Phasar Edizioni

Italia, anni Trenta. Una banda di criminali capeggiata da Giuseppe Bedin terrorizza e allo stesso tempo affascina buona parte del Nord del paese con colpi sensazionali e arditi. Rapine su rapine portano nelle casse della Banda cifre gigantesche. Polizia e Carabinieri brancolano nel buio per anni fino a quando le indagini di un gruppo speciale voluto da Benito Mussolini portano alla svolta. In mezzo a soldi, tradimenti, invidie, sangue e violenza la fine della Banda Bedin è ancora avvolta nella nebbia di molti insoluti interrogativi, e si resta divisi tra chi accosta mitologicamente il bandito veneto a Robin Hood e chi, invece, lo considera un comune e fastidioso delinquente.

Adrian e Miriam, gli eroi della rivoluzione, coloro che, insieme ad un manipolo di coraggiosi erano riusciti a scuotere la coscienza del mondo e liberarlo dalla tirannia, in questo secondo volume della trilogia "La riserva degli Dei" si batteranno ancora contro il male rappresentato, questa volta, da una potente organizzazione criminale dedita perlopiù allo sfruttamento della prostituzione minorile. In un susseguirsi di situazioni rocambolesche fra azione e magia, si dipana questa nuova storia mozzafiato in bilico fra il thriller e il fantasy, che vede ancora una volta protagonisti gli eroi di Cennina.

Un ritorno a sentimenti su immagini passate con nostalgia, ma anche una fotografia di momenti attuali per non vederli passare. La raccolta in cinque sezioni vuole suggerire, con stesura diversa, un contrappunto musicale di voci e strumenti quale un accompagnamento a una danza in tondo popolare.

Pochi giorni dopo la morte dell'autorevole Leopold Smith, ex Direttore della Biblioteca Reale del Castello di Windsor, nonché uno dei più grandi esperti al mondo di arte rinascimentale, la moglie Annette decide di invitare a pranzo il nipote sedicenne Andrew, per consegnargli qualcosa che suo nonno ha lasciato per lui. Dopo essere entrato in casa, il ragazzo nota nella parete della sala che un quadro raffigurante una delle carte geografiche di Leonardo da Vinci è stato erroneamente affisso in posizione verticale. Osservandolo con attenzione scopre un particolare inquietante. Da quel momento, la sua vita non sarà più la stessa.

Racconti brevissimi che tratteggiano sfumature dell’anima, si insinuano nelle sue crepe per recuperare ogni emozione, ogni sentimento, anche quelli più intensi e tormentati, per osservarli con amore e compassione.

Sergio Martini ha pubblicato saggi di economia finanziaria, racconti e romanzi. Sue poesie sono state premiate e segnalate in svariati concorsi internazionali. Ama le introspettive e gli itinerari attorno all’uomo, assecondati da acerrimi dialoghi interiori e amene stazioni di meditazione. Vive a Genova.

Il presente libro è il quarto di un racconto dallo stesso titolo già pubblicato in tre precedenti volumi (Ricordi di vita, 2019; Ricordi di vita. Volume secondo 2022; Ricordi di vita. Volume terzo, 2023). I testi di questa serie sono dedicati ai compaesani e a quanti vorranno conoscere una pagina importante di storia locale. Una storia che, in questo modo, continuerà a vivere a dispetto dell’inesorabile trascorrere del tempo che, per sua natura, tende a inghiottire nell’oblio memorie e sentimenti. Il libro è diviso in più parti. La prima dal titolo Bolle di sapone è una raccolta di poesie divisa in due momenti. Nel primo sono riportati canti giovanili presentati dal compianto amico prof. Luigi Maradei, nel secondo le chimere sono diventate più anziane sostituendo il cervello al cuore. La seconda contiene Racconti e memorie del loco natio. La terza è una ulteriore - non credo definitiva - quinta appendice al Vocabolario dialettale. La quarta è divisa in sei momenti supplementari al testo “Ricordi di vita magistrale”.

Nero è un ragazzo che, come chiunque, desidera semplicemente vivere la sua vita, prendendosi cura di suo figlio e della sua ragazza. Tuttavia, si troverà ad affrontare molte difficoltà, tra cui avere a che fare con un terribile collega di lavoro per evitare il licenziamento, guarire dal suo male fisico, mettere al sicuro i suoi affetti da un futuro apocalittico e soprattutto imparare ad usare il potere sviluppato dalla disperazione della morte, una capacità che gli permette di viaggiare al di fuori dei limiti costruiti dagli esseri umani, di modificare il futuro e forse di guarire. Un potere pervaso di condizioni, una fra tutte il prezzo in termini di salute. Ogni volta che viaggia può essere l'ultima. E se quell'ultima non andasse sprecata? Il suo dolore e i suoi obblighi morali lo costringono a percorrere un vero e proprio percorso dell'eroe, di ascesa, maturazione e trasformazione, durante il quale si renderà conto degli errori compiuti, di quello che è davvero il bene e di come farlo trionfare per la salvezza dell'umanità. Una storia che si muove nel tempo e nello spazio, intrecciando personaggi ed eventi ad una filosofia unica.

Un quadro vecchio e maestoso al centro di una stanza e della vita di un uomo. Da qui parte l'indagine dell'ispettore Massimo Vannoni, capo della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Firenze (città che fa da sfondo a tutta la vicenda), un uomo che, pur in balia delle sue contraddizioni, è profondamente innamorato del suo lavoro e dei suoi colleghi/amici con i quali condivide le giornate. Sulla sua strada, una serie di omicidi che si rincorrono senza sosta. Per niente impermeabile ai fatti che deve affrontare, Vannoni riesce a sopravvivere alla vita grazie a un senso della giustizia puro e incondizionato, che gli fa vivere il suo essere poliziotto come una missione da regalare agli altri.

La partecipazione alla campagna d'Etiopia del 1935-36 fu un fenomeno che assunse dimensioni straordinarie, impegnando un numero di uomini, una modernità di mezzi e una rapidità di approntamento mai visti fino ad allora. Oltre ai militari del Regio Esercito e della Milizia Volontaria si ebbe la mobilitazione anche di reparti volontari di altre armi e il Battaglione Speciale "E" della Regia Guardia di Finanza fu uno di questi. Nei sette mesi di guerra furono molti i militari che tornarono in Patria con le foto fatte in quella terra lontana. Questo è il caso del Vicebrigadiere Francesco Di Cicco, le cui foto sono servite alla redazione di questo libro. Le foto come documento visivo sono una finestra sulla conoscenza del passato e l'esperienza africana vissuta da quei militari deve essere vista come oggetto di studio storico che va ad inserirsi nel più ampio scenario internazionale dell'epoca. Queste 209 fotografie rimaste sepolte in un vecchio album, raccontano un tempo passato, raccontano luoghi, raccontano storie di persone. Una testimonianza che viene condivisa in modo da ricordare quegli uomini ma anche per far comprendere che la guerra è un terribile strumento di sofferenza.

Un viaggio nei motivi per cui viaggiamo, e nelle conseguenze del farlo. Per l'ambiente, per la società, per noi. Tra le cose a cui cerchiamo di non pensare, e quelle che non sospettiamo nemmeno.