Phasar Edizioni

Alizée indossa un tailleur che è certa di non aver mai acquistato né avrebbe scelto per sé: è il giorno del suo funerale. Tutti si affacciano su di lei in cerca di risposte mentre Alizée prova a dare un senso alla morte o, forse, alla vita. Libera in questo frangente di potersi muovere avanti e indietro nel tempo eppure ostacolata da forze maggiori di cui ancora non conosce l’intensità, incontra, come si aspettava da viva, chi se n’è andato prima di lei. Alizée ci porta in un aldilà a tratti iconico, in altri più originale di come lo si tiene caro nell’immaginario collettivo. La sua narrazione ci apre a possibilità di transigere, di mediare coi traumi, di diventare forse resilienti ma, inaspettatamente, non sembra propensa al perdono. Nel turbinio di emozioni, allaccia connessioni o scioglie nodi nell’auspicio di liberare le vite di chi resta.

Elisa, la protagonista di questa storia, oggi dirige un’attività sempre più in ascesa grazie anche a una straordinaria, forse inimitabile alleanza di intenti col marito Stefano. Ma non è sempre stato così. Elisa, nel descrivere la gamma di colori delle vernici naturali che inventa, seleziona e vende, ci racconta dei suoi ricordi, dall’infanzia a oggi, parafrasando tonalità e sentimenti, profumi ed emozioni. Dalla sua giovinezza con i soprusi nell’ambiente bieco in cui ha iniziato a lavorare, alle prime promozioni; dal rapporto con la sorella, la madre e il padre, a tutte le strade percorse per incontrare finalmente suo marito, nonostante si conoscessero da sempre. Elisa la protagonista ed Elisa l’autrice, in questa storia, coincidono: sono la stessa persona. E, soprattutto, Elisa autrice assieme a Elisa protagonista ha un grande sogno nel cuore: ispirare migliaia di donne a inseguire i propri progetti, a farsi largo nella vita, soprattutto affettiva, per continuare a costruire, insieme, un mondo equo, in cui la disparità possa sempre più assottigliarsi e la donna possa prendere in mano la propria esistenza e tenerla stretta, non lasciarla più alle plance di comando di altri.

Questa è una favola. E’ la favola di Hideki Sato Tanaca, ingegnere biomedico, che alla soglia dei 50 anni abbandona la sua vita da manager integerrimo per trovare se stesso a bordo di Taiyōkō-sen, solo lui, il mare, e la minaccia del Capo di Buona Speranza, lontano dagli avvenimenti oscuri che colpiscono il mondo. E di Salima, una bimba "leggera, più leggera della piuma di un gabbiano" che porta con sé il profumo di gelsomino, e che con la sua saggezza lo condurrà a ritrovare le sue radici, a ritrovare gli affetti che aveva trascurato, sarà la sua guida tra sogni, incubi e realtà. Ma la favola non è altro se non un gigantesco paravento...

Ho dato il nome Acquerello a questi miei racconti estivi perché ho paragonato il mio scrivere ai disegni che i bambini dipingono con i colori ad acqua, gli acquerelli appunto. Senza maestria alcuna, ma con il cuore. Ecco, alla stessa stregua ho cercato di raccontare alcuni episodi delle mie meravigliose estati da adolescente, trascorse a Viareggio, a casa dei nonni materni. La Viareggio dell’epoca era un coacervo di iniziative frivole e austere allo stesso tempo. Dalla vita di spiaggia, alle attività sportive in pineta, alla vita notturna, alla cantieristica, fino ad arrivare alle attività di pesca con le lampare e i trabaccoli. Tutti impegnati nelle loro attività con il desiderio di risorgere dopo i tragici eventi bellici. L’emozione dell’acquisto di una nuova barca a vela, l’ansia per il sequestro, il Tribunale, la costruzione di un aquilone, il 15 agosto passato con un inaspettato ospite, la cospirazione contro le galline del Pensa, le giornate trascorse con gli zii Annibale e Narciso (Ciso), sono stati avvenimenti che forse sono poca cosa, ma per me, adolescente nei primi anni Sessanta, hanno segnato le prime esperienze di una vita scevra dei mezzi tecnologici di oggi.

Vicino alla soglia degli ottant'anni Gualtiero, che si trova in un ricovero per anziani, racconta il suo presente con rimandi alla sua vita passata. Questa narrazione funge da contenitore allo scrigno dei ricordi nostalgici che l'autore vuole fissare sulla carta di questo piccolissimo libro. E lo fa scrivendo in un linguaggio che appartiene alla "parlata" popolare, paesana e contadina che sta sullo sfondo della sua memoria di ragazzo.

Raccolta di poesie.

Un libro che tocca il cuore e risveglia l'anima. Esso ci invita a riscoprire l'amore come la forza più grande della nostra vita, non come ideale romantico, ma come energia vitale e curativa che ha origine dentro di noi. Ci ricorda che il vero amore inizia con l'accettazione e la compassione verso se stessi e ci rende capaci di trattare anche gli altri con pazienza, gentilezza e perdono. Nonostante il dolore e le sfide, l'amore ci serve come luce interiore e come ancora. Il libro incoraggia a lasciar andare le vecchie ferite, a porre dei limiti con amore e ad accettare con coraggio l'invito alla crescita e al cambiamento. Mostra come l'amore disinteressato costruisca ponti, non tolleri l'ingiustizia e ci inviti ad avvicinarci gli uni agli altri con cuore aperto e umiltà. Il libro ci offre tre potenti spunti di riflessione: smetti di rimpiangere il passato, preoccupati meno del futuro incerto e cerca la vera felicità dentro di te. Con queste perle di saggezza, il libro apre le porte a una vita piena di pace, fiducia e connessione appagante. Sii incoraggiato: sei abbastanza, sei amato e in te risiede il potere di riempire la vita di amore e portare luce in questo mondo.

Due ragazze, Mina e Rose, si ritrovano all’interno di un gioco di potere tra semplici uomini e i creatori del loro mondo. La prima dovrà risolvere l’omicidio di un dio, mentre la seconda dovrà progettare la morte di un altro. Riusciranno insieme ad affrontare i loro desideri più puri? Una storia ai confini dell’assurdo, in una terra contesa tra coloro che vengono chiamati dei e coloro che vengono chiamati umani. Una storia di come un desiderio possa essere letale quanto una lama.

Giunto al limitare della vita, Ferdinando racconta. In sua compagnia vi è un ragazzo, Luca, che (con un’attenzione che i ragazzi sembrano non aver più) eredita parole di scoperta, esperienza, comprensione del reale. In quell’affabulazione l’esistenza di Ferdinando si dipana come un filo che chiede di essere disbrogliato per rivelare la necessità del proprio essere: ed è appunto la narrazione a palesare per gradi, ricordo dopo ricordo, il disegno ultimo di una trama che si distende fra ieri e oggi, fra sud e nord, fra eventi esteriori e mutazione interiore. Può parere un conforto senile, che qualcuno vi sia a raccogliere il succo ultimo di una vita in procinto di compiersi – e invece è un vincolo dei più severi: solo chi ha cercato di pienamente vivere può consegnare ad altri, con fiducia, il testimone. Fuori di questo patto implicito, di questo imperativo, non vi è dialogo possibile fra chi resta e chi, senza scialbe malinconie, si approssima alla soglia

Questo libro nasce da un atto di coraggio: mettere nero su bianco una vita vissuta intensamente, con tutte le sue cadute, i suoi traumi, le sue rinascite. Gary Marcus Judge racconta senza filtri il suo viaggio: dall’infanzia difficile a Bombay, a un padre assente e violento che lo segna profondamente, all’adolescenza ribelle alla ricerca disperata di un’identità. Dall’esperienza nella Merchant Navy, sulla leggendaria QE2, girando il mondo ma fuggendo sempre da se stesso, all’approdo in Italia dove costruisce un impero imprenditoriale... sentendosi però vuoto dentro. Inizia così un viaggio di otto anni nelle profondità della consapevolezza: neuroscienze, intelligenza emotiva, mindfulness, programmazione neurolinguistica, pratiche olistiche. Un’immersione totale per capire i meccanismi invisibili che governano ogni essere umano. ”Libero di Volare” è molto più di un’autobiografia: è un manuale di vita per chiunque voglia smettere di sopravvivere e iniziare a prosperare. È la dimostrazione vivente che i nostri traumi più profondi possono diventare la nostra più grande forza.

Una raccolta di saggi e documenti sulla scuola del Ventennio in ambito locale. Trascrizioni dei diari di classe degli insegnanti, interviste ai testimoni che hanno vissuto quella scuola. E poi la storia del “maestro girovago” e della maestra che regalò una scuola al regime. Documenti che vengono letti e contestualizzati, che dimostrano, tra l’altro, quanti materiali inediti siano ancora disponibili su questi temi.