Ilmeloneditore

"È assai vago il ricordo della grotta del Pech-Merle nella regione dei Pirenei francesi dove per la prima volta, ancora ragazza, ho visto le pitture rupestri, ma è ancora vivo il desiderio di dare voce a quei graffiti che rappresentavano le impronte delle mani di uomini del Paleolitico. Com’è bello immaginare che loro possano con un semplice segno, dicendomi ‘ciao’, attraversare l’abisso del tempo e dell’oblio, rivendicando la propria esistenza. Il senso di vivere in fondo per me è rispondere ‘presente’ all’appello della vita con ciò che di questa siamo in grado di percepire, cogliere e determinare. Sarà per questo che desidero mettere nero su bianco le mie piccole poesie dando loro i segni e i colori della pittura di Maura."

Questo romanzo racconta una storia vera che scaturisce in parte dai ricordi e dai racconti sulla Grande Alluvione che ha portato con sé lutti e disperazione, anche nella famiglia Bertoli-Girotto. Esso intende ricostruire la vicenda di Giacomo Conti, che nella notte del 14 novembre del 1951 salì volontario per aiutare nella guida il cosiddetto “camion della morte” lasciando la vita nelle acque fangose ed impetuose della rotta del Po. È anche una storia che in parte è stata ricostruita e ricucita da chi scrive per riempire i “buchi” lasciati dalla memoria, andando a ricercare le fonti storiche e documentaristiche di quell’infausto periodo. Sulla vicenda di Giacomo Conti non si è mai scritto, o se ne è critto in modo confuso e menzognero: l’unica testimonianza resa a lui a quei tempi è una lapide che è sbiadita nel tempo e che solo ora abbiamo ricostruito grazie anche alla sensibilità del Sindaco di Villadose. I libri e gli articoli che descrivono quei giorni disperati descrivono episodi diversi con più versioni e molteplici ipotesi: di volta in volta ho scelto quella che consideravo più convincente e verosimile, e di ciò rendo conto citando le fonti archivistiche e storiografiche.

Questo libro raccoglie una serie di racconti fatti da soggetti che hanno vissuto un vuoto affettivo e che lasciano il lettore letteralmente sconcertato. Si tratta di soggetti che hanno ben presto perso la “bussola della vita” uscendo, così, dai binari che la società di appartenenza aveva tracciato. La mancanza di affettività, soprattutto da parte della madre che rappresenta sin dalla nascita l’unico punto di riferimento per il neonato e l’assenza dei genitori, spesso impegnati in lavori senza orario per procurarsi il sostentamento economico della famiglia, costituiscono sicuramente le principali cause esterne di influenza nella formazione della personalità di questi soggetti. Le storie vere sono state raccontate nel corso di diversi colloqui avuti dopo che l’autore aveva chiesto di disegnare l’animale che più li rappresentava. Ne sono usciti degli spezzoni di vita di giovani e meno giovani che hanno trascorso una infanzia difficile caratterizzata principalmente da relazioni affettive sia nell’ambito familiare che in quello amicale prive di empatia.

Partendo dallo stereotipo del "genio folle" che ipotizza che la creatività richieda un certo grado di folli, l'Autore propone una analisi completa del concetto di creatività e una rassegna della letteratura scientifica scientifica. La maggior parte degli studiosi ha concluso che la creatività non può essere frutto dell'attività di soggetti mentalmente disturbati per cui il binomio Creatività e Follia non risulterebbe provato.

Creatura del buio, vive e si sviluppa all'interno di un essere umano; presenza senziente, prova pulsioni e desideri che in qualche modo si riflettono su istinti ed emozioni di colui che lo contiene. È davvero possibile rispettare fino in fondo la propria natura, senza porsi limiti o abbandonarsi a rimorsi? La risposta a tali interrogativi risiede nei più bui e reconditi anfratti del nostro essere.

Racconto di come è cresciuta una idea di sviluppare una Associazione di soggetti disabili denominata "Gli amici di Elena". Momenti emozionanti sempre all'insegna del divertimento. L'ultima iniziativa denominata "Osteria della Gioia" coinvolge un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze all'interno di una osteria gestita dalla stessa associazione.

L’adolescenza rappresenta pur sempre il periodo in cui si provano tutti i tipi di emozioni e sentimenti con una intensità e una frequenza tale che non si presenteranno mai più nell’età adulta dove tutto è rallentato e gustato lentamente come un buon bicchiere di vino che si vorrebbe non finisse mai. Essa però rappresenta l’occasione per costruire solide fondamenta e per comprendere quali sentimenti vanno vissuti e quali, invece, abbandonati perché disadattivi. Questa raccolta di poesie brevi che l’autore ci propone è stata scritta recentemente rivivendo i ricordi di esperienze giovanili che ancora adesso guidano il suo operare.