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Recovery fund, condizionalità e debito pubblico

Recovery fund, condizionalità e debito pubblico
Titolo Recovery fund, condizionalità e debito pubblico
Autore
Argomento Diritto Diritto di specifiche giurisdizioni
Collana Centro italiano Sviluppo della Ricerca
Editore CEDAM
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 260
Pubblicazione 03/2021
ISBN 9788813376390
 
27,00

 
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Era l’11 marzo 2020 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di pandemia in relazione alla diffusione a livello globale del virus SARS-CoV-2. Da quel momento in avanti il mondo che conoscevamo è cambiato: il Covid-19 ha colpito con ferocia la salute della popolazione mondiale, ma ha anche messo in ginocchio l’economia globale. Lockdown totali, distanziamento sociale, obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale, sospensione dei più importanti diritti fondamentali, stato di emergenza protratto a oltranza che ha consentito gravissimi vulnus per le democrazie mondiali. Tutto questo, da allora, è accaduto, con intensità diverse a seconda degli Stati che hanno combattuto contro il virus. In questo contesto, anche l’Unione europea ha adottato tutta una serie di misure volte a sostenere le economie e le finanze degli Stati membri ormai travolti dalla crisi pandemica, trasformatasi nella più grande crisi economica e finanziaria dalla fine della Seconda guerra mondiale. Dalla sospensione del Patto di stabilità e crescita al programma di acquisti PEPP della BCE, al fondo SURE, fino alle deroghe al divieto di aiuti di Stato. Questo saggio si occupa del c.d. Recovery fund, la misura anticrisi eccezionale ed una tantum, che dovrebbe consentire all’Unione di supportare quegli Stati che più hanno pagato il prezzo della diffusione virale, tra cui l’Italia. Siamo, dunque, in un’economia di guerra e tutto è da ricostruire. Ma è davvero così? L’Europa “matrigna” si è trasformata in un’amorevole “madre”? Siamo davvero di fronte a un punto di svolta epocale nel processo di integrazione europea? O non si tratta, forse, di una mera illusione? Riuscirà la democrazia a uscire vincitrice da questa situazione?
 
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