I.S.R.Pt Editore: Per filo e per segno
A cena col colonnello. Racconti di una guerra piccola piccola
Elettra Giaconi
Libro: Copertina rigida
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2020
pagine: 106
A sette anni di distanza dalla prima edizione di A cena col colonnello. Racconti di una guerra piccola piccola, I.S.R.Pt Editore ne pubblica una seconda edizione riveduta e ampliata che raccoglie nove racconti tratti dall'esperienza di vita personale di Elettra Giaconi. Le memorie dell'autrice scorrono precise, eleganti e ben disegnate attraverso un linguaggio ricco di termini appartenuti a quel tempo e a quei luoghi. Le vicende illustrate iniziano dalla sua vita di bambina e dalla dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, con i ricordi dei generi alimentari razionati e la tessera annonaria ("La mia gonna a mongolfiera"), poi le estati in campagna da sfollati con i contadini ("Pane e lardo"), seguendo un filo temporale che giunge a narrare, dopo il bombardamento di Livorno del maggio 1943, gli eventi della SMI di Campo Tizzoro e del periodo successivo all'8 settembre '43 ("La guerra tra castagne e necci", "Fra tre fuochi"). Il periodo di occupazione nazista sarà quello più difficile, con "La scuola" a Campo Tizzoro e poi "La grotta", con lo smarrimento dei tedeschi in ritirata e la spericolata "Gita a Calci" per acquistare un po' d'olio. Infine, l'arrivo degli americani con il racconto che dà il titolo al volume, "A Cena col colonnello": un colonnello angloamericano che scatena la grande delusione dei bambini perché non regala la cioccolata, come facevano gli altri soldati, ma solo un galante mazzo di fiori alla padrona di casa. L'ultimo racconto, "I portici di Bologna", è ambientato nel 1946 e riporta il ritorno all'agognata normalità con il proseguimento degli studi scolastici.
Giovanni Fattori. Lettere di un montalese dal lager nazista
Matteo Grasso
Libro: Copertina rigida
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2018
pagine: 72
Il libro di Matteo Grasso racconta la storia di Giovanni Fattori, allievo carabiniere classe 1924. Contadino originario di Montale, fu chiamato a Roma nell'estate 1943 e venne arrestato, insieme a circa 2000 colleghi, dai soldati tedeschi con la complicità dei repubblichini pochi giorni prima della famosa retata al ghetto di Roma. Venne deportato in condizioni disumane nel lager di Wolfsberg dove rimase prigioniero fino all'aprile 1945. Fu definito IMI, Internato Militare Italiano, insieme ad altri 600.000 soldati rinchiusi nei lager nazisti. Più volte la Repubblica di Salò tentò di convincerlo ad arruolarsi: in questo modo sarebbe stato liberato e sarebbe tornato in Italia. Più volte disse "no", come il 95% dei militari italiani rinchiusi nei campi di concentramento. La ricostruzione storica è composta da più elementi: la fitta corrispondenza scritta e ricevuta da Giovanni durante l'internamento; la testimonianza orale di Giovanni raccolta dall'autore in più occasioni.