Arcipelago Itaca
Gli occhi di mattina
Simone Ruggieri
Libro: Copertina morbida
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 132
Soglie vietate
Massimo Parolini
Libro: Libro in brossura
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 92
Prefazione di Umberto Piersanti.
Soggetti a cancellazione
Lorenzo Mari
Libro: Copertina morbida
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 100
"Vorrei non pensare quello che penso; dirlo, senza pensare a quale aspetto dargli, affinché sia più corretto quel che vi è espresso, e sia più intenso. Vorrei non pensare; esser propenso non al migliore, bensì al primo detto, che il mio primo motto abbia l'effetto di togliermi ogni dubbio, per estenso. Per estenso indifeso, ogni giorno, vorrei sapere il verbo rispondente al cuore, al luogo dove s'incontra. Perché sgorghi, senza pensiero intorno, la poesia: acqua trasparente, vento che soffia, luce che s'infiltra. [...]" (Lorenzo Mari)
Vile ed enorme
Lorenzo Fava
Libro: Libro in brossura
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 64
"Nel breve libriccino sapienziale dal titolo Consumazione: un temporale il poeta francese Christian Bobin afferma che l'arte, nelle sue molteplici forme, è sempre ed esclusivamente un canto, un canto ininterrotto alla bellezza, alla sua trascendenza e alla sua convulsa oscenità. Non so se Lorenzo Fava abbia mai letto le pagine di Bobin ma certamente, inconsciamente, potrebbe farle sue. Quello che ci (rap)presenta Lorenzo è, di fatti, un canto smisurato ed agonico, infinito; sotto le mentite spoglie della poesia e del suo ordine metrico, (la quartina in primis), quello che recita è una preghiera incessante. […]" (dall'introduzione di Alessio Alessandrini)
La lepre di sangue
Daniele Barbieri
Libro: Copertina morbida
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 100
Quasi tutte le poesie di questa raccolta sono risposte a - o, se si preferisce, variazioni su - poesie di altri autori. Un lavoro in risonanza che viene poi temperato attraverso un attento studio del ritmo. C'è un basso continuo, ostinato, infatti, un'ossessività metrica che produce una sorta di ondulazione, finendo per governare anche il senso. Si parla di sentimenti, ma senza sentimentalismi. Si richiamano altri testi, ma senza citazionismi. Il risultato, in queste poesie, è spesso molto lontano dal loro punto di partenza: alla fine permane solo qualche parola o qualche atmosfera. Rimane un debito, certo, quello che si porta sempre nei confronti dei testi che ci colpiscono, senza i quali non saremmo quello che siamo.
Voce del verbo mare
Simone Consorti
Libro: Copertina morbida
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 108
"Dietro questa poesia ce n'è un'altra/ Dietro questa poesia ce n'è un'altra/ che tu non sei in grado di leggere/ e il cui significato/ non potresti reggere/ Dietro questa poesia c'è una cosa/ che non è nemmeno poesia/ Spiegarlo a parole è impossibile/ Mi servirebbe un Dio/ capace di mostrare alla marmaglia/ che perfino nella notte più buia/ c'è un cane che abbaglia/ Dietro questa poesia c'è una sorpresa/ una corda impiccata/ alla sua attesa/ Dietro questa poesia/ è inutile che giri di colpo/ Non intendo la pagina sotto/ Non t'incontrerò mai/ Non t'incontrerò mai/ o non t'incontrerò più/ un giorno/ e in entrambi i casi/ io non sono pronto/" (Simone Consorti)
Dizionario minimo
Silvano Sbarbati
Libro: Copertina morbida
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 72
"[...] ...dal luogo orizzontale e rumoroso, incessante e opaco chiamato 'realtà' proprio da qui suggerirei di leggere queste pagine, che a me sembrano per niente elusive rispetto all'esperienza concreta, anzi colme di conoscenza affettiva. Che non vuol dire 'sentimentale', piuttosto incarnata: in relazioni, luoghi, vicende umanissime e comuni, sebbene non prevedibili. Sono versi in cui ogni percezione è processata in una forma, una delle tante possibili, lasciata al lettore come una fotografia. È un'istantanea, non una costruzione realistica, che nel cogliere uno dei tanti momenti disponibili sorprende sia il passaggio del tempo, sia l'inesausto interrogativo che quel momento preciso ci pone. Siamo esseri divisi da questa spettacolare polarità: considerare la nostra vita come un intero e osservarne uno per uno i singoli punti. Queste nostre due parti si parlano, un dialogo ancora più vivo tanto più aleatori sono i nostri giorni. Sbarbati ci conduce a osservare il nucleo segreto di quella conversazione.[...]" (dalla postfazione di Renata Morresi)
Lo spettro visibile
Antonio Francesco Perozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 104
[…] … M. Ghilardi, ci ricorda come per il filosofo francese delle Memorie di cieco “vedere non è solo vedere: ogni sguardo necessita di un occultamento, di un velo che in parte lo ostruisce. Ogni luce, che veicola la vista, partecipa di una dimensione di notte, di ombra; non soltanto come il suo risvolto complementare, ma come intimo sdoppiamento che impedisce di fissare e di fissarsi su un’esperienza che sia pura, primigenia, incondizionata”. È di questa e in questa ambiguità insita nel cuore stesso del vedere che Lo Spettro visibile di A.F. Perozzi vive; qui, dove lo sguardo/telecamera del poeta sembra cancellarsi e rivelarsi, di volta in volta nell’ente, nella forma di vita inquadrata e inghiottita. Da Cosmo di cosmi. Su Lo spettro visibile di A. F. Perozzi di Pasquale Pietro Del Giudice
Ex madre
Francesca Del Moro
Libro: Copertina morbida
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 128
"Ex madre, una definizione di sé ferocemente stigmatizzata da un'ufficialità burocratica spersonalizzante. Con valore privativo. Indica che la condizione o funzione espressa dal sostantivo stesso è ormai decaduta o cessata. Il titolo è il luogo del piccolo, immane, orrore privativo. Il complemento latino di moto da luogo si esprime con ex + ablativo; ex matre, con piccola lenizione della dentale che da sorda si fa sonora, diventa ex madre. La madre è il luogo del lutto. È da un luogo postumo, da una condizione postuma, che scaturisce questa poesia. Ex madre, perdita del sé più viscerale, perdita dell'identità più radicata nel corpo. Il corpo diventa un guscio svuotato che si confonde con la polvere della terra e aspira al pulviscolo divino. Non dal distacco che si fa stile sublime ma da un'identificazione totale, l'orfanità della madre, col figlio morto, che si fa stile umile, classicamente opposto allo stile sublime. Humilis, della terra, dalla terra, humus. Spesso in questi versi si parla di "occhi rotti", di uno sguardo fisso a terra. Il corpo di chi scrive vi giace, un corpo rotto che cade nella scrittura. La poesia è un corpo sostitutivo, di parole, un corpo ricucito dalla scrittura di una mano estranea, alienata a sé, il corpo in balìa del dolore infinito." (dalla prefazione di Rosaria Lo Russo)

