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Johan & Levi: Saggistica d'arte

Il design come attitudine

Il design come attitudine

Alice Rawsthorn

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2025

pagine: 216

«Non è una professione ma un’attitudine», diceva László Moholy-Nagy, che nel primo Novecento lottò per liberare il design dalla morsa del commercio in cui era stretto dai tempi della Rivoluzione industriale, restituendogli il compito di costruire un mondo migliore. In tutte le sue molteplici forme, il design svolge da sempre un ruolo importante come agente di cambiamento, facendosi interprete di istanze sociali, politiche, economiche, scientifiche, culturali ed ecologiche per garantire un impatto positivo sulle nostre vite. Alice Rawsthorn, una delle più influenti voci in questo campo, racconta come nuove generazioni di designer rispondono a sfide globali quali l’emergenza climatica, l’aumento delle disuguaglianze, le crisi umanitarie e le discriminazioni di genere, mostrando la stessa attitudine “all’intraprendenza e alla creatività” di cui scriveva Moholy-Nagy e portando avanti ambiziosi progetti sociali, servendosi di tecnologie all’avanguardia per realizzare prodotti nuovi o recuperare e rimettere in circolo i vecchi, secondo una tendenza in costante crescita. Con un occhio rivolto alle figure storiche, ai pionieri di un design attento ai bisogni dell’individuo e della società, l’autrice traccia l’evoluzione e i più recenti sviluppi di questa disciplina anche in rapporto all’arte e all’artigianato, da cui la separano confini sempre più porosi, e a settori come la medicina o la sociologia, a cui ora offre un prezioso contributo. Una priorità per i designer attitudinali consiste, infatti, nell’essere più aperti alla collaborazione con una varietà di specialisti, nell’ottica di costruire una comunità diversificata e inclusiva per fare fronte comune contro le tante difficoltà del nostro tempo.
26,00

Il surrealismo come tergicristallo

Il surrealismo come tergicristallo

Robert Lebel

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2025

pagine: 240

Robert Lebel (1901-1986) è stato al contempo poeta e romanziere d’eccezione, fine critico d’arte, esperto di pittura antica e collezionista eccentrico. Oggi è ricordato principalmente per la celebre monografia su Marcel Duchamp apparsa nel 1959 dopo dieci anni di intensi scambi con l’artista da una sponda all’altra dell’Atlantico. Definirlo un esegeta di Duchamp, tuttavia, rischia di oscurare le molteplici sfaccettature di un importante testimone della cultura del suo tempo. Questa prima raccolta di scritti sul Surrealismo, composti da Lebel fra il 1943 e il 1984, intende compensare una visione parziale del suo percorso e rendere conto della complessità e dello spessore dei suoi legami con il movimento fondato da André Breton. Una selezione di testi teorici, saggi monografici e note critiche accompagnate da fotografie perlopiù inedite ricompone il profilo proteiforme di un intellettuale che indossa, di volta in volta, le vesti di adepto riluttante, spettatore ostinato e commentatore imparziale delle avventure surrealiste, di cui restituisce le fasi alterne e le relazioni controverse dei suoi protagonisti a partire dagli anni dell’esilio americano. Lebel appare come un cane sciolto capace ‒ per mezzo dell’umorismo e della dissacrazione ‒ di mantenere un’indipendenza di vedute imposta da una viscerale avversione verso ogni forma di militanza o di azione collettiva. Tale distacco non gli impedisce però di condurre il proprio occhio “iperlucido” a scavare in un universo artistico gremito di anime genuinamente sovversive ‒ da Roberto Matta a Isabelle Waldberg, da Yves Tanguy a Jean-Pierre Duprey ‒ attestando le sue passioni in una scrittura sontuosamente classica e libera. Nel rivelarci gli aspetti splendidi e insieme terrificanti di un movimento capitale del xx secolo, Lebel è animato dalla volontà non solo di mostrare il lato meno noto delle opere di artisti quali per esempio Lam, de Chirico o Ernst, ma anche di rispondere, in ogni fase della propria esistenza, a una domanda che un giorno gli è stata rivolta e che oggi ritorniamo a porci: a che punto siamo con il Surrealismo?
16,00

Mezzo secolo di arte intera

Mezzo secolo di arte intera

Tommaso Trini

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2025

pagine: 356

Se sappiamo quello che sappiamo sulla straordinaria rivoluzione artistica della seconda metà degli anni sessanta, di Arte Povera, Arte Concettuale, Arte Processuale e Land Art; se oggi riconosciamo in Boetti, Pistoletto e Zorio alcuni tra i più importanti esponenti della loro generazione; se conosciamo le ultime dichiarazioni di Lucio Fontana o avevamo già letto di figure recentemente riscoperte come quelle di Agnetti, Baruchello, Dadamaino, Mulas e Griffa, lo dobbiamo anche alle cronache, alle recensioni, ai saggi, all’opera editoriale e educativa di Tommaso Trini (Sanremo, 1937). Questa antologia colma una lacuna durata troppo a lungo e contribuisce a disegnare una mappa più accurata del panorama critico italiano, al di là di un consunto schema bipolare. Attraverso un’attenta opera di ricerca e di confronto condotta da Luca Cerizza in dialogo con l’autore, il volume raccoglie per la prima volta una selezione dell’ampia produzione critica di Trini: dai testi pionieristici dedicati ai futuri protagonisti dell’Arte Povera, alla serie di approfondite letture di altre figure cardine del dopoguerra, fino alle cronache e le analisi che – tra le prime a livello internazionale – definiscono in tempo reale le caratteristiche dei movimenti artistici postminimalisti che agitavano la seconda metà degli anni sessanta. Attraverso questi scritti, Trini si rivela rapido testimone e allo stesso tempo acuto lettore di molta dell’arte migliore di questo mezzo secolo. Un libro che restituisce agli appassionati d’arte e non solo una brillante scrittura critica, sostenuta da un ritmo e un’intelligenza incalzanti, in cui la partecipazione “militante” non sfocia mai in posizioni settarie e ideologiche.
16,00

Clement Greenberg. L'avventura del modernismo. Antologia critica

Clement Greenberg. L'avventura del modernismo. Antologia critica

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2025

pagine: 448

Questo volume offre la più ampia raccolta italiana di scritti di Clement Greenberg (1909-1994), autore indispensabile per chiunque si interessi all’epoca carica di rivoluzioni formali che dalla fine dell’Ottocento in poi vede il rapido succedersi delle avanguardie artistiche. Figura fra le più influenti e controverse della critica d’arte americana del Novecento, Greenberg assiste al declino dell’illusionismo tridimensionale della pittura da cavalletto e testimonia il progressivo affermarsi dell’astrattismo, fino al traguardo della piattezza radicale che è per lui cifra del modernismo. Tra i primi a intuire il valore dirompente della pittura di Jackson Pollock e degli espressionisti astratti americani, egli sdogana successivamente gli esponenti della Post-painterly Abstraction, tra cui Morris Louis e Kenneth Noland. Con un corpus di oltre trecento scritti, il magistero critico militante di Greenberg attraversa più di quarant’anni di nuova arte americana, contribuendo in modo decisivo a spostare il baricentro dell’arte mondiale da Parigi a New York. La selezione dei testi qui proposti è volta a sottolineare l’impronta europea del pensiero critico di Greenberg. La matrice kantiana, quella trotskista, ma anche quella italiana proveniente da Benedetto Croce e Lionello Venturi, delineano il profilo di un critico che ha saputo scandagliare in modo esemplare le vicende del modernismo nelle arti visive rivendicandone i valori di oggettività. A un’acuta analisi socio-culturale del fenomeno della massificazione della cultura e delle sue conseguenze sociali, Greenberg accosta questioni a lungo dibattute come quelle del bello e della qualità, dei valori oggettivi in arte, mosso dal bisogno impellente di opporre un fronte di resistenza al degrado del kitsch e dell’accademismo. Tuttora oggetto di diatribe e indiscusso promotore dell’arte americana, Greenberg rimane un interprete di primo piano del modernismo. A più di quindici anni dalla morte, il suo lascito è imprescindibile per orientarsi nel complesso panorama artistico della seconda metà del XX secolo.
20,00

Scritti

Scritti

Lewis Baltz

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2025

pagine: 176

Lucido protagonista della “nuova topografia” americana degli anni settanta, artista costantemente impegnato a decostruire la politica dei luoghi e delle rappresentazioni, sin dai suoi esordi Lewis Baltz ha accompagnato alla ricerca visiva una meditata attività di scrittura critica e autocritica. Le riflessioni raccolte in questo volume illuminano da prospettive differenti la sua opera ultraquarantennale e il contesto transatlantico nel quale si è sviluppata: interventi che hanno affiancato le opere topografiche del primo periodo, narrazioni incorporate nei lavori testo-immagine della fine degli anni ottanta, ma anche una corposa serie di saggi dedicati ad alcuni tra i più importanti fotografi e artisti del Novecento. In questi ultimi l’ascolto dell’enigmatica materialità delle opere si fonde con un ragionare secco e disincantato sulla loro adeguatezza culturale e, infine, politica. Rientrano in tale filone gli scritti dedicati a Walker Evans, Edward Weston, Robert Adams, Michael Schmidt, Allan Sekula, Thomas Ruff e Jeff Wall, che in modi diversi interrogano le possibilità e i limiti delle pratiche fotografiche di stampo modernista; in alcuni passi affiorano inoltre circostanziati apprezzamenti di artisti come Krzysztof Wodiczko, Félix González-Torres, Barry Le Va, Chris Burden, James Turrell, Robert Irwin, John McLaughlin e Alessandro Laita, con i quali Baltz ha condiviso aspetti cruciali della ricerca e, in diversi casi, della propria biografia. Il volume, tuttavia, contiene anche considerazioni su temi di portata più generale, per esempio sul paesaggio o sulle città «nell’epoca del nulla di speciale». Se il gelido silenzio dell’immaginario post-apocalittico di Baltz ha contribuito a depurare la fotografia degli ultimi trent’anni dalle opposte retoriche della denuncia e della rivelazione, la voce rauca e talvolta caustica di questi scritti continua a risuonare e a contaminare le presunte certezze su cui amano poggiare le istituzioni dell’arte e della fotografia.
12,00

Intelligenza artificiale e mercato dell’arte

Intelligenza artificiale e mercato dell’arte

Jo Lawson-Tancred

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2025

pagine: 100

Nonostante la sua tradizionale resistenza alle novità tecnologiche, il mondo dell’arte non è immune agli sconvolgimenti causati dall’intelligenza artificiale: il suo impatto e la sua presenza crescente, nelle dinamiche di vendita come in quelle creative, sono sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori, dai più scettici ai più entusiasti. Questo volume offre una panoramica sulle possibili applicazioni dell’IA nell’ambito di pratiche comuni del mercato dell’arte – come l’autenticazione, l’attribuzione e la valutazione delle opere – per le quali funge da assistente in grado di potenziare le abilità umane. Oltre a favorire trasparenza e obiettività in un mondo notoriamente opaco e poco regolamentato, le tecnologie emergenti si rivelano strumenti preziosi nelle mani di galleristi, curatori, artisti che vogliono promuovere i loro lavori attraverso emozionanti esperienze immersive. L’ascesa dell’arte prodotta con l’IA e la comparsa di una nuova categoria di collezionisti interessati ai mercati online e agli NFT sono alcuni dei temi di grande attualità trattati dall’autrice, che non trascura, infine, le implicazioni etiche e le sfide legislative poste dall’intelligenza artificiale in merito ai diritti degli artisti. Attraverso le testimonianze di professionisti del settore attenti a queste trasformazioni epocali, Jo Lawson-Tancred ci invita a riflettere su un presente – e su un futuro – in continua evoluzione, in cui l’interazione tra arte e tecnologia non solo è inevitabile, ma forse perfino auspicabile.
15,00

Perché non parli? Come raccontare il patrimonio culturale

Perché non parli? Come raccontare il patrimonio culturale

Giovanni Carrada

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2025

pagine: 206

Il patrimonio storico e artistico italiano ha un problema tanto ingombrante e ovvio che finiamo per non notarlo neppure: non parla a chi lo visita. Salvo fortunate eccezioni, i nostri musei non aiutano a far capire e a far godere le loro collezioni, i parchi archeologici le loro rovine, i monumenti il nostro passato. Per i sette italiani su dieci che non ci mettono mai piede, l’arte e il passato sono solo noia. Mentre gli altri, che affollano soprattutto i luoghi più famosi, tornano spesso a casa con una meraviglia generica ed effimera, senza che nulla di nuovo sia nato dentro di loro. Il motivo per cui il nostro patrimonio culturale non ci parla, come il Mosè di Michelangelo nella leggenda, è semplice: quasi mai può farlo da solo. E fino a ieri non ci siamo preoccupati di dargli voce. Così oggi siamo fra i più bravi nello studio, nella tutela e nel restauro, ma non abbiamo ancora imparato a “interpretare”, e quindi a regalare al pubblico nuove conoscenze, curiosità, emozioni. Ad accendere la sua immaginazione. A far venire voglia di vedere e sapere di più. Giovanni Carrada propone di partire da questo libro per cominciare a costruire una nuova competenza, essenziale a chi opera nel mondo dei beni culturali, se non addirittura una nuova professione. Perché la valorizzazione – quella vera – non si misura in euro o in biglietti staccati, ma nel numero di persone arricchite dall’esperienza che hanno vissuto. Prefazione di James M. Bradburne.
21,00

L'uso delle rovine. Ritratti ossidionali

L'uso delle rovine. Ritratti ossidionali

Jean-Yves Jouannais

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2024

pagine: 112

Mentre rade al suolo Cartagine, Scipione Emiliano rievoca il pensiero di Eraclito: «Un cumulo di macerie gettate a caso, il più bell'ordine del mondo». Ogni guerriero, si convince Scipione, è l'artigiano di una nuova armonia universale. Eppure, stando ad Albert Speer e Victor Hugo, non tutte le rovine sono uguali, e farle bene è un'arte. Il primo plasma edifici destinati a produrre belle vestigia; il secondo, “critico d'arte marziale”, rimane folgorato alla vista di una torre sventrata, tanto da farne la matrice della nuova estetica romantica. Le rovine forniscono modelli all'arte, ma accade anche il contrario, se è vero che le bombe alleate si ispirano alle Rovine della vecchia Kreuzkirche, dipinte da Bernardo Bellotto nel 1765, per decidere il volto che avrà Dresda il mattino del 15 febbraio 1945. Neanche una promessa di distruzione può interrompere lo spettacolo della guerra. Così, nel bel mezzo di un raid aereo, la gestora di un cinema tedesco rimuove le macerie che impediscono la proiezione di un film di propaganda nazista. A pochi chilometri da lei, il Merzbau di Kurt Schwitters è tornato al suo stato originario di scorie disseminate per le strade della città, da dove l'artista le ha raccolte anni prima per elevarle a opera d'arte. Quello che Jean-Yves Jouannais ci presenta in queste pagine è un cenacolo esclusivo di eroi ossidionali - ovvero ossessionati dagli assedi - che, senza rinnegare il loro impegno alla causa bellica, ne hanno emendato le leggi, sentendosi più inclini all'arte. Dall'antichità ai giorni nostri, abitano spazi spettrali, costellati di detriti che l'autore descrive con allucinato realismo, tanto che al lettore sembrerà di toccare con mano la materia incandescente delle rovine di Berlino, Ebla, Halberstadt, Luoyping, Amburgo, Dura Europos o Stalingrado.
16,00

Il sublime astratto

Il sublime astratto

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2024

pagine: 120

L’incomprensione è parte integrante delle relazioni umane, e quando a comunicare sono Erwin Panofsky, il massimo teorico dell’iconologia medievale e rinascimentale, e Barnett Newman, esponente e principale teorico dell’Espressionismo Astratto, il disastro è assicurato. Soprattutto se nessuno è intenzionato a scendere a patti. Una polemica attorno al termine “sublime” dà il la per una riflessione molto più ampia sullo stato dell’arte aniconica. Negli Stati Uniti in particolare questa si è voluta annunciare completamente aliena non solo nei confronti della tradizione figurativa e delle categorie del bello formale e del classicismo di stampo europeo, ma anche rispetto alla stessa arte astratta del Vecchio Continente. L’astrattismo americano aveva come obiettivo principale quello di liberarsi da ogni proporzione e dalla rigidità delle forme e della geometria, senza per questo rinunciare al contenuto, aspetto che critici e teorici come Panofsky faticavano anche solo a immaginare. In questa antologia di saggi, curata da Pietro Conte, emergono le posizioni di sostenitori e detrattori di quella corrente che ha posto come obiettivo la costante ricerca, il tentativo di suscitare un terrore mescolato al piacere, con la perdita di tutte le coordinate e i punti fermi, esprimendo ancora, ma in modo completamente nuovo, il sublime.
20,00

Lo scolabottiglie di Duchamp

Lo scolabottiglie di Duchamp

Ermanno Migliorini

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2023

pagine: 144

Nel 1914, poco prima di partire per New York, Marcel Duchamp compie un gesto dirompente: elevare uno scolabottiglie a opera d’arte attraverso la mera scelta di quell’oggetto e il successivo trasferimento nel “perimetro sacro” del suo studio. Tale azione inaugura la pratica dei readymade, prodotti industriali, d’uso comune, ai quali l’artista assegna arbitrariamente lo statuto di opere, ponendosi in aperta e ironica sfida all’idea dell’artista faber. Lo Scolabottiglie diventa così un precedente storico che permette a Ermanno Migliorini di attuare da un lato una acuta e lungimirante analisi dell’arte internazionale del secondo Novecento, individuando le sfide poste dalle neoavanguardie debitrici dell’atteggiamento iconoclasta di Duchamp; dall’altro di illuminare i problemi che le derive di tale gesto provocano all’“edificio estetico” e alla critica d’arte impreparati ad affrontarlo. In questo fondamentale saggio del 1970 si tenta di chiarire, attraverso la lente della filosofia analitica, il significato generale dell’operazione duchampiana e delle dichiarazioni che la accompagnano in quanto capaci di mettere in evidenza la dissociazione tra il procedimento artistico e le strutture valutative tradizionali. La pretesa di “proporre valore senza portare ragioni” ha contribuito a segnare profondamente la direzione in cui si muove buona parte dell’arte del nostro tempo. Una direzione che sullo sfondo trova, se non proprio lo Scolabottiglie o un altro readymade, qualcosa che gli somiglia molto, ovvero qualcosa legato al piano delle esperienze sensibili immotivate e immotivabili.
19,00

Nonumento. Un paradosso della memoria

Nonumento. Un paradosso della memoria

Andrea Pinotti

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2023

pagine: 320

Affidiamo le nostre memorie ai monumenti perché le conservino per noi. Così possiamo permetterci di dimenticarle. È questo il paradosso che affligge il memoriale: costruito come dispositivo di rammemorazione, si ribalta nel suo contrario, e diventa macchina di oblio. L’arte monumentale contemporanea si è ingegnata per trovare una terapia a questa patologia. A partire dagli anni sessanta si è formato un movimento eterogeneo, spesso radicale e non di rado contraddittorio, di artisti implicati nella progettazione di “contromonumenti” o “antimonumenti”: congegni che per via negativa ci interrogano profondamente nel nostro rapporto paradossale con la memoria e l’oblio. Rifacendosi liberamente ai non-uments di Gordon Matta-Clark, Andrea Pinotti, preferisce chiamarli “nonumenti” e ne offre una grammatica e una tipologia. Ma ci riesce davvero, il nonumento, a fare meglio del monumento? Davvero un parallelepipedo o una fontana che spariscono nel terreno gestiscono meglio le nostre smemoratezze rispetto a un obelisco o a una colonna orgogliosamente eretti nella loro ostinata verticalità? Davvero una performance o un re-enactment che durano pochi minuti o poche ore, risultano più efficaci di un mausoleo ben piantato dove sta da centinaia di anni? Davvero aria, luce, colori, bits, ci salvaguardano dall’amnesia più di pietra, bronzo, ferro? Queste domande risultano oggi urgenti più che mai: il tema del memoriale è tornato alla ribalta, proprio quando ci si impegna da più parti a buttarne giù il più possibile. In un’epoca in cui le statue vengono gettate nelle discariche come conseguenza dell’ondata di violenza iconoclasta ispirata dalla cosiddetta cancel culture o woke culture, questo libro propone una riflessione insieme estetica e politica sull’arte monumentale contemporanea e sulla contraddizione che l’affligge: negare il monumento, per riaffermarlo. Fare il nonumento.
25,00

L'archivio d'artista. Princìpi, regole e buone pratiche

L'archivio d'artista. Princìpi, regole e buone pratiche

Libro: Copertina morbida

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2023

pagine: 472

Disponibile in una nuova edizione aggiornata e integrata in base alla riformata disciplina penale dei reati contro il Patrimonio Culturale entrata in vigore nell'anno 2022. Legata al concetto di memoria, l'archiviazione risponde da sempre al bisogno di raccogliere e tutelare una testimonianza tramite i documenti che la attestano. Per un artista, l'archivio è essenziale non solo per conservare la traccia materiale del suo passaggio in un determinato ambiente culturale ma anche per la verifica, la difesa e la certificazione dell'autenticità delle opere, nonché per rendere tale patrimonio accessibile e condiviso. Ma che cosa si intende per archivio d'artista e come viene strutturato? Quali normative legali e quali consuetudini si applicano? Come si organizza una successione e come prende forma un catalogo ragionato? Quali competenze coinvolge e quali requisiti lo rendono un punto di riferimento per gli studiosi e per il mercato? Questo volume - nato a partire dal Corso per curatore di archivio d'artista promosso da AitArt (Associazione Italiana Archivi d'Artista) - riunisce punti di vista e competenze diverse spaziando dalle materie umanistico-storiche a quelle economico-giuridiche, senza dimenticare gli aspetti più pratici legati alla schedatura e alla digitalizzazione. Nel suo duplice intento di diffondere princìpi ispiratori e proporre modalità di gestione, delinea una vera e propria deontologia professionale e si configura così come un vademecum imprescindibile per chiunque voglia sviluppare una professionalità specifica e farsi custode di un ecosistema complesso e prezioso come quello dell'archivio d'artista.
29,00

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