Asterios: Piccola bibliothiki
La sventura e la grazia. Come credere in un Dio assente. Saggio su Simone Weil
Gustavo Micheletti
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2019
pagine: 302
Nessun filosofo può sottrarsi al rischio di rimanere preda dei paradossi che arriva a vedere e pensare, al rischio di esplodere in volo un attimo dopo averli sfiorati con le proprie ali. Come Kierkegaard testimonia e come Jean Luc Marion sottolinea “un pensatore senza paradosso è come l’amante senza passione, pura mediocrità”. Il pensiero di Simone Weil non può che sottrarsi a qualsiasi sospetto in tal senso: la sua idea di Dio propone paradossi incalzanti cui la sua stessa vita rimase a lungo sospesa e il fatto stesso che per lei Dio possa manifestarsi solo tramite la sua assenza risulta fondamentale per poter comprendere il suo rapporto con la fede cristiana. L’esperienza della sventura ha proprio la prerogativa di rendere “Dio assente per un certo tempo”, un tempo in cui, “bisogna che l’anima continui ad amare a vuoto, o almeno a voler amare, seppure con una parte infinitesimale di se stessa. Allora un giorno Dio le si mostrerà e svelerà la bellezza del mondo, come accade a Giobbe”. La sventura è per la Weil un dispositivo semplice: raduna tutto il male e lo raccoglie in un unico punto per trasfigurare il dolore di cui l’essere umano è capace in una dimensione impersonale.
Gaia Universalis. L'universo è un organismo vivente
Ernesto Di Mauro
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2018
pagine: 96
"L'universo è una struttura unitaria vivente". Il significato di questa affermazione viene precisato ed i suoi limiti discussi. Le basi di questa idea sono state poste da Alexander von Humboldt (che per primo ha concepito la rete della vita, formulata in "Cosmos", 1834) e da James Lovelock che nel 1972 ha proposto l'unità vivente della Terra ("Gaia, un nuovo sguardo alla Vita sulla Terra"). Il concetto di Universo come unità vivente è strettamente legato al Principio dell'Osservatore, che è colui che sa cosa è la Vita e cosa è la Terra nella sua struttura unitaria, e chi è lui stesso. L'Osservatore in realtà sono gli Esseri Umani, me compreso. Per capire che senso ha che un organismo di questo Pianeta formuli un concetto di questo tipo va, in breve e con un po' di distacco, considerato anche lui. Il discorso inizia esaminando l'unità dell'Universo ed il concetto di Vita, cercando i punti di contatto tra i due argomenti e le proprietà che in Universo e Vita coincidono; o almeno si avvicinano. Il sottotitolo di questa prima parte è "Il sesso degli angeli", a sottolineare la fragilità della logica dell'argomento e, per quanto mi riguarda, il suo interesse di confine tra fisica e metafisica. Il discorso prosegue poi occupandosi della Genetica della brava persona, ad indicare che la specie umana ha come carattere genetico intrinseco, come proprietà dirimente, alcune caratteristiche che lo portano da un lato alla socialità, dall'altro alla elaborazione del pensiero astratto. Poiché la vita e le condizioni che la permettono e la mantengono sono tutto fuorché astratte ed evanescenti, vengono esaminate le ultime tappe della evoluzione umana ripercorrendo i cambiamenti che hanno permesso, e causato, di essere quello che siamo e di pensare in modo ampio. Di questa straordinaria realtà e della unicità di questo processo evolutivo non ci si rende in genere ben conto. Vengono ricordate alcune tappe evolutive del pensiero umano che riguardano in modo particolare i limiti che separano fisica e metafisica. Tra le quali: la poetica di Esiodo ed il pensiero degli Stoici e dei Pitagorici, coloro che erano giunti alla convinzione che l'unica categoria della mente umana in grado di capire la natura ed il Logos che regge e guida l'Universo è la matematica. Da qui nasce la scienza e la capacità di spingere il pensiero fino ai confini dell'Universo, e di sentirci parte di esso.
Storia e teofania. La storia per un cristiano è una continua teofania
Georgios Metallinos
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2018
pagine: 288
«Dal punto di vista cristiano, la storia ha un "senso". Non è un flusso casuale e un intreccio di eventi e accadimenti, ma si offre al tempo stesso all'uomo come possibilità che gli viene donata per affermare il suo valore, per realizzare il suo destino [...]. La divinizzazione, tuttavia, quale unico fine e scopo dell'uomo nella storia, presuppone la presenza e l'azione non solo dell'uomo, ma anche di Dio, nella realtà storica. La storia, in un'ottica cristiana, è una continua teofania. Natale, la nascita di Dio da una donna come Dio-uomo, è la manifestazione e la conferma della realizzazione dello scopo della storia, come conseguimento dell'unione teantropica. Eternità e temporalità, trascendenza e materialità, sovrastoricità e storicità si uniscono, nella persona di Gesù Cristo, in un'unione perfetta [...]. "Colui che assolutamente nulla può contenere è contenuto in un grembo. Colui che è nel seno del Padre sta tra le braccia della Madre", auconfinandosi entro i limiti finiti di ciò che è storico e umano. Questo è il prodigio di tutte le ere, il prodigio "straordinario" e "unico" (unicum) di tutta la storia. La presenza di Dio nella storia rende possibile l'incontro tra Dio e l'uomo, un incontro che si compie come dialogo redentivo del Creatore con la sua creatura, che porta alla loro unione, all'evento, cioè, della salvezza intesa quale realizzazione dell'uomo e attuazione dello scopo della storia».
L'estremo sacrificio e la violenza. Il mito politico della morte nella destra rivoluzionaria del Novecento
Francesco Germinario
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2018
pagine: 544
La celebrazione della morte ha costituito un tema fondamentale della destra nazionalrivoluzionaria del Novecento. Questa constatazione implica che il tema della morte può essere utilizzato quale laboratorio d’analisi per osservare alcuni aspetti fondamentali dell’universo ideologico di questa cultura politica. Infatti, fenomeni quali il "rito politico", l’"estetizzazione della politica" e la "sacralizzazione della politica" – sui quali negli ultimi decenni si è concentrata l’attenzione della più avvertita storiografia sul fascismo, da George L. Mosse a Emilio Gentile – intrattengono un rapporto molto stretto con la celebrazione politica della morte. Celebrando la morte, la destra nazionalrivoluzionaria ha inteso offrire una risposta alla crisi di senso diffusasi in settori consistenti delle masse nel corso del Novecento. Inoltre, proprio il rivendicato confronto con la morte tradisce la vocazione nazionalrivoluzionaria alla "radicalizzazione dello scontro politico".
Simbolo e violenza
Emiliano Bazzanella
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2018
pagine: 344
Le tesi che Bazzanella cerca di esporre nel suo saggio molto denso e ricco di contributi tratti dalla filosofia, dall’antropologia, dalla sociologia e dalla psicologia sociale, consiste nell’evidenziare come la violenza da un lato sia connaturata al “senso” e al linguaggio dell’uomo, quasi a livello fenomenologico potremmo dire, dall’altro come essa si manifesti per un preciso inceppamento strutturale all’interno del senso stesso, ossia come una défaillance che non si traduce in una “mancanza” o in un’impotenza, ma paradossalmente in una sorta di eccesso. Se il senso costituisce nel suo complesso quella struttura relazionale attraverso la quale incontriamo e affrontiamo la realtà, esso manifesta anche una doppia faccia, poiché rende possibile una “comunità” con le proprie leggi e la propria etica, ma la minaccia continuamente alla base laddove instaura eccessive differenziazioni e disuguaglianze: “il possesso della verità o, addirittura, il possesso in se stesso, sono il fondamento di ogni polemogenesi” .
Essere. La scienza e gli spazi della filosofia
Ernesto Di Mauro
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2018
pagine: 135
Fino a che punto io mi comprendo? La teoria della mente descrive la capacità di attribuire stati mentali ad altri, ed è stata a lungo considerata unica agli umani. Ma in uno studio recente è stato analizzato il comportamento di bonobo, scimpanzé ed urangotan che osservavano filmati di umani che svolgevano alcune funzioni (tipo: cercare oggetti in scatole dei quali gli umani ignoravano il contenuto, mentre le scimmie lo conoscevano). I volti dei primati venivano filmati di nascosto. Dalle loro espressioni, dai loro cambiamenti e dai movimenti dei loro occhi se ne potevano definire alcuni pensieri, tipo: delusione, partecipazione affettiva e, soprattutto, anticipazione e volontà di empatia. Una delle conclusioni dello studio è che gli animali erano coscienti che gli umani potevano pensare in modo sbagliato, partecipando emotivamente. Un altro studio ha analizzato l'aiuto che quei primati potevano (sapendo in che scatola era la banana, e sapendo come aprirla) fornire ad umani ignari che dovevano fare la stessa cosa. Il risultato sorprendente è che le scimmie volevano aiutare gli umani, che capivano quando questi stavano per sbagliare, e che le loro performance in questo test somigliavano da vicino a quelle di un bambino di 16 mesi. Questo mostra che le scimmie hanno una qualche rappresentazione mentale di cosa pensa un'altra persona. Ovvero: leggono la mente. Fino a che punto la comprensione del pensiero altrui che hanno le scimmie somiglia a quella umana? La domanda è parziale e mal posta. Più correttamente: fino a che punto gli umani comprendono il pensiero altrui? O, più semplicemente, pensando al mio pensiero fino a che punto io mi comprendo?
La bella eterna. Il mistero della Chiesa
Vlachos Hierotheos
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2018
pagine: 245
Frutto di discorsi tenuti, nell'anno 1989-1990, ai catechisti dell'arcidiocesi di Atene nel quadro di un "seminario" consacrato alla loro formazione, il presente libro si rivela una vera iniziazione al mistero della Chiesa. Ossia al mistero della Sposa, celebrato nel Cantico dei cantici. Da buon mistagogo, ispirandosi alla lettera e allo spirito dei Padri, il metropolita Hierotheos ci segnala le vie fondamentali di accesso a tale mistero. Ci tratteggia i principali connotati biblici della Chiesa; le proprietà che la contraddistinguono, professate ogni volta, solennemente, nel Credo; la sua relazione imprescindibile (pericoreticà) con l'Ortodossia e con l'Eucaristia; il suo rapporto con Dio, con il mondo, con l'uomo, con il tempio di pietra, nella maestosa (da vertigini!) visione di Massimo il Confessore; i segni distintivi di un pensiero che voglia essere conforme al suo pensiero; la cattolicità della sua vita, che prevede, senza divisioni ma anche senza confusioni, sia azione che contemplazione, sia sacramenti che ascesi, sia teologia apofatica che teologia catafatica, sia monaci che coniugati, sia monasteri che parrocchie, sia chierici che laici; il suo legame con la legge (e con le sue deviazioni possibili: antinomismo e legalismo); la secolarizzazione che talora la infetta, come infetta, talora, la teologia e la pastorale; il "Synodikón dell'Ortodossia" che, proclamato ogni prima domenica di quaresima, rievoca con anatemi e con acclamazioni le eresie che hanno tentato di piegarla e le verità che essa ha di volta in volta, caparbiamente e santamente, riaffermato (grazie all'impavida confessione di tanti suoi membri, battezzati nella nube luminosa dello Spirito). Una mistagogia, questo libro. Semplice (l'oralità e le sue esigenze la informano tutta). E nondimeno profonda (come è sicuramente profondo il pensiero dei Padri copiosamente citato). Un umile strumento per esperire, con maggiore consapevolezza, la Chiesa. Che non è anzitutto un oggetto su cui costruire un'indagine, ma un corpo di grazia in cui entrare, vivere e morire. Per gustare, fin d'ora e per sempre, nella terra dei viventi, e cioè in essa, l'identica vita del Vivente. Dello Sposo del Cantico che, sull'altare, consegna a lei, ogni giorno, la propria vita che fa morire la morte.
L'attimo e l'anima. Goethe nella metropoli di Simmel
Michele Gardini
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2018
pagine: 144
La filosofia del denaro e la sociologia della grande metropoli sono i riferimenti più noti tra i quali si è organizzata la riflessione di Georg Simmel (1858-1918) sulla modernità. Essi non sono tuttavia gli unici. L'intellettualizzazione progressiva delle forme sociali e l'incremento abnorme della vita nervosa sullo sfondo dell'economia monetaria e dell' esistenza metropolitana hanno visto l'autore, sulla soglia quasi simbolica del primo conflitto mondiale, rivolgere a Goethe un ultimo sguardo filosofico e umano carico di partecipazione e velata speranza. La fisionomia del grande poeta tedesco, pur colta a partire da un determinato momento storico, sociale e culturale, si metamorfizza allora nelle mani di Simmel in un mito senza tempo: un'altra e forse ultima possibilità, insieme storica e ideale, di perfetta integrazione tra l'uomo e il suo mondo, la vita e la forma, la ricezione e la donazione. Ciò che Simmel ha altrove definito la "tragedia della cultura", il conflitto mortale tra il fiume della vita e le sue cristallizzazioni specifiche, non trova spazio per svilupparsi nel meraviglioso equilibrio, insieme poetico ed esistenziale, della fisionomia goethiana. Il presente studio prende le mosse dal fittissimo dialogo intessuto con Goethe per mettere il mito esistenziale costruito da Simmel alla prova della modernità, con le sue strutture economiche e tecno-scientifiche. Fedele all'ispirazione più profonda dell'autore, esso si cala nel suo tema per superarlo verso una riflessione più comprensiva sul significato della "vita" e delle "forme" nella contemporaneità.
Il diavolo veste ISIS. Lo straniero di casa
Sarantis Thanopulos
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2018
pagine: 104
Nel mondo globalizzato la quantità ha emarginato la qualità. Regna il quanto che misura la nostra (in)felicità. Il quando (il tempo opportuno dell’incontro), il perché (la domanda del desiderio), il come (le strade da percorrere) e il dove (il luoghi dell’incontro) subiscono la sua feroce sovradeterminazione nei rapporti di scambio, sempre più ineguali e inariditi. L’ineguaglianza degli scambi determina i movimenti migratori, li costituisce come sradicamento totale, esilio senza sogno. Chi governa dovrebbe avere il coraggio di dire ai cittadini che far spazio, donare in modo unilaterale, non è impoverimento, né sacrificio. È un investimento per il futuro, crea le condizioni per essere ricambiati, quando lo scambio sarà diventato possibile. L’unico modo per proteggere da smottamenti catastrofici un mondo sempre più in movimento e renderlo vivibile. Non si può abitare nell’estraniazione, privi della possibilità di un incontro. Il gesto folle del terrorista suicida ci informa che arriviamo troppo tardi all’appuntamento con l’altro e incontriamo solo la morte. L’indifferenza affettiva genera una violenza distruttiva invisibile che cancella le radici dei nostri legami con la vita.
Simone Weil e la questione gnostica
Cosimo Schena
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2017
pagine: 144
Il pensiero di Simone Weil, una delle voci più significative del ‘900, ha conosciuto in questi ultimi anni una rinnovata fortuna. Sebbene l’opera della filosofa, mistica e scrittrice francese sia stata oggetto di numerosi studi che l’hanno analizzata da diverse prospettive, alcuni aspetti della sua riflessione sono stati trascurati dalla critica e restano terreno fertile di analisi, come nel caso del rapporto tra la Weil e lo gnosticismo. All’interno di un tema tanto ampio, come può sembrare quello del rapporto di un filosofo con un orientamento del pensiero articolato com’è stato lo gnosticismo, si è scelto di focalizzare gli sforzi nel tentativo di far emergere quell’idea di Dio elaborata dalla Weil, che fu una pensatrice fortemente attratta dalla deriva gnostica; il Dio weiliano, infatti, non è più onnipotente, bensì assente, un Creatore che si è ritirato dal mondo, un Dio che vogliamo provocatoriamente definire “gnostico”, trascendente, perché, come sostiene la filosofa francese, l’atto di creazione non va inteso come un atto di potenza, ma di abdicazione, nel quale Dio, avendo rinunciato a essere re del mondo, vi ritorna come “mendicante”.
Pasolini. Perché ho accettato di scrivere...
Irene Toppetta
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2017
pagine: 96
«Perché ho accettato di scrivere per Tempo la presente rubrica? È una domanda che faccio a me stesso [...] invoco a giustificarmi la necessità "civile" di intervenire, nella lotta spicciola e quotidiana, per conclamare quella che secondo me è una forma di verità. Dico subito che non si tratta di una verità affermativa: si tratta piuttosto di un atteggiamento, di un sentimento, di una dinamica, di una prassi, quasi di una gestualità». Ciò che si propone è un'interrogazione sull'impegno giornalistico di uno scrittore impegnato. Perché Pier Paolo Pasolini - poeta, romanziere, saggista, cineasta - ha sentito il bisogno di esprimersi anche attraverso i giornali? Quale passione, quale necessità, quale urgenza lo muovevano? Attraverso un percorso, che parte dall'analisi degli articoli giornalistici degli anni Settanta e va a ritroso, tracciando un quadro della vasta e variegata produzione artistica pasoliniana, si vuole condurre il lettore alla scoperta o all'approfondimento dell'opera di uno dei maggiori intellettuali del Novecento, la cui voce continua a risuonare forte nel nostro tempo.
La paternità nella psicologia primitiva
Bronislaw Malinowski
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2017
pagine: 110
Nel 1913 un giovane antropologo polacco, Bronislaw Malinowski, pubblicò un libro su La famiglia fra gli aborigeni australiani che fece epoca perché spazzò via tutte le vedute dominanti sulla famiglia «selvaggia» o extraoccidentale dove si riteneva imperassero la promiscuità sessuale o il matrimonio di gruppo. Il fatto poi che la paternità consanguinea non fosse neppure conosciuta e non avesse gran che valore urtò a tal punto la suscettibilità e l’incredulità europea che Malinowski decise di ribadire l’«incredibile argomento» in un saggio a sé stante. Questo saggio fu, nel 1927, The father in primitive psychology, le cui pagine misero in crisi l’universalità del complesso di Edipo conclamata dalla psicanalisi. Questo piccolo e scottante «classico» dell’antropologia (non privo di fascino provocatorio nella nostra epoca di nuove tecniche della nascita), che mise a disagio Freud, Róheim, Jones, è accompagnato da una stupenda prefazione prospettica della indimenticabile Armanda Guiducci, con il titolo Un eroe delle lontananze.