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Neri Pozza: Piccola biblioteca Neri Pozza

Europa. La meglio gioventù

Europa. La meglio gioventù

Edoardo Vigna

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 174

Questo è un viaggio dentro l'Europa e dentro i giovani europei - dentro i loro sogni, i loro timori, il loro vivere senza confini - partito dal desiderio di vedere e capire che cosa sta cambiando. È diventato l'autentico incontro con una generazione. Nei pub, nelle scuole e nelle università, sui mezzi pubblici, nei parchi urbani, in discoteca, nelle feste private, sul lavoro. Dieci città - Berlino, Riga, Siviglia, Dublino, Copenhagen, Atene, Praga, Varsavia, Stoccolma, Strasburgo. Dieci parole chiave, una per ogni città: Street, Indipendenza, Misura, Talento, Felicità, Cambiamento, Arrangiarsi, Condivisione, Tecnologia, Apertura. Un migliaio di giovani intervistati fra i quindici e i trentacinque anni: la studentessa italiana che a Strasburgo ha vinto una gara di retorica in francese, il ventenne dublinese che organizza la vita e il lavoro degli startupper, il violinista praghese che sogna in grande suonando sul Ponte Carlo, il graffitaro ateniese che vuole lasciare il segno sui muri della città, la lobbista berlinese che vende sciarpe e cappelli fatti da lei nei mercatini di strada... Ne emerge il ritratto di una gioventù europea piena di talento che, nonostante tutto, crede fermamente in un futuro senza limiti né barriere.
13,50

Non ho tradito nessuno. Autobiografia del Campionissimo attraverso i suoi scritti

Non ho tradito nessuno. Autobiografia del Campionissimo attraverso i suoi scritti

Fausto Coppi

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 344

Fausto Coppi, inarrivabile campione di ciclismo, è il personaggio più amato dello sport italiano di sempre. Gabriele Moroni ha raccolto gli scritti autobiografici pubblicati negli anni dal Campionissimo su giornali, riviste, antologie e li ha allineati seguendo la cronologia della sua vita. Una vita racchiusa in un breve arco temporale, intensa, gloriosa e insieme tormentata. Una vita di vittorie esaltanti, vissute sempre con riservatezza, pudore, modestia, ma anche di sconfitte che paiono disfatte, sprofondi, annichilimenti totali, dalle quali, però, Coppi trova ogni volta la forza di riemergere. Una vita fatta anche di grandi rivalità, a cominciare da quella con l'amico-nemico Gino Banali, sua antitesi sportiva e umana; di affetti familiari perduti – Serse, il fratello più piccolo, il compagno di allenamento e di stanza, il gregario più fedele, gli viene strappato troppo presto –; di sogni mai realizzati e dell'amore incondizionato per la bicicletta, strumento di riscatto sociale per un figlio di contadini, veicolo di fama e agiatezza, fortuna e insieme condanna: la fortuna di averla incontrata, la condanna senza appello di non poterla lasciare. Fino alla morte. Coppi si racconta in queste pagine, dagli anni dell'infanzia nel piccolo borgo di Castellania a quelli della maturità. Al lettore resta il piacere di ascoltare la sua voce.
13,50

I luoghi del pensiero. Dove sono nate le idee che hanno cambiato il mondo

I luoghi del pensiero. Dove sono nate le idee che hanno cambiato il mondo

Paolo Pagani

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 192

"I luoghi del pensiero" non è un libro di filosofia, ma parla soprattutto di filosofi, delle loro vite e dei luoghi che hanno abitato. È perciò una originale cartografia intellettuale che racconta la storia delle idee e della loro genesi. Un viaggio-reportage alle radici della cultura europea: nomi, case, sepolcri degli uomini che hanno cambiato la nostra visione del mondo. Soprattutto: idee nate da quei nomi, in quelle dimore, interrate in quei sepolcri, ma ancora vive perché potenti, lungimiranti, preziose, eterne, fondative. Perché c'è un'aura in ogni luogo, un linguaggio non detto che si impara ad ascoltare. Da Spinoza, nel Seicento olandese, Paolo Pagani risale il tempo e lo spazio fino a Thomas Mann, inseguendo e spiando nel loro lavoro quotidiano e nell'impegno di una vita grandi filosofi e scrittori, muovendosi fra stati, città, paesi, borghi, piccoli abitati, baite, stanze in affitto, monti e mari, dal Sud al Nord dell'Europa, fino agli Stati Uniti.
13,50

Sulla motocicletta

Sulla motocicletta

John Berger

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 156

«Sulla moto si affronta ad alta velocità ogni fatto che s'incontra. Il corpo e la macchina seguono gli occhi che trovano la strada dove passare, intatti. Il senso di libertà deriva dal fatto che l'attesa tra la decisione e la conseguenza è minima, e se c'è una resistenza o un ritardo li si usa come rimbalzo. In moto, se si vuole continuare a vivere, non si pensa ad altro oltre quello che c'è. Guidare una motocicletta non ha niente a che fare con la velocità. È un'esperienza intensissima di libertà psichica e fisica». Nel 2002, in un'intervista a una stazione radio di Los Angeles, John Berger descrive così la sua passione per la motocicletta, sorta durante il servizio militare nell'esercito britannico - lo destinarono al compito di "staffetta", di addetto al recapito di messaggi - e mai più abbandonata, tanto che, ad Antony, alle porte di Parigi, lo si vede, quasi novantenne, dare lezioni di guida alla figlia sedicenne dell'amica Tilda Swinton. Guidare una moto, per Berger, è «un'esperienza intensissima di libertà psichica e fisica» poiché è un'arte che «differisce da ogni altro tipo di guida». Un'arte «spinoziana» - come scrive Andy Merrifield in questo volume, ricordando come Spinoza impregni ogni gesto reale e di pensiero di Berger - perché «interessa l'intero corpo e il suo istintivo senso dell'equilibrio». Con la sua meccanica e le sue due instabili ruote, la moto è, per Berger, mezzo di trasporto d'elezione, ma anche metafora, esca al lavoro congiunto di corpo e mente, strumento di ricerca e di piacere che implica costantemente una perfetta coincidenza tra occhio e mente, mano e cuore. Curato da Maria Nadotti, questo libro è un omaggio all'arte di guidare la motocicletta secondo John Berger, offerto a tutti coloro che ne condividono in qualche modo l'«esperienza di libertà». Contributi di Javier Caletrío, John Coward, Andy Merrifield, Maria Nadotti, Tom Penn.
12,50

Il Regno di Napoli

Il Regno di Napoli

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 154

A un anno dalla scomparsa di Giuseppe Galasso, ecco un piccolo, prezioso libro «ritrovato» che ben rappresenta uno dei temi centrali della sua ricerca. Condotta da Francesco Durante e personalmente riscontrata dallo stesso Galasso, questa intervista sul Regno di Napoli affronta la plurisecolare vicenda della più grande e longeva realtà statuale dell'Italia dell'antico regime. Sfilano nel racconto di Galasso i grandi personaggi che hanno fatto la storia del Regno, da Carlo d'Angiò a Masaniello, da Carlo III di Borbone agli illuministi napoletani, dai martiri del 1799 all'ultimo sovrano Francesco II, ed è una lettura di assoluta gradevolezza, in cui la riflessione critica non perde mai di vista l'opportunità di farsi narrazione appassionata e appassionante. Dagli Angioini agli ultimi Borbone, Galasso espone con sguardo critico le ragioni profonde di un destino che, alternando stagioni di grave crisi e terribili turbolenze a momenti di autentico splendore di caratura veramente europea, si compirà infine con l'impresa dei Mille e con una caduta tanto rapida quanto stupefacente.
12,00

Chiamerò la polizia

Chiamerò la polizia

Irvin D. Yalom

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 78

«Mi sta capitando qualcosa di serio... Il passato sta erompendo... Le mie due vite, la notte e il giorno, si stanno unendo. Ho bisogno di parlare». Con queste parole il vecchio compagno di studi di Irvin D. Yalom, Bob Berger, lancia all'amico una richiesta di aiuto. Da troppi anni, infatti, Bob vive due vite: una diurna come cardiochirurgo affabile, scrupoloso e infaticabile, e una notturna, quando i brandelli di orribili ricordi si fanno largo nei suoi sogni. Yalom sa che è giunto il momento di accompagnare l'amico fin dentro il suo incubo. Nei loro cinquant'anni di amicizia, Bob Berger non ha mai rivelato ad anima viva il suo passato di rifugiato di guerra sopravvissuto all'Olocausto, arrivato fino a Boston da solo, come profugo, all'età di diciassette anni, dopo essere sfuggito ai nazisti fingendosi cristiano. Ora è giunto il momento di affrontare i propri demoni. Insieme, Yalom e Berger interpretano i frammenti di una storia che, per essere esorcizzata e finalmente dimenticata, va affrontata in tutti i suoi più intimi risvolti psicologici.
10,00

Il naso di Dante

Il naso di Dante

Pier Luigi Vercesi

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 172

Nell'estate del 1840, in una sala del palazzo del Bargello di Firenze, viene riportato alla luce il ritratto giovanile di Dante dipinto da Giotto. Qualche giorno dopo il ritrovamento, Seymour Kirkup, uno stravagante pittore inglese con la passione per lo spiritismo, corrompendo un guardiano, si fa rinchiudere nel Bargello, dove realizza una copia del Dante giottesco, che ha il naso aquilino ma dolce, non severo come quello che appare dalla presunta maschera mortuaria del Poeta. Resterà l'unica testimonianza dell'originale, perché il granduca di Toscana ordinerà un restauro maldestro dell'opera. Kirkup invia la copia al patriota e dantista italiano esule a Londra Gabriele Rossetti, primo sostenitore di un'interpretazione esoterica della Divina Commedia e della Vita Nova. Attenendosi all'interpretazione paterna, Dante Gabriel, il celebre esponente della Confraternita dei Preraffaelliti, non soltanto raffigurerà il Poeta con il giottesco naso «dolce», ma ne farà il depositario di una conoscenza superiore che si rifà alla tradizione dei trovatori, un «Fedele d'amore» legato all'eresia catara. A partire da quel momento, Dante diverrà l'oggetto delle più fantasiose - a detta degli studiosi ortodossi - interpretazioni, in una storia che si dipanerà in infiniti rivoli, e che Pier Luigi Vercesi ricostruisce in questo avvincente racconto che attinge a un nutrito materiale inedito: oltre duecento lettere scritte da Seymour Kirkup a un suo sodale milanese e datate «Firenze, via Ponte Vecchio 2», ovvero l'antica magione dei templari fiorentini.
13,50

Lievito madre. Storia della fabbrica salvata dagli operai

Lievito madre. Storia della fabbrica salvata dagli operai

Silvino Gonzato

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 144

Per mesi Carlo, Michele e Davide, tre operai della Me-legatti, sono entrati ogni giorno nella fabbrica chiusa per tenere in vita il centenario «lievito madre» del pasticcere Domenico, l'inventore del pandoro, nella flebile speranza che la sorte dell'azienda, come la loro e quella dei colleghi, potesse dipendere, al di là delle drammatiche vicende societarie, dalla vita di quel prodigioso impasto. Morta la «mare», come lo chiamavano nel loro dialetto, sarebbe morto anche il pandoro più antico d'Italia, il dolce natalizio di Verona la cui nascita è legata al rito contadino del «levà», un impasto che nelle corti della campagna veneta le donne preparavano la notte di Natale per poi attendere tutte insieme che la luce del mattino lo facesse lievitare. In tempi in cui molte fabbriche muoiono nel silenzio e nell'indifferenza, il loro gesto ha destato ammirazione e commozione anche al di là dell'Oceano. E, proprio quando tutte le speranze sembravano ormai perdute, ha dato i suoi frutti: la fabbrica è stata acquistata dalla Sominor di Roberto Spezzapria. Così, grazie alla tenacia degli operai, continua a vivere la tradizione di uno dei dolci natalizi più noti e apprezzati nel mondo.
12,50

Il mondo nell'abisso. Heidegger e i Quaderni neri

Il mondo nell'abisso. Heidegger e i Quaderni neri

Eugenio Mazzarella

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 110

Con la pubblicazione nel 2014 dei tre volumi dei "Quaderni neri" si è di nuovo proposta una querelle classica della vicenda di pensiero di Martin Heidegger: «Heidegger e la politica». Più precisamente: «Heidegger e il nazismo». E più ancora «Heidegger e gli ebrei». Al di là, tuttavia, della evidente operazione di marketing editoriale che ruota attorno a questa riproposizione, i "Quaderni neri" pongono una serie di questioni rilevanti sul rapporto tra Heidegger e il suo tempo storico e sull'ultima fase della sua riflessione filosofica. Oggetto di questo libro sono esattamente tali questioni, strettamente connesse al grande tema heideggeriano della modernità e della tecnica. Eugenio Mazzarella mostra come dopo l'esplicita adesione al nazismo, attestata chiaramente dal celebre discorso del rettorato del 1933, Heidegger avviò un vero e proprio disimpegno dalla politica e dalla realtà storica del suo tempo. Disimpegno che assume un tono sempre più apocalittico man mano che, nell'inoltrarsi negli anni Trenta, diviene sempre più chiara, per il filosofo tedesco, la deriva di mera potenza del Reich «millenario»; da contropotenza politico-spirituale alla crisi dell'Europa a mera variante del mondo moderno, del calcolo della «tecnica». Un giudizio che consegna l'intero presente - il mondo, la vita, la storia, e l'umanità che vi è coinvolta - al puro abisso di un anatema gnostico, di fronte a cui non c'è scampo se non quello di un'altra possibile storia dell'Essere a venire, sancita dalla celebre espressione: «Soltanto un dio ci può salvare». La storicità concreta, esistenziale e storica, così come si offriva in Essere e tempo, viene in tal modo completamente abbandonata.
12,50

Amatrice non c'è più. Ma c'è ancora

Amatrice non c'è più. Ma c'è ancora

Elena Polidori

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 238

Amatrice, agosto 2016, sesto grado della scala Richter: da allora la città vive in altro modo. Nel ricordo, nella fantasia, nel dolore, nel vuoto. "Quella notte - ore 3,36 - ero lì con marito, figlia e cane. La scossa, la paura, la fuga, la casa lesionata e poi venuta giù con gli affetti e le sicurezze di un'intera vita, qui a Poggio Vitellino, una delle 69 frazioni di Amatrice: una ventina di anime d'inverno, dieci volte tanto d'estate, un'oasi persa per sempre. Ci siamo salvati, ma è una salvezza che assomiglia a un'altra realtà." Questo libro cerca di ricordare la realtà precedente, più vera di quella delle macerie. E si interroga su quel "per sempre", cui non danno risposte né la terapia post-traumatica, né le cronache degli spettacoli di solidarietà, né la speranza della ricostruzione. La risposta sta invece nella memoria che accerchia, accarezza e attraversa ciò che non esiste più. Questo è dunque un libro terapeutico, sconsolato e a suo modo perfino istruttivo. Parla di un piccolo lembo d'Italia, crocevia di tradizioni e sapori fra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche: un cratere di natura, di civiltà e di memorie annientate. Amatrice era un posto bellissimo, e forse continuerà a esserlo se gli dei e gli uomini sapranno tenerlo ancora nel cuore. Da quel poco che resta, le briciole ormai, può partire una rigenerazione che però tarda ad arrivare. Questo libro, infine, è un dono: per ricordare e per sostenere la rinascita di un luogo che non c'è più, ma c'è ancora. Perché il terremoto distrugge ciò che continua a vivere nell'anima.
13,50

Il mito moderno del progresso. Filosoficamente considerato a partire dalla critica di Karl Kraus, Robert Musil, George Orwell, Ludwig Wittgestein e Georg Henrik von Wright

Il mito moderno del progresso. Filosoficamente considerato a partire dalla critica di Karl Kraus, Robert Musil, George Orwell, Ludwig Wittgestein e Georg Henrik von Wright

Jacques Bouveresse

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 110

Intrisa di pensiero postmoderno, la nostra epoca potrebbe essere caratterizzata dal più completo scetticismo nei confronti delle grandi narrazioni della modernità, se una nozione non continuasse a dominare imperterrita la scena: la nozione di progresso. Non vi è discorso pubblico di uomini politici, tecnocrati, economisti, imprenditori e finanzieri in cui la parola «progresso» non ricorra come una speranza, un compito, un obbligo cui attenersi. Il dovere di servire il progresso è, insomma, la vera e propria parola d'ordine del nostro tempo, la fede da fare propria per non incorrere nell'esclusione da ogni agire pubblico. Già nel 1909, nel suo articolo intitolato "Der Fortschritt (Il progresso)", Karl Kraus denunciava il carattere vuoto e formale dell'idea di progresso: più che un reale movimento, essa indica l'«impressione del movimento», una sorta di punto di vista fatale per il quale, qualsiasi cosa facciamo, agiamo sempre sotto il riguardo del progresso e mai del regresso. Da Kraus a Musil, a Orwell, a Wittgenstein e a Georg Henrik von Wright si è sviluppato un ampio pensiero critico di tale idea che Jacques Bouveresse riprende e commenta in queste pagine per mostrare la totale insensatezza di una nozione per la quale «tutto ciò che si fa oggi di nuovo nelle nostre società, e anche tutto ciò che semplicemente si fa, è situato sotto il segno del progresso».
12,50

Tredici canti (12+1)

Tredici canti (12+1)

Anna Marchitelli

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 157

Nel 1793, a Bicêtre, nei sobborghi di Parigi, Philippe Pinel libera i malati di mente dalle catene e dà vita al «manicomio moderno». Un'istituzione che in Italia sopravvivrà fino al 1978, anno in cui morirà con la legge Basaglia n. 180. Uno dei monumenti italiani di questa istituzione è stato certamente l'ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi di Napoli. Edificio simile a una fortezza che sin dal 1897 si erge in Calata Capodichino, l'ospedale serba al suo interno un archivio di ben sessantamila cartelle cliniche di pazienti rinchiusi tra le sue mura e tra quelle del precedente manicomio provinciale creato nel 1874 nel complesso di San Francesco di Sales. Anna Marchitelli è andata a rovistare in quell'archivio e da quel prezioso scrigno della memoria ha tratto tredici cartelle di folli che ha riscritto intrecciando storia e creazione. Tredici casi di pazienti celebri, come il matematico Renato Caccioppoli, il primo pentito di camorra Gennaro Abbatemaggio, l'anarchica Clotilde Peani e il giovane ribelle Emilio Caporali, e meno celebri, come l'avvocato Virginio Mogliazza morto con i suoi 33 anni distici dopo aver bevuto vino. Tredici canti in cui la follia, con le sue misteriose e divine manifestazioni, illumina il lato oscuro di un secolo.
13,50

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