Edizioni Creativa: Impronte d'autore

Il limonio di Punta Rossa è descritto nel racconto come il più bello e il più delicato tra le specie appartenenti al genere Limonium, fiorellini che vivono a livello spontaneo lungo le coste rocciose del Mediterraneo, anche se nella fattispecie la specie Limonio di Punta Rossa è frutto di pura invenzione, così come del resto lo è Punta Rossa, una baia sperduta, lontana dalle rotte turistiche. L'omonimo paesino, luogo d'incontro tra la cultura balcanica e mediterranea, è abitato da pescatori e gente pratica che ha la forza di credere ancora e di lottare per difendere la verità. Qui il narratore protagonista trova la forza di imbarcarsi per lasciarsi alle spalle la sua vecchia vita, sempre più finta e ritrova le cose che amava davvero e che da giovane aveva rinnegato per paura. Finalmente, dopo anni di limbo, trova il coraggio di lottare per ciò che esprime la sua vera essenza, il coraggio di accettare la sua fragilità.

Che cosa hanno in comune un ufficiale di polizia penitenziaria in servizio a Poggioreale, un bambino afghano, un gruppo di terroristi e un clan di camorra, con Annibale, il condottiero punico? Qual è lo scarlatto filo di sangue che li unisce? Cos'è quell'oscuro monile che sembra inviare un crudele richiamo di sangue mentre semina una scia di morte e di terrore? Dalle foreste del Molise alle misteriose colline sopra Cagliari, da BalaMurghab a Canne della Battaglia, un thriller senza respiro, un eroe suo malgrado, una storia d'amore senza fine.

Due donne, due uomini, due figli, due libri. E ancora: due città, due lavori, due lingue, due culture. I sentimenti sovrastano la scena e la logica ha il ruolo di comparsa. I personaggi, anche quelli più marginali, citati appena, al punto da non essere neanche battezzati, più che vivere si dibattono, in una ricerca estenuante e febbrile di autenticità. Ognuno mette in atto il rifiuto mentale del compromesso, se pure piegandosi alla normalità imposta dalla necessità. L'abiura a presunti ma mai assunti principi morali si compie sull'altare della verità, del libero arbitrio. I personaggi non gemono, nel pagarne il prezzo elevato.

Marco Zeni è un imprenditore di successo. Conduce un vita agiata e abbastanza monotona nel centro storico della città di Cremona, dove abita e lavora. Un lunedì mattina, che normalmente riserva alla palestra, decide di fare un giro in moto e durante il percorso, è vittima di un grave incidente stradale che lo costringerà ad un delicato intervento chirurgico. Nel corso della riabilitazione durata trenta giorni, inizia un lungo percorso introspettivo, raccontando, come in una sorta di autobiografica fantastica, le fasi di riavvicinamento ai valori primari della vita come la famiglia, gli amici e il lavoro. Con un stile semplice ed un linguaggio diretto, il racconto evolve, nel gioco dei tempi e nell'alternarsi dei personaggi, nella spinosa faccenda legata i risarcimenti economici che, con un finale da romanzo giallo, catapultano Marco Zeni verso un'inesorabile cambiamento della sua esistenza.

Ana è colombiana, arriva a Roma in fuga dal marito che le ha chiesto di prostituirsi. Lavora rassettando case e badando a una bimba che ha conosciuto appena nata. Divisa tra i ricordi della sua terra e una città che la avvolge con la sua bellezza, organizza la sua esistenza clandestina in funzione della figlia che ha dovuto lasciare a Bogotà. La sua disciplina, però, deve fare i conti con la vita. Anamour è una storia di amori, tra madri e figlie, tra uomo e donna. Ana siamo tutti noi divisi tra la paura di amare e il bisogno di vivere.

Un ragazzino di vent'anni e la sua fidanzatina stanno raggiungendo gli amici in vacanza nel Salento. Una coppia di quarantenni ha deciso di darsi un'ultima occasione per salvare il proprio matrimonio. Un luogotenente di un boss della mala dell'entroterra laziale è in giro per riscuotere il pizzo. Un nano di Ferrara e sua figlia incinta di tre mesi si sono concessi una settimana di vacanza loro due soli. Tutti all'Holiday Club di Alba Adriatica. Tra serate karaoke, pizza no limit e canzoni di Renato Zero cantate a squarciagola. Cosa c'entra tutto questo col violento ed inspiegabile omicidio di un noto imprenditore della ceramica?

Quest'opera è il grido di speranza di un ragazzo del nostro tempo. In questi anni di crisi, sconvolgimenti, difficoltà, si può forse chiedere a un giovane di non sognare pace, amore e libertà? L'autore, con il suo braccio tremante e pieno di paure e speranze, ci prende per mano e ci racconta la sua preghiera in riva al mare. Egli attinge dal suo animo tutte le sue paure e speranze e, con tale materiale, plasma la figura di un anziano cantautore di successo, Jacopo Manente, che prima di andare via ha il desiderio di donare a tutti i segreti più preziosi della sua anima. E così, al ritmo della risacca del mare del mattino, baciati dal sole e sfiorati dai venti della spiaggia, assistiamo al susseguirsi delle immagini della vita di quest'uomo: le sue ferite, le sue luci, le sue ombre, i suoi fantasmi, i suoi amori, le sue vittorie. Jacopo è per l'autore, forse, una voce calorosa di padre che rassicura il cuore: vi è sempre una luce più forte del buio, vi è sempre il tesoro in ogni abisso, vi è sempre una nuova alba dopo ogni oscurità. Questo rappresentano, per il suo autore, la vita di Jacopo Manente e il suo racconto. Resta da scoprire, infine, cosa tale storia significherà per il lettore.

Un biglietto ritrovato misteriosamente in tasca, una piccola porta di legno e un labirinto sotterraneo. Basta questo per cambiare vita? Doris lo vuole davvero. Allora scende quelle scale e accede a un'alternativa: sceglie di arrivare fino in fondo e uscire da una porta diversa, quella che apre sulla libertà di essere felici. In fondo, bisogna sprofondare nel buio della sofferenza per poter riemergere alla vita. E Augusto, dirigente di un'importante azienda di Losanna, decide di offrire questa possibilità a quattro persone legate alla sua impresa, a loro insaputa. La ricompensa è alta. Ma alla fine del percorso, i prescelti saranno in grado di lavorare per condividere la loro ricchezza o prevarrà ancora la vecchia abitudine a tenere tutto per sé?

Iris e Vera. Due donne legate da un destino indissolubile che nonostante le avversità e le distanze avranno la forza e il coraggio di ritrovarsi spezzando i fili con i quali la burattinaia ha diretto le loro vite. In questo romanzo, ambientato tra il Piemonte e l'affascinante Normandia, storie di umanità s'incroceranno dando vita un romanzo commovente e avvincente in cui la forza e l'amore avranno il sopravvento su ogni progettualità. Ricco di colpi di scena, non cede la regia alla burattinaia ma sorprende e conquista il lettore permettendo alla vita dei protagonisti di seguire il suo corso.

È il 1993 ed in compagnia di due funzionari svedesi, si parte per una visita di stabilimento al sud. Durante il viaggio, uno dei due funzionari, sentendosi male, innesca una serie di problemi che creano delle situazioni ridicole ed allo stesso tempo imprevedibili. Anche un notevole spavento per un episodio in particolare, butta nel panico me e tutte le persone vicine. Uno dei due durante la prima notte in hotel si sente così male, da farci pensare che sia sull'orlo della morte, o addirittura già morto. La serie di vicissitudini che seguiranno metteranno tutti a dura prova.

Isabella è una giovane studentessa all'ultimo anno del Liceo Artistico di Spoleto. Vive a stretto contatto con due importanti amici: Bobby e Angy, con cui suona anche in una rock band. Un giorno la sua vita viene sconvolta dal ritrovamento di un libro e di alcuni indizi che la porteranno ad un viaggio in giro per l'Europa, alla ricerca della verità su sua madre: Serena, morta dandola alla luce. Quello di Isabella sarà soprattutto un viaggio interiore, alla ricerca dell'accettazione delle proprie imperfezioni e di quelle delle persone a cui ha voluto bene finora. Un viaggio emotivo e pieno di turbamenti, amplificato dalle sensazioni tipiche dell'adolescenza, per cercare di raggiungere quella serenità che sua madre avrebbe così tanto voluto regalarle quando era in vita.

Nella Padova odierna l'immagine pubblica di una storica azienda farmaceutica è compromessa dall'arresto di un dirigente. A Dario Monni, psicologo responsabile delle risorse umane, viene dato l'incarico di selezionare rapidamente un sostituto. La sua consueta razionalità è ostacolata dal rumore del suo mondo emotivo, riattivatosi prepotentemente a seguito di un sogno ricorrente che ha come protagonista un vecchio signore. Nel tentativo di decifrarne il significato sarà costretto a rivedere il modo di relazionarsi con la figlia Alice e a sciogliere alcuni nodi rimasti irrisolti della sua vita.