H.E.-Herald Editore

Un vecchio e noto penalista romano, racconta i fatti suoi: la professione, la politica, l'impegno sociale, la ricerca giuridica, il teatro, i viaggi, la famiglia, gli amici. Tutto in un gran miscuglio.

"Barbara era una persona veramente speciale: era solare, amante della vita, amante di Dio... era un connubio fra grazia ed amore verso tutto e tutti. Barbara ci ha lasciati nel settembre 2013. Queste poesie sono dedicate a lei e a tutti i malati che non si arrendono alla malattia ma la trasformano in qualcosa che ci avvicina al nostro vero io... al divino che è in noi... e che ci porta a Lui."

Vi siete mai chiesti cos'è una favola?... È la chiave che apre la porta dell'anima. Quando siamo piccoli ascoltiamo le favole e sogniamo di far parte di quel mondo fantastico e cresciamo con la convinzione che anche la nostra vita sarà così. Poi qualcosa si rompe e sprofondiamo in un buco nero dove le favole non esistono. Ed è proprio allora che dobbiamo girare quella chiave ed aprire la nostra anima che ci porterà fuori da quel buio e tutto sarà luce.

Audrey Allen è una giovane donna dagli occhi color nocciola che, dietro un'accurata maschera, nascondono il tormento di una vita che la ha profondamente delusa. Lavora per la "Sweet Homes", un'influente agenzia immobiliare nella Grande Mela. Il suo più grande desiderio è ottenere quel tanto ambito incarico a Boston e poter avere a che fare con i Lanchester, la famiglia, forse, più ricca di tutti gli Stati Uniti. Christopher Rogers, invece, è un uomo a cui è stata negata l'imprevedibilità della vita, già totalmente programmata da suo padre, che ha, su di lui, un grande ascendente. È un dipendente della "Comfortable Homes", l'importante agenzia di famiglia, e vorrebbe tanto trovare un modo semplice ed efficace per sfuggire il prima possibile dalle grinfie del padre. Audrey e Christopher non potrebbero essere più diversi di così. Ma, a quanto pare, il destino ha in serbo grandi cose per loro. Da un incontro casuale in hotel, dovuto ad un puro equivoco, ci saranno una serie di coincidenze ed imprevisti che li vedranno più vicini di quanto avrebbero mai potuto credere.

Una stanza tre per due, un rettangolo di sbarre che impedisce di vedere il cielo: è la condizione in cui le protagoniste di questo testo vivono la loro detenzione, la loro quotidianità. Sono donne a cui, apparentemente, hanno "tarpato" le ali. Apparentemente sì, perché in realtà, anche così sono ancora capaci di volare. Sono donne che, nonostante tutto, continuano ad aggrapparsi a ciò che può dare loro una ragione per regolare i conti con un passato ingombrante, per accettare il presente, per costruire il futuro. Donne le cui storie hanno qualcosa da dire, sono portatrici di un messaggio diretto, semplice e profondo come sono solo le storie vere: il carcere non può e non deve essere un limbo, un non luogo. Il carcere è parte della società, è una realtà di cui si deve prendere coscienza perché solo così può diventare un posto migliore, in cui non si sconta, o non solo, quello che si ha dietro alle spalle ma si prepara il domani.

In questo romanzo Vito Di Ventura si confronta con la nostra civiltà dell'altro ieri, dominata dal più forte, gestita dal più furbo, in un modello ripetuto in scala fin dentro le dinamiche familiari. In questo contesto si muovono due anime belle e innamorate. Sono forti e capaci, diversamente avrebbero rinunciato al loro amore, avrebbero rinunciato a diventare protagonisti di una storia complessa in un mondo immenso di cui pure riescono a tirare le fila. È una grande storia in miniatura quella di Makatopawee. E come ogni miniatura è rifinita in ogni particolare e restituisce un insieme che appassiona.