Ombre Corte: Frontiere
Femminismi queer transnazionali. Critiche post e decoloniali all’omofobia, all’islamofobia e all’omonazionalismo
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 221
Questo volume propone alcuni importanti contributi di un femminismo transnazionale che dagli anni Novanta cerca di spostare il baricentro delle questioni di genere oltre l’occidente bianco, radicando la propria riflessione e la propria pratica a un contesto postcoloniale. Essi rappresentano un forte e articolato punto di vista critico nei confronti dell’omofobia e dell’islamofobia, nonché del paradigma eteronormativo e nazionalista che si sta diffondendo in varie forme in Europa, negli Stati Uniti e in India. Uno dei tanti elementi che sicuramente li accomuna è il loro approccio analitico, dal quale emerge chiaramente una dimensione di genere della xenofobia e dell’islamofobia, ma anche una argomentata contestazione all’idea che la tolleranza progressista per le minoranze sessuali vada sempre di pari passo con la condanna dell’Islam come alterità puramente maschile e oppressiva del femminile. Questa confusione ideologica, qui definita “islamofobia progressista”, viene fortemente problematizzata da analisi complesse, che si oppongono energicamente al dualismo Occidente progressista/altrove oppressivo e omofobo. Come evitare che i discorsi sulle identità sessuali e di genere finiscano col fornire un sostegno, benché involontario, all’islamofobia, terreno scivoloso in cui il femminismo occidentale egemonico può trovarsi invischiato? I saggi qui proposti offrono alcune risposte e un contributo teorico e metodologico utili anche nel contesto italiano. Contributi di Jacqui M. Alexander, Paola Bacchetta, Inderpal Grewal, Caren Kaplan, Jin Haritaworn, Jasbir K. Puar, Amit Rai, Trinh T. Minh-ha, Ella Shoaht.
Decolonizzare la follia. Scritti sulla psichiatria coloniale
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2020
pagine: 170
Nell'opera di Frantz Fanon, racchiusa in un periodo di pochi anni (1951-1961), prendono voce temi decisivi che non smettono d'interrogare il dibattito sulla condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell'indipendenza, lo spettro del razzismo e la sua oscura riproduzione nello Stato moderno, la costruzione della soggettività africana. Con l'ostinazione di chi aveva scritto "Ci sono troppi imbecilli su questa terra, e poiché lo dico, si tratta di provarlo", nei lavori qui raccolti, per buona parte mai tradotti in italiano, Fanon ripercorre con altrettanta sistematicità le teorie psichiatriche e psicanalitiche dell'epoca. La sua è urìar-cheologia sovversiva che, di quelle teorie, rivela limiti e paradossi: un'etnologia critica dell'Occidente. Con toni a tratti profetici, i suoi scritti disegnano una fenomenologia politica del corpo coloniale nella quale affiorano molti dei problemi con i quali si misurano oggi l'etnopsichiatria e l'antropologia mèdica critica: la violenza quotidiana e invisibile che secerne la sofferenza dei dominati, il difficile incontro fra il clinico occidentale e il corpo inquieto dell'immigrato, Yeconomia morale delle sue menzogne. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è "impossibile guarire" in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l'enigma politico della differenza, della malattia e della cura.
La Rivoluzione haitiana. Scritti politici e giuridici (1789-1805)
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2020
pagine: 177
La ribellione degli schiavi scoppiata nell’agosto del 1791 nella colonia francese di Santo Domingo, con cui si indica convenzionalmente l’inizio della Rivoluzione haitiana, distrusse l’ordine coloniale fondato sulla schiavitù e le gerarchie razziali, già minato dalla lotta dei liberi di colore che dal 1789 rivendicavano l’inclusione nei diritti di cittadinanza sanciti dalla Rivoluzione francese. L’insorgenza degli schiavi costrinse la Repubblica giacobina ad abolire la schiavitù nel 1793-94. In seguito, il tentativo di Napoleone di riprendere il controllo della colonia e reintrodurre la schiavitù, segnato anche dalla destituzione del generale e leader politico Toussaint Louverture, trasformò la rivoluzione in una guerra anticoloniale per l’indipendenza nazionale, conclusa nel 1804 con la nascita di Haiti, unico Stato delle Americhe governato da uomini neri e in cui la proprietà privata di esseri umani e la disuguaglianza fra le razze erano formalmente abolite. Il libro propone una selezione di testi che permettono di ricostruire il pensiero politico espresso dai diversi soggetti che animarono la Rivoluzione: dalla lotta dei liberi di colore all’insurrezione degli schiavi, dall’ascesa politica e militare di Toussaint Louverture fino alla guerra d’indipendenza. L’antologia rende così la complessità della Rivoluzione, percorsa anche da numerose lotte interne che condizionarono la storia di Haiti per tutto l’Ottocento, in particolare il conflitto tra l’élite rivoluzionaria, intenzionata a mantenere il sistema di piantagione, e gli ex schiavi africani, che continuarono a insorgere contro le nuove forme di lavoro forzato.
Per una rivoluzione africana. Il ruolo della cultura nella lotta per l'indipendenza
Amílcar Cabral
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2019
pagine: 110
Amílcar Lopes da Costa Cabral è stato uno dei più importanti ideologi e politici dell'intero processo di decolonizzazione del continente africano, e i suoi scritti sono ancora oggi un punto di riferimento per approfondire il pensiero anticoloniale. Per Cabral, infatti, la lotta per l'indipendenza è inseparabile dalla lotta per un cambiamento culturale nel continente africano. La cultura è al centro della sua azione rivoluzionaria, in un contesto come quello delle ex colonie portoghesi in cui il salazarismo aveva imposto una logica assimilazionista secondo la quale le culture locali dovevano essere cancellate a favore di un modello culturale esogeno, quello portoghese appunto. Rivendicare i valori culturali nazionali significa, per Cabral, recuperare il rapporto tra fatto culturale e fatto economico, tra immaginazione sociale collettiva e uso del sistema produttivo. Recuperando la propria cultura, l'Africa l'avrebbe usata come strumento di mobilitazione politica, prima attraverso la lotta armata, poi con la creazione di Stati sovrani, rivendicando finalmente la sua appartenenza alla storia. Il libro raccoglie i testi più significativi della produzione intellettuale cabraliana, che ha occupato un posto speciale in Italia negli ambienti che sostenevano il processo di decolonizzazione dell'Africa negli anni Sessanta e Settanta. L'antologia è preceduta da una introduzione di Livia Apa che traccia un profilo della sua figura di intellettuale e uomo politico, sottolineando l'attualità del suo pensiero.
La rivoluzione algerina e la liberazione dell'Africa. Scritti politici (1957-1960)
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 123
Il nucleo degli scritti qui raccolti è costituito dagli articoli che Fanon scrisse in forma anonima per l'edizione francese di "El Moudjahid", giornale del Fronte di liberazione nazionale algerino al quale collaborò dal 1957 al 1960. In essi - come osserva Jean Khalfa nell'introduzione -non è difficile scorgere il suo stile, la sua insistenza sui processi vitali all'opera in ogni disalienazione, il suo interesse per una coscienza che si forma solo liberandosi dalle identità del passato, così come la sua preoccupazione di impedire l'ossificazione delle strutture rivoluzionarie e del neocolonialismo, e la sua fedeltà a una dimensione propriamente rivoluzionaria del movimento nazionale algerino. In generale, questi scritti mostrano come nel contesto rivoluzionario si elabori la rottura con la centralità della Francia: condizione ideale nella quale cresce ed evolve anche il pensiero di Fanon. La rivoluzione algerina appare come l'epicentro dal quale si propagano le scosse telluriche che fanno oscillare la torre d'avorio dalla quale gli intellettuali europei - non solo francesi - hanno raccontato il resto del mondo, subordinandolo alle loro voci, alle loro lingue. Al tempo stesso, la rivoluzione algerina è anche la lente attraverso la quale è possibile leggere il mondo oltre il conflitto con la République, mettendo a nudo le contraddizioni e le ingiustizie di una geografia centrata sul ruolo dell'Europa nel mondo. Il confine tra Parigi e Algeri diventa il collettore di istanze di lotta e di liberazione che riguardano l'intero continente africano, i processi di costruzione di nuove società, ma anche lo spunto per riflettere sull'Europa, sul suo rapporto con il fascismo e il colonialismo nella costruzione del mondo occidentale.
La vita come plusvalore. Biotecnologie e capitale al tempo del neoliberismo
Melinda Cooper
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2013
pagine: 155
Quali rapporti intercorrono tra politica, economia, scienza e valori culturali nell'epoca del biocapitalismo? Con riferimento agli ultimi quarant'anni, in questo lavoro Melinda Cooper dimostra come la storia delle biotecnologie non possa essere compresa senza tener conto della contestuale ascesa del neoliberismo come fattore politico. Seguendo in particolare gli sviluppi della tecnologia del Dna e le politiche dell'amministrazione del secondo Bush in materia di ricerca sulle cellule staminali, l'autrice ascrive la violenza bellicosa del libero mercato alle sue crescenti contraddizioni interne, alla commercializzazione delle scienze della vita. La rivoluzione biotecnologica ha connesso la produzione economica alla ricerca genetica, microbiologica, cellulare. Partendo dal presupposto che la vita è stata catturata dai circuiti dell'accumulazione capitalistica, Cooper mette in evidenza i rapporti che intercorrono tra pratiche economiche, politiche e sociali. Al centro della nuova economia postindustriale c'è la trasformazione della vita biologica in plusvalore, ovvero la valorizzazione economica della vita nella sua capacità di riproduzione e potenza generativa. Analizzando le politiche della scienza nel periodo reaganiano, la militarizzazione delle biotecnologie, l'imperialismo farmaceutico e il movimento per la vita, l'autrice mette in luce le spinte speculative che hanno animato la crescita della bioeconomia. Introduzione e cura di Angela Balzano, postfazione di Rosi Braidotti.
Fanon postcoloniale. I dannati della terra oggi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2013
pagine: 205
Da qualche anno a questa parte, il pensiero di Frantz Fanon è tornato alla ribalta dello scenario intellettuale internazionale. Come interpretare questo nuovo interesse per un autore considerato, fino a non molto tempo fa, inevitabilmente segnato da una stagione politica e culturale oramai chiusa (quella delle lotte per la decolonizzazione e del terzomondismo)? È chiaro che tanto nell'opera quanto nella sua figura vi è ancora un qualcosa di irrisolto che continua a interrogarci e a sollecitare il nostro pensiero. È questa la ragione della loro centralità all'interno di alcune delle correnti di studio più importanti emerse nel panorama internazionale degli negli ultimi anni, dagli Studi postcoloniali e culturali ai Subaltern Studies. Il volume, che raccoglie gli interventi di alcuni tra i più noti studiosi italiani e internazionali dell'opera di Fanon, si propone come un contributo a una reinterpretazione de "I dannati della terra" a più di cinquant'anni della sua pubblicazione. Da diversi punti di vista e a partire da diversi approcci disciplinari, gli autori si interrogano sull'attualità di uno dei classici del pensiero politico del XX secolo, in un mondo ancora dominato sia da logiche globali di subordinazione razziale e coloniale, sia da movimenti insurrezionali che ci ricordano l'urgenza di un reale processo di decolonizzazione nell'elaborazione di saperi e politiche finalmente liberi e ugualitari..
Altri mondi, altre parole. Gayatri Chakravorty Spivak tra decostruzione e impegno militante
Fiorenzo Iuliano
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2012
pagine: 190
Personalità tra le più interessanti e singolari del panorama teorico-critico contemporaneo, intellettuale e attivista politica, Gayatri Chakravorty Spivak è una dei protagonisti di quel dibattito che da decenni intreccia studi postcoloniali, femminismo e studi sulla subalternità. La sua produzione si configura come uno sterminato macrotesto che mira a destabilizzare le costruzioni consolidate del sapere e del potere così come sono state trasmesse dalla tradizione dell'occidente coloniale, in modo da fare emergere le faglie interne, le voci rimosse e silenziate, le contraddizioni e i punti più inaspettati di frattura e di crisi. Spivak si confronta con l'eredità della tradizione letteraria e filosofica dell'occidente, con le narrazioni convenzionali e spesso fuorvianti dell'India consegnate dalla storia e dalla storiografia europea e americana, e con la realtà in continuo divenire di un presente non più semplicemente globale, ma, inteso, in senso più lato, come planetario. Il lavoro di Iuliano è una mappatura di quell'opera faticosa e incessante di studiosa e critica letteraria, traduttrice, didatta e attivista politica, attraverso cui Gayatri Spivak traccia i contorni di una nuova figura di intellettuale militante, nel tentativo, arduo e ambizioso, di ridefinire il ruolo e lo spazio degli studi umanistici nel nuovo millennio.
Biocapitale. Tecnologie, economia e politiche della «vita in sé»
Libro
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 160
La testa del drago. Lavoro cognitivo ed economia della conoscenza in Cina
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 158
Di fronte al prevalere di dubbie immagini cronachistiche, stereotipate e fobiche, questo libro si propone un duplice obiettivo: da un lato, far conoscere anche nel nostro paese almeno una parte della ricca letteratura internazionale sulla Cina, quasi del tutto ignota al pubblico italiano; dall'altro, analizzare la transizione cinese all'interno delle trasformazioni produttive che negli ultimi decenni hanno cambiato globalmente il rapporto tra capitale e lavoro vivo. E infatti assai riduttivo e fuorviante continuare a pensare alla Cina nei termini di una sterminata riserva di forza lavoro impiegata in occupazioni manuali prive di abilità che invece sarebbero scomparse nei centri della produzione globale. Come mostrano gli studi qui raccolti, lungi dal presentarsi come una periferia del capitalismo cognitivo, la Cina sta diventando uno dei suoi nodi nevralgici. Lo dimostrano i grandi investimenti nella formazione, la produzione hi-tech, la mobilità del lavoro e i conflitti che pochi o nessuno raccontano nel leggere il "miracolo cinese". Oltre al valore scientifico, i saggi qui presentati hanno il pregio di essere frutto di lunghe ricerche sul campo e di accurate indagini etnografiche. Il modo migliore, dunque, per addentrarsi nell'ancora troppo poco noto continente cinese.
Discorso sul colonialismo. Seguito dal «Discorso sulla negritudine»
Aimé Césaire
Libro
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2014
pagine: 110
Movimenti indisciplinati. Migrazioni, migranti e discipline scientifiche
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2013
pagine: 271
Fin dall'inizio degli anni Novanta, le migrazioni sono state in Italia oggetto di molteplici studi critici, che si sono spesso sviluppati ai confini tra diverse discipline scientifiche del sociale, dialogando in modo fecondo con il dibattito internazionale e intrecciandosi con lo sviluppo delle lotte e dei movimenti dei migranti. Il volume si propone di fissare lo "stato dell'arte" di questi studi, di costituire uno strumento introduttivo utilizzabile nella didattica e nell'attivismo e, al tempo stesso, di rilanciare un determinato approccio agli studi migratori. I diversi capitoli affrontano le migrazioni dal punto di vista del genere (Roberta Ferrari), del razzismo (Miguel Mellino), delle generazioni (Luca Queirolo Palmas), della cittadinanza (Enrica Rigo), del lavoro (Devi Sacchetto), della criminalità (Alvise Sbraccia), del nesso tra storia e storie (Federica Sossi), dei diritti (Emilio Santoro) e dello spazio urbano (Agostino Petrillo). I movimenti dei migranti, il loro attraversamento dei confini, mostrano un carattere irriducibilmente indisciplinato, contro il quale reagiscono le discipline scientifiche del sociale. Scopo ambizioso di questo volume è indagare questo nesso e quindi di discutere criticamente della scienza delle migrazioni in Italia.