MC: Sengai
Intuizione memoria libertà nell'architettura. Ilario Fioravanti a Cesena e la lezione di Michelucci
Maurizio Cecchetti
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2022
pagine: 216
Questo libro – scrive Cecchetti in apertura del saggio – non è e non vuole essere una monografia su Ilario Fioravanti, in particolare su Fioravanti architetto. È un tentativo di rileggere la storia delle politiche urbanistiche sul Centro storico di Cesena negli ultimi quarant'anni avendo come cartina di tornasole il nostro genius loci, di cui ricorre quest'anno il centenario della nascita e il decennale della morte. Si tratta dunque di un saggio di critica applicata a un caso particolare, che ha l'ambizione di porre l'approccio progettuale di Fioravanti come contraltare alle scelte metodologiche fatte sulla parte antica della città dai settori di urbanistica e dei lavori pubblici del Comune di Cesena, fin dall'approvazione del Piano per il Centro storico nel 1978. Ma questo diventa, nel libro, l'occasione per ragionare su che cosa sia l'architettura in quanto arte applicata alla vita delle società umane. Dall'Unità d'Italia al secondo Dopoguerra inoltrato, Cesena fu oggetto di pesanti demolizioni, che hanno mutato indebitamente il volto del suo Centro storico: Borgo Chiesanuova, piazza della Libertà, il nodo delle tre cosiddette piazze, su questi punti era urgente un'opera di ricostituzione per sanare ferite profonde che ancora oggi appaiono “vuoti” ingiustificabili. Fioravanti, in momenti diversi, ebbe modo di intervenire o di proporre soluzioni per due di questi poli: piazza e palazzo Almerici (con una proposta anche per l'intero comparto malatestiano), e piazza della Libertà. Rileggendo questo suo lavoro sul Centro storico si è finito, fatalmente, per parlare molto di Cesena, degli errori urbanistici compiuti in questi ultimi quarant'anni che si ripetono tuttora. L'esemplarità metodologica di Fioravanti non è frutto di belle teorie, ma la conseguenza di un imprinting che ricevette da Giovanni Michelucci, di cui fu un discepolo a Firenze, pur senza idolatrie. Di questo anche dà conto a suo modo il saggio, ponendosi una domanda che forse ancora oggi molti si fanno: che cos'è l'architettura? Dopo anni di professionismo e speculazione, di spettacolarismo e astrusi formalismi, occorre ritrovare la poesia nell'architettura, o per meglio dire la poesia dello spazio vissuto.
Andare a scuola in Purgatorio (e passare gli esami). Diario di un viaggio con Dante. Volume Vol. 2
Leonardo Lugaresi
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2022
pagine: 298
"Continuando a scommettere sulla validità della strana pretesa di un poeta morto settecento anni fa di diventare oggi nostro maestro, per strapparci dalla miseria dello smarrimento in cui viviamo e portarci alla felicità, la piccola comitiva dantesca che l'anno scorso aveva pubblicato il proprio diario di viaggio all'Inferno, ora racconta la sua scalata al monte del Purgatorio. Nel Purgatorio la riconquista della nostra umanità si compie, più ancora di quanto non fosse accaduto all'Inferno, attraverso la pratica di qualcosa che ormai non conosciamo più: l'educazione. Il diario di viaggio dunque, conservando il fascino drammatico dell'avventura, si rivela anche un diario scolastico. Appunti di una scuola che vorremmo orgogliosamente definire elementare, perché in essa si apprendono le parole fondamentali della vita. Dopo due anni di lettura integrale della Commedia è sempre più chiaro che quel viaggio era necessario, perché Dante maestro lo è davvero: sa le cose, quelle che contano e di cui nessuno più ci parla, e possiede le parole giuste per dirle. Chi vuole "passare gli esami" non se le lasci sfuggire."
I vortici di Van Gogh
Renato Giovannoli
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2021
pagine: 130
La pittura dell'ultimo van Gogh è un'arte a vocazione diagrammatica che trasfigura la realtà in forme geometriche "fluide" e tuttavia non prive di rigore matematico. «Sono nel pieno di un calcolo complicato da cui scaturiscono tele dipinte in fretta ma a lungo calcolate in precedenza», scrive al fratello Theo nel 1888. Contro il pregiudizio che riduce le forme turbolente che caratterizzano quei quadri a sintomi, per quanto fortunati, di disagio psichico e vertigini esistenziali, questo saggio riconsidera, dapprima, la nota influenza su Van Gogh degli ukiyo-e (le "immagini del mondo fluttuante") giapponesi con le loro visioni delle metamorfosi della natura; poi, prendendo atto delle intuizioni di Van Gogh sulla dinamica dei fluidi, rese evidenti dal confronto delle sue opere con le immagini prodotte dalle più recenti tecniche di visualizzazione scientifica, non tralascia indizi che lo mettono in un più stretto rapporto con la scienza occidentale, e in particolare indaga sui suoi interessi astronomici, che lo hanno condotto, primo tra i pittori, a raffigurare una galassia a spirale. Le due piste sono solo apparentemente divergenti, poiché al di là della loro adeguatezza fisica i vortici di Van Gogh assumono il loro significato più profondo, che è di natura metafisica, alla luce dei princìpi della pittura taoista, colti con impressionante chiarezza dall'artista grazie alla mediazione dell'arte giapponese.
Andare all'Inferno (e uscirne). Diario di un viaggio con Dante
Leonardo Lugaresi
Libro
editore: MC
anno edizione: 2021
pagine: 323
E se, invece di celebrare Dante perché è morto 700 anni fa, provassimo a seguirlo? Se provassimo a prenderlo sul serio quando dichiara di aver scritto la Commedia per allontanarci «dallo stato di miseria» in cui viviamo e condurci «a uno stato di felicità»? Questo libro gioca una scommessa azzardata per far capire che Dante è uno dei "nostri", uno di noi se si vuole, a cui possiamo dare credito quando ci dice che sa la strada, perché quell'«altro vïaggio» lui l'ha compiuto veramente. E potrebbe essere l'unica via d'uscita dalla condizione di terribile smarrimento in cui ci troviamo. Questo libro è appunto un diario di viaggio all'Inferno (quello scritto, ma anche quello quotidiano), che l'autore, riconosciuto studioso del pensiero antico cristiano, ha compiuto, con alcuni fedeli e fiduciosi compagni, incamminandosi su questa via. Un percorso pieno di scoperte, perché Dante, il più remoto e il più vicino dei nostri autori; è sempre lì a sorprenderci, con un giudizio nuovo, dissonante dal sentire comune, talvolta sconcertante ma sempre geniale, sulle cose della nostra vita. Alla fine, dopo esserne usciti, ci si accorge che quell'inferno è reale e non è soltanto poetico...
L'arte è sempre contemporanea (come la storia). Pedinamenti 2
Maurizio Cecchetti
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2020
pagine: 506
Che cosa accade quando ci troviamo davanti a un'opera d'arte? Quando guardiamo la statuetta dello scriba egizio, i bronzi di Riace, oppure Giotto e Caravaggio, e così via fino a Picasso, Matisse, Fontana, l'Arte Povera e l'opera dell'artista emergente, non siamo nel ruolo degli storici dell'arte ma degli spettatori attratti da ciò che vediamo. Ne percepiamo le distanze o le prossimità col nostro tempo, ne intuiamo le segrete affinità con la nostra vita. Come è possibile che qualcosa fatto secoli o millenni fa possa essere nostro contemporaneo, oppure che un'opera eseguita oggi ci appaia priva di interesse? Il critico ha tra i suoi compiti anche quello di essere colui che mette alla prova questo paradosso. Studia il modo di "sentire" l'arte in rapporto a noi. E ci fa capire come il nostro sguardo ha il potere di dare una durata all'arte sia del passato sia del presente... Dalla Introduzione: «La critica, paradossalmente, è sempre relativa ma anche necessaria, soggettiva ma assoluta. La sua necessità è testimoniata dal fatto di calarsi dentro un tempo storico che chiede di essere "scoperto" in ciò che lo rappresenta; la sua assolutezza emerge nella responsabilità davanti alla tavola dei valori sulla quale si fonda l'onestà e la verità (sia pure parziale) del suo giudizio. Infine, per non lasciar niente in sospeso, Baudelaire da poeta e amante delle Muse, pone al vertice di ogni possibile attività critica quella "che riesce dilettosa e poetica; non una critica fredda e algebrica, che, col pretesto di tutto spiegare, non sente né odio né amore, e si spoglia deliberatamente di ogni traccia di temperamento". Militanza come passione e ricerca della verità dell'arte, ma anche forma di scrittura che rende la critica d'arte sorella della prosa letteraria».
Pastrufazio's song. Cronache da Mediolanum
Riccardo De Benedetti
Libro
editore: MC
anno edizione: 2020
pagine: 142
«Gli architetti pastrufaziani avevano ingioiellato; tutto, tutto! era passato pel capo degli architetti pastrufaziani, salvo forse i connotati del Buon Gusto...». Pastrufazio - cioè Milano - nella "Cognizione" di Carlo Emilio Gadda, viene da pastrügn facere "far pasticci", il che autorizza l'autore di "Pastrufazio's song" oggi a entrare nel vivo delle cose "pastrufatte", ovvero pasticciate e corrotte (non solo in politica, come vuole il volgo indignato, ma anche nei pensieri e nell'etica) di cui è fatta da troppo tempo Milano. E Gadda, fosse qui oggi, prenderebbe l'autore sotto braccio e si farebbe condurre là dove disgusto e odio si nutrono "dolorosamente" del degrado morale di quella che un tempo aspirava a esser Capitale, ma è diventata - appunto - la città ingioiellata e di cattivo gusto che nei suoi grattacieli contorti e dotati di foglie ha il suo specchio impietoso. Se l'architettura è il volto di una società, allora "Pastrufazio's song" ne intona il canto della malinconia con una "cognizione dolorosa" del disgusto. «"Quello che oggi pensa Milano, domani lo penserà l'Italia", così scriveva Gaetano Salvemini sul finire dell'Ottocento. Ma pensare a Milano o "pensare Milano" è ancora possibile? Si possono pensare le città? O sono diventate l'effetto di una Fata Morgana senza deserto e senza mare? Forse neppure si possono più chiamare per nome o quel nome indica un'area, una dimensione, uno spazio globale privo di connotati identitari. Rimane possibile la prospettiva offerta da uno sguardo strabico deformante, a suo modo grottesco. Colto a suo tempo da Carlo Emilio Gadda. Pensava, da ingegnere, all'architettura milanese che come ogni architettura non può mentire. Ma il pasticcio è nelle anime, nel cuore degli uomini più che nelle cose».
Vedere il Paradiso (e sperare di andarci). Diario di un viaggio con Dante. Volume Vol. 3
Leonardo Lugaresi
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2023
pagine: 352
Il Paradiso noi non sappiamo cosa sia; non riusciamo neppure a immaginarcelo, dunque non ne abbiamo la speranza. Due secoli fa Giacomo Leopardi, stilando il certificato di morte del cristianesimo moderno, scrisse che «la promessa e l'aspettativa di una felicità grandissima e somma ed intiera bensì, ma che l'uomo non può comprendere, né immaginare [...] è ben poco atta a consolare in questa vita l'infelice e lo sfortunato, a placare e sospendere i suoi desiderii, a compensare quaggiù le sue privazioni. La felicità che l'uomo naturalmente desidera è [...] una felicità di questa vita e di questa esistenza, non di un'altra vita e di una esistenza che noi [...] non sappiamo in niun modo concepire di che qualità sia per essere». Ecco perché abbiamo così poca voglia di andarci, in Paradiso, e ogni giorno moriamo dalla paura di morire. Dante sa. Sa cos'è il Paradiso, perché l'ha visto, sia pure solo per un attimo: «nel ciel che più de la sua luce prende / fu' io, e vidi». Il suo Paradiso è dunque il libro indispensabile, quello di cui non possiamo fare a meno, benché sia anche un "libro impossibile", che parla di «cose che ridire / né sa né può chi di là sù discende». È anche un libro rischioso, nel quale si può naufragare: «perdendo me, rimarreste smarriti», dichiara l'autore, nel più severo e sconcertante dei premi. La comitiva dantesca, che si era formata quattro anni fa con l'intento di leggere integralmente la Commedia, fidandosi di lui e «servando [suo] solco», ha speso gli ultimi due ruminando la cantica più ardua: questo terzo diario di viaggio è il rendiconto di tale impresa. Lo si pubblica con la fiducia che sia utile ad altri naviganti. Quel viaggio, comunque, bisogna farlo.