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I tatuaggi sacri e profani della Santa Casa di Loreto

I tatuaggi sacri e profani della Santa Casa di Loreto
Titolo I tatuaggi sacri e profani della Santa Casa di Loreto
Autore
Argomento Arti, cinema e spettacolo Forme d'arte
Collana I saggi
Editore OM
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 59
Pubblicazione 11/2020
ISBN 9788892720404
 
10,00

 
0 copie in libreria
Ordinabile
Nell’andare raccogliendo le superstizioni, le fiabe, le leggende e le credenze dell’Appennino Marchigiano, attorno al XV secolo gli abitanti e i pellegrini che arrivavano in queste zone avevano l’uso di tatuarsi le mani o l’avambraccio vicino ai polsi. Erano tatuaggi di colore blu di figure, motti, croci, simboli sacri, cuori trafitti, teschi e ancore. Questa popolazione così semplice, gentile e intelligente nella quale pare si siano confuse e quasi adagiate le civiltà umbra ed etrusca, ha l’uso di tatuarsi; gli uomini singolarmente: ed è facile di scoprirlo, perché si tatuano in generale le braccia verso il polso. L’osservatore rimane sorpreso di vedere nei lavoratori dei campi, colle maniche rimboccate, questi segni simbolici di colore turchino: una figura, un motto, una croce e i simboli della Passione col sole e la luna, o quello dello Spirito santo, e uno o due cuori sopra un globo, talvolta ad una stella; poi un millesimo, eterno, incancellabile non ti scordar di me, come dice la canzone. Le origini di questa tradizione venivano dal Santuario di Loreto, probabilmente era un atto di devozione o forse di riconoscimento.
 
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