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Il Grano: Storia e civiltà

Una periferia del moderno. Vescovi e secolarizzazione in Sicilia. Le conferenze episcopali regionali (1891-1920)

Una periferia del moderno. Vescovi e secolarizzazione in Sicilia. Le conferenze episcopali regionali (1891-1920)

Antonino Teramo

Libro: Libro in brossura

editore: Il Grano

anno edizione: 2021

pagine: 282

Il lavoro affronta un nodo fondamentale della storia della chiesa siciliana contemporanea, che già da tempo e da più parti avverte l'esigenza di studiare in modo approfondito la documentazione relativa alle conferenze episcopali regionali tenute dai vescovi nell'isola a partire dal 1891. Il punto centrale è l'avanzare del processo di secolarizzazione, inteso come estromissione della religione da ogni ambito della vita sociale, analizzato attraverso l’azione collettiva dei suoi prelati. Emerge, così, un quadro complesso della società isolana tra fine Ottocento e primo ventennio del Novecento, e ancora una Chiesa siciliana che sulla scia del magistero dei pontefici e conscia delle problematiche locali, tenta di fronteggiare le sfide e i cambiamenti epocali posti in campo dalla modernità.
12,90

Il brigante romantico. Ribelli e banditi del mondo nell’immaginario italiano del XIX secolo

Il brigante romantico. Ribelli e banditi del mondo nell’immaginario italiano del XIX secolo

Libro: Libro in brossura

editore: Il Grano

anno edizione: 2021

pagine: 333

Quella della dissidenza, della ribellione al potere, è una storia senza tempo e senza spazio: ripetitiva, logorante, utopica. Si racconta in ogni dove, in qualsiasi epoca. Seguirne le impronte, significa viaggiare per cinque continenti, osservare civilizzazioni, luoghi e ambientazioni molteplici, avventurarsi tra eroi e malviventi di ogni sorta, gente senza scrupolo, signori dalla mano violenta, dal potere arbitrario, liberatori, avventurieri, capipopolo. La stagione del romanticismo, di più, consente di immergersi intimamente nelle più appassionate storie di banditi, masnadieri, corsari, direttamente dalle pagine di narratori di grande suggestione, attraverso la letteratura, le riviste di geografia e viaggi, i giornali illustrati, le cronache, le tradizioni popolari. Ai confini dello stato e ai margini della società, del resto, oltre i semplici rigurgiti criminali, il brigante rappresenta la minaccia per eccellenza: la speranza di un sovvertimento delle condizioni generali di vita, l'incombente timore dello smantellamento delle gerarchie codificate, il senso della rivolta, dei sogni istintivi di uguaglianza e fraternità, di libertà dai padroni e dalla fatica insostenibile.
14,00

Popolo, classi culte e pubblica sicurezza. La gestione della violenza rivoluzionaria nella Sicilia del 1848

Popolo, classi culte e pubblica sicurezza. La gestione della violenza rivoluzionaria nella Sicilia del 1848

Fabrizio La Manna

Libro: Libro in brossura

editore: Il Grano

anno edizione: 2020

pagine: 266

Nella società siciliana di inizio Ottocento i nuovi notabilati nati all'ombra della riforma amministrativa e dell’assetto post-feudale si trovarono a gestire un potere effettivo, intellettuale e simbolico, di notevole rilevanza. Una società in via di assestamento, in cui i rapporti di dipendenza e subordinazione apparivano strutturati, ma che rivelava, nelle fasi di rottura rivoluzionaria, momenti di osmosi interclassista. La ricerca si muove su due livelli d’analisi: quello dei rapporti effettivi di patronage e dipendenza riguardanti notabili e classi popolari, e quello simbolico relativo al monopolio da parte delle classi pensanti di una sapiente strumentazione culturale in grado di creare consenso attorno a certe istanze politiche. Nelle prime battute la sommossa palermitana del ‘48 si caratterizzò per una partecipazione popolare esigua. Fu necessario l’intervento delle squadre e l’adesione del patriziato e del notabilato cittadino per imprimere una svolta e dare sostanza alla rivoluzione. L’irruzione sulla scena delle squadre rivelò un aspetto inquietante, ma che rimase una costante nelle rivoluzioni siciliane: il compromesso tra elemento patriottico e delinquenza comune.
15,00

Messina dall'Unità al fascismo. Politica e amministrazione (1860-1926)

Messina dall'Unità al fascismo. Politica e amministrazione (1860-1926)

Antonio Cicala

Libro: Copertina morbida

editore: Il Grano

anno edizione: 2016

pagine: 308

Ricostruendo minuziosamente, in un contesto di ampio respiro, le vicende politiche messinesi dall'Unità d'Italia all'affermazione del fascismo, l'autore delinea la fisionomia della classe politica locale in età liberale, con i suoi protagonisti e le dinamiche interne alle diverse aggregazioni, offrendo una lettura complessiva dell'evoluzione della realtà cittadina tra Otto e Novecento. Nel volume vengono evidenziati in particolare quei passaggi nodali che lungo più di un cinquantennio hanno contribuito a realizzare il profilo storico della città: il ruolo della Destra e della Sinistra storica, i Fasci, la contrapposizione tra blocco clerico-moderato e fronte democratico fulciano in età giolittiana, le drammatiche conseguenze del terremoto del 1908, sino ai mutamenti del primo dopoguerra e l'avvento del fascismo.
15,00

L'aristocrazia del delitto. Potere e rappresentazione della mafia in Sicilia. Le origini (1812-1894)

L'aristocrazia del delitto. Potere e rappresentazione della mafia in Sicilia. Le origini (1812-1894)

Placido Currò

Libro: Copertina morbida

editore: Il Grano

anno edizione: 2015

pagine: 408

La dipendenza, non solo letteraria, tra le parole e le cose, è capitale per lo studio della mafia. Incidendo un tempo plurale, se indietro negli anni l'origine del fenomeno va collocandosi sulla linea della rottura ottocentesca con la fine solo teorica dei privilegi feudali, i luoghi della ricerca si rivelano nella definizione complessa delle liquide gerarchie di comando che hanno alimentato la formazione della questione meridionale e della questione criminale a partire da quelle aristocrazie di varia origine (prima nobiliare, poi borghese, finanziaria, istituzionale, ecc.) che nell'interesse di parte e nel bisogno di arginare l'avanzata dei diritti democratici moderni ha assoldato schiere di "malandrini" e "facinorosi" pronti a usare violenza. In queste immagini, il ripresentarsi continuo di ibride clientele, di comportamenti corruttivi, di aggressivi fronti economici, di conduzioni irresponsabili della giustizia, di saggi reazionari e repressivi, di linguaggi, rituali e modi sconsiderati di intendere l'uomo nella sfera pubblica, riafferma storicamente schemi di vita, sociali e culturali, e modi anomali di gestione dei poteri nella lunga durata divenuti strutturali.
12,00

Teoria dell'insurrezione

Teoria dell'insurrezione

Jean-Paul Marat

Libro: Libro in brossura

editore: Il Grano

anno edizione: 2017

pagine: 158

Il sangue e la violenza hanno costituito, per molti, un naturale paradigma della grande rivoluzione, l'orizzonte di significato entro cui collocare le traiettorie giacobine e sanculotte dei suoi uomini più noti. In questa prospettiva Marat assurge ad archetipo e modello del rivoluzionario dall'animo feroce e spietato, quasi irrazionale, vendicativo. La riedizione degli scritti, tuttavia, pone un quesito sostanziale: Marat è, in fondo, esclusivamente l'uomo della dittatura, colui che invoca la necessità del triumvirato romano, che stringe sino a soffocare le libertà degli avversari, che si arrovella e sbraita, sguazzante tra i fumi e il cruor delle devastazioni rivoluzionarie? Di certo, il montagnardo lavora per la formazione di una solida opinione pubblica attraverso una stampa e una pubblicistica passionalmente a contatto con la più varia fiumana popolare. La severità delle espressioni impiegate deriva dal timore della prossima illusione, da un pensiero che alla rivoluzione nulla chiede se non il riconoscimento degli ideali sociali e dei diritti sanciti dalla déclaration. È la motivazione esistenziale che lo muove a presentarsi quale intransigente coscienza del popolo francese.
12,00

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