Franco Angeli: Clinica della formazione
Diventare professionisti della salute e della cura. Buone pratiche e ricerche
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 250
Che cosa vuol dire oggi diventare professionisti della cura? Quale ruolo hanno la narrazione e la riflessività nella formazione di questi professionisti? E nella ricerca sulle loro pratiche di cura? I saggi raccolti in questo volume, scritti da pedagogisti e professionisti della cura ‒ soprattutto infermieri ‒, tentano di dare qualche risposta a questi interrogativi, condividendo criticamente esperienze educative, pratiche di formazione e direzioni di ricerca sviluppate in contesti di prevenzione e cura. Interrogarsi sulle pratiche pedagogiche vuol dire, innanzitutto, scandagliare i modi concreti, gli strumenti, i metodi del fare formazione nei contesti (sanitari). È per questo che i saggi illustrano alcune esperienze, che vanno dalla formazione di base a quella permanente. Ciò che taglia trasversalmente tutti i contributi, suddivisi in due sezioni ‒ “Formare e riflettere” e “Ricercare e riflettere” ‒ è l’adesione, più o meno esplicita e completa, al quadro epistemologico che riconosce e valorizza la “svolta riflessiva” nella pratica educativa e nella ricerca, che ha caratterizzato il dibattito pedagogico dell’ultimo trentennio. La riflessività è del resto considerata indispensabile anche nei contesti sanitari, perché diventare professionisti della cura è un percorso complesso, che richiede una formazione costante, lo sviluppo tanto di una expertise tecnica quanto della capacità di interrogare criticamente teorie e pratiche, riflettendo sia sulle azioni, per comprenderne i significati, sia durante le azioni per regolare l’agire in corso d’opera. Inoltre, in più saggi viene ribadita l’importanza di una particolare tipologia di riflessione, quella su se stessi, che è anche una forma di cura di sé.
Con metodo. Dalla ricerca in Clinica della Formazione alle pratiche educative
Giorgio Prada
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 124
Questo è un testo che proviene dall'esperienza sul campo e a questa intende poi rimandare, con metodo, preparati. Suo riferimento teorico è in particolare il volume "Dentro il lavoro educativo. Pensare il metodo, tra scenario professionale e cura dell'esperienza educativa", di Cristina Palmieri, di cui rappresenta il versante più pratico, applicativo. Una volta studiate le scienze dell'educazione e compresi i riferimenti pedagogici, ci si ritrova infatti "in situazione" educativa non sapendo che fare. Mancano indicazioni pratiche rispetto a quella particolare condizione e non c'è "un" manuale a prescrivere tutto ciò che si dovrebbe fare, mossi peraltro dall'idea di dover far bene. Solo che se anche un tal manuale esistesse, finirebbe per valere per non poter essere utilizzato! Perché non c'è manuale che possa includere ogni età, ogni problema, ogni tempo e luogo, ogni condizione. I metodi nascono e muoiono, o meglio le loro intuizioni chiedono volta per volta una traduzione e dunque invitano al necessario tradimento. Eppure qualcosa al fondo delle pur diversissime esperienze educative permane. Come "un'estetica della formazione", termine ripreso da Riccardo Massa a cui questo testo rimanda. Intenzionalmente disposto in agili capitoletti, per la maggior parte di due pagine soltanto, il testo si rivolge agli educatori professionali, ma anche a quelli che pur sapendo, desiderano comprendere i motivi per i quali "facendo" si ottengono determinati effetti, alcuni certamente attesi, altri meno. Si offre come tale alla riflessione comune di chiunque sia professionalmente implicato in ruoli educativi e, con un po' di attenzione dovuta al linguaggio specifico, può esser agilmente consultato anche da chi opera nel volontariato educativo.
Teoria della pratica formativa. Apprendimento dall'esperienza e clinica della formazione
Angelo M. Franza
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 344
Da "quel che conta è la prassi non la teoria" consegue forse che "la prassi deve fare a meno della teoria"? È possibile parlare e narrare di educazione, di formazione indipendentemente dalle forme linguistiche e narrative attraverso cui si esprimono? E infine, quanto incide sul nostro modo di fare formazione e educazione il modo in cui siamo stati educati e formati? Assunto di base della Clinica della formazione è che gli eventi e i processi formativi non sono esterni, indipendenti da chi li studia, li agisce e dal modo in cui ne parla, bensì connessi con la rappresentazione che si ha della propria oltre che dell'altrui formazione. Se ogni storia è la storia di qualcuno, se ogni libro è anche la storia del suo autore, se ogni ricerca è la storia che inchioda il ricercatore all'oggetto della sua ricerca, nella trama dei testi qui raccolti, che annodano il valore della retorica e della metafora in pedagogia, l'apprendimento dall'esperienza nell'educazione degli adulti e la Clinica della formazione, il lettore attento potrà rinvenire l'originalità e la forza di un'autentica teoria della pratica formativa.
Verso una pedagogia degli effetti. Esperienza formativa e riflessione clinica
Francesco Cappa
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 238
È possibile pensare una pedagogia non fondata sulle intenzioni, su un quadro di valori già istituito o su fini a priori evidenti? I testi raccolti in questo volume tentano di costruire una trama di relazioni, di riflessioni, d’interpretazioni dell’esperienza formativa che consentano al lettore di affrontare questa domanda esplorando alcune ipotesi e tenendo conto di alcuni strumenti propri del discorso culturale che investe oggi la pedagogia. Se si segue questa trama apparirà evidente che quel che conta è provare a comprendere meglio quali logiche segnano le pratiche formative, minime e allo stesso tempo specifiche, che trasformano la nostra esperienza. Il volume propone un percorso che parte dalla varietà delle esperienze formative, dal valore che tali esperienze assumono nella vita diffusa, dai loro rapporti con la temporalità, con il desiderio di educare, con gli scenari che educatori, formatori e insegnanti devono affrontare quotidianamente per non rimanere alienati e offesi dai mutamenti più rilevanti dei sistemi sociali e culturali attuali. Interpretare l’esperienza formativa vuol dire descrivere le pratiche singolari che permettano di far emergere dalle maglie della propria storia di formazione un profilo di senso che non scompaia come un volto di sabbia sull’orlo del mare. È questo l’intento di una riflessione clinica sulla formazione, posizione teorica che inaugura una possibile pedagogia degli effetti.
Dare vita alla scuola. Desideri, parole e azioni
Laura Selmo
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 132
Cosa spinge ancora oggi a voler fare gli insegnanti? Come è cambiato questo ruolo? Partendo da queste domande ci si è interrogati sul desiderio e sulla motivazione di insegnare e soprattutto su quale formazione possa rispondere al meglio a ciò che questo lavoro richiede. Questo libro nasce da un’esperienza didattica all’interno del Tirocinio Formativo Attivo (TFA) dell’Università degli Studi di Verona, in cui gli aspiranti docenti si sono raccontati e hanno fatto emergere il loro sapere, i loro vissuti professionali e il loro desiderio riguardo al mestiere dell’insegnare. Attraverso le narrazioni dei corsisti, il testo ci porta dentro la scuola nel processo d’insegnamento-apprendimento, ci conduce nelle aule dove ogni giorno si intrecciano le storie di chi le abita e dove agisce una didattica fatta di azioni concrete e quotidianità. Passando dalla teoria alla pratica e dalla pratica alla teoria, si compie un viaggio di ricerca e di scoperta dentro le parole, i gesti, i pensieri e le emozioni di coloro che “fanno e vivono” la scuola. Il libro si rivolge sia agli insegnanti, che potranno ritrovare spunti utili per il proprio lavoro e per la propria formazione, sia a coloro che si occupano di pedagogia e didattica, i quali avranno modo di approfondire nuove tematiche e metodologie.
Come canne di bambù. Farsi mentori della resilienza nel lavoro educativo
Patrizia Garista
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 166
Cosa significa parlare di “resilienza” in ambito educativo? Dove è possibile scoprirla, magari sotto altre sembianze, e in quali progetti è possibile inserirla? Basta una qualsiasi esperienza difficile in cui sperimentarsi, cercare e inventare nuove risorse per poter parlare di resilienza? Di conseguenza, la resilienza gode di un successo meritato? O forse è un termine abusato e, a volte, mal declinato nelle realtà educative e formative? Questo libro nasce a partire da queste domande e tenta di proporre una riflessione critica sull’educare e sull’educarsi alla resilienza, collocandone il costrutto in uno spazio di riflessione pedagogica che permetta, a chiunque si trovi a esercitare il ruolo di suo tutore, di comprendere le traiettorie di sviluppo di questo processo, nelle sue dimensioni costruttive o discriminanti. Lo sguardo dunque non può che chinarsi verso quell’agire pedagogico inteso come spazio di elaborazione e messa in opera del processo resiliente, proponendo esperienze e prassi orientate a decostruire e ricostruire i dispositivi educativi di tali processi. La riflessione sul lavoro educativo e formativo per la resilienza nonché le metodologie narrative e art based presentate in questo libro, infatti, consentono al lettore di confrontarsi, documentare e mediare i risultati della ricerca con le varie pratiche che la potrebbero ospitare: il lavoro con la famiglia, la scuola, l’educazione degli adulti, i contesti di cura e prevenzione, il sociale. A questa complessa fenomenologia sulla formazione, per educarsi ed educare alla resilienza, si ancora dunque questo libro, con l’intenzione di problematizzare e tematizzare i contorni sfuggenti di saperi e attività (ufficiali ed esperienziali, espliciti, impliciti e taciti) che si giocano in tali contesti, enfatizzando il ruolo del fattore mentoring. Il volume si rivolge a quanti devono e possono, nella loro attività professionale, farsi mentori di resilienza: pedagogisti, educatori, insegnanti, professionisti della cura e della prevenzione, assistenti sociali, psicologi, giuristi.
Chi ha paura delle regole? Il reale dell'educazione
Jole Orsenigo
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 160
Comportarsi bene, in genere, vuol dire rifarsi a valori riconosciuti come buoni, belli e giusti all'interno di un gruppo. Appartenere a quel gruppo significa esibirli; possiamo civettare e ammiccando riconoscere del prestigio a chi dopo aver aderito a quei valori se ne discosta, interpretandoli in modo personale, controcorrente o addirittura trasgressivo. Potremmo domandarci se per educare ed essere educati basti rispettare un/il galateo o farlo proprio, perché non ne siamo troppo convinti. La parola galateo per il senso comune suona come qualcosa di artificiale, stereotipato, svuotato di senso o semplicemente ripetitivo, frivolo, privo di adesione vitale. Ogni galateo invece è molto più che una questione di etichetta. Stare alle regole non significa semplicemente rispettarle, onorarle, seguirle oppure interpretarle, inventarle, costruirle, ma apparire in esse. Il regime di regolarità che ogni galateo istituisce è una forma di vita e un'esperienza paradigmatica. Come accade che qualcosa come “un” galateo abbia luogo? E soprattutto come indicare quella che potremmo definire la regolarità di un galateo, cioè il sistema di regole che spiega ogni diverso galateo in atto? Il galateo, così inteso, è oggetto di quel discorso che può diventare la pedagogia se assume fino in fondo il paradigma clinico come metodo di ricerca e di intervento. Questo implica una serie di sganciamenti, anche radicali, dal passato. Senza credere che le regole siano tutto, nel testo ci si interroga da un punto di vista pedagogico intorno alla matrice “vuota” dei loro effetti.
Vite di flusso. Fare esperienza di adolescenza oggi
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 218
Per parlare delle trasformazioni profonde che segnano l'esperienza adolescenziale contemporanea, è oggi assolutamente necessario provare a portarsi fuori dalle schematizzazioni e dal rischio di eccessive semplificazioni, sempre in agguato quando l'oggetto di analisi è l'adolescenza. L'idiosincrasia verso le formule giornalistiche con cui da tempo si costruiscono le rappresentazioni mediatiche sulle giovani generazioni (ormai anche l'alfabeto non può più venirci in soccorso nel trovare nuove lettere con cui incasellare le generazioni di ragazzi e ragazze che si stanno preparando a “sbarcare” nel mondo sociale), ci spinge a cercare di andare oltre le logiche nominalistiche con cui si tende a reificare l'espressione vitale di un'età mai del tutto afferrabile dalle categorie teoriche. Ecco allora che i singoli contributi di ciascuno degli autori, presenti in questo volume, pur nella specificità delle argomentazioni che sono state proposte, delineano un'interessante prospettiva di ripensamento di una pedagogia dell'adolescenza all'altezza del difficile esercizio di suggerire nuovi sguardi e nuovi compiti per gli adulti – sia che essi siano educatori, insegnanti, volontari nel sociale o genitori – che hanno, a vario titolo, responsabilità educative nei confronti dei ragazzi e delle ragazze immersi nel flusso esistenziale della cosiddetta “seconda nascita”.
Consulenza pedagogica e clinica della formazione
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 256
L'esigenza da parte di insegnanti, educatori e formatori di un supporto nella gestione dell'operatività educativa quotidiana è evidente nella crescente domanda di aiuto e nella correlata e sempre più eterogenea offerta di figure di consulenza. Diverse sono le proposte consulenziali che, sia da diversi orientamenti interni alla pedagogia sia da diverse prospettive disciplinari, cercano di fornire un aiuto ai professionisti impegnati nei contesti educativi. Ma quali sono i tratti peculiari di un intervento di consulenza? Qual è la specificità di un approccio “pedagogico” nella consulenza? In che cosa la consulenza pedagogica si distingue dalle altre proposte di consulenza (psicologica, medica, psicosociale, neuropsichiatrica) che popolano i contesti educativi? E ancora: quali sono caratteri, oggetti, modalità di una consulenza ispirata alla Clinica della formazione? Quali i vantaggi di un percorso consulenziale con questo approccio per un professionista che lavora nei contesti educativi? Il volume si compone di una serie di contributi che rispondono a questi interrogativi. Il testo, diviso in tre parti, affronta nella prima il tema della consulenza, nella seconda propone l'approccio consulenziale della Clinica della formazione e nella terza descrive esperienze consulenziali in diversi contesti ispirate alla Clinica della formazione.
Materialità e azione educativa
Alessandro Ferrante
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 220
Che rapporto c'è tra materialità e azione educativa? Chi o che cosa agisce nelle pratiche che quotidianamente danno forma ai mondi sociali e materiali dell'educazione professionale? Il volume si confronta con quest'ordine di problemi facendo riferimento a tre linee di ricerca che portano in primo piano la trama materiale dell'educazione: la clinica della formazione, l'actor-network theory e il post-umanesimo. Grazie a questi approcci diviene possibile guardare alla materialità dei processi formativi come a un campo relazionale ibrido, dinamico e complesso, caratterizzato da un intreccio di elementi eterogenei, umani e non-umani. Il testo si rivolge agli studiosi di scienze sociali e a tutte le figure professionali che ogni giorno si immergono nel groviglio materiale di discorsi, documenti, corpi, spazi, oggetti, forze, affetti che rende ogni evento educativo unico e irripetibile.
Metodo e qualità dell'esperienza scolastica
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 176
Molti sostengono che il XXI secolo sarà necessariamente segnato dalle questioni formative che la network society sta ponendo alle nuove generazioni, dei nativi digitali, e alle vecchie, nate dopo la metà del Novecento. La scuola, in questo scenario, intesa come modello originario di ogni tipo di azione educativa, formativa e istruttiva è al collasso. Che fare? C'è bisogno di un pensiero sulla scuola che non si limiti a considerarla come qualcosa d'imprecisabile che ha effetti benefici o nefasti: bisogna ripensare l'educazione nella sua struttura di generazione di esperienze, che abbiano un valore e una qualità alta per tutti gli attori sociali della scena educativa e formativa. Solo attraverso un pensiero interessato a entrare in contatto con la materialità del lavoro di chi la scuola la vive tutti i giorni si possono promuovere sguardi inediti e indicare vie da percorrere verso cambiamenti concreti possibili. Per questo è necessario tematizzare la questione del metodo come qualcosa che riguarda gli insegnanti, i dirigenti, i genitori e gli studenti. In rapporto a questa necessità il Laboratorio permanente Cambiare la scuola: educare e istruire del Centro Studi Riccardo Massa come suo primo gesto ha promosso e realizzato le ricerche presentate in questo testo. Le ricerche consegnano ad educatori, formatori e insegnanti possibili strumenti di lavoro.
Il dispositivo educativo. Esperienza, formazione e pedagogia nell'opera di Riccardo Massa
Manuela Palma
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 146
La formazione è un processo che pervade con modalità formali e informali le nostre esperienze: ognuno di noi, senza distinzioni, ha sperimentato processi formativi da educando, molti li rivivono nella posizione opposta di educatori, insegnanti, formatori. Parallelamente sempre più spesso la formazione viene presentata come risposta strategica a questioni di attualità come l'inclusione sociale, la competitività e l'innovazione, l'occupazione, non solo giovanile. Benché la formazione sia un elemento costitutivo e ineliminabile della vita di ogni persona, quanto la si conosce come oggetto di un sapere rigoroso? Il testo indaga la complessità delle dimensioni implicate nei processi formativi e argomenta una risposta alla domanda su "che cosa educa e produce degli effetti formativi" a partire dalla proposta di Riccardo Massa, filosofo dell'educazione e pedagogista tra i più radicali del dibattito pedagogico italiano. La riflessione di Massa individua nel concetto di "dispositivo educativo" la possibilità di leggere la formazione in modo rigoroso e senza riduzionismi, un modo originale ed efficace per pensare e agire l'educazione in modo critico e consapevole.

