retorica del disimpegno. Non esiste oggi un fenomeno politico identico al fascismo mussoliniano, se non altro per la banalità per cui la storia non si ripete mai identica a sé stessa. Però ci sono concetti e stili politici a cui una sensibilità ancora radicata continua a dare il nome di «fascismo». Allo stesso modo l'antifascismo è insieme un fatto storico e una dottrina politica. Con un progetto - di certo plurale - proiettato oltre la contingenza da cui ha avuto origine. Per questo nessuna retorica «anti-anti» potrà riuscire a escludere l'antifascismo dall'ordine della politica. La storia non è una sequenza d'eventi, è il processo che li fa succedere. Ed è il processo antifascista che va rimesso in scena.
14,00

La morte, la fanciulla e l'orco rosso. Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana

La morte, la fanciulla e l'orco rosso. Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana

Nicoletta Bourbaki

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2022

pagine: 296

Questo libro affronta il tema dei crimini partigiani, o meglio, delle narrazioni su presunti «crimini partigiani» il cui scopo è denigrare la lotta al nazifascismo. Lo fa concentrandosi sul "caso" Giuseppina Ghersi, adolescente uccisa a Savona nell'aprile 1945. Per decenni trascurata dagli stessi neofascisti, nel nuovo secolo la morte di Giuseppina è diventata un leitmotiv della destra ligure, col tempo arricchendosi di dettagli sempre più macabri. La storia era ormai splatter quando nel 2017 i media nazionali l'hanno ripresa e diffusa senza alcuna verifica. Per stabilire la verità storica Nicoletta Bourbaki ha avviato un lungo lavoro di ricerca negli archivi, sopralluoghi, raffronto di documenti e testimonianze. Va detto subito: la storia della «bambina vittima dei partigiani-mostri» è falsa in quasi ogni suo elemento, a cominciare dal mai esistito «tema dedicato al duce», che da solo avrebbe scatenato l'odio dei «rossi». Testimonianze diverse, anche inaspettate, indicano in Giuseppina una nota e per certi versi dichiarata spia fascista, intenta a minacciare cittadini, protetta da marò e brigate nere. Anche i suoi genitori erano disprezzati, perché compromessi col regime, per gli exploit della figlia e perché ostentavano privilegi. Sul caso Ghersi, spiega il libro, non pesò alcuna «congiura del silenzio». Vi furono inchieste e processi, nei cui atti i dettagli horror cari ai fascisti non trovano riscontro, come non lo trova l'accusa più infamante, quella di stupro. Indagando, Nicoletta si è imbattuta in un altro «crimine partigiano», anch'esso ambientato in Liguria: l'«eccidio di Monte Manfrei». Due casi intriganti perché emblematici. Smontandoli, vediamo come funziona la macchina delle storie antipartigiane, e come nell'attuale infosfera tali storie diventino virali.
18,00

L'agile mangusta. Democrazia proletaria e gli anni Ottanta

L'agile mangusta. Democrazia proletaria e gli anni Ottanta

Alfio Nicotra

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2021

pagine: 320

Democrazia Proletaria fu la più eretica delle formazioni politiche della nuova sinistra nate negli anni Settanta. Mise insieme, con un'impostazione culturale spesso in rottura con la tradizione della sinistra comunista, migliaia di donne e uomini arrivati alla politica dalle lotte del Sessantotto e i giovani affacciatisi all'impegno militante con i nuovi movimenti degli anni Ottanta. La sua originalità si desume sin dal soprannome che ne diede il leader Mario Capanna: l'agile mangusta che doveva muoversi con sveltezza per colpire il cobra della Democrazia Cristiana e del padronato, uno strumento leggero e coerente più efficace del pesante e immobile pachiderma del Partito Comunista Italiano. Scritto dalla visuale privilegiata di un membro della direzione del partito, questo libro ne ricostruisce la storia scavando soprattutto nelle proposte di legge e negli atti parlamentari del periodo di massima attività istituzionale (dal 1983 al 1987) in cui poté contare su sette deputati. Una legislatura carica di eventi importanti per la storia del paese: dal primo governo a guida socialista di Craxi alla morte di Enrico Berlinguer; dalla lotta contro il dispiegamento dei missili nucleari a Comiso all'accordo tra Reagan e Gorbačëv; dalla crisi di Sigonella alla sconfitta operaia sul referendum sulla scala mobile. Una fase di profonda trasformazione politica e sociale in cui si possono leggere i segni della frana che porterà negli anni Novanta alla scomparsa di tutti i partiti della Prima repubblica. Democrazia Proletaria non sopravvisse a questo smottamento generale: subì una spaccatura al proprio interno verso il partito dei Verdi e poi confluì nel 1991 in Rifondazione Comunista dopo lo scioglimento del Pci. Ma la freschezza dell'eredità del «piccolo partito dalle grandi ragioni» sta nella sorprendente capacità di anticipare i grandi temi dei movimenti dei decenni successivi: l'ambientalismo, il femminismo, il pacifismo, i beni comuni, la centralità del diritto alla salute e il nuovo ruolo del mondo del lavoro.
16,00

Millennium bug. Una storia corale di Indymedia Italia

Millennium bug. Una storia corale di Indymedia Italia

AA.VV.

Libro: Copertina morbida

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2021

pagine: 264

«Don't hate the media, become the media». Con questo slogan nacque Indymedia - nel novembre del 1999 a Seattle - in occasione della mobilitazione contro il Wto che fu fondamentale per la diffusione del movimento No Global. Un sito per raccontare le proteste, che in quei giorni collezionò più di un milione di visitatori, numero incredibile per l'epoca e impressionante ancora oggi. La grande forza di Indymedia fu l'open publishing: permettere a chiunque di pubblicare testi, immagini e video in uno spazio del sito chiamato Newswire. Fu una rivoluzione nel mondo della comunicazione, in anni in cui i computer e la rete non erano ancora diffusi ovunque, non c'erano gli smartphone, non esistevano i social network, e i grandi giornali avevano appena iniziato a mettere on line i propri siti statici. Il tanto temuto Millennium bug a cavallo del secolo fu proprio quel movimento. Nell'arco di un paio d'anni Indymedia divenne un fenomeno globale, cambiando la percezione della rete come ormai riconosciuto anche a livello accademico. Stravolse la gerarchia delle fonti di informazione, con un progetto no profit basato sull'autogestione che anticipò molti degli strumenti nati successivamente. Fu chiaro durante il G8 di Genova, quando le strade si riempirono di attivisti con telecamere, macchine fotografiche, e storie da raccontare. Quello strumento di diffusione aperto tolse dalle mani dei media mainstream la narrazione di quei giorni, rivelandosi poi decisivo anche in sede processuale. In modo corale, con interventi in prima persona di alcune e alcuni degli attivisti che parteciparono al progetto, questo libro narra una possibile storia del nodo italiano di Indymedia. Alcuni la considerano un'occasione persa, altri sono convinti di esser stati travolti dalle piattaforme proprietarie del web 2.0 di cui oggi vediamo gli effetti nefasti, altri ancora che quello strumento non potesse funzionare dopo la fine del movimento in cui era nato. Ma senza dubbio si tratta del più importante progetto di comunicazione autogestita della storia dei movimenti sociali.
16,00

L'aurora delle trans cattive. Storie, sguardi e vissuti della mia generazione transgender

L'aurora delle trans cattive. Storie, sguardi e vissuti della mia generazione transgender

Porpora Marcasciano

Libro: Copertina morbida

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2018

pagine: 239

Abbracciando un periodo di circa quarant'anni e i suoi profondi cambiamenti socio-politici, Porpora traccia la propria genealogia trans aggiungendo tasselli essenziali alla ricostruzione storica di una cultura spesso relegata al margine. E lo fa da protagonista del percorso collettivo, ancora privo di una lettura condivisa, di chi si è posto consapevolmente nello spazio di confine tra i generi. Con una scrittura "visiva" in grado di rendere in immagini ciò che ha visto e vissuto, Porpora ci accompagna in un mondo popolato di leggendarie trans che hanno dato vita, forma, scena e sceneggiatura a un'esperienza per molti versi più vicina alla dimensione spettacolare o performativa che a quella della vita reale, da cui erano del resto assolutamente escluse. Vivere quella vita presupponeva avere muscoli, calli, scorza dura. L'assenza di riconoscimento e di diritti non poteva che favorire l'illegalità, e la prostituzione - fenomeno per molti aspetti con caratteristiche differenti da quelle odierne - diveniva l'asse portante dell'esistenza. Ma proprio questo percorso ha prodotto la capacità di parlare di sé in un tempo in cui esisteva solo lo sprezzante appellativo di "travestito" e nel vocabolario non c'erano ancora parole come transgender o gender variant. Gli aneddoti, i miti, le storie "scandalose" che Porpora racconta con il suo stile ironico e "favoloso", si intrecciano con le riflessioni sulla presa di coscienza collettiva, sulla nascita del Mit (Movimento identità trans) e sulla conquista del riconoscimento giuridico con la legge 164 del 1982. Porpora recupera l'epica trans delle origini per rivendicare il percorso straordinario di persone perseguitate, violentate, ferite nella loro dignità umana, che hanno avuto la forza di incrinare la narrazione dominante che fa della transessualità una dimensione patologica, raccontando un'esperienza di vita unica. Che rifugge anche i tentativi di normalizzazione dell'epoca postmoderna.
15,00

Il Che inedito. Il Guevara sconosciuto, anche a Cuba

Il Che inedito. Il Guevara sconosciuto, anche a Cuba

Antonio Moscato

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2017

pagine: 238

Da trent'anni il mito di Guevara cresce ma questo non significa che lo si conosca meglio. Anche a Cuba, per decenni, si è preferito venerare l'icona del "guerrillero eroico", senza fare i conti, ad esempio, con la sua riflessione critica sul "socialismo reale". Così a Cuba si è continuato a pubblicare poco mentre all'estero sono stati venduti libri soprattutto fotografici e del periodo giovanile, spesso solo per operazioni commerciali. È solo negli ultimi anni che si sono potute finalmente conoscere a Cuba le critiche di Guevara all'Urss e alla sua influenza su Cuba. Questo libro, che riproponiamo con una nuova e aggiornata introduzione e conclusione dell'autore, si concentra su questo aspetto, tracciando un vivace ritratto del "Guevara sconosciuto", ricostruendone aspetti poco noti - tra cui la vicenda discussa della morte - o deliberatamente taciuti, corredati da nuovi documenti. Tracciando un bilancio di cosa rimane del Che a Cuba - specie dopo la morte di Fidel -, in America latina e nel mondo occidentale.
14,00

El minuto. Indagine su una storia napoletana nella Buenos Aires dei militari

El minuto. Indagine su una storia napoletana nella Buenos Aires dei militari

Giuseppe Narducci

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2017

pagine: 158

L’autore è il Pm napoletano noto per aver scoperto “Calciopoli”. Oltre al suo lavoro ha due grandi passioni: la sua città e l’Argentina. Per caso scopre che nella terribile vicenda dei desaparecidos argentini degli anni Settanta, c’è anche una storia napoletana. È la storia di Rosaria Grillo, nata a Napoli, tra i 30mila desaparecidos assassinati dal regime dei militari dopo il golpe del ’76. Con il piglio del Pm, intervistando parenti e sopravvissuti e studiando documenti e quotidiani dell’epoca, compie una vera e propria indagine sulla scomparsa di Rosaria, fornendo un apporto significativo all’investigazione sui responsabili della desapariciòn di altri sei militanti della Juventud Guevarista che come lei scomparvero nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1976. L’analisi dei sequestri dei giovani guevaristi di Buenos Aires dimostra infatti che, tra loro, esiste un filo unico e una stessa regia repressiva. “El minuto” – così chiamavano i militanti la frazione di tempo a loro disposizione per organizzarsi in caso di arrivo della polizia – riassume compiutamente l’esperienza di vita che quei giovani vissero negli anni drammatici della dittatura militare di Videla. Anni in cui l’Italia si limitò a esprimere blande richieste di informazioni sulla sorte dei tanti cittadini italiani desaparecidos, per poi chiedere giustizia, in modo parziale e approssimativo, solo dopo la fine della dittatura. Narducci con questo lavoro prova, per parte sua, a pagare il debito collettivo che il nostro paese ha con tutta questa terribile vicenda, la cui storia rimane in Italia ancora poco conosciuta. E produce un’indagine rigorosa ma con un forte trasporto emotivo, che restituisce anima e corpo a ognuno di quei ragazzi. A chiudere, l’elenco di colpevoli e complici di quello che è stato definito un vero e proprio genocidio.
14,00

AntoloGaia. Vivere sognando e non sognare di vivere: i miei anni Settanta

AntoloGaia. Vivere sognando e non sognare di vivere: i miei anni Settanta

Porpora Marcasciano

Libro: Copertina morbida

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2015

pagine: 271

Porpora Marcasciano parte da sé e, attraverso la propria biografia, ci racconta gli anni Settanta da uno speciale punto di osservazione. La sua è un'esperienza deviante e scandalosa, una "cotta continua", fatta di manifestazioni, passioni, paure, sogni e sessualità, in cui incrocia tanti piccoli e grandi personaggi, costruisce i primi collettivi Glt, i primi "pride" e il nascente movimento gay, che entra in relazione con il movimento rivoluzionario di quegli anni spingendolo a prendere coscienza di sé e del proprio corpo. Una realtà in cui trans, gay, lesbiche, donne e non solo rivoluzionano la propria vita e di riflesso quella del mondo. Una storia "favolosa", finchè non viene tragicamente travolta dall'Aids e dalla narrazione strumentale di chi descrive il virus come la "peste gay". Da gioiosa, l'atmosfera diventa cupa, e la sensazione triste dell'impotenza prende il sopravvento tra i protagonisti di quella stagione, cancellando la memoria di un decennio. Fino ai giorni nostri, in cui tutto sembra esser stato "normalizzato" dalle leggi del mercato. Porpora reagisce a questa rimozione ricostruendo quella storia e i nessi tra moderno e postmoderno, necessari a rielaborare un pensiero e una cultura in grado di non farsi neutralizzare.
15,00

La Prima Internazionale. L'emancipazionei dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi

La Prima Internazionale. L'emancipazionei dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi

Mathieu Léonard

Libro: Copertina morbida

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2013

pagine: 351

Nel momento in cui assistiamo alla profonda crisi della sinistra proveniente dal vecchio movimento operaio, questa ricerca storica indaga il luogo dove tutto ebbe inizio. Otto anni. La Prima Internazionale ebbe vita breve (1864-1872), ma attraversò un intenso periodo storico con al centro la Comune di Parigi. In questa rete internazionale che parlava esplicitamente di rivoluzione, si confrontarono soggettività eterogenee (dai sindacalisti inglesi agli artigiani francesi, passando per i comunisti tedeschi), pratiche politiche differenti (cooperativiste, sindacaliste, di mutuo soccorso) e le più grandi figure del movimento operaio, a partire da Marx e Bakunin. Ed è all'interno di questa dimensione plurale che si formarono le correnti di sinistra che hanno segnato il Novecento: marxiste, anarchiche e socialdemocratiche. L'Associazione internazionale dei lavoratori fu in primo luogo un tentativo inedito di organizzare in modo solidale i militanti operai decisi a inventare da soli il proprio futuro: "L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi". E di guidare una rivoluzione al contempo economica, sociale e politica senza che uno di questi aspetti prevalesse sugli altri. Fino a quando i dibattiti teorici si orienteranno su strade divergenti.
22,00

Fidel e il Che. Affinità e divergenze tra i due leader della rivoluzione cubana

Fidel e il Che. Affinità e divergenze tra i due leader della rivoluzione cubana

Antonio Moscato

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2013

pagine: 188

Tra Fidel e il Che si crea un rapporto privilegiato fin dalla rivoluzione. Guevara è l'unico che Castro tratta da pari a pari, e con cui sente il bisogno di discutere ogni decisione. Del resto Guevara, anche nel momento in cui lascia Cuba nel 1965 per le imprese in Congo e poi in Bolivia, ribadisce sempre la sua ammirazione per Fidel, verso cui si pone come discepolo. Eppure, dalla sua partenza si parla di conflitti e divergenze tra i due. Sicuramente Guevara aveva colto in anticipo le contraddizioni e le insidie dei "paesi socialisti" e molti suoi scritti critici sull'Urss sono rimasti a lungo inediti a Cuba. Al fondo c'è una differenza tra i due che produce diverse conseguenze politiche: Guevara aveva un vero e proprio culto della verità, per Castro invece è una prerogativa del dirigente politico. Due stili che rivelano due concezioni diverse del rapporto tra democrazia e rivoluzione. L'autore segue contemporaneamente l'evoluzione di Fidel e quella del Che, e si domanda quale eredità i due rivoluzionari hanno lasciato nell'America Latina di oggi.
14,00

Evo Morales. Ritratto intimo di un presidente

Evo Morales. Ritratto intimo di un presidente

Martìn Sivak

Libro: Copertina morbida

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2012

pagine: 286

Evo Morales ha cambiato la storia della Bolivia già prima di divenirne un acclamato Presidente. In questa sua biografia, narrata in un rapporto diretto andato avanti per alcuni anni tra l'autore e il leader boliviano, si racconta innanzitutto l'uomo, le sue ragioni e le sue motivazioni. L'infanzia poverissima, l'apprendistato sociale, l'internità al movimento dei contadini e a quell'essere "cocalero" che costituisce un'identità profonda del popolo boliviano. Anche quando diventa Presidente, Morales conserva intatte le radici e l'appartenenza al suo mondo, al suo popolo. Da un particolare angolo di visuale, il libro racconta le lotte per l'acqua, la coca e il gas. Le repressioni subite, l'entrata a Palacio Quemado e la riconferma nel 2010. Le nazionalizzazioni, il percorso per la nuova Costituzione, il parlamento da cui scompaiono le cravatte ed entrano i sombreri, i poncho e i cappelli da minatore. Ma evidenzia anche le difficoltà e le contraddizioni che incontra il processo di cambiamento ancora in corso.
15,00

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