La Scuola di Pitagora: Nuovi echi
Con altra voce. Cantica allo Splendore in Tre canti
Gabriella Cremona
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 152
					È frutto di pensiero e di creatività, di ispirata ricerca poetica – letterariamente orientata anche alla concezione infigurale fra il visibile e l’invisibile – e di un’intuizione fra le più avanzate scoperte scientifiche (dalla quantistica alle neuroscienze) in sintonia con i sovrumani silenzi dei sensi interni, l’ottava opera di Gabriella Cremona: Con Altra Voce. Cantica allo Splendore in Tre canti, prefata da Novella Primo. Prefazione autorevole, essenziale come guida preziosa dell’intera Cantica, densa di archetipi, di rimandi spirituali, di simbolismi, rivitalizzati da una plausibile speranza per l’umanità di sottrarre – Con Altra Voce – «postazioni a un de profundis». Temi ricorrenti della Cantica allo Splendore – poematicamente svolta in un clima di suspense, fra manoscritti e antichi codici, e di un’avvolgente sinfonia ritmica, come fosse una colonna sonora, percepibile foneticamente fra quelle della musica sacra e di certe partiture di Gustav Mahler, o di Ennio Morricone fino al cantautorato di Franco Battiato – sono quelli del riconcepire, risorgere, rigenerare interiormente l’umanità, “liberandola”, per implorata intercessione all’energia dell’Assoluto, dall’incorreggibile violenza ripetitiva del male, visualizzata dall’autrice come hackeraggio di una delle basi del dna, fino all’inedita consegna di un Sacro File «come contraltare al braciere dell’orrore». La tessitura luminosa di questa contemporanea “navigazione” fra spirito e materia, per Spes et Reset, ha la peculiarità di un offertorio di bellezza per tutti coloro a cui quest’opera di ampio respiro arriverà in lettura, meglio poi se in ri-lettura, come un affresco cinematografico dell’anima, movimentato da immagini, infigurazioni, sia angeliche che zoomorfe, «fino al punto alto della rondine», secondo la profezia dell’Angelo.				
									L'iperode
Lorenzo Bernardo
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2024
pagine: 632
					L'Iperode è un poema nel senso precipuo che di questi si fa nella tradizione occidentale. Il viaggio, mistico per eccellenza, dell'Amante verso l'Amata. L'Amante, Hermifebo, nato dall'unione di Hermes e Mercurio, percorre il viaggio fino all'estinzione del sé. Dopo un peregrinare per l'Iperborea, luogo di esilio, la luna e i quattro regni ipostatici dell'anima, uscito dal pelago del suo io, conosce il martirio nel giudizio finale dell'uomo. L'Amante, come Archetipo, invece, continua il suo viaggio verso l'indiarsi; ora, questi è Fanes, nato dall'Uovo del Cosmo, cui supera l'Oriente mistico, il monte Qaf, e le valli del Janna musulmano, per estinguersi e divenire l'Amante in Dio e come Dio, il cui corpo è la Sakìna. L'ultimo canto si conclude nel modo che vede l'Amante come Dio estinguersi nell'Amata, dando origine alla palingenesi, alfine del ritorno del mondo materiale e del mondo concettuale in quell'ipostasi che la mistica islamica chiama Luogo del non-luogo.				
									Bestia divina
Mario Fresa
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 64
					"Come in una tela in cui l'occhio non sa dove posarsi, le soluzioni linguistiche di questo libro risultano talvolta contro-intuitive, ma è proprio in virtù di ciò che regalano dei piccoli stordimenti all'intelligenza; più a quella intellettiva, si badi, che non a quella emotiva. [...] I versi di Fresa osano l'aporia, osano avventurarsi oltre le catene della sintassi per approdare a quel che la psicanalisi freudiana chiamava l'ombelico del sogno, nodo inaccessibile all'analisi. [...] Di più, vi è una narrazione poetica che gioca con uno scollamento, quello tra linguaggio parlato e soggetto parlante, che gioca coi concetti di conclusione e di sconclusione, di compiutezza e di incompiutezza, e dunque coi concetti di sapere e non-sapere, di conoscenza e ignoranza: non per nulla, il soggetto del discorso resta il più delle volte ignoto. [...]. La poesia si fa allora estroflessione dell'inconscio, si fa condensazione e spostamento, si fa sogno stesso". (Andrea Corona)				
									Epifanie. Canti della terra e dell'anima
Antonio De Simone Palatucci
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2017
pagine: 136
					"Antonio De Simone Palatucci può essere ben definito "poeta doctus", avvivato com'è da un'elegante ed interiorizzata “belesenheit”. Egli intercetta e rimodula, con doviziosa e feconda immaginazione, linguaggi e motivi poetici di varie età letterarie, dal teatro tragico attico alla poesia latina medioevale, dalla lirica rinascimentale e moderna alla poesia contemporanea. In tal modo, felicemente approda ad esiti intriganti, rinnovellando fermenti e “leitmotive” della cultura alta italiana ed europea". (Luigi Torraca)				
									
