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Officina Libraria: CATALOGHI DI MOSTRE

Marcello Guasti, Giovanni Michelucci e il monumento ai tre carabinieri

Marcello Guasti, Giovanni Michelucci e il monumento ai tre carabinieri

Nelson Branca, Jonathan K. Nelson

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2019

pagine: 47

In occasione del 75° anniversario della liberazione dall'occupazione tedesca, Fiesole celebra con una mostra al Museo Civico Archeologico il suo Monumento ai tre carabinieri, l'imponente scultura in bronzo creata nel 1964 da Marcello Guasti per la nuova terrazza panoramica ideata da Giovanni Michelucci nel Parco della Rimembranza. L'opera, realizzata a vent'anni dall'eccidio, ricorda il sacrificio dei tre militari Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, che avevano aiutato i partigiani impegnati contro le forze straniere e furono per questo trucidati dai nazisti il 12 agosto del 1944. Nella sezione dedicata a La genesi del monumento, Jonathan K. Nelson esplora, con Silvia Catitti, la storia e il significato dell'imponente opera, frutto della collaborazione tra Marcello Guasti (1924-2019), il più importante scultore vivente in Toscana fino alla scomparsa recente, e Giovanni Michelucci (1891-1990), architetto e urbanista celebre, tra le altre cose, per la progettazione della stazione di Santa Maria Novella a Firenze. L'idea alla base del progetto di Guasti è stata di andare oltre il concetto tradizionale di monumento celebrativo, facendone emergere il significato nel dialogo con l'ambiente del Parco in cui è inserito.
10,00

Vasari per Bindo Altoviti. Il Cristo portacroce-Vasari for Bindo Altoviti. The Christ Carrying the Cross

Vasari per Bindo Altoviti. Il Cristo portacroce-Vasari for Bindo Altoviti. The Christ Carrying the Cross

AGOSTI

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2019

pagine: 56

Il Cristo portacroce, recentemente riscoperto da Carlo Falciani che qui si presenta, nacque dall'intensa amicizia stretta da Giorgio Vasari con Bindo Altoviti, influente banchiere e raffinato collezionista d'arte. Il dipinto fu eseguito nel 1553, subito prima che Vasari passasse al servizio di Cosimo de' Medici per trasformarsi definitivamente in artista di corte del duca. È la testimonianza, a un altissimo livello di qualità, della produzione del pittore nella Roma di papa Giulio III e insieme delle sperimentazioni della sua maniera, caratterizzata da una vorace ricifiborazione di modelli moderni e contemporanei. Il catalogo contiene saggi di Barbara Agosti, Michela Corso, Carlo Falciani.
18,00

Pierre Subleyras e l'abate miniatore Felice Ramelli. Un ritratto per i Musei reali di Torino

Pierre Subleyras e l'abate miniatore Felice Ramelli. Un ritratto per i Musei reali di Torino

Libro: Copertina rigida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2019

pagine: 53

Pierre Subleyras (1699-1749), dopo la grande mostra di Parigi e Roma del 1987 che lo ha rilanciato all'attenzione degli studi e del grande pubblico, è stato definitivamente consacrato come uno dei protagonisti della storia dell'arte del Settecento a Roma poco prima dell'avvento del neoclassicismo. La sua doppia nazionalità, i natali e la prima formazione in Francia, e poi la maturazione e la lunga attività a Roma, permettono di definirlo come un pittore francese della scuola romana, nella consapevolezza che fu uno dei motori della razionalizzazione del linguaggio pittorico nella Roma del secondo quarto del Settecento. Il libro ruota intorno al ritrovamento del ritratto di uno dei primi estimatori e promotori dell'attività di Subleyras a Roma: l'abate miniatore Felice Ramelli, canonico lateranense, nato ad Asti ma legato agli ambienti artistici più aggiornati di Venezia, Bologna e Roma. È Ramelli a favorire la commissione della prima grande opera pubblica del pittore, la Cena in casa di Simone eseguita nel 1737 per il convento di Santa Maria Nuova ad Asti e oggi al Musée du Louvre. Il "Ritratto dell'abate Felice Ramelli" - che Pierre Rosenberg in queste pagine definisce "uno dei più bei ritratti del XVIII secolo, sia in Italia che in Francia" - è stato da poco acquisito dallo Stato italiano per i Musei Reali di Torino. È una vera e propria consacrazione dell'attività di Ramelli nel campo della miniatura, e allo stesso tempo una conferma della straordinaria qualità di ritrattista di Subleyras.
19,90

Le storie di Botticelli tra Boston e Bergamo. Catalogo della mostra (Bergamo, 12 ottobre 2018-28 gennaio 2019)

Le storie di Botticelli tra Boston e Bergamo. Catalogo della mostra (Bergamo, 12 ottobre 2018-28 gennaio 2019)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 143

Due tavole di significative dimensioni, la Storia di Virginia romana e la Storia di Lucrezia, eseguite da uno dei maestri più amati del Rinascimento, Sandro Botticelli (1445-1510), legano indissolubilmente l'Accademia Carrara di Bergamo e l'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Il guizzante linearismo e la brillantezza cromatica delle due spalliere raccolgono tutto lo splendore dello stile botticelliano, che in esse concilia la solennità di classiche inquadrature architettoniche con la concitazione degli episodi. La ricongiunzione della tavola bergamasca con quella di Boston dà vita a un confronto di alto livello, consentendo di approfondire origine, natura e storia della mirabile coppia di dipinti. Per l'occasione, la Carrara riunisce anche gli altri due dipinti di Botticelli di cui dispone, il Ritratto di Giuliano de' Medici e il Vir dolorum, con un busto in marmo di Giuliano de' Medici conservato al Museo del Bargello di Firenze, gli Elogia di Paolo Giovio, corredati dell'incisione con il giovane Medici trafitto da un pugnale, e lo splendido Crocifisso del Museo dell'Opera del Duomo di Prato.
17,50

Capitani coraggiosi. L'avventura umana della scoperta (1906-1990). Catalogo della mostra (Milano, 28 settembre 2018-10 febbraio 2019)

Capitani coraggiosi. L'avventura umana della scoperta (1906-1990). Catalogo della mostra (Milano, 28 settembre 2018-10 febbraio 2019)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 128

Fino a dove si è spinto l'uomo nell'ultimo secolo? E dove arriverà domani? Esplorare è un desiderio ancestrale dell'uomo, e la mostra Capitani Coraggiosi. L'avventura umana della scoperta (1906-1990) ne dà un racconto, dal Novecento fino a oggi. Cinque sezioni ripercorrono le imprese degli esploratori lombardi, speciali «Capitani Coraggiosi» del XX secolo. La prima sezione, I "nostri" esploratori, ripercorre le esplorazioni che contribuirono ad accrescere le raccolte del MUDEC. La seconda, Misurare e Rappresentare, offre una rassegna della cartografia milanese (dagli astronomi di Brera a Google Maps), e mostra come è cambiato il nostro modo di raffigurare lo spazio. La terza sezione è dedicata all'Aria, tra vette, cieli e cosmo. La conquista italiana del K2, la traversata delle Alpi in pallone di Celestino Usuelli, l'illusiva, rivoluzionaria descrizione di Marte data da Schiaparelli: sfide vinte in passato, che aprono orizzonti ancora da raggiungere. La storia dell'esplorazione del Sottosuolo è narrata nella quarta sezione, dal Gruppo Grotte Milano alla speleologia dei nostri giorni, che si addentra tra le grotte carsiche della Grigna e le cavità artificiali dell'underground urbano. Infine la grande installazione Geografie del futuro: antropologia, arte e visioni ci parla della percezione dello spazio oggi e di come sarà domani. Gli interventi dei massimi esperti fanno del catalogo della mostra un preciso, agile strumento per orientarsi tra questi vastissimi aspetti della cultura contemporanea. Il saggio di Franco Farinelli aiuta il lettore a leggere con consapevolezza le risposte offerte dalla mostra, cercando di stimolare nuove domande. Quali "geografie" ridefiniranno i confini della nostra conoscenza? Se la geografia è fondamentale per comprendere i fenomeni e le contraddizioni del nostro "stare su questa terra", chi saranno i geografi del futuro?
17,50

L'elica e la luce. Le futuriste 1912-1944. Catalogo della mostra (Nuoro, 9 marzo-10 giugno 2018)

L'elica e la luce. Le futuriste 1912-1944. Catalogo della mostra (Nuoro, 9 marzo-10 giugno 2018)

Libro: Copertina rigida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 192

Le donne cambiano. Le donne-oggetto [...] illogiche, inconsistenti, irresponsabili [...] avvertono gli uomini che [...] esse stanno per acquistare [...] un metacentro astratto, inconquistabile [...] la coscienza di un libero «Io» immortale che non si dà a nulla e a nessuno Rosa Rosa («L'Italia Futurista», II, 27, 26 agosto 1917). "L'indagine sulla questione femminile nell'ambito dei movimenti dell'avanguardia storica prosegue con questo nuovo e coraggioso progetto espositivo dedicato alle donne futuriste (...). Illustrare quanto le donne siano state una presenza creativa costante all'interno del movimento, soprattutto nella sua fase avanzata, emendandone così il frainteso maschilismo, e dimostrare come queste abbiano di fatto messo in pratica le premesse di interdisciplinarietà della ricostruzione futurista dell'universo, riuscendo a fondere le diverse vocazioni in una visione e in un'attività coerenti, sono stati, sino dall'inizio, gli obiettivi principali del nostro percorso di indagine, avviato più di due anni fa. Un percorso che - grazie alla lungimiranza del Museo MAN, che ha deciso di portare avanti la ricerca nonostante la fine del mio incarico come direttore artistico, e all'impegno di Raffaella Resch e Chiara Gatti, da subito coinvolte nel progetto - ha condotto alla creazione della più ampia mostra mai realizzata su questo argomento, con il maggior maggior numero di figure rappresentate e un'estensione capace di abbracciare l'intero territorio nazionale, che il futurismo aveva conquistato negli anni della sua massima affermazione, tra il 1912 e il 1944. Un progetto che può dirsi certamente frutto di un lavoro collettivo, sviluppato a stretto contatto con i diversi archivi del futurismo, sia pubblici sia privati, con gli eredi delle artiste coinvolte e con i tanti ricercatori che, generosamente, hanno messo a disposizione le proprie conoscenze, su tutti Luigi Cavadini, Massimo Duranti, Matteo Fochessati, Emanuele Panzera, Filippo Piazzoni, Anna Maria Ruta, Maurizio Scudiero, oltre a Giancarlo Carpi ed Enrico Bittoto, che hanno partecipato con uno scritto al catalogo della mostra, insieme a Lea Vergine ed Enrico Crispolti.(...)". (dall'Introduzione di Lorenzo Giusti)
29,00

Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari. Catalogo della mostra (Novara-Vercelli-Varallo Sesia, 24 marzo-1 luglio 2018)

Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari. Catalogo della mostra (Novara-Vercelli-Varallo Sesia, 24 marzo-1 luglio 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 631

Gaudenzio Ferrari (Valduggia, documentato dal 1507 - Milano, 31 gennaio 1546), un artista che nel Cinquecento venne ritenuto - insieme a Mantegna, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Leonardo, Raffaello e Tiziano - uno dei sette «Governatori» nel «Tempio della Pittura» e che in Piemonte ma anche in Lombardia (Milano, Saronno e la Valtellina) segna uno dei punti più alti della pittura della prima metà del Cinquecento. L'esposizione coinvolgerà tre città del Piemonte - Novara, Vercelli e Varallo Sesia - estendendosi, al di là delle sedi espositive, in chiese ed edifici delle città e del territorio, dove sono presenti affreschi e altre opere del Maestro. A concedere le opere di Gaudenzio e degli artisti «di confronto» importanti musei italiani e stranieri, oltre che storiche collezioni private. Nelle tre sedi e in catalogo il pubblico potrà ammirare quasi un centinaio di dipinti, sculture e disegni. In ciascuna sezione saranno presentate, in ordine cronologico, le opere di Gaudenzio, dei suoi contemporanei e dei suoi seguaci. A Varallo sarà affrontato il primo tratto della carriera dell'artista: dagli anni di formazione alle prove del Sacro Monte; a Vercelli la stagione della maturità; a Novara gli anni estremi, dove il pittore è soprattutto attivo sulla scena milanese tra la marea montante del Manierismo. Alle «opere immobili» presenti nelle diverse aree territoriali, i cicli di affreschi e le statue, sono dedicati dodici itinerari, corredati da immagini appositamente realizzate da Mauro Magliani e da un elenco ragionato di tutti i documenti noti su Gaudenzio, curato da Roberto Cara.
39,00

Boldini. Ritratto di signora. Catalogo della mostra (Milano, 16 marzo-17 giugno 2018)

Boldini. Ritratto di signora. Catalogo della mostra (Milano, 16 marzo-17 giugno 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 86

"La gran vita mondana che sfila a Parigi sino alla vigilia della Prima guerra mondiale diventa un suo harem privato e obbediente, un mondo speciale ammesso alla manifestazione e mediazione del suo genio, con un esclusivismo nella concessione di patenti che quasi fa impallidire le offerte a D'Annunzio e quelle al giovane Gordon Craig." (Carlo Ludovico Ragghianti)
12,00

Genovesino e Piacenza. Catalogo della mostra (Piacenza, 4 marzo-10 giugno 2018)

Genovesino e Piacenza. Catalogo della mostra (Piacenza, 4 marzo-10 giugno 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 105

Sulla traccia della recente esposizione cremonese, questa mostra si propone di accrescere le conoscenze su Luigi Miradori detto il Genovesino (Genova?, 1605 circa-Cremona, 1656) illuminando gli anni farnesiani, quando - tra il 1632 e il 1636 - il pittore risiede a Piacenza; ponendo l'accento anche sulle successive relazioni che mantiene con la città. È un lustro di crisi per Piacenza, uscita stremata dalla peste del 1630: sono ormai chiusi i grandi cantieri pittorici degli anni Venti che avevano visto la presenza nel Duomo di Morazzone e Guercino, mentre in Piazza Grande si è conclusa la spettacolare impresa dei monumenti equestri di Ranuccio e di Alessandro Farnese, opera di Francesco Mochi. A Piacenza Genovesino vivacchia, si lega al conterraneo letterato Bernardo Morando, che gli fa da mentore, ma probabilmente non riesce a garantirne il successo. Nel 1635 infatti il pittore supplica la duchessa Margherita de' Medici di poter abbandonare i territori farnesiani perché è "in necessità con la sua povera famigliola" e le "faccende di detta sua arte" sono "mancate". Non gli resta dunque che "andare in altre parti" a cercare quella fortuna che comincerà ad arridergli solo dopo il definitivo approdo a Cremona, avvenuto entro il 1636. Da quel momento, paradossalmente, andrà crescendo anche la sua fama a Piacenza: negli anni Quaranta infatti Genovesino eseguirà diverse opere per le famiglie più in vista dell'aristocrazia piacentina. È poi documentata negli inventari delle principali raccolte cittadine la presenza di svariati dipinti da cavalletto, tra i quali numerose nature morte, un genere ancora tutto da riscoprire. Nella circostanza, oltre a quelle già note, sono riemerse tre importanti tele eseguite nel 1643 per alti esponenti della vita politica farnesiana. Rispetto alla mostra di Cremona, inoltre, risulta privilegiato il rapporto del Miradori con il mondo della grafica, grazie all'esposizione di alcune stampe da cui il pittore trae ispirazione per le sue composizioni; ma anche dall'unico disegno sicuramente attribuibile al Genovesino. Prefazione di Vittorio Sgarbi.
23,50

Tiepolo segreto. Catalogo della mostra (Vicenza, 3 novembre 2017-17 giugno 2018)

Tiepolo segreto. Catalogo della mostra (Vicenza, 3 novembre 2017-17 giugno 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2018

pagine: 79

Sette straordinari affreschi di Giandomenico Tiepolo (1727-1804) da oltre cinquant'anni anni erano conservati nelle residenze dei proprietari che coraggiosamente li salvarono dalle distruzioni belliche. Oggi gli eredi, convinti dell'opportunità di un godimento pubblico di tali capolavori, li hanno destinati al Palladio Museum di Vicenza. Questo libro è dedicato ai dipinti, alla loro iconografia e alla loro storia: la storia della straordinaria arte dei Tiepolo, in grado di trasformare dalla radice la tradizione frescante veneta; quella della difesa del patrimonio artistico negli anni cupi della Seconda guerra mondiale; e una terza storia che lega in modo indissolubile gli affreschi già in Palazzo Valmarana Franco a Vicenza all'architettura palladiana. Testi e illustrazioni sono il frutto di nuove ricerche condotte dal Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio insieme alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.
16,90

Altro Rinascimento. Il giovane Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia. Catalogo della mostra (Roma, 16 novembre 2017-18 febbraio 2018)

Altro Rinascimento. Il giovane Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia. Catalogo della mostra (Roma, 16 novembre 2017-18 febbraio 2018)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2017

pagine: 174

Nel 1917, lo storico dell'arte Pietro Toesca riconosce nella commovente Madonna col Bambino conservata nella chiesa di Santa Maria in Valverde a Tarquinia la mano del grande artista fiorentino Filippo Lippi (1406 circa - 1469). In occasione del centenario di questa importante scoperta, alle Gallerie Nazionali d'Arte Antica Barberini Corsini, dove oggi si conserva la pala lippesca, si è organizzata un'importante esposizione: la Madonna di Tarquinia diventa così lo spunto per analizzare, attraverso un ristretto ma ben selezionato numero di opere (tra le altre, provenienti da importanti musei e collezioni di Parigi, New York, Berlino), la figura di questo frate pittore, personaggio chiave di quella fucina eccezionale che fu la Firenze di metà Quattrocento. Il catalogo, a cura di Enrico Parlato e redatto da importanti storici dell'arte italiani e stranieri (Anna Modigliani, Laura Cavazzini, Carlo Bertelli, Carl Strehlke, Keith Christiansen...), si sviluppa in cinque parti: nella prima, viene analizzata la figura dell'arcivescovo di Firenze Giovanni Vitelleschi, committente della pala di Tarquinia, sua città natale. Nel 1437 (data che ritroviamo nella pala stessa, sul cartiglio ai piedi della Vergine), Vitelleschi decide di tornare nella sua città d'origine, portando la pala del Lippi e facendosi edificare un sontuoso palazzo (oggi sede del Museo Nazionale Etrusco). Nella seconda parte del volume, l'analisi "al microscopio" del capolavoro fulcro della mostra consente di esaminare gli esordi di Lippi. Entrato giovanissimo nell'ordine dei carmelitani di Firenze, gli affreschi di Masolino e Masaccio sono la sua prima scuola, ma non mancano influenze diverse come quelle di Donatello, Domenico Veneziano, Lorenzo Monaco e i fiamminghi. La terza sezione del catalogo è dedicata al già menzionato storico dell'arte Pietro Toesca, pioniere della «documentazione fotografica» intesa come riproduzione di opere d'arte, ad uso e supporto dei suoi studi, in particolare sul Quattrocento, e all'archeologo Giuseppe Cultrera, fondatore del Museo di Tarquinia e figura centrale negli studi storico-artistici della zona dell'alto Lazio. Infine, dopo la quarta sezione che presenta le schede delle opere esposte e un regesto documentario, l'ultima parte è dedicata al restauro e alla conservazione della Madonna di Tarquinia, di particolare interesse perché uno dei rari casi in cui si sia conservata la cornice originale.
22,50

Chimera relocated. Vincere il mostro. Catalogo della mostra (Firenze, 28 marzo-27 aprile 2017)

Chimera relocated. Vincere il mostro. Catalogo della mostra (Firenze, 28 marzo-27 aprile 2017)

Libro: Copertina morbida

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2017

pagine: 80

La celebre Chimera di Arezzo, un bronzo votivo etrusco degli inizi del IV secolo a.C., fu rinvenuta nel 1553 nella città di Arezzo e fu subito trasferita a Firenze per volere del duca Cosimo I de' Medici, che la fece collocare nella sala dedicata a papa Leone X de' Medici in Palazzo Vecchio, residenza del principe e sede del governo. Secondo l'intento di Cosimo, la Chimera doveva testimoniare la presunta (e desiderata) continuità del potere dai tempi dell'antica dominazione etrusca sino all'attuale governo ducale. La Chimera rimase in Palazzo Vecchio sino al 1718, quando venne trasferita nella Galleria degli Uffizi, per poi entrare a far parte, dal 1870, della collezione stabile del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Raramente uscita dal museo, la scultura è stata esposta per un mese proprio nella sala di Palazzo Vecchio dove è rimasta collocata per quasi due secoli. Il catalogo presenta saggi di approfondimento sul contesto storico-artistico della Firenze medicea, sulla fortuna dell'opera dal suo ritrovamento, sul busto di Cosimo I di Baccio Bandinelli e sulla sala di Leone X in Palazzo Vecchio.
12,00

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