Astrolabio Ubaldini: Opere di Krishnamurti
Guerra. Può finire il conflitto? Sul conflitto
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 212
“Siamo noi i responsabili, ognuno di noi, della guerra. La guerra è il prodotto finale della nostra vita quotidiana, è causata dai nostri pensieri, sentimenti e atti quotidiani. Proiettiamo ciò che siamo nei nostri rapporti lavorativi, sociali, religiosi; come noi siamo, così è il mondo”. Con queste parole, nel giugno del 1945, Krishnamurti si rivolgeva al pubblico di Ojai, mettendo in luce le cause dei conflitti più sanguinosi e distruttivi tra gli esseri umani. Attraverso l’attenta osservazione e l’esame interiore, Krishnamurti rileva la difficoltà umana di comprendere come l’azione guidata dal pensiero, che è necessariamente fondato sulle esperienze passate e sulla memoria selettiva, è sempre destinata a causare conflitti nelle relazioni, sia tra due persone sia, in scala più grande, tra gruppi di individui che definiamo ‘nazioni’. In modo evidente viviamo in un mondo che non ha pace. La politica, la gerarchia cristiana, gli hindu, i buddhisti e i musulmani parlano di pace, ma di fatto non c’è. I governi, le guide religiose, i movimenti per la pace non sono stati in grado di portare unità e pace. È dunque ancora possibile usare questa parola? In quali modi può realmente aver inizio uno stato di pace? Krishnamurti indica che soltanto la pace della mente, in ognuno di noi, può segnare la fine di ogni conflitto. È questa l’unica pace, autentica, possibile, non soltanto in noi stessi ma anche con chi ci è vicino e con il mondo, con l’ambiente, con la natura. È una pace che affonda le sue radici in profondità, che è incrollabile, non superficiale e passeggera. E inevitabilmente si riverbera nel mondo esterno. I due testi qui presentati raccolgono i discorsi pubblici sul tema del conflitto tenuti dall’autore in diverse parti del mondo nell’arco di quarant’anni, e anche numerosi dialoghi in forma di domande e risposte a singoli interlocutori, caratterizzati da una più disinvolta informalità che Krishnamurti particolarmente apprezzava. Introduzione a "Può finire il conflitto?" di David Skitt.
Diario. La bellezza della vita. Edizione completa settembre–ottobre 1973, aprile 1975, agosto 1981
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 150
Dopo il “Taccuino”, questo è il secondo libro scritto personalmente da Krishnamurti; gli altri, come è noto, sono la registrazione dei suoi dialoghi, che costituivano la sua normale modalità di comunicazione. Questa nuova edizione è arricchita da trentasei pagine inedite che Krishnamurti consegnò a Mary Zimbalist nel 1981, quando il testo era già andato in stampa. Nuove testimonianze del dialogo di Krishnamurti con se stesso che formano così, per la prima volta, un “Diario” completo. Proprio questo rivolgersi a se stesso più che a un interlocutore permette a chi lo legge di percepire un cambiamento di registro rispetto agli altri libri; una modalità inusuale e affascinante. Il libro nasce nel settembre del 1973, quando Krishnamurti comincia a tenere un diario. Per quasi sei settimane scrive quotidianamente le sue note su un taccuino. Durante il primo mese di questo periodo egli risiede a Brockwood Park, nell’Hampshire, e per il resto del tempo, a Roma. Riprenderà il suo diario diciotto mesi più tardi, mentre è in California e per l’ultima volta nell’agosto del 1981. Le giornate iniziano quasi tutte con la descrizione di qualche scenario naturale, ma solo in tre casi Krishnamurti descrive il luogo in cui si trovava effettivamente in quel periodo. Per il resto, ricorda luoghi in cui ha vissuto, e la vivacità e la limpidezza della sua memoria per gli spettacoli della natura rivelano quanto acuto fosse il suo spirito di osservazione e quanto la sua stretta vicinanza con la natura sia stata un’ispirazione costante per il suo insegnamento.
Pensa a questo
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2013
pagine: 192
Una serie di discorsi rivolti in origine a studenti, insegnanti e genitori, ma profondamente significativi per tutti a causa dell'acuta intuizione e della lucida semplicità con cui Krishnamuti mette a nudo l'ambizione, l'avidità, la sete di potere che infettano la società umana. Krishnamurti esamina con obiettività le espressioni di quel che ci piace definire cultura, educazione, religione e tradizione, e dimostra come la vera cultura non dipende dall'apprendimento, dal talento o dal genio, ma da "un movimento senza tempo alla ricerca della felicità, di Dio".
La rivoluzione comincia da noi
Jiddu Krishnamurti
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2012
pagine: 249
Siete davvero convinti di voler cambiare? Siete davvero interessati a una rivoluzione, a una trasformazione profonda nell'essere? Sapete cosa significhi veramente, cambiare? Nel suo stile sempre sferzante e destabilizzante, Krishnamurti squarcia subito il velo sulle reali intenzioni di chi lo interroga, di chi lo ascolta, di chi - oggi - lo legge. Il tema del cambiamento è il filo rosso che lega questi discorsi tenuti in tutto il mondo tra il 1952 e il 1959. Da Bombay ad Amburgo, da Londra a Nuova Delhi, da Bruxelles a Madras, Krishnamurti parla all'essere umano e alla sua incapacità di fermarsi a osservare il funzionamento della propria mente. Il cambiamento non può mai essere frutto di autodisciplina, controllo o desiderio; non può essere provocato da un atto di volontà né dall'ambizione di diventare qualcosa di diverso da ciò che si è: al contrario, la via per il cambiamento comincia proprio dal polo opposto: vedere, accettare, osservare ciò che si è. Quando si osserva il funzionamento della mente come se fosse un meccanismo complesso finché essa non divenga profondamente silenziosa, la mente cessa di far parte del tempo, e si manifesta uno stato capace di provocare una rivoluzione nell'essere e nell'atteggiamento interiore. Non è qualcosa che si può spiegare e comprendere a parole o a livello razionale, è qualcosa attraverso cui bisogna passare con la propria esperienza. L'unica chiave che Krishnamurti può suggerire è infatti quella della consapevolezza.
Riflessioni sull'io
Jiddu Krishnamurti
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2009
pagine: 200
È possibile vivere senza affidarsi a nessuna autorità? Secondo Krishnamurti, per collegarci pienamente a ciò che è reale, occorre esaminare in prima persona, senza poggiare su alcun puntello esterno, alcuna tradizione, ma neppure su ciò che abbiamo imparato in precedenza, su ciò che già conosciamo. Bisogna rivolgersi unicamente all'esperienza in corso. Egli non fu un filosofo in senso classico, ma piuttosto un veggente e un maestro, e i suoi discorsi erano meditazioni guidate. Amava interrogarsi insieme al pubblico, aiutando migliaia di ascoltatori a svincolarsi da modelli di pensiero profondamente radicati. Con l'esempio e l'indagine incoraggiava continuamente a esaminare la propria esperienza di sé e del mondo e a sviluppare un proprio 'sguardo critico'. La gamma dei suoi interessi fu estremamente varia, e il presente volume mira a illustrare soprattutto quella parte del suo pensiero che si concentra sui temi dell'io e dell'identità personale. Ma, inevitabilmente, l'autore tocca tutte le corde che hanno a che fare con il motivo del suo impegno nel mondo: favorire una trasformazione radicale della coscienza. I brani sono tratti principalmente da dialoghi tenuti a viva voce da Krishnamurti, per cui la lettura risulta estremamente vicina all'ascolto diretto della voce, del suo continuo domandare, stimolare questioni esistenziali, pungolare e mettere in discussione tutte le 'verità' che diamo per scontate e che non fanno che limitare la nostra libertà.
Come siamo. Liberare la mente da tutti i condizionamenti
Jiddu Krishnamurti
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2008
pagine: 149
Krishnamurti è stato un filosofo nel senso originario della parola, non un accademico o un intellettuale, ma un amante della verità che ha sollevato domande essenziali sulla vita. Ha dedicato la sua vita a parlare alla gente in tutto il mondo delle eterne domande esistenziali. In questa serie di otto discorsi tenuti a Ojai, in California, nel 1955, esamina la confusione, le abitudini e i presupposti della mente umana, che sono alla radice di tutta la violenza e la sofferenza del mondo. Benché queste riflessioni siano state offerte più di cinquant'anni fa, il loro significato è ancora innovativo e rilevante per i nostri tempi. Krishnamurti esamina un mondo in cui il boom della produzione e i progressi della scienza promettono un futuro felice senza mantenere la promessa. Punta il dito contro l'escalation delle guerre, della competizione, dell'invidia e del nazionalismo, nonostante i progressi nell'educazione, nell'ecumenismo religioso e nelle tecniche di miglioramento di sé. Essenzialmente chiede ai suoi lettori di considerare che gli apparenti progressi del sé non sono progressi verso la libertà, ma un cammino verso l'illusione. Conoscere la propria mente attraverso la diligente auto-osservazione, afferma Krishnamurti, è l'unica via alla libertà.
Questa luce in se stessi. La vera meditazione
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2007
pagine: 135
In diciotto piccoli capitoli tratti da discorsi inediti, Krishnamurti ribadisce il suo messaggio, semplice e al tempo stesso rivoluzionario: il rifiuto di ogni religione istituita, di ogni autorità spirituale, della capacità stessa della mente razionale di avventurarsi in territori che non le competono, e insieme la profonda fiducia nella natura dell'uomo, in grado di trovare in se stesso quella luce che ha cercato per secoli, inutilmente, all'esterno. Perché, nonostante i grandi progressi tecnologici, l'umanità si trascina nel disordine, nel conflitto, nella paura e nell'insoddisfazione, sempre più incapace di vivere in armonia con la natura e con i suoi simili? Per Krishnamurti "noi siamo il mondo", e il nostro caos individuale si riflette nel caos globale. La risposta, la sfida che ciascuno deve assumersi, passa per l'abbandono di ogni idea, concetto o teoria, e la ricerca di qualcosa di veramente sacro al di là del tempo. Solo la mente che sa investigare, che sa trascendere il conosciuto e rifiutare ogni condizionamento o controllo, può arrivare alla comprensione, alla libertà, alla pace interiore, ed essere una luce per se stessa.
Taccuino. Un diario spirituale
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2007
pagine: 284
Questo "Taccuino" di Krishnamurri è la dattilografazione fedele di 323 pagine manoscritte e numerate dall'autore stesso. Si credeva all'epoca, e si è creduto per molto tempo, che si trattasse della totalità delle annotazioni che Krishnamurti aveva raccolto in un taccuino dal giugno 1961 al gennaio 1962. Solo nel 2000, tra i materiali recuperati a Ojai dalla Krishnamurti Foundation, furono ritrovate 32 pagine aurografe che corrispondevano al seguito esatto del "Taccuino": anche la numerazione delle pagine era consecutiva. Non si sa il motivo per cui queste pagine, di fatto quelle finali del "Taccuino", siano rimaste separate dal resto. Tuttavia oggi il lettore può leggere questa testimonianza di uno dei più grandi maestri del nostro tempo nella forma in cui lui stesso l'aveva concepita.
Può cambiare l'umanità? Dialogo con i buddhisti
Jiddu Krishnamurti
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2003
pagine: 163
Negli anni 1978 e 1979 Walpola Rahtila, studioso buddhista, pone a Krishnamurti alcune domande stimolate dalla lettura dei suoi libri. A quegli incontri partecipa Irmgard Schloegl, nota insegnante di buddhismo zen. Quasi tutte le conversazioni, in cui intervengono, insieme ad altri, anche il fisico David Bohm e lo scienziato e saggista Phiroz Mehta, vertono su temi di importanza cruciale: la natura dell'identità personale, l'esistenza di una verità relativa e una verità ultima, la distinzione fra visione profonda e comprensione intellettuale, il libero arbitrio, l'amore, la vita dopo la morte; tutti argomenti rispetto ai quali Walpola Rahtila sostiene una sostanziale affinità fra l'insegnamento del Buddha e quello di Krishnamurti.
Libertà totale
Jiddu Krishnamurti
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1998
pagine: 350
Quando Krishnamurti parla di 'libertà' questo concetto comune diventa qualcosa di più profondo, che agisce interiormente sul lettore (o sull'ascoltatore), che ha la capacità di cambiarlo dal di dentro. 'Libertà' diventa un concetto vivo e totalizzante, intrecciato con una fitta rete di altri concetti altrettanto vivi e trasformativi: l'attenzione come decentramento dall'io, l'identità tra osservatore e osservato, la verità come trasformazione, e così via. In questo volume sono stati raccolti alcuni tra i suoi testi più significativi, con l'intento di presentare una mappa di questo tessuto concettuale vivo, pulsante e attivo, che tocca l'anima dei nostri problemi e misteriosamente cambia il nostro modo di percepirli. La prima parte raccoglie discorsi tenuti negli anni immediatamente successivi alla sua uscita dalla Società Teosofica. La seconda è tratta da dialoghi con singoli discepoli, da un discorso sull'educazione e da scritti più personali, come il Diario e A se stesso. La terza raccoglie dialoghi avvenuti durante incontri pubblici. L'ultima parte presenta la descrizione di Krishnamurti stesso del cuore del proprio insegnamento, seguita da estratti degli ultimi discorsi che approfondiscono il tema riallacciandosi all'iniziale definizione della verità come una terra senza sentieri che è totale libertà, amore e intelligenza.
Un modo diverso di vivere. Conversazioni sull'uomo
Jiddu Krishnamurti, Allan W. Anderson
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1995
pagine: 208
La società attuale, in cui assistiamo a rapidissime trasformazioni nelle sfere politiche e sociali, ci pone di fronte a una sfida fondamentale che coinvolge tutti gli aspetti del nostro vivere. In queste diciotto conversazioni con Allan Anderson, docente di storia delle religioni, Krishnamurti considera l'estrema urgenza di una trasformazione globale dell'individuo, una trasformazione che potrà accadere solo quando ci assumeremo la responsabilità della nostra 'salvezza'. Basta quindi con l'autorità degli esperti, dei guru e dei sacerdoti, basta con la cieca e nevrotica obbedienza a una fede religiosa, con l'identificazione di comodo con la mia famiglia, il mio partito, il mio stato. La risposta ai gravissimi problemi che affliggono la nostra cosiddetta civiltà è, per Krishnamurti, un'indagine seria e accurata della nostra mente, di questa mente che sta rapidamente distruggendo il mondo. Analizzando la conoscenza, la comunicazione e l'arte di ascoltare, il piacere e la paura, l'amore e il desiderio, la vita e la morte, lo spirito religioso e l'autorità, la meditazione e la sacralità della vita, Krishnamurti dimostra come la vera educazione non dovrebbe consistere solo nell'accumulo di nozioni di utilità pratica, ma in una crescita interiore che porti alla conoscenza di sé e cancelli il conflitto, la lotta, la violenza e la tensione dall'uomo e, quindi, dal mondo.
Andare incontro alla vita
Jiddu Krishnamurti
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 1993
pagine: 184
"I nostri problemi non si risolvono tentando di risolverli". È quanto ci dice Krishnamurti in questi ultimi insegnamenti prima della sua morte nel 1986. "Invece - aggiunge - quando ci limitiamo a osservarli con la mente non agitata da pensieri di soluzione o di fuga, si dissolvono". Contemplarli come si guarderebbe "un prezioso gioiello, di squisita fattura", ci porta di fatto a una "totale liberazione da ciò che ci arrecava sofferenza". Se ci si sforza di pervenire a una soluzione, invece, non si fa altro che rendere maggiore la complessità di qualsiasi problema. Se ci è possibile distoglierci dalla battaglia e sbarazzarci del nostro egoismo, allora la sofferenza svanisce ed è nato l'amore. Krishnamurti ci ricorda che tutto questo avviene con tanta più efficacia quando ci sbarazziamo di tutto ciò che sappiamo o presumiamo di essere, e meditiamo: che significa niente di più che lasciar cadere all'istante le nostre ferite, le nostre paure, l'ansia, la solitudine, la disperazione e il dolore. "È questo il fondamento, è questo il primo passo; e il primo passo - insiste Krishnamurti - è l'ultimo passo". E una delle domande che questo libro pone al lettore è: "Sei abbastanza audace da compiere questo passo vitale?".