Einaudi
Apologia del fascismo. Passato e presente di un reato politico
Davide Grippa, Clemente Volpini
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 304
“Faccetta nera” canticchiata al Grande Fratello, i saluti romani degli ultrà, i pellegrinaggi alla Cripta Mussolini. Le manifestazioni nostalgiche investono ancora lo spazio pubblico. In piazza, in rete, sui giornali, in tv: si parla molto di «apologia del fascismo». È già accaduto, ma ultimamente questo reato sembra tornato di grande attualità, complice l'acuirsi dello scontro politico dopo le elezioni del 2022 e la nascita del governo piú a destra della storia repubblicana. Una storia da rileggere alla luce di un reato politico che ha conosciuto fasi diverse, mostrando quanto sia difficile fare i conti con il ventennio e riflettere sulle contraddizioni della nostra classe dirigente dal 1945 in poi fino a irrompere nel presente con una domanda: apologia del fascismo, reato impunito o impunibile?
Quando ci sono. Testo originale a fronte
Alfonso Brezmes
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 184
La poesia di Alfonso Brezmes è insieme raffinata e di nitida immediatezza, in linea con la migliore tradizione della poesia spagnola del Novecento. Una poesia d'amore e solitudine, di illuminazioni e ombre, di segreti e ferite. Spesso i suoi versi ricercano verità nascoste nell'osmosi tra realtà e sogno, perché è in quei margini che, come calamitati dall'invisibile, coesistono in perfetto equilibrio emozioni e pensieri astratti, la fragilità e la bellezza del vivere. Nel creare una tensione costante tra realtà e illusione, desiderio e rassegnazione, Brezmes dà voce alla caducità delle cose umane e, con una vena di lucida malinconia, riflette sulla natura stessa dell'esistenza. Esprime con eleganza il paradosso di trovare la poesia dove questa non è più, fissando quell'istante immobile in cui i segreti delle cose vengono rischiarati dall'incontro della parola con i luoghi dell'assenza, là «dove abita il silenzio».
Cose che non si raccontano
Antonella Lattanzi
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 216
Un libro emozionante, che riesce a parlare in modo vero, e profondamente attuale, di tutte le donne - ambiziose, indecise, testarde, libere di scegliere. Ci sono cose che non si raccontano perché le parole sono scogli nel mare. Ci sono cose che non si raccontano per vergogna, rabbia, troppo dolore, e perché se non le racconti, in fondo puoi sempre credere che non siano successe. Antonella e Andrea vogliono un figlio: adesso lo vogliono proprio, lo vogliono assolutamente. Ma è come se non ci fosse niente di semplice, nel desiderio più naturale del mondo: tutto ciò che può andare storto andrà storto, anche l'inimmaginabile.
Gioia. Con un ricordo di Vittorio Lingiardi
Eugenio Borgna
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 144
La gioia, ci racconta Eugenio Borgna, è un’emozione fragile e leggera, che si avvicina alla letizia, e in lei ogni tanto si confonde. Pur nella sua friabilità e delicatezza, è uno straordinario potere che possiamo far nascere nella nostra interiorità: ci consente di capire che in ciascuno di noi luci e ombre si alternano, si mescolano, e anche che le ombre si diradano solo se sappiamo andare incontro agli altri con gentilezza e con delicatezza, con tenerezza e con amore. È un cammino di speranza, dunque, quello indicato dal maestro della psichiatria gentile in questo mirabile testo, consegnato all’editore poco prima di lasciarci. Conclude il libro un toccante ricordo di Vittorio Lingiardi, che scrive, tra l’altro: «Per Borgna la gioia è anche, basta averlo letto una volta per capirlo, l’incontro con le parole, o i silenzi, dell’altro che ci aiutano a dare un senso alla vita».
Ancestrale
Goliarda Sapienza
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 224
Le prime prove letterarie di Goliarda Sapienza, versi spogli e intimi che parlano di vita, di dolore, di ricerca della felicità. Una poesia asciutta, a tratti aspra, che non ama gli aggettivi e che predilige verbi all'infinito, quasi a rendere eterni emozioni e sentimenti, questa è la poesia di Goliarda Sapienza. Una poesia dolorosa che entra in contatto con ogni parte di sé, svela drammi personali, non tace sofferenze, ambiguità, bugie, contraddizioni, paure, desideri proprio come è anche la sua prosa. “Ancestrale”, fotografando pezzi di realtà liberata da ogni orpello, ci restituisce la visione di una donna libera oltre il suo tempo, senza filtri, nuda e coraggiosa nella sua essenziale bellezza. Completa il volume il “Ritratto di Goliarda Sapienza”. Postfazione di Maria Grazia Calandrone.
Hitopadeśa. Il saggio consiglio
Narayana
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 312
“Hitopadeśa” è una raccolta di favole, novelle e apologhi, ed è uno dei capolavori della letteratura sanscrita. L‘opera fu composta nell‘India nordorientale, tra il IX e il XIV secolo. Malgrado l‘origine popolare di molte favole, “Hitopadeśa”, come già il “Pañcatantra”, è un testo dotto e raffinato, destinato a un pubblico di corte. Un grande saggio accetta l‘incarico offertogli da un sovrano di insegnare ai suoi tre figli – sprovveduti e indolenti e che pensano solo ai piaceri – la scienza politica e l‘arte di raggiungere il successo mondano. L‘insegnamento è esposto in quattro libri, ognuno introdotto da un racconto cornice. Si susseguono così favole, racconti e frasi tratte dal tesoro letterario ancestrale dell‘India. Storie che spesso hanno come protagonisti gli animali, ma che danno risposte astute e pragmatiche a una serie di situazioni, problemi e dilemmi molto umani.
Digressione
Gian Marco Griffi
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 1024
«Dobbiamo essere gentili in questo mondo oscuro». Immaginate un mondo in cui Asti è il centro del mondo. Immaginate un vecchio libro su cui ogni possessore ha lasciato tracce di sé: disegni, commenti, locandine, le regole di un gioco esistenziale inventato da Mary Shelley e dalla sua cerchia, l’indirizzo di uno sfuggente Ufficio delle redenzioni. Immaginate un ragazzo, Arturo Saragat, oppresso dal rimorso per non aver saputo opporsi al male quando sarebbe stato necessario, che a quel libro si affida per riorientarsi nella vita, smarrendosi invece ancor più. Immaginate una Storia in cui Mussolini non è stato fucilato ma ha finito i suoi giorni in esilio, allevando asini a Pantelleria. Poi immaginate nostalgici rievocatori del fascismo, un console maniaco del golf, una lobby di dentisti assassini, sette eretiche, mariachi, terre esotiche e terre desolate, chiromanti, una fabbrica di meravigliosi globi miniati e una donna ultracentenaria dal fascino struggente. È solo una piccola parte di quello che troverete in “Digressione”. Dall’autore rivelazione di “Ferrovie del Messico”, un infinito, vertiginoso romanzo di formazione, d’amore e di avventura che ci restituisce una visione a volte compassionevole, a volte insostenibile, del nostro tempo. «‘Digressione’ è un romanzo che vuole raccontare, nientemeno, “tutto ciò che esiste, più una parte cospicua di ciò che è esistito e non esiste più, di ciò che esiste pur non essendo mai esistito, e di ciò che non esiste, non è mai esistito e mai esisterà”; e naturalmente, per fare questo, tenta di usare tutte le parole che esistono, più una parte cospicua di quelle che sono esistite e non esistono più, di quelle che esistono pur non essendo mai esistite, e di quelle che non esistono, non sono mai esistite e mai esisteranno. Come nella famosa intro dei ‘Simpson’ in cui l’intero universo e l’intera storia dell’universo precipitano in un’unica molecola della pelle della zucca gialla di Homer; come in quell’accenno di Borges ai collegi dei cartografi che, insoddisfatti di aver disegnato mappe di singole province estese quanto un’intera città e mappe dell’impero estese quanto un’intera provincia, crearono una mappa dell’impero che dell’impero aveva la stessa estensione e con l’impero coincideva esattamente; come nel racconto di Arthur C. Clarke in cui la compilazione della lista dei nove miliardi di nomi di Dio, affidata da certi monaci tibetani a un supercomputer, provoca la fine del mondo, con i nove miliardi di stelle del cielo che si spengono a una a una: così in questo romanzo l’universo ‘poético y pintoresco’ immaginato da Gian Marco Griffi fin dai suoi primi libri, ed esploso come un big bang narrativo in ‘Ferrovie del Messico’, continua inarrestabilmente a espandersi e a moltiplicarsi, viaggiando a forsennata velocità verso i limiti della letteratura. Tutto è ‘Digressione’, e ‘Digressione’ è tutto; poiché, come dice Calixto Escalera Del Pilar, “laberintero inmortal”, la vita stessa altro non è che “un’immane digressione nel tragitto che dal grembo materno conduce spietatamente alla tomba”» (Greta Bertella e Giulio Mozzi).
Donne che creano disordine. Storia di Caterina e altre eretiche nel Cinquecento
Alessandra Celati
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 320
Un mosaico sorprendente di storie femminili di eresia, portate alla luce attraverso un minuzioso lavoro d’archivio e raccontate con uno stile non convenzionale. Caterina Colbertalda era una donna illetterata e povera che viveva e lavorava a Venezia. Caterina era anche un’eretica, che si inserì per venticinque anni nelle tortuose trame del movimento ereticale del Cinquecento, con un coinvolgimento progressivamente sempre più totalizzante, dal punto di vista della sua spiritualità e della sua esistenza in generale. A partire dalla ricostruzione di questa vicenda e della rete clandestina in cui Caterina fu attiva, il libro indaga la parabola dell’eresia femminile tra storia della Riforma in Italia, microstoria, storia sociale e di genere. Muovendosi con perizia e con l’ausilio di una penna raffinata, Alessandra Celati ci trasporta nella concretezza delle vite di queste donne che creano disordine, tra processi, fughe, tradimenti, ma anche forme di creatività dottrinale, autoaffermazione e solidarietà.
Niente di serio, ma vediamo
Claudia Valeriani
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 184
«Così, gambe incrociate sul divano, telefonino tra le mani, a cinquant’anni inizio a credere di averne venti. Da compiere. Fino al punto da non capire più la differenza». Sara ha un divano comodo, molte confortevoli abitudini, due gemelli adolescenti e un matrimonio fallito alle spalle, quando da un giorno all’altro decide di mettersi in gioco. E per lei mettersi in gioco, all’inizio, significa proprio giocare: iscriversi a un’app di appuntamenti e scegliere, tra le varie opzioni del tipo di relazione, “Niente di serio, ma vediamo”. Però quello che scopre – e che ci racconta con la sua voce irresistibile, ironica e ferita – è un garbuglio tutto da districare. Dentro di lei e nel mondo. Il primo è Jacopo, ma poi vengono Rino, Vincenzo, Ricky, Federico, Sergio, David, a bucare la routine di Sara con i loro pregi, difetti, mani, occhi, e una sfilza di messaggini che la sorprendono o la irritano. Sara passa da un incontro all’altro raccontandoci tutto con verve e ironia. Fare sesso con un tipo molto tatuato diventa ad esempio un’esperienza di realtà aumentata, «visto che appena si sdraia su di me le pantere nere e i leoni a fauci spalancate tatuati sul petto iniziano a prendere vita davanti ai miei occhi, dilatandosi a dismisura man mano che si avvicinano e restringendosi fino a sembrare piccoli e mansueti quando si allontanano, e via così, avanti e indietro al ritmo sempre più incalzante delle sue flessioni, fino a crearmi un’illusione psichedelica che per fortuna mi fa distrarre con un’altra storia, fatta di giungle selvagge e teatri delle ombre, animali esotici, tigrotti della Malesia e perle di Labuan. E il tempo vola». Sara dunque gioca. Ma i giochi, si sa, sono tremendamente seri. E la giostra, che lei all’inizio immagina come una tranquilla ruota panoramica, si rivela una montagna russa da cui non riesce più a scendere. Il racconto degli appuntamenti diverte e spiazza sempre, grazie alla scrittura scoppiettante, vorticosa, eppure si percepisce in sottofondo una nota amara, il desiderio di colmare un vuoto indefinito. Tra le righe si snoda un’avventura sussurrata che è tutta interiore e che fa emergere una donna molto contemporanea, viva, piena di contraddizioni. La sua è una storia ancora da decifrare, fatta di desideri e mancanze. Perché in questo romanzo c’è molto, molto di più di quello che appare.
Italo
Ernesto Ferrero
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 240
Ernesto Ferrero ci offre un ritratto di Italo Calvino dietro le quinte, nei tratti caratteriali meno noti, nei risvolti privati, lungo i vent'anni di vicinanza e lavoro comune in Einaudi. Chi era veramente Italo Calvino? «Non troverete nulla», rispondeva a chi cercava di scavare nella sua storia intima e biografica, fedele all'immagine dello scrittore appartato, del Barone rampante che vive sugli alberi: l'inafferrabile che voleva essere soltanto una mano che scrive. Eppure Ernesto Ferrero, con l'empatia del suo sguardo, con il suo approccio confidenziale, dimostra come si possano illuminare dall'interno gli intrecci segreti tra la vita e l'opera di uno dei grandi del Novecento, una delle figure piú amate della nostra letteratura.
L'ultimo samurai
Helen DeWitt
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 584
Pubblicato per la prima volta nel 2000, acclamato da critica e pubblico, dimenticato, ripubblicato nel 2016, riscoperto da critica e pubblico, accolto tra i cento migliori romanzi del ventunesimo secolo dal «New York Times», “L’ultimo samurai” è diventato un classico prima di diventare maggiorenne. È la storia di Ludo, bambino prodigio che legge greco antico e giapponese all’età di cinque anni. Spinto dalla madre Sibylla allo studio dei “Sette samurai” di Kurosawa, Ludo parte alla ricerca di una figura paterna in carne e ossa. Dovrà essere il samurai più adatto a difendere il minuscolo villaggio di intelligenza che ha costruito insieme a Sibylla in un misero appartamento di Londra.
Il padre sulle spalle. Debolezza del patriarcato in letteratura
Giorgio Ficara
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 208
Le varie specie delittuose o nevrotiche dei padri letterari sono tutte rintracciabili e vagliabili. Ma colpisce una ricorrenza contraria, nel nostro stesso canone: questo «padre forte» è spesso alla prova e quasi allo specchio di un altro padre, appena sfocato e malinconico, essenzialmente indeciso: nuovo padre possibile, interprete debole, discontinuo, della legge paterna e talvolta bloccato a metà strada tra un primordiale esperimento di dolcezza e, al contrario, l’incremento patrilineare dei valori e degli obblighi maschili del profitto, della gloria marziale, della forza. Quando muore Anchise, invece di piangere, Enea protesta: come può un padre andarsene, di punto in bianco, lasciando il «caro figlio» solo, sulla terra? Il peso portato da Enea sulle spalle, tra mille peripezie, era in effetti, dice Virgilio, levamen, cioè sollievo, e la sua improvvisa sottrazione è una pena troppo severa, anche per un eroe. In questo libro, benché la «legge del padre», cioè la forza e l'arbitrio del dominio maschile, goda tutt'oggi discreta salute, compaiono i casi contrari di padri che hanno perduto, o sono sul punto di perdere, quota patriarcale. Accanto a quelli spaventosi e fraudolenti, come il principe padre (a cui, scrive Manzoni, «non regge il cuore di dare il titolo di padre»), troviamo padri perplessi o deboli o magari sentimentali: Ettore, guerriero "massacratore" che alle porte Scee, per un istante, è colpito dalla grazia e dal sogno di una nuova vita. Monaldo Leopardi, creduto retrogrado e piccolo, invece benigno e attento a Giacomo come una vecchia balia. Carlo Sbarbaro, con il suo «cuore fanciullo»: il migliore «tra tutti quanti gli uomini»... Alcuni padri letterari, per ragioni diverse, si sono dileguati, altri sono morti lasciando i figli soli, ma assolutamente liberi. E guardando ai trovatelli piú in vista del romanzo occidentale, tutti meno malinconici di Enea, da Lazarillo a Tom Jones a Tom Sawyer, si direbbe innanzitutto che l'assenza paterna sia stata, per loro, piú che vantaggiosa. Naturalmente, sopra tutti i padri, anzi unico Padre, è «quello che è nei cieli» (Matteo 23, 9). Un Padre che tuona e detta la legge, nel tempo mitico dei profeti. Poi misericordioso e "materno", secondo l'evangelista Luca. Padre fuggito via, un certo giorno, come Zeus, Era ed Efesto, lasciando quel cielo vuoto che spaventava Pascal. Padre silenzioso, perlomeno, cui non sarà sconveniente porre la domanda sottile e innocente di Karl Rahner: «Perché taci, e perché vuoi che ti parli se poi sembra che tu non mi ascolti?».