Ibiskos Ulivieri: Plumbago

…L’anima, folgore/l’energia sottile è il luogo privilegiato dell’identità dell’artista, che tramite il dolore, la sofferenza, la propria vulnerabilità (di paura, timore, pudicizia costruita) ed emotività diventa potenza creativa. L’autrice si lascia scoprire e raccontare da quella natura invisibile agli occhi di molti, innamorata del suo giardino, un «pezzetto» di Paradiso, a cui chiede di dirle qualcosa di nuovo, imponderabile, diverso da quella gabbia in cui l’essere umano si trova stretto tra le maglie di una rete. Nell’osservazione della natura l’anima acquisisce la consapevolezza di avere delle ali, si lascia descrivere da un vento generatore, evocato nella prima e ultima poesia, metafora di libertà e originalità. È il vento dell’ispirazione creativa, roboante nel procedere, impossibile da arrestare, a narrare il contorno, il profilo, le molteplici sfaccettature della personalità del poeta, che l’orgoglio di essere qualcuno in questa terra mai riuscirà a comprendere, perché come sostiene Vivo circondata dal vento/e nessuno meglio di lui/sa così bene narrare. Ed è così che l’anima, lontano da qualsiasi definizione mistica o religiosa, si rivela la forza viva...

Premio Speciale - Sez. A - Autori per l’Europa 2024-25 - 15° Concorso Internazionale – Sez. A - Poesia …Eppure, la primavera è ben più di un tradizionale motivo poetico, di un consueto topos letterario: nei versi di Livia Menchini è insieme uno spazio reale e immaginario, e un tempo che comprende ogni sfumatura della vita, dentro e intorno a noi. Primavera è la stagione che racchiude tutte le altre, come un prisma di colori: l’autunno con i suoi tappeti di foglie brune, l’inverno tardivo con la neve bianca come il velo di una sposa, l’estate incipiente con i suoi cieli stellati, illuminati di desideri inespressi. Ed è, al tempo stesso, l’età più lieta e spensierata, ma anche tutte le altre stagioni che circondano la giovinezza, dall’infanzia alla vecchiaia, con il loro patrimonio di affetti, di amore verso i genitori, i compagni, i figli… Prefazione di Alessandra Biancalani.

2° Premio ex aequo - Sez. A - Autori per l’Europa 2024-25 - 15° Concorso Internazionale – Sez. A - Poesia …L’amore è nella nostalgia degli affetti del passato, nello sguardo dell’amata che rassicura con il suo approdo di quiete, nel tramonto rossastro e nei neri flutti che riflettono il bagliore lunare, nella perfezione plastica di una scultura e nella speranza di pace, che metterà presto a tacere l’odio tra i popoli; è nel languido aroma di notti orientali, nella corsa tra innamorati bagnati di pioggia, nello struggente unirsi di due anime, ma anche nel distacco e nel perdono…

2° Premio ex aequo - Sez. A - Autori per l’Europa 2024-25 - 15° Concorso Internazionale Poesia …per chi crede che la conoscenza si fondi anzitutto sull’insegnamento della Natura e sull’imitazione del Bello; ciò secondo la finalità classica dell’arte, ben distinta dall’artificiale, un concetto che inevitabilmente si è distanziato dalle sue origini etimologiche per indicare ormai ciò che è falso, non autentico…

"Tra memoria e vuoto, dopo la mia silloge Cronache di un viaggio, senza scelta, ho percorso l’assenza e il silenzio sovrani a quel confine che mi separa da un amore ormai dispero per l'eternità nell'etere..."

A discapito di intelligenze artificiali e fantasticherie virtuali, la poesia è ancora oggi una forma di comunicazione superiore per la sua facoltà di innalzare, sulla superficie piatta del foglio stampato, un intero edificio di colori, idee e sentimenti scaturiti dall’affinità o dal contrasto, dalla riflessione o dall’impulso emotivo, che coesistono sulla pagina così come nel cuore di chi scrive. È un mondo in cui il poeta, come sa bene Michele Taccola, è un funambolo in equilibrio tra sogni e rimorsi, tra illusioni e malinconie, tra speranze e perdite…

«Poesie d'amore, scritte con una intensità espressiva che non trascura nulla di tutto ciò che l'amore fa nascere, fa vivere e fa soffrire. C'è, in ogni parola, il fiato caldo di chi è stato capace di attraversare le infinite sensazioni del cuore e della mente e ne ha saputo dare la sorgente viva che va oltre ogni cosa conosciuta, per entrare e fare entrare il lettore nella foresta intricata del sentimento più eccelso avendone consapevolezza, godendone la purezza e la profondità. Il tutto con un linguaggio che va dritto all'essenza, coglie la spiritualità e la carnalità del godimento e accende i lumi di una religiosità totale che non è fatta di preghiere, ma di immersioni nel gaudio accecante del sentirsi essenziale. Libro da tenere sul comodino, a portata di mano, per suggerne la limpidezza e la misteriosa magia che offre in ogni pagina, perché non nasce da stramberie e da eccessi, ma dall'aver vissuto pienamente la sorgente vitale del dare e dell'avere fuori dagli enigmi e dai formalismi. Aldo Fiorenza in ogni parola ha distillato il romanzo dei suoi giorni con libertà assoluta e quindi non avendo bisogno di sotterfugi o di parodie. Da qui la forza contundente dei suoi versi…»

Infinita ricchezza di un dettato poetico che sa aprire il corpo e la mente a viaggi che a dir poco sono sbalorditivi, che hanno scenari sempre verdi, sempre profumati di sensi nuovi. Il poeta si abbandona a visioni che hanno dolcezze infinite e capovolgono addirittura il senso della normalità per condurre in un luogo dove le certezze sono quelle del sogno e del desiderio. Aldo Fiorenza è una fonte inesauribile di invenzioni che entrano ed escono dalla felicità e mostrano la magnificenza a cui si abbevera la poesia. Così si aprono scenari che ridanno nome al mondo, prendono senso musiche immortali che contribuiscono a dare nuova energia ai rapporti d'amore. In ogni verso di questo libro c'è la vita che palpita e c'è la ragione suprema di entrare nelle vicissitudini del proprio amore per vantarne l'unicità, ma anche per riscrivere, rivivere e far rivivere la luce che abbaglia e frastorna. Libro compatto, teso, che si legge con amoroso sentimento, con dolce compenetrazione e che lascia in bocca la soddisfazione degli approdi e fa sentire la pienezza della libertà, la coscienza di godere gli approdi che soltanto le stelle sanno vivere, di solito. Fiorenza è il "deus ex machina"...

Sulla scia della grande tradizione italiana e straniera Aldo Fiorenza si immerge alla ricerca di sensazioni travolgenti, di brividi vissuti con totale abbandono. Il risultato è una poesia, in queste pagine, che lascia un segno indelebile, che muta lo sguardo sul mondo. C'è una forza travolgente che impasta immagini e metafore e le rende talmente appetibili fino a dare la sensazione, è il caso di dirlo, di trovarsi a vivere momenti immortali e palpitanti, fino a far sentire che la poesia è il frutto di esperienze indimenticabili che hanno ridisegnato il vivere in una dimensione direi cinematografica. Poesie che svelano segreti, che insegnano a saper guardare in faccia la realtà e a renderla salvadanaio a cui attingere nei momenti di tristezza o di angoscia; poesia che porta ai piani superiori del vivere e accende le facoltà di una fresca e musicale dimensione umana. Se si fa caso, tutta la vita degli uomini è un mare di sensazioni. Perché l'impatto giornaliero in principio è un accadimento, poi diventa sogno, visione, e quindi sensazione. Chi avrà la pazienza e il piacere di immergersi nel canto pieno di questo libro, avvertirà a un certo punto che sta volando, che sta vivendo…

«[…] Il sottotitolo della nuova prova è in effetti "Altri madrigalismi siciliani", segno che l’autore ha inteso sin dall’inizio sottolineare il legame fra le due opere, o quasi la scansione in due tempi di uno stesso libro. Ma mentre "Madrigalismi siciliani" era composto per lo più da liriche brevi, nate da impressioni immediate e fugaci, nel secondo capitolo di questo “canzoniere siciliano” la volontà descrittiva di Stefano Maleci è lasciata libera di esondare da ogni precedente misura. Così, le poesie de "Il verso del tarí" sono quasi delle prose in forma di poesia: mediamente più lunghe di quelle di Madrigalismi siciliani, e molto più rispondenti all’esigenza di adattare il loro stile a un contenuto traboccante […]»

Questa silloge di poesie racchiude alcune riflessioni e interrogativi sullo smarrimento, la transitorietà, le contraddizioni e i timori che modellano il vivere del nostro tempo, custode del mutevole avvicendarsi delle stagioni e dei loro accadimenti voluti o imposti. L’impatto con una realtà incerta, caratterizzata da eventi distruttivi e disorientanti come le guerre, le pandemie, le migrazioni, l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici, è tale da frantumare le sicurezze che si credevano raggiunte e pone nuovi dilemmi sulla ricerca di senso dell’esistere, chiamando a proiettarsi da una storia individuale in quella collettiva. Nell’anelito di riappropriarsi dell’armonia del creato e della sua interconnessione tra terra e cielo, illuminazioni universali di speranza e amore espandono la consapevolezza sia del dolore sia dell’attesa di una rinascita.

ti sei dimenticata di una cosa / io no / Ti amo :) - anch’io / ipoteticamente... / molto ipoteticamente :)) …Immaginate un luogo dove le barriere del tempo e dello spazio si dissolvono, dove le anime si connettono in un intreccio di parole digitali, creando legami che sfidano la fisicità del mondo reale. In questa dimensione le emozioni non solo esistono, ma vibrano con una forza nuova, cruda ed immediata. Ogni passaggio che accompagna una poesia è un frammento di un dialogo eterno, un’eco di conversazioni che hanno superato i limiti del visibile per trovare rifugio nell’infinito virtuale. In un’epoca in cui le connessioni digitali sono diventate parte integrante della nostra vita, spesso ci troviamo a chiederci quanto siano reali le emozioni provate attraverso uno schermo…