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L'angelo di Avrigue-Vento largo-Attesa sul mare

L'angelo di Avrigue-Vento largo-Attesa sul mare
Titolo L'angelo di Avrigue-Vento largo-Attesa sul mare
Autore
Prefazione
Argomento Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945)
Collana Letture Einaudi
Editore Einaudi
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine XIV-338
Pubblicazione 11/2020
ISBN 9788806245337
 
22,00

 
1 copia disponibile in libreria
"Due sono romanzi di terra e uno di mare, ma tutti i personaggi di questi tre libri, contadini o marinai, sono fatti della stessa pasta, che è quella di un’umanità in estinzione, come in via di estinzione sono i paesi sempre più spopolati da cui provengono, nell’entroterra dell’estremo Ponente ligure. Tutti e tre i protagonisti, Gregorio, Varì e Edoardo, sono sfiorati da figure femminili misteriose, affascinanti quanto sfuggenti. Ma non sarà l’amore, in nessuna delle tre storie, a farli uscire dalla loro solitudine quasi metafisica. L’orrore che Biamonti prova per la retorica e l’enfasi non gli impedisce di essere scrittore essenzialmente lirico: in questo senso un compositore che potrebbe essergli idealmente accostato è Maurice Ravel, anch’egli squisito orafo di forme perfette la cui forte espressività non è mai sporcata dalla volgarità del sentimentalismo. Proprio come Ravel è in grado di creare universi fiabeschi alternativi al mondo reale con un’esattezza da ricercatore scientifico, così Biamonti muove le figure dei personaggi sul palcoscenico di una Liguria magica e carica di mistero descritta con occhio da raggio laser, dove contrabbandieri, passeurs di frontiera ed ex marinai sono accomunati dallo stesso disagio esistenziale e i destini di uomini e donne sembrano attraversarsi senza toccarsi realmente. Diverse tragedie del mondo contemporaneo (droga, traffico d’armi, fuga di migranti, guerre) penetrano gradualmente, pagina dopo pagina, in questo mondo apparentemente isolato da tutto e si insinuano come veleno nelle sue vene. La musicalità trasparente della lingua usata da Biamonti lo rende immediatamente riconoscibile e allo stesso tempo lo pone in una posizione anomala rispetto ai suoi colleghi italiani: lui è tra i pochissimi a saper dosare con gradazione millimetrica le sfumature sonore della sintassi, a essere in grado di orchestrare così magistralmente il gioco di pieni e vuoti sulla pagina." (dalla prefazione di Carlo Boccadoro)
 
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