Campanotto

Minuti sospesi di vita residua, respiro interrotto, pensiero azzerato. È questa la vita? La ratio decidua? È questo il suo senso, un senso sgombrato? Sgombrato di peso, di colpa, di inganno, tremante nel petto, il sangue al cervello, attonito, vivido, Orlando e il suo senno... Madonna che lampo, madonna che bello.

Se siamo stati stelle, polverosi residui d'energia universale, appiglio interstellare, carboncini dispersi nello spazio in espansione, chiediamo un buco dentro cui franare, un imbuto nel cielo, un fondo nero che ci ridoni la nostra parte eterna, ci faccia ritornare vagabondi proiettili sfiniti e senza scopo, atomi di carbonio sfarfallanti, di idrogeno d'azoto, finalmente visioni di materia svaporata, vita passata e dimenticata.

C'è una stazione nella mia mente dove io piango la tua partenza, e sempre attendo fra la folla degli arrivi il ritorno del tuo sorriso. C'è una finestra nel mio cuore che guarda il giorno con occhi chiusi per non vedere quanto sia grande la solitudine del mare senza la tua isola.