Edizioni di Storia e Letteratura: Civitas
Quattro uomini del Risorgimento
Carlo Collodi
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 80
"La sollevazione fu pacifica e senza chiasso, tant'è vero che il Savagnoli scrivendo a un amico ebbe a dire: 'alle sei la rivoluzione andò a desinare'". "Nessuna transazione con lo straniero; nessuna separazione: né due Italie, né tre; ma una sola Italia dalle Alpi all'estrema Sicilia". Che c'entra mai l'autore di Pinocchio col Risorgimento? Eccome se c'entra! Per coloro - e siamo quasi tutti - che associano il nome di Collodi soltanto al suo capolavoro, quattro ritratti dal vero di Cavour, Farini, Manin e Ricasoli, usciti dalla penna di uno dei nostri scrittori più amati, qui nelle vesti meno note, ma non meno appassionate, di patriota e scrittore civile.
Chiarezza nella Costituzione
Piero Calamandrei
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 72
"È un po' successo, agli articoli di questa Costituzione, quello che si dice avvenisse a quel libertino di mezza età, che aveva i capelli grigi ed aveva due amanti, una giovane e una vecchia: la giovane gli strappava i capelli bianchi e la vecchia gli strappava i capelli neri; e lui rimase calvo. Nella Costituzione ci sono purtroppo alcuni articoli che sono rimasti calvi". Il 4 marzo 1947, all'Assemblea Costituente, Piero Calamandrei tiene un discorso mirabile: chiarezza nella Costituzione, esortazione volta a volta spiritosa, accorata o solenne a costruire un testo giuridicamente limpido, strumento effettivo di democrazia. Un documento che ci riporta a un altro Calamandrei, non il paladino della piena attuazione della nostra legge fondamentale, ma il giurista di rango, capace di coglierne in statu nascenti tutte le incongruenze e le possibili debolezze future. Una lezione di metodo democratico e di passione civile che non ha perduto niente della sua straordinaria carica ideale.
Della storia d'Italia
Carlo Antoni
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 72
"A questi motivi di recriminazione si aggiunsero altri meno nobili, che venivano dal costume della vecchia Italia: la consuetudine di scorgere nel governo un'autorità estranea o addirittura nemica, nella polizia non la tutela dell'ordine e della libertà, bensì l'esoso strumento dell'oppressione, nei tributi la imposizione arbitraria, nel servizio militare una mortificante servitù, nella legge un ordine estrinseco cui era lecito e bello sottrarsi". Nel periodo confuso e terribile dell'estate del '43, un intellettuale italiano, concentrato fino ad allora sui propri studi di storia del pensiero, avverte il bisogno di una riflessione eminentemente politica sul senso ultimo della storia d'Italia. Ne nasce un saggio rapido eppure pensoso, che in poche pagine di eccezionale pregnanza coglie una ad una le cause di lungo corso di quei mali pubblici della nazione ancora oggi ben vivi tra noi.