Limina: Sàtura

In ambizioso stile biblico, il libro narra vita, morte e miracoli della discendenza nata dai patriarchi Nereo Rocco e Gipo Viani. E come il Signore soffiò nella creta e fece i metodisti e i sistemisti, i maghi e i filosofi, i tacalabala, i ginnasiarchi, i chierici, i difensivisti, gli zonisti, i maestrini, i beipettinati, i salvifici, e gli esonerati. Per le esigenze del Totocalcio si giocò anche sotto il Diluvio Universale, e il Diavolo inventò la moviola. Per la tv a pagamento il Signore creò gli anni bisestili. Attraverso le vite di 44 predestinati al Golgota delle panchine, ecco il calcio che si evolve, si confonde, avanza, arretra, e passa dagli antichi narratori nelle osterie del pallone, ai profeti ossessivi del calcio pitagorico.

L'autore descrive la faccia meno nobile del tifoso, basandosi sulla sua esperienza personale interista, e quindi antimilanista. Egli distribuisce i suoi cattivi pensieri su tre capitoli-chiave costruiti come una hit parade: il primo elenca i dieci milanisti più detestati, il secondo i dieci rossoneri più amati, il terzo le dieci più grandi gioie che il Milan ha dedicato agli interisti. L'ultimo capitolo è dedicato a Berlusconi.

Il gol di Pelé all'Italia nella finale mondiale del 1970 non è solo un gol ma l'apparire di un'idea platonica. Il dribbling di Garrincha e la punizione di Platini possono essere pensati come modelli ontologici. E come l'inventiva di Maradona si può capire con la "logica poetica" di Giambattista Vico, così la visione di gioco del "divino Falcào" si intende al meglio con la visione dell'essere del "divino Platone". Non bisogna stupirsi dell'affinità tra il calcio e la filosofia, Epitteto nelle Diatribe ci dice che il primo a giocare bene a palla era, guarda caso, Socrate e il suo pallone era la vita. La condizione del giocatore è come quella del filosofo: non possiede la sapienza calcistica, ma la ama e la ricerca.

Nel suo nuovo libro Paolo Ziliani ripercorre i fatti e i misfatti delle ultime, bizzarre stagioni del pianeta calcio, facendo salire il lettore sull'ottovolante del pallone e accompagnandolo in una corsa senza freni su vizi, bassezze, follie e debolezze dei protagonisti di questo sgangherato carrozzone. Un divertente e istruttivo diario di un mondo che pare ormai completamente impazzito, zoomando sui "colpi di testa" dei suoi folkloristici personaggi, a cominciare dai mitici mezzobusti di "Novantesimo minuto" e dalle magiche voci di "Tutto il calcio minuto per minuto", per finire con i protagonisti sul campo.

Da molti anni, ormai, il calcio italiano è dominato da una diarchia. O vince il Milan, o vince la Juventus, oppure ci sono casi in cui riescono a vincere tutti e due (gli uni in Europa, gli altri in campionato). Con il 2005, ormai, è giunto il momento di rompere questo patto. "Milamentus" vuole essere una perorazione contro questa supersquadra unica, che ha fatto sì che per gli altri ci siano solo le briciole di qualche soddisfazione domenicale o qualche sporadico scudetto. Attraverso un'analisi delle lamentele possibili e pure di quelle improbabili, il libro ha l'ambizione di patrocinare l'impossibile causa di una sfida di politica sportiva, che riporti la concorrenza al sano spirito della libera competizione.

"Ve lo do io il bel calcio!" raccoglie le migliori strisce a fumetti realizzate recentemente per il "Guerin Sportivo" da Stefano Disegni, uno dei più prestigiosi disegnatori satirici italiani. "Ve lo do io il bel calcio!" dà al lettore il piacere di sorridere ritrovando i momenti salienti di un calcio, quello italiano, che si presta a molte caricature: da un'Inter spendacciona e sfortunata, al presidente Sensi e le sue esternazioni, al figlio di Gheddafi che non gioca mai e si fa pure beccare dall'antidoping, all'eterno Biscardi col suo italiano improbabile. E poi tutti gli altri protagonisti del teatrino calcistico, da Carraro a Totti a Galliani a Gaucci a Vieri a Beckham e... alle veline.