Apisa Grazia
Ti ho rivisto in sogno
Grazia Apisa
Libro: Libro rilegato
editore: Apisa Grazia
anno edizione: 2019
pagine: 86
Raccolta di poesie edite e inedite con alcune fotografie.
Il terzo nome. L'amore presente l’amore assente
Grazia Apisa
Libro: Libro rilegato
editore: Apisa Grazia
anno edizione: 2018
pagine: 104
Raccolta di poesie.
Sopra∞pensiero
Grazia Apisa
Libro: Libro rilegato
editore: Apisa Grazia
anno edizione: 2017
pagine: 90
Se c’è qualcosa d’inesprimibile per definizione è lo specifico della scrittura poetica. Essa si nutre di ciò che è di per sé mistero, inspiegabile per definizione, contraddizione, altro rispetto al mondo oggettuale. Il linguaggio stesso si reinventa in funzione di un dirsi dell’indicibile nei modi inconsueti. Reinventare linguaggi o connotare in forma nuova gli stessi oggetti è una sua specificità. La poesia è dirsi dell’indicibile: pertanto può utilizzare ogni espediente per manifestarsi nella parola, nell’immagine, nel senso e nel nonsenso. Tratta un livello altro rispetto al linguaggio comune. Può esasperare tale linguaggio per dare il senso del significante che il poeta vuole esprimere. In questi scritti l’istante e l’eterno si identificano. Il tempo accompagna ogni forma vivente: “Luce e vita, oscurità e morte”. Anche l’oltre (“Il qui dell’incontro”) abbraccia il tempo e l’eterno, in quanto dimensione dell’anima che tutto accoglie e comprende, “unica dimensione… nella sua pace distesa”.
Tra le due e l'alba. La solitudine delle parole
Grazia Apisa Gloria
Libro: Copertina rigida
editore: Apisa Grazia
anno edizione: 2016
pagine: 104
Dal ritrovamento di alcuni scritti inediti degli anni '90 prende forma questa raccolta di editi e inediti. Un filo conduce la trama dei testi qui selezionati: "Il risveglio della coscienza e l'impossibilità di riaddormentarla. Iniziavo a scrivere tra le due e l'alba e non mi fermavo fino a quando non si manifestava quel tratto di filo che mi teneva desta. Le occasioni d'incontro che avrebbero dovuto placare la mia sete divenivano talvolta ponti per la solitudine, in cui si attuava l'impossibilità di chiudere gli occhi su quella realtà invisibile che chiedeva di farsi luce. E nasceva la necessità di scrivere, per placare il cuore e il pensiero, sempre più anelanti la solitudine e il silenzio, in cui si ricreava l'incontro che rigenerava in me la luce, l'essenza luminosa. Questi scritti potrei definirli, pur aborrendo ogni definizione, ponti per il cielo. Divenivano ossigeno dell'anima, la sua ritrovata melodia".