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Passeggiate italiane

Passeggiate italiane
Titolo Passeggiate italiane
Autore
Introduzione
Traduttori ,
Collana NOVECENTO, 10
Editore ETPbooks
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 244
Pubblicazione 03/2023
ISBN 9786185752033
 
18,00

 
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Semni Karouzou era stata istruita per un'archeologia fatta di statue (ne fece quasi una religione), specialmente quelle scolpite nel marmo, prima di tutto capolavori della Grecia, insieme alle tipiche ceramiche dipinte di nero e arancione, di cui era grandissima esperta. In giro per Roma nell'inverno 1929-'30 e per l'Italia del dopoguerra ha una visione singolare, un occhio straniato e una prospettiva patriottica. Aveva ricevuto una Bildung germanica, che ai suoi tempi era considerata il non plus ultra, e che si percepisce nelle Passeggiate italiane. Reminiscenze e citazioni provengono dal fior fiore dei filelleni teutonici, come il suo eroe Winckelmann o l'inevitabile Goethe. Atene e Bisanzio sono l'endiadi della grecità attraverso il tempo, che ha i suoi incrollabili vessilli nel Partenone di Atene e nella Santa Sofia di Costantinopoli. Ed è "la sopravvivenza e la rinascita greca nel bel paese" a ravvivare nuovamente la nostra Periegeta: S. Maria Antiqua e San Clemente, i nomi dei luoghi che tramandano la memoria di comunità greche, il sepolcro di Bessarione (diventato cardinale di Santa Romana Chiesa), Santa Maria in Cosmedin "dove i greci si concentrarono grazie al loro intuito infallibile", le tombe degli elleni nel cimitero a Porta San Paolo, il monastero di San Nilo a Grottaferrata. Insieme all'ammirazione per Bisanzio è il rimpianto che la storia non sia andata per il verso giusto e che la dominazione ottomana abbia impedito la rinascenza dei greci, con l'emigrazione dei "saggi belli e immortali" che tanto fecero per l'umanesimo italiano. Ecco allora le rimembranze degli intellettuali costantinopolitani a Firenze, "Novella Atene": il poeta Michele Marullo Tarcaniota, Manuele Crisolora, primo professore di greco allo Studium, Giovanni Argiropulo, maestro del Poliziano, insieme a tutti i fiorentini devoti alla Grecia, come Marsilio Ficino e Lorenzo dei Medici, che accendevano ceri a Platone, grati per tutto quello che "Atene inviava per inondarli di luce divina".
 
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