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«Testimoni dell'ingegno». Reti epistolari e libri di lettere nel Cinquecento e nel Seicento

«Testimoni dell'ingegno». Reti epistolari e libri di lettere nel Cinquecento e nel Seicento
Titolo «Testimoni dell'ingegno». Reti epistolari e libri di lettere nel Cinquecento e nel Seicento
Curatore
Editore Edizioni di Archilet
Formato
Formato Libro Libro: Copertina morbida
Pagine 515
Pubblicazione 02/2020
ISBN 9788899614041
 
40,00

 
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«Registrando i progressi recenti degli studi sull'epistolografia di Antico Regime, Paolo Procaccioli concludeva con un invito ad «assecondare un contesto tanto favorevole» e ad «arricchirlo con proposte di analisi che consentano una penetrazione sempre più consapevole - sempre più criticamente consapevole - dell'oggetto e del fenomeno». A neanche un anno di distanza dalla pubblicazione di queste parole, raccolgo qui una corposa e corale risposta a quell'invito: risposta di cui è bene illustrare storia, ragioni, modi. Il titolo, anzitutto: "Reti epistolari e libri di lettere", nella consapevolezza, ormai dato acquisito, che lo studio delle prime vada unito allo studio dei secondi. L'intento con cui è nata la base dati Archilet, quando ancora - almeno per l'epistolografia - le Digital Humanities erano ai primordi in Italia, era quello di rendere tracciabili i commerci epistolari, ricostruendone in rete la rete: così, lo studio di prima mano delle lettere ha offerto una messe di dati interrogabili in più direzioni, con un incremento decisivo per la conoscenza non solo e non tanto dei flussi epistolari, quanto dei contenuti e delle informazioni. La struttura della base dati, però, ha fatto sì che le singole unità epistolari venissero, appunto, 'singolarizzate', con l'esito di mettere in secondo piano tutta una serie di aspetti riconducibili all'originaria pertinenza delle unità individuali a un insieme collettivo, dotato di una struttura e di una sequenza, risultato di una selezione e di un'orchestrazione consapevoli. Il libro di lettere, insomma, dopo essere stato scorporato per analizzare una a una le singole missive, è tornato prepotentemente a farsi sentire, chiedendo di essere ricostruito e interpretato, di essere riconosciuto nel suo ruolo di portavoce di significati ulteriori, che sbalzano in rilievo non i contenuti ma le architetture, l'immagine da offrire ai nuovi destinatari - diversi e più numerosi di quelli cui in origine erano dirette le lettere -, il ruolo e l'immagine dell'architetto, sia egli l'autore o un curatore. [...]». (dalla Premessa)
 
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