Audax

Il testo si è distinto fra quasi 150 concorrenti del concorso letterario Divoc seconda edizione 2023. Un testo senza pretese, fatto di storie e considerazioni personali ma che spera di arrivare alla sensibilità e alla coscienza di ogni lettore, qualunque sia la sua percezione del “reale” che abbiamo intorno e delle sue prospettive di sviluppo, indirizzato ad ogni lettore qualunque sia stata la sua esperienza di questi ultimi anni un po’ “particolari”. È, di fatto, anche una sorta di grido volto a richiamare l’attenzione dei più distratti su ciò che milioni hanno vissuto sulla propria pelle e ciò che molti di loro hanno vissuto dentro. Ma è soprattutto un abbraccio alla vita in forma di diario-confessione, intessuto di rabbia e amore, riflessioni e visioni, racconti di esperienze che hanno aperto porte e che, come ogni condivisione d’anima, sono potenzialmente in grado di aprirne in chi legge.

Il testo si è distinto fra quasi 150 concorrenti del concorso letterario Divoc seconda edizione 2023. Un uomo che non riesce ad aprire il portone del palazzo in cui abita, quattro ragazze in cerca delle loro madri, un umanoide che scopre la sua unicità grazie a un' insolente bambina. Tre storie solo apparentemente diverse, accomunate dallo slancio insopprimibile verso la Verità che rompe le barriere delle consuetudini sociali e affettive di un mondo che potrebbe diventare il nostro e forse in parte lo è già. Andare oltre se stessi, oltre ciò che siamo costretti a essere, si disvela, in tutti e tre le narrazioni, come soluzione possibile e praticabile per restare o diventare davvero umani.

Il testo si è distinto fra quasi 150 concorrenti del concorso letterario Divoc seconda edizione 2023. L’uomo geniale, l’uomo distruttore. Siamo niente e siamo tanto su questa terra, in questo unico paradiso che ci era stato dato , l’unico che conosciamo. Ma spesso lo trattiamo con sufficienza, noncuranza, arroganza. Viene il dubbio che non capiamo cosa succede, non lo vediamo oppure, peggio, non lo vogliamo vedere. Per distrazione, diffidenza, paura, per conformismo. Ma forse siamo solo su un eterno cammino nel mezzo di cambiamenti sempre più vorticosi. Tante storie, tante emozioni , ma tutte collegate da un filo rosso che porta dall’infanzia ad oggi. Noi siamo una generazione di mezzo. Abbiamo ricordi di un mondo che sta scomparendo, viviamo in un presente che spesso non comprendiamo più, pensiamo al futuro con paura ed incredulità. È giusto che il mondi si trasformi, nessuno ferma questo sviluppo, giusto o sbagliato che sia. Sicuramente non possiamo andare avanti come finora. Troppi cambiamenti, troppi disastri, troppa gente. Si lavora alle soluzioni. Ma il diritto di pensare e di sognare ancora il nostro mondo conosciuto , questo non ci può togliere nessuno.

Nel rapporto sulla ricchezza e la povertà nel mondo, pubblicato da Oxfam27 in occasione del World Economic Forum di Davos 2020, le cifre parlano chiaro: la ricchezza globale si accumula costantemente verso la cima della piramide distributiva composta dall’1% della popolazione. Il risultato di questo accentramento è il continuo aumento della povertà, non solo all’interno dei paesi del terzo mondo, ma anche nei paesi ricchi, o meno ricchi come l’Italia. Eppure la soluzione c’è, è a portata di mano ed è spiegata in termini semplici in questo breve saggio: come uscire da questo tunnel che ci sta portando sempre più in basso, rendendoci sempre più poveri. Perché, come ha ricordato papa Francesco in un suo discorso del 2020, “si tratta di problemi risolvibili e non di mancanza di risorse. Non esiste un determinismo che ci condanni all’iniquità universale”. La povertà nel XXI secolo è una scelta voluta e non sostenuta da teorie economiche o dal fatalismo legato all’idea che “siamo in troppi”, come vorrebbero farci credere coloro che sono dediti a proteggere unicamente gli interessi di un’esigua minoranza della popolazione mondiale.

Nel lavoro "Crisi dell’Occidente e transizione" si presenta una disamina delle condizioni odierne del mondo occidentale. Una attenta analisi dell’Occidente permette di identificare le molteplici linee di frattura di cui è pervaso e fra di loro concomitanti. La crisi dell’Occidente si manifesta particolarmente nelle sue componenti più visibili, dalla geopolitica alla economia, ma vi sono altri segni di disintegrazione che si innervano simultaneamente nella società, nei sistemi politici, nelle relazioni sociali, coinvolgendo anche l’ambito religioso e l’etica. A tutto ciò va associato l’immenso iato fra la tecnologia e l’uomo, con l’intelligenza artificiale ormai come demiurgo di un “nuovo mondo” distopico-transumano, la contrapposizione fra lo sfrenato relativismo culturale e il confronto critico, pongono l’Occidente su un pericoloso piano inclinato che minaccia l’intero pianeta. Si tratta infatti di una decadenza strutturale e sistemica dell’Occidente, ma con conseguenze globali in quanto la sua involuzione non è accettata dalle classi dirigenti.

Il testo si è distinto fra quasi 150 concorrenti del concorso letterario Divoc seconda edizione 2023. Il carnevale 2020 si fa beffa di noi con uno scherzo della durata di quasi 3 anni. In questo breve racconto Lisa con ironia, ci narra di come ha affrontato la pandemia da no vax, andando a sfiorare le varie fasi e tappe che i cittadini vaccinati e non, hanno vissuto e subito.

Un gesto estremo: farsi murare vivo come era in uso nell'Europa del XI secolo fra i reclusi e gli asceti radicali. Si tratta di un progetto filosofico e religioso al tempo stesso che però non si esaurisce nella forma bensì nel contenuto del messaggio che questa azione si propone di dare. "Viviamo tutti murati vivi" ci dice Emanuele Franz, "solo che i muri sono quelli della mente". In segno di protesta contro l'iper digitalizzazione dei rapporti umani e il crescente dilagare del transumanesimo, l'autore decide di farsi murare vivo in un loculo di 3 metri quadri senza possibilità né di entrare né di uscire. Questo è il memoriale di quella "settimana santa" murato vivo.

Un libro che nasce dalla necessità e voglia di rendere partecipe anche altre persone delle fatiche ed emozioni provate nei cammini intrapresi dall’autore per trasmettere loro la voglia di camminare e di mettersi alla prova. Escursioni che seguono un percorso temporale di 22 anni, dal 2000 al 2022. Cammini, diciamo tradizionali, che in realtà non lo sono, perché ogni cammino trasmette sensazioni diverse. La salita all’Adamello Cresta Croce con il Cammino di San Benedetto, sono due prove di emozioni indescrivibili. Emozioni nel vedere, percorrendo zone non raggiungibili se non a piedi, ciò che anni orsono i Romani hanno fatto, opere che sono solo da ammirare con grande rispetto.