Bonanno: Multa paucis
Il mito di una famiglia tragica. I frammenti del Meleagro di Euripide
Sonia Francisetti Brolin
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2019
pagine: 508
Il mito di Meleagro, ucciso dalla madre Altea, ha attraversato la cultura greco-romana dall'Iliade fino agli epitomatori tardi, ponendo in evidenza le inquietanti ambiguità di questa figura, il cui nome stesso evoca un presagio nefasto. Il tentativo di lettura della deperdita fabula euripidea non può prescindere da un'analisi delle fonti relative a tale personaggio, data l'assenza di notizie certe relativamente alla tragedia. Il volume propone un'edizione, con traduzione e commento, dei singoli frammenti inseriti in una ricostruzione della trama, in cui emerge la grande novità dell'opera di Euripide, ossia la tematica di Meleagro innamorato, giacché l'eroe uccide gli zii materni non in una rissa per le spoglie, ma per amore di Atalanta, a cui desidera donare la pelle del cinghiale. La saga calidonia assume così dei significati nuovi, correlati ai cambiamenti sociali dell'Atene democratica e alle tensioni della guerra del Peloponneso, come ben si nota dalla risemantizzazione di alcuni termini. Di fronte a suggestioni mitiche e letterarie, la ricchezza delle parole euripidee è sempre viva, in quanto il loro messaggio, difficile da interpretare per la lacunosità del testo giunto sino a noi, continua a suscitare interrogativi di carattere non solo testuale, ma anche concettuale ed esistenziale.
Verso la frase ben costruita. Il primo libro della «Sintassi» di Apollonio Discolo. Testo greco a fronte
Manuela Callipo
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2018
pagine: 501
Primo trattato di sintassi pervenuto fino a noi, il testo di Apollonio Discolo è oggetto, negli ultimi anni, di interesse crescente da parte della critica. Apollonio è il primo autore noto, nelle teorie linguistiche antiche, a occuparsi sistematicamente della costruzione delle parole da un punto di vista grammaticale e non nell'ambito della dialettica o della retorica. Di fronte alla perdita quasi totale delle opere dei predecessori, che sopravvivono solo in frammenti, la produzione apolloniana è testimone dei risultati a cui era pervenuta la grammatica nel II sec. d.C. e fonte indiretta per i grammatici anteriori. Erede di una lunga tradizione, Apollonio è considerato, insieme al figlio Erodiano, il grammatico più autorevole e influente d'età imperiale e rappresenta il più alto livello raggiunto dal pensiero grammaticale greco; attraverso Prisciano (VI sec), il suo insegnamento passa in Occidente e offre le basi per lo sviluppo della sintassi delle lingue moderne. Il primo libro del trattato, dedicato all'articolo, funge da introduzione all'intera opera: presenta principi di metodo sul significato e sul ruolo della sintassi e digressioni che fanno riflettere sul rapporto di Apollonio sia con la tradizione di scuola alessandrina, sia con la logica stoica, la cui eco è spesso presente tra le righe anche quando non direttamente rivendicata.
La cena di Trimalchione. Dal Satyricon di Petronio
G. Franco Gianotti
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2013
pagine: 488
All'interno del "Satyricon" Petronio, il grande affresco noto come Cena Trimalchionis, concentra in uno spazio delimitato e racchiuso - scena fatta di parole - un campionario spettacolare di prim'ordine. In tale spazio prendono vita le differenze socio-culturali dei commensali: da un lato il padrone di casa e i colliberti, fieri delle proprie ascese sociali e detentori di ricchezze esibite e ostentate con dubbio gusto; dall'altro gli scholastici un maestro di retorica e i suoi due scolari -, detentori della scienza del linguaggio pubblico, narratori e spettatori interni della Cena. Ben calibrati e sapientemente intercalati, i dislivelli tra i due gruppi danno vita a esiti molteplici.
Detti segreti. Il Vangelo di Tommaso nell'antichità
Matteo Grosso
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2013
pagine: 328
Scoperto nel 1945 presso Nag Hammadi nell'Alto Egitto, il Vangelo secondo Tommaso, contenente 114 detti attribuiti a Gesù, ha contribuito a modificare radicalmente la conoscenza delle origini del cristianesimo e non cessa di interpellare gli studiosi circa la sua esatta collocazione nell'ambito delle tradizioni cristiane primitive. In questo volume l'autore indaga la ricezione dei detti del Vangelo secondo Tommaso in contesti rappresentativi della varietà di indirizzi e tendenze presenti nel cristianesimo antico, a partire da un'attenta analisi testuale dei loro paralleli che ricorrono nella notizia sui Naasseni dello Pseudo-Ippolito, Clemente Alessandrino, Origene, Pseudo-Macario, gli scritti manichei confutati da Agostino. Viene messo in luce, caso per caso, lo specifico contributo che in ciascuno di tali ambiti questi "detti segreti" hanno apportato alla riflessione teologica e alla prassi religiosa.
Pervigilium Veneris. La veglia di Venere
Carmela Mandolfo
Libro
editore: Bonanno
anno edizione: 2012
pagine: 160
Il Pervigilium Veneris, un componimento adespoto e non datato in 93 settenari trocaici, descrive la veglia di una festa religiosa, che si terrà in Sicilia, a Ibla, in onore di Venere, la dea che promuove l'amore concorde e della quale si tessono gli elogi. Il carme si apre con l'esaltazione della primavera e dell'amore e il poeta, con soave abbandono, canta le gioie della primavera congiunte con le gioie dell'amore: il verso che proclama l'imminenza e l'universalità dell'amore, cras amet qui numquam amauit quique amauit cras amet, apre e sigilla il carme, scandendo anche le dieci strofe che segnano i tempi del rito e del mito; ma nella chiusa il poeta, con malinconica sensibilità, oppone alle immagini di amore totalizzante la propria condizione di persona esclusa, negata alle feste dell'amore e del canto, che non sa farsi rondine e recuperare la gioia del canto. Con sottile malinconia, che lo rende incredibilmente attuale, si chiede quando verrà per lui 'primavera', quando potrà anche lui porre fine al suo silenzio. Il carme, in cui si mescolano temi popolari ed erudizione letteraria, elementi linguistici del sermo vulgaris e preziosismi lessicali, è stato attribuito agli autori più diversi, da Catullo (I sec. a. C.) a Lussorio (VI sec. d. C.): forse nessuna opera, alla ricerca del suo autore, ha mai oscillato per sette secoli. Del Pervigilium Veneris si fornisce qui l'edizione critica con introduzione, traduzione e commento.
Dionisio Trace e la traduzione grammaticale
Manuela Callipo
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2011
pagine: 224
Il centone di Proba. Testo latino a fronte
Valentina Sineri
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2011
pagine: 336
Il centone virgiliano di Proba, colta nobildonna romana vissuta nel IV secolo d.C., rappresenta il più antico e il più compiuto esempio di poesia centonaria cristiana pervenutoci dall'antichità. Il "riuso" centonario di Virgilio in chiave cristiana trova il suo fondamento ideologico nell'interpretazione allegorica dell'opera del Mantovano: "Vergilium cecinisse loquar pia munera Christi", scrive Proba al v. 23. La centonaria intende mostrare come i versi e gli emistichi virgiliani, opportunamente selezionati e ricollocati, possano esprimere i contenuti più alti della religione cristiana, offrendo ad un pubblico di colti neofiti un carmen sacrum che recuperi la dolcezza della poesia pagana grazie alla sacralità dei contenuti cristiani.
De verbi incarnatione. Centone virgiliano
Eleonora Giampiccolo
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2011
pagine: 120
Il "De Verbi incarnatione" è un anonimo centone virgiliano cristiano composto dopo il IV secolo, forse nel V, in armonia con gli scopi didattici della poesia centonaria cristiana. I grammatici, autori di centoni cristiani, utilizzando i versi del maximus poeta latino, Virgilio, ritenuti i più adatti a celebrare la nuova fede, si impegnavano a creare composizioni che decantassero le verità cristiane, con la speranza che, fornendo una veste virgiliana alla dottrina cristiana, quest'ultima potesse restare maggiormente impressa nella mente dei neofiti. Lungi dalla poco gratificante definizione che riduce i centoni ad opere meramente scolastiche, è senza dubbio doveroso rivalutarne l'intera produzione, non solo per la loro originale imitazione del modello, ma anche per la loro importanza ai fini della constitutio textus virgiliana.
L'orbis terrae di Avieno
Amedeo Alessandro Raschieri
Libro
editore: Bonanno
anno edizione: 2010
pagine: 224
Avieno (IV sec. d.C.), nel momento del tramonto del mondo antico, propone al lettore colto della sua epoca una visione ordinata della realtà celeste e terrestre attraverso la riscrittura di testi greci di ampia e consolidata fama come i componimenti didascalici di Arato e Dionisio Periegeta. Egli compie una sintesi di tutta quanta la tradizione letteraria romana e si dimostra un attento lettore e un fecondo emulatore dei classici della poesia esametrica latina. Si presenta in questo volume un'edizione critica dell'orbis terrae che aggiorna quella di P. van de Woestijne (Brugge 1961). Il testo latino è accompagnato da un'introduzione che affronta in modo originale i principali problemi testuali e interpretativi; si stampa inoltre la prima traduzione italiana dell'opera e un apparato di note contenutistiche ed esegetiche.
De Ecclesia. Cento vergilianus
Adriana Damico
Libro
editore: Bonanno
anno edizione: 2010
pagine: 192
Il centone cristiano De Ecclesia, d'incerto autore e collocabile intorno al IV-V secolo d.C., ambisce, come tutti i centoni cristiani, a realizzare quello che può definirsi un nuovo, "definitivo" sincretismo tra la cultura classica (qui rappresentata dal massimo esponente della poesia latina, Virgilio) e le verità del credo cristiano, alla ricerca di un equilibrio tra mondo pagano e nuovo mondo cristiano, che soddisfi le esigenze e le ansie (si pensi al sogno di Gerolamo, quando Dio lo accusò dicendogli di essere ciceronianus, piuttosto che christianus) dei dotti letterati convertitisi alla nuova religione. Gli esiti di una tale operazione, difficile da giudicare e comprendere da parte di noi moderni, devono essere valutati non solo e non tanto in relazione al loro pregio letterario, ma soprattutto guardando a siffatti componimenti come a testimonianze preziose che ci permettono di aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del nostro passato.