Marlin (Cava de' Tirreni): Vulcano
I baroni di Aleppo
Flavia Amabile, Marco Tosatti
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2025
pagine: 208
"I baroni di Aleppo" è il racconto della storia del Medio Oriente dall’inizio del Novecento a oggi attraverso le vicende di una famiglia armena e del suo albergo fondato ad Aleppo nel 1911. Il libro ha inizio in Anatolia nella seconda metà dell’Ottocento quando l’impero ottomano stava preparando il genocidio armeno. E armeni sono i Mazloumian che, per sfuggire alla strage che stava per abbattersi sul loro popolo, lasciano la casa e la terra che dava loro da vivere e arrivano ad Aleppo. Hanno soltanto un carretto, alcuni bauli e tanta voglia di lavorare. È qui che Krikor, il patriarca, ha l’intuizione che cambierà la vita della famiglia: fonderà il primo albergo della regione. Non poteva scegliere momento e luogo migliore: l’anno seguente il treno Orient-Express arriva in città, Aleppo diventa un crocevia ancora più strategico e il Baron’s è il quartier generale di ogni trama, di ogni intrigo, di ogni incontro di rilievo. Durante la prima guerra mondiale i Mazloumian riescono a nascondere nelle stanze del loro albergo il giornalista Aram Andonian e le prove del genocidio armeno, negli anni Trenta sulla terrazza Agatha Christie scrive Assassinio sull’Orient Express. Il declino ha inizio dopo la seconda guerra mondiale quando, terminato il controllo francese, la Siria si incammina lungo un tormentato percorso che nel 1966 viene interrotto da un colpo di stato. Il Baron’s viene nazionalizzato e la famiglia conduce una lunga battaglia contro lo Stato per riprenderne il controllo. Armen, l’ultimo Mazloumian, fa quello che può per tenere aperto l’albergo ma nel 2012 scoppia la guerra civile e Aleppo finisce sotto le bombe...
La danza delle pietre bianche
Leonard Morava
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2025
pagine: 272
La storia di Samir, “acquistato” da Ahmet, ingegnere petrolifero, e Asie, bibliotecaria di Bocrot, nel sud dell’Albania, per una cifra che basta ai genitori biologici ad aggiungere un animale domestico alla loro stalla; e quella della dissoluzione della sua famiglia adottiva, che inizia con l’arresto di Asie, bellissima e colta, imprigionata dal regime comunista perché legge Camus e beve Calvados, e si completa con la rivolta di Ahmet, che si finge pazzo per “liberarsi di un mondo che non gli permette di essere libero”. Nel cuore della transizione albanese dal comunismo e dalle sue utopie irrealizzate alla democrazia e ai suoi falsi miti di progresso, Samir crescerà colto come la mamma adottiva e libero e ribelle come il padre. Con un grande senso dell’onore e uno sguardo lucido e accorato sulle derive morali e civili del suo Paese, a cui cercherà di reagire come può e come sa. Fino alla drammatica fuga in Italia a bordo di un barcone, e alla nuova vita in Maremma. Lontano solo fisicamente dai lutti, la violenza e le sofferenze che si è lasciato alle spalle, straniero per sempre in una terra che non sarà mai la sua.
Le stanze del Duce
Claudio Clini
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2025
pagine: 272
Una vicenda ambientata a Bologna nel ventennio fascista tra polizia segreta e progetti di eliminazione dei deviati, ricca di mistero e colpi di scena sorprendenti, che ci rivolge un’interrogazione “filosofica” sul male, un’immersione nel cuore di tenebra degli esseri umani quando la psicopatologia coincide con una classe dirigente, una mentalità, il perbenismo di uno “stile” ufficiale. Protagonista è Rodàn Donadi, un chirurgo ospedaliero consacratosi alla pratica medica che intrattiene una relazione con Felicia, moglie del suo primario, il professor Anselmi. La narrazione – con i suoi dialoghi taglienti che catturano l’essenza dei personaggi – si dipana a partire da un’autopsia effettuata su una donna suicida, Elvira Attolini. Ma è davvero così? Rodàn ha il timore crescente di aver sbagliato il referto autoptico. Un giorno incontra una sua paziente, Maria, sposata con uno dei ‘signori’ della città, Alberto Ruggero, che gli dice di essere sicura dell’uccisione della sua domestica Elvira e di indagare per renderle giustizia. Cinque crimini seriali e tanti personaggi sostanziano il racconto – Eleonora e Nicola, fratelli di Elvira, il camerata Achille Saporiti, il neurologo Morpurgo, il medico del brefotrofio Guglielmi, il commissario Guelfi – che, al di là dell’intreccio principale, dà una quadro desolante dal punto di vista storico ed umano, mostrando che l’orrore non ha fine. Forse si può porvi rimedio fingendosi matti, come Arcangelo, un ricoverato in manicomio equiparabile al fool shakespeariano che alla fine interagisce inaspettatamente con Rodàn, mettendo in luce ciò che gli altri non vedono.
Il ponte sulla Senna
Massimo Taras
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2024
pagine: 240
Nella Parigi del 1948, dopo l’incubo dell’occupazione nazista, s’incontrano e si scontrano le vicende di quattro persone dalla natura e i sentimenti più disparati: Leonardo Ranieri, giovane pittore fiorentino che tutti chiamano Mirò; Isabel Gómez, affascinante modella spagnola dotata di un’indole fortemente passionale, ma dal passato tormentato; Gilbert Gauthier, maestro d’arte all’Académie du Peintre, la più prestigiosa scuola d’arte di Parigi; e Natan Kowalski, clochard di origini polacche, dal vissuto tragico e inespresso. Mirò resta folgorato dalla bellezza di Isabel e tra loro nasce un’intensa e tormentata storia d’amore, apparentemente impossibile. Isabel, infatti, nasconde a Mirò il suo legame sentimentalmente con il maestro Gilbert, uomo violento e senza scrupoli, un rapporto fatto di soprusi, di ricatti e di paura. Isabel decide di fuggire da Gilbert mentre Mirò cercherà di dimenticarla facendo amicizia con Natan, un clochard incontrato per caso nei suoi lunghi viavai sotto i ponti della Senna. Natan è un uomo del tutto arreso alla vita che sopravvive facendo ritratti ai passanti. Sarà proprio Natan a fare da guida ai passi di Mirò in questa intricata vicenda. E sarà Mirò a offrire inconsapevolmente a lui la possibilità di rimettere ogni cosa al suo posto e di fare pace con i lamenti della sua esistenza distrutta per mano dei tedeschi a seguito della denuncia, in quanto ebreo, da parte di un collaborazionista di nome Christophe Bonnet che aveva causato la deportazione della figlia di 5 anni nel campo di sterminio di Auschwitz.
La dolciera siciliana
Annamaria Zizza
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2024
pagine: 288
La vicenda si svolge nella prima metà del Settecento tra la Sicilia e la Lombardia. Una ragazzina di dodici anni, l'orfana Maria, fugge dal Reclusorio del Santissimo Rosario, a Modica, e subisce uno stupro. Viene raccolta nella casa del famoso medico e filosofo Tommaso Campailla, che la prenderà come criata e la educherà, avendone percepito l'intelligenza non comune. Maria diventerà una bravissima dolciera. Ma lo stupro subìto le aveva lasciato il suo terribile marchio: la sifilide. Dopo la scomparsa di Campailla, Maria viene licenziata e parte per Catania, travestita da uomo per il trauma dalla violenza subita. Anni dopo il suo destino si incrocerà, durante la festa del Santo Chiodo, patrono di Catania, con quella di un giovane poeta lombardo alla ricerca della propria identità. Si tratta di Giuseppe Ripetti, precettore di professione e ospite del principe Vincenzo di Valguarnera, uomo colto e raffinato che aveva avuto un importante ruolo nella ricostruzione in stile barocco della città, distrutta dal terremoto del Val di Noto del 1693. E proprio dai Valguarnera lavora per anni come dolciera la ventenne Maria, che ha rinunciato all'amore e si dedica solo al lavoro di cuoca. La conclusione della vicenda, che ha il profumo inebriante dei dolci siciliani e della passione amorosa, sarà sorprendente. Prefazione di Costanza Di Quattro.
Il mistero di Puccini
Liliana Bellone
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2024
pagine: 176
Questo romanzo affronta un aspetto poco noto della grande famiglia Puccini: la breve esperienza umana e lavorativa di Michele - fratello minore di Giacomo - che, dopo anni di studio nel Conservatorio di Milano, nel 1889 decise di emigrare oltreoceano in cerca della propria identità e di un suo personale riconoscimento in campo musicale e visse a San Salvador de Jujuy insegnando musica e italiano. Muovendosi tra Italia e Argentina, in un periodo caratterizzato dalla forte immigrazione europea e dal grande sviluppo economico della nazione ispano-americana, tra serate a teatro, concerti, passeggiate in carrozza, duelli d’onore e fughe rocambolesche, il romanzo propone quadri della sua infanzia in Toscana; analizza il profondo legame con il fratello Giacomo; descrive gli incontri struggenti con le due protagoniste, Fidelia e America, causa del conflitto interiore del giovane lucchese, scisso tra amore fisico e amore ideale come tutti gli eroi romantici. Inoltre, intreccia e compara i temi e i personaggi dei libretti delle più belle opere di Giacomo Puccini con la storia di passione, dolore e fatalità di Michele, affidando proprio al grande compositore, inquadrato nel suo trionfante soggiorno a Buenos Aires tra giugno e agosto del 1905, il compito immaginario di elaborare ipotesi sulla prematura morte del fratello, avvenuta nel 1891 a Rio de Janeiro.
L'azzurro dentro
Raffaele Messina
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2024
pagine: 272
"L’azzurro dentro" è un romanzo di formazione, poiché racconta la maturazione di Domenico: il suo primo amore; il conflitto con il padre, maresciallo dei Reali Carabinieri; la sua formazione politica e sociale. E sullo sfondo Capri, Napoli e l’Italia meridionale negli anni delle leggi razziali, della Seconda guerra mondiale e della nascita della Repubblica. Tuttavia, il concreto sviluppo della narrazione presenta anche risvolti propri del romanzo storico e di quello sentimentale. L’isola di Capri è scenario ideale per dare sviluppo e profondità tanto ai primi fremiti di Domenico e Anita in Piazzetta e nelle viuzze circostanti, quanto al più maturo dispiegarsi della loro passione amorosa tra la Grotta Azzurra e i Faraglioni. A Napoli, invece, sulla base di un rigoroso scavo storiografico dell’autore, si svolge la parte centrale della vicenda: l’epopea di una città prima illusa dai miti della razza e della facile vittoria, propagandati dal regime; poi piegata da oltre cento bombardamenti alleati; infine, umiliata dalla feroce occupazione nazista. Una città straordinaria, che nel dolore trova la forza del riscatto con una rivolta popolare antinazista (le Quattro giornate) tesa a proteggere le infrastrutture urbane e a salvare i propri figli dalla deportazione in Germania. Pagine struggenti e intense sono poi dedicate alla condizione degli ebrei trasferiti nel campo di lavoro forzato a Tora, nel Casertano, e alla figura di Eduardo De Filippo, ritornato stabilmente in città nel 1944 con il proprio carico di successi professionali e di sofferenze private.
I quindici sciacalli
Massimo Zaninelli
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2023
pagine: 304
"I quindici sciacalli" narra di eventi accaduti, parte in Italia, parte in Germania, tra l’inverno del 1943 e la tarda estate del 1945. Emilio, proletario al primo anno di università, è chiamato alle armi come allievo ufficiale quando ormai le sorti della guerra volgono a sfavore dell’Italia. A seguito dell’arresto di Mussolini e del crollo del fascismo, Emilio e i suoi compagni saranno prima ingannati dai tedeschi con false promesse di ritorno a casa, poi deportati in un lager del Brandeburgo. La terribile esperienza del protagonista si incrocia con quella dei suoi compagni di sventura, tra violenze, crudeltà, umiliazioni e fame, fino alla liberazione a opera dell’Armata Rossa e al ritorno in Italia, tra solidarietà e primi embrioni di dibattito democratico. Nell’ultimo capitolo Emilio, ormai vecchio, fa i conti con il rimpianto di una vita interrotta e poi ripresa con enorme fatica, circondato da disinteresse e incredulità per la prigionia subita. Sarà la nipote Federica, che lo intervista per la tesina di maturità, a far emergere in lui il ricordo di come la “nuova Italia” abbia negato agli Internati Militari Italiani il riconoscimento di due anni di vita perduti e del rifiuto a optare per la Repubblica di Salò. Il testo della ragazza, pur accolto con freddezza dalla commissione esaminatrice, restituirà al nonno il valore civile e politico di quella scelta. E renderà giustizia, almeno sul piano morale, agli ex-IMI chiamati a ricostruire il proprio Paese portando le cicatrici di un oblio tanto assurdo quanto iniquo.
La regina di Tebe
Annamaria Zizza
Libro: Libro in brossura
editore: Marlin (Cava de' Tirreni)
anno edizione: 2023
pagine: 272
La storia inizia a Tebe, capitale dell’Egitto, nel XIV secolo a.C. La bellissima e giovane regina Ankhesenamon, vedova di Tutankhamon e senza figli, nel tentativo di pacificare il suo Paese e di dare un erede al suo regno, fa una mossa pericolosa e spregiudicata. Ordina allo scriba Menthuotep, un babilonese dal passato oscuro e doloroso, di inviare una lettera al re degli ittiti, affinché le lasci sposare uno dei suoi figli. Dell’iniziativa vengono lasciati all’oscuro sia il potente visir Ay, che il generale Horemheb, che ambiscono al trono. Gli ittiti sono sorpresi dal contenuto della lettera: pensano a una trappola da parte degli egizi e temporeggiano, ma alla fine vengono convinti da Menthuotep, inviato dalla regina in qualità di ambasciatore, e accettano la proposta. Aspettano da tempo di conquistare l’Egitto. Sanno di essere più forti in battaglia perché conoscono il segreto della temperatura del ferro ancora ignoto agli altri popoli. Il re ittita, che ha sposato la babilonese Malnigal, esperta di magia nera, pericolosa quanto ambigua, invierà uno dei suoi figli, Zannanza, ma la conclusione della vicenda sarà sorprendente per tutti i protagonisti. Tra intrighi e amori proibiti, drammi personali e avventure, si dipana una storia vera e affascinante, finora sconosciuta.