Phasar Edizioni

Com'era la vita negli anni Cinquanta e Sessanta? Brevi racconti ironici nei quali si rivelano le abitudini, le tradizioni, l’organizzazione familiare, la vita sociale di chi allora era una ragazza.

Attraverso le parole di due bambini, l’autore ricostruisce l’odissea di una famiglia dalmata che, lasciata Zara dopo il bombardamento del ’43, raggiunge Pola e, dopo la strage di Vergarolla, imbarcatasi col piroscafo Toscana, giunge ad Ancona dove gli esuli vengono ricevuti con insulti umilianti. Il padre dei ragazzi, rimasto a Pola a protezione degli anziani suoceri, sparirà infoibato insieme ad essi, mentre i suoi figli viaggeranno con la giovane madre verso Udine, percorrendo il calvario dell'esodo forzato degli italiani dall’Istria, Venezia Giulia e Dalmazia. Tra richiami storici e memorie mai dimenticate, tra lacrime di nostalgia e amore per la famiglia, il legame incrollabile di questi fratelli ormai cresciuti e invecchiati emerge intensamente insieme alla più bella delle speranze: tornare, dopo la morte, ad ammirare il mare e volare liberi come farfalle nel cielo azzurro di Zara.

Il presente libro è il quinto di un racconto dallo stesso titolo già pubblicato in quattro precedenti volumi (Ricordi di vita, 2019; Ricordi di vita. Volume secondo 2022; Ricordi di vita. Volume terzo, 2023; Ricordi di vita. Volume quarto, 2024). I testi di questa serie sono dedicati ai compaesani e a quanti vorranno conoscere una pagina importante di storia locale. Una storia che, in questo modo, continuerà a vivere a dispetto dell’inesorabile trascorrere del tempo che, per sua natura, tende a inghiottire nell’oblio memorie e sentimenti. È un documento di costume e di cultura, permeato da sensazioni vere, sincere e genuine. Luigi Paternostro racconta un paese destinato a sparire anche nella memoria dei pochi che ancora l’abitano e di quelli che hanno cercato fortuna altrove nella continua e secolare diaspora. È un documento di costume, di cultura, permeato da sensazioni vere, sincere e genuine, che sono state alla base di una comunità aggrappata disperatamente alla propria roccia, una comunità operosa, generosa, altruista e soprattutto sincera.

Luigi Paternostro, con pazienza certosina sostenuta da una inesauribile passione, si è impegnato per un'intera vita ad occuparsi del dialetto di Mormanno. Questo vocabolario, ultimo di una lunga serie, ha come punto di riferimento il linguaggio in uso fino alla fine del 1900. Oggi a Mormanno si parla un dialetto diverso da quello esaminato, sempre più impoverito nella sua storicità anche per la naturale scomparsa di chi l'adoperava. Questo, qui riportato quale percorso di vita e costume di una comunità, può essere paragonato ad un monumento caratteristico del multiforme e vario panorama glottologico meridionale.

Cerchio, quadrato, triangolo. Stavolta non sono i tasti di un joystick, ma i simboli di tre sette religiose rivali, coinvolte in un surreale scontro per una Terra Promessa che ognuna di loro ritiene essere propria di diritto. Tutti hanno bisogno di certezze, di essere parte di un gruppo… e di avere dei nemici con cui prendersela se le cose vanno male. Qualcuno, nell’ombra, sa bene come va il mondo, ed è pronto a trarne profitto.

Esistono cose che non si possono imparare sui libri, che solo esperienza insegna. È questo uno dei misteri dell’esistenza: più ti avvicini alla comprensione, più ti senti rimpicciolire, fino a scomparire, credo. E forse il fine è questo, diventare nessuno per essere tutto. Prima della nostra esistenza, la parola, la psiche universale, l’amore, esistevano già. Noi siamo il frutto di quell’energia immensa e infinita. Ne siamo testimonianza e manifestazione. Per quella connessione, per l’amore infinito che l’ha ispirata, per gratitudine di ciò che ho ricevuto, per l’intento grandioso di quell’oltre da cui tutti veniamo e che ci scalpita dentro desiderando solo di essere visto. Per una coscienza che è immensamente al di sopra della nostra, di cui tutti custodiamo la fiamma, che non fa differenze, né distinzioni, in cui la giustizia è mantenuta dall’unica legge suprema necessaria. L’amore. Per portare un messaggio a chi dovrà riceverlo. Ho aperto le ali di questo libro e l’ho lasciato volare.

Davide Filippi in modo minuzioso e attendibile ci guida alla scoperta di quali furono i movimenti delle armate statunitensi succedutisi nel luglio del 1944. La ricerca dei documenti militari della U.S. Army sino ad oggi erano per i più sconosciuti. Aver riportato l’attenzione su di essi consente finalmente di comprendere quali fossero le tattiche di battaglie adottate. I vari confronti degli statunitensi con i soldati tedeschi sul territorio che dalla cittadina di Cecina giunsero fino a Livorno e in seguito Pisa furono a dir poco cruenti. La strategia militare statunitense era molto, molto minuziosa. La lettura di questo studio riuscirà sicuramente a svelarne aspetti che storicamente erano sconosciuti.

Viviamo in un presente dove la superficialità è arrogante, l’apparenza vince sulla sostanza, dove la saggezza e la profondità sono confinate in celle solitarie di carceri di massima sicurezza, colpevoli di essere ingenue, e di avere ancora un po' di buon senso, dignitoso e libero, da condividere incondizionatamente. Mentre il novantanove per cento della popolazione mondiale segue inerme e senza problemi questo tipo di tendenza, spesso in modo inconsapevole, felice di essere schiava del volere altrui, l’uno per cento rimasto fatica nel trovare una semplice logica del perché il mondo stia andando a rotoli così in fretta, e – non trovando alcuna risposta accettabile – ne risente o ne soffre. Questo manuale è stato creato con l’intento di trasformare la negatività prodotta da questa situazione in pura energia, consapevolezza e forza, aiutando quell’uno per cento rimasto con il cervello ancora funzionante a non farsi soggiogare dalla massa; in modo tale che il deserto della solitudine intellettuale vissuta quotidianamente diventi un giardino splendido e rigoglioso, protetto da macchine da guerra che tengono a debita distanza coloro che hanno il cervello incastrato o in fase di rodaggio.

Andrea Rossi inizia l’attività di maniscalco in giovane età ferrando i cavalli del maneggio gestito dalla famiglia sulle pendici di Monte Morello. Il suo talento lo porta ad imparare il mestiere nella bottega di mascalcia di Alfredo Fisti. Grazie alla sua passione e alle sue capacità diventa maniscalco di ippodromi, di centri ippici e delle forze dell’ordine; inoltre ricopre il ruolo di maniscalco in competizioni prestigiose quali il palio di Siena per la contrada della Selva dal 1980 al 1987 e per il concorso ippico di salto a ostacoli a Bagnaia dal 1974 al 2003. È uno dei più apprezzati professionisti della Federazione italiana di Sport Equestri e la sua bravura l’ha portato a viaggiare molto e a fare esperienze con persone di ogni cultura e ceto. Vive in una casa immersa nella natura sul Passo della Futa con il figlio Massimo, il cane Blake e la gatta Pinky; ama invitare amici a gustare memorabili grigliate raccontando aneddoti divertenti davanti ad un bicchiere di vino. Questa la sua prima opera, pensata per far amare e apprezzare il lavoro del maniscalco che è un’Arte dimenticata.

Ogni poesia contenuta in questa raccolta parte da un punto di vista estremamente particolare e specifico, a sé stante rispetto anche le opinioni personali dell’Autore. Chi non fosse più che sicuro nel profondo delle Sue credenze di essere in grado di tollerare un’alta mole di opinioni e di punti di vista totalmente differenti e, forse, divergenti dai propri si astenga tassativamente dall’acquisto del presente volume: nuocerebbe gravemente alla Sua salute presa nel senso più ampio del significato. Inoltre, ci teniamo a precisare che l’ulteriore atto volontario della lettura della presente raccolta potrebbe indurre un notevole squilibrio nell’intera sfera bio-psico-sociale dell’Acquirente scatenando situazioni inattese e in grado di alterare quelle condizioni di omeostasi che Noi invece rispettiamo profondamente e intendiamo con questo messaggio tutelare.

Liz, la protagonista, al sorgere di ogni nuovo giorno si sveglia all’alba. È una donna adulta, con uno spirito fanciullesco che oscilla tra il reale e il fantastico; è empatica e nel mondo che ha creato, dentro e attorno a sé stessa, si muove in un tempo in cui passato, presente e futuro coincidono. Tra Cagliari, Bologna, Milano, New York, Atene, Skopje, Edimburgo, un fluire di accadimenti e sensazioni si alternano improvvisi, voluti e cercati, in una stretta correlazione tra eventi climatici e lo scorrere della vita. L’incontro con Mr. Robins, il suo mentore, le appare da subito come un dono del cielo fino a quando si troverà costretta a compiere una scelta: subentrare ai meriti e alle virtù. Ed è in quel punto che il lettore assiste alla trasformazione, alla nuova versione di Liz. Si alternano diversi altri personaggi in un via vai incessante di partenze e ritorni dal luogo incontaminato in mezzo alla natura, dove Liz è cresciuta, per poi allontanarsi alla volta di nuove avventure da vivere oltre il mare cristallino e il profumo del cisto e del lentischio che separa la Sardegna dal resto del mondo.

Descrizione, tra passato e presente, della particolare organizzazione dello spazio agrario che caratterizza, in Sardegna, il territorio di San Gavino Monreale, un tempo importante centro abitato della parte meridionale del Regno d'Arborea: il Monreale. Avvalendosi di attente osservazioni sul campo, delle testimonianze degli anziani, della toponomastica e di varie fonti documentali e archivistiche, l'autore descrive la valenza storica, culturale, etnografica e paesaggistica delle siepi di lentisco che ancora oggi arricchiscono le campagne sangavinesi. Infatti, mentre altrove le siepi arbustive, frutto dell'antica pratica delle chiusure, sono state estirpate, a San Gavino Monreale sono incredibilmente sopravvissute. Un patrimonio che affonda le sue radici nei dettami della Carta de Logu; costruito e pazientemente custodito, nei secoli, dalle passate generazioni che lo hanno saputo consegnare a quelle attuali: queste ultime sapranno fare altrettanto?