Johan & Levi
Lucio Fontana. La possibilità di un oltre
Paolo Campiglio
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 352
Fisico da boxeur, spirito in costante ebollizione, Lucio Fontana «non può star quieto»: forgiato dall’esperienza della Grande Guerra e dai due anni passati come gaucho nella pampa, è impegnato in una lotta all’ultimo sangue su tutti i fronti, persino «con la fame», come scriverà lui stesso al padre. Quest’ultimo vorrebbe che il figlio tornasse in patria, a Rosario, dove lo attende una sicura, anche se forse poco stimolante, attività di famiglia; ma Lucio, a Milano senza commissioni e soldi per l’affitto dello studio, non accetta la resa. È questa vita scissa tra due mondi, l’Italia e l’Argentina, e tra due modi di concepire l’arte, l’Ottocento e il Novecento, che lo costringe a continui sacrifici e lo spinge a ribellarsi, prima contro l’eredità familiare borghese e tradizionalista, poi contro il mondo accademico e un sistema dell’arte ostili verso qualsiasi novità; il tutto nel nome dell’Astrattismo – ma un astrattismo personale fatto di purezza e libertà. Dalle felici “intuizioni” di scultore e ceramista tra Milano, Albisola, Parigi e Buenos Aires, la sua tenacia lo porta a redigere il Manifiesto Blanco e a diventare non solo il leader del movimento spazialista, ma anche un punto di riferimento per una nuova generazione di artisti. Paolo Campiglio prova a svelare l’uomo che si cela dietro i famigerati “tagli”, con i suoi dubbi e travagli quotidiani, esplorando anche circostanze meno note della vita di Fontana: il rapporto con le due madri; la sconfinata generosità verso i colleghi più giovani di cui ama circondarsi; la relazione con la donna della sua vita, Teresita Rasini, che saprà aspettarlo anche quando viene creduto morto. Ciò che emerge da queste pagine è una figura combattiva, refrattaria ai compromessi, ma che brilla di un’innata simpatia e di una travolgente ironia, qualità che fecero affermare al critico Raffaele Carrieri: «In tutto quello che fa la temperatura sorpassa il normale voltaggio».
Basquiat. La regalità, l'eroismo e la strada
Michel Nuridsany
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 364
È il 10 febbraio 1985 e sulla copertina del New York Times Magazine troneggia un Jean-Michel Basquiat in completo Armani seduto nel suo studio di Great Jones Street. Distanze siderali lo separano dal tempo in cui, ribellandosi a un padre borghese, ha scelto il mondo underground dei graffiti, della musica no wave e dei club per dare sfogo a quell'"ottanta percento di rabbia" che alimenta la sua fame di successo. Il radiant child è ormai riconosciuto come il più noto pittore nero e firma opere a quattro mani con Andy Warhol, ma questa celebrità si trasforma presto in una gabbia dorata in cui l’establishment dell’arte lo rinchiude e da cui nemmeno gli eccessi riusciranno a salvarlo. Michel Nuridsany ci descrive un temperamento contraddittorio in un’epoca di contraddizioni: Basquiat vive sulla propria pelle un turbinio di stimoli ed emozioni che riversa poi su qualsiasi supporto abbia a portata di mano: parole, immagini e suoni si ricompongono magicamente in una forma nuova che fa di lui uno dei maggiori poeti visivi del Novecento.
Charles e Ray Eames
Ivan Mietton
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 152
Coppia di successo del design del XX secolo, Ray e Charles Eames lavorano fianco a fianco dal 1941, anno in cui si sposano, fino alla morte di Charles nel 1978. Grazie alla loro perfetta complementarità, padroneggiano diversi ambiti creativi, dall’architettura all’arredamento, dalle stampe tessili alla fotografia, dai film ai giochi per bambini. Sperimentatori delle infinite possibilità della materia e delle tecniche di produzione, non perdono mai di vista l’unico vero obiettivo del loro operato: «Produrre il meglio, per il maggior numero di persone possibile e al minor prezzo». Con l’idea di rivolgersi a un pubblico di massa, portano avanti la loro ricerca anche nella comunicazione attraverso videoproiezioni e allestimenti espositivi. Le loro lezioni sul design rimangono ancora oggi preziose testimonianze e i loro pezzi prodotti in serie, fanno parte delle collezioni museali più importanti al mondo.
Eileen Gray
Cloé Pitiot
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 168
Figura enigmatica, avventurosa e sfuggente, Eileen Gray (1878-1976) ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte decorativa moderna. Dalla campagna irlandese a Londra e poi a Parigi, si è imposta come pittrice, designer, architetta, ma anche gallerista – attività, quest’ultima, intrapresa sotto il conveniente pseudonimo di Jean Désert. Con i suoi paraventi laccati e i mobili in tubi d’acciaio, ha trasceso i confini delle arti e realizzato opere ricche di poesia, affermando con orgoglio la volontà di tornare a mettere l’essere umano e le sue emozioni al centro della ricerca plastica e spaziale. La villa E-1027, da lei costruita nel 1926 a Roquebrune-Cap-Martin per Jean Badovici, è considerata tra gli esempi più brillanti dell’architettura del Novecento.
Il design come attitudine
Alice Rawsthorn
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 216
«Non è una professione ma un’attitudine», diceva László Moholy-Nagy, che nel primo Novecento lottò per liberare il design dalla morsa del commercio in cui era stretto dai tempi della Rivoluzione industriale, restituendogli il compito di costruire un mondo migliore. In tutte le sue molteplici forme, il design svolge da sempre un ruolo importante come agente di cambiamento, facendosi interprete di istanze sociali, politiche, economiche, scientifiche, culturali ed ecologiche per garantire un impatto positivo sulle nostre vite. Alice Rawsthorn, una delle più influenti voci in questo campo, racconta come nuove generazioni di designer rispondono a sfide globali quali l’emergenza climatica, l’aumento delle disuguaglianze, le crisi umanitarie e le discriminazioni di genere, mostrando la stessa attitudine “all’intraprendenza e alla creatività” di cui scriveva Moholy-Nagy e portando avanti ambiziosi progetti sociali, servendosi di tecnologie all’avanguardia per realizzare prodotti nuovi o recuperare e rimettere in circolo i vecchi, secondo una tendenza in costante crescita. Con un occhio rivolto alle figure storiche, ai pionieri di un design attento ai bisogni dell’individuo e della società, l’autrice traccia l’evoluzione e i più recenti sviluppi di questa disciplina anche in rapporto all’arte e all’artigianato, da cui la separano confini sempre più porosi, e a settori come la medicina o la sociologia, a cui ora offre un prezioso contributo. Una priorità per i designer attitudinali consiste, infatti, nell’essere più aperti alla collaborazione con una varietà di specialisti, nell’ottica di costruire una comunità diversificata e inclusiva per fare fronte comune contro le tante difficoltà del nostro tempo.
Un ritratto mondano. Fotografie di Ghitta Carell
Roberto Dulio
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 108
"La vicenda umana e artistica di Ghitta Carell (1899-1972) si pone in maniera del tutto trasversale rispetto alle canoniche narrazioni della modernità. Il suo lavoro attende il risarcimento critico che l'alto livello della sua arte merita."
La conquista del passato. Alle origini dell'archeologia
Alain Schnapp
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 368
Il desiderio di indagare il passato è tra i sentimenti più antichi e duraturi dell’essere umano, che fin da quando ha preso coscienza di sé ha interrogato il suolo alla ricerca delle tracce di chi lo ha preceduto. Diversamente da ciò che si crede l’attività di scavo non è un’invenzione rinascimentale, ma affonda le sue radici già nei primissimi imperi mesopotamici, egizi e cinesi. Da Khaemwaset, figlio di Ramesse II, passando per Esiodo, sant’Agostino, il conte di Caylus, fino a Darwin, le testimonianze lasciate nel tempo sono state lette e interpretate nei modi più diversi. Gli antichi sovrani cercavano le vestigia dei re venuti prima al fine di legittimare il proprio potere; eruditi moderni analizzavano e classificavano i naturalia e gli artificialia ammirati nelle Wunderkammer; vi era anche chi portava avanti la ricerca sfidando le istituzioni, come Isaac La Peyrère, il cui scandaloso testo del XVII secolo teorizzava, per la prima volta dall’epoca classica, l’esistenza di una storia prima di Adamo. Con l’evoluzione della disciplina archeologica gli studiosi sono riusciti a liberarsi dal giogo dei testi sacri e della stessa pratica antiquaria, in un’ottica sempre più scientifica e universale. In questo brillante volume, supportato da una ricca selezione di fonti scritte e illustrate, Alain Schnapp traccia una vera e propria archeologia dell’archeologia, seguendo il progresso metodologico di una materia multiforme che attinge alla filosofia, alla geologia, alla paleontologia e alla storiografia per risolvere gli enigmi fondativi della storia dell’uomo. La conquista del passato, pubblicato la prima volta nel 1994, torna dopo trent’anni in una nuova edizione.
Museologia radicale. Ovvero, cos'è «contemporaneo» nei musei d'arte contemporanea?
Claire Bishop
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 88
L’avvenire del museo pubblico non è mai parso più a rischio: più che rappresentare gli interessi diversificati della collettività, nella maggior parte dei casi esso è ridotto a veicolo di promozione per eventi blockbuster e di tutela dei privilegi dei privati, dando vita a templi dello svago e dell’evasione incapaci di cogliere l’attuale momento storico nella sua globalità. Salvo qualche felice quanto rara eccezione. In questo breve saggio, Claire Bishop riporta le esperienze di tre istituzioni europee di arte contemporanea – il Van Abbemuseum di Eindhoven, il Museo Nacional Reina Sofía di Madrid e il MSUM di Lubiana – che, per far fronte ai tagli dei fondi pubblici dettati dalle misure di austerity, hanno fatto di necessità virtù mettendo a punto brillanti alternative al mantra dominante del “più grande è più bello, e se possibile anche più redditizio”. Attraverso illuminate politiche di acquisizione e allestimento delle proprie collezioni permanenti, questi musei si sono caratterizzati come realtà votate alla sperimentazione, capaci di utilizzare le proprie risorse per imbastire un discorso critico e generare uno sguardo politico sull’attuale fase storica. Museologia radicale, riprendendo il filo di un acceso dibattito internazionale, delinea un manifesto per una nuova concezione del contemporaneo, da intendere come pratica e non come mera periodizzazione, a favore di una rilettura del ruolo del museo come istituzione in grado di preservare l’eredità culturale e allo stesso tempo offrire una voce critica che possa interrogare il presente e contribuire a realizzare un futuro diverso.
I gatti nell'arte
Desmond Morris
Libro: Libro rilegato
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 224
Il gatto – la più elegante, cocciuta e scaltra delle creature – è stato un soggetto prediletto da artisti di ogni cultura ed epoca, fin dalla notte dei tempi. La spettacolare incisione rupestre realizzata in Libia settemila anni fa è forse la più antica testimonianza di una zuffa tra felini, da cui prende avvio una lunga e ininterrotta tradizione visiva scandita da sentimenti alterni verso il gatto. Se oggi è fra gli animali domestici più venerati, nei secoli è infatti stato spesso vittima di odio e persecuzione. Da animale sacro nell’antico Egitto a deterrente contro i roditori nella civiltà babilonese, alleato dell’uomo contro gli aspidi dal morso letale, apprezzato per la tecnica venatoria e immortalato come valido compagno di caccia, il gatto si affranca via via dalle attività pratiche diventando l’indolente amico dell’uomo, che gli spalanca le porte della propria casa. La sua fortuna conoscerà ancora alti e bassi, tanto che sul finire del Medioevo prevale l’immagine di malefico sodale del demonio, sprezzo che coincide con il ruolo sinistro cui è relegato nei dipinti. Quasi mai protagonista nelle tele dei grandi maestri, bisognerà attendere il sentimentalismo vittoriano perché torni in auge e un radicale cambio di status lo faccia ritrarre, insieme ai suoi compari, in intimistiche scene famigliari. Sensibile a ogni sfumatura felina, il più grande zoologo dei nostri tempi ci racconta la storia dell’arte attraverso la lente degli artisti gattofili. Simbolo di violenza spietata per Pablo Picasso che lo rappresenta in veste di predatore feroce, emblema supremo della sessualità femminile in Balthus, soggetto molto popolare tra vignettisti satirici e caricaturisti fino a diventare volano di denuncia politica con Banksy, il gatto è un’inesauribile fonte per esplorazioni visive e voli pindarici.
Marcel Duchamp. La vita a credito
Bernard Marcadé
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 572
L’arte di Duchamp si intreccia alle grandi avventure estetiche del Novecento senza mai ridursi a nessuna di esse e rimane ancora oggi una fonte inesauribile di ispirazione per ogni nuova generazione di artisti. Ma se molto è stato scritto sulla sua opera, assai meno si conosce della sua vita. Una vita costruita fuori dalle convenzioni, con eleganza distaccata, libertà di indifferenza e sintesi degli opposti, cui si aggiungono una costante rivendicazione della pigrizia e un disprezzo fisiologico per il denaro. In questa nuova edizione ampliata, Marcadé riconosce nell’attitudine e nelle scelte quotidiane di Duchamp non aneddoti marginali, ma componenti essenziali della sua arte, illustrando così quella che, secondo Henri-Pierre Roché, rappresenta l’opera più bella di Duchamp, ovvero l’impiego del suo tempo.
Il surrealismo come tergicristallo
Robert Lebel
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 240
Robert Lebel (1901-1986) è stato al contempo poeta e romanziere d’eccezione, fine critico d’arte, esperto di pittura antica e collezionista eccentrico. Oggi è ricordato principalmente per la celebre monografia su Marcel Duchamp apparsa nel 1959 dopo dieci anni di intensi scambi con l’artista da una sponda all’altra dell’Atlantico. Definirlo un esegeta di Duchamp, tuttavia, rischia di oscurare le molteplici sfaccettature di un importante testimone della cultura del suo tempo. Questa prima raccolta di scritti sul Surrealismo, composti da Lebel fra il 1943 e il 1984, intende compensare una visione parziale del suo percorso e rendere conto della complessità e dello spessore dei suoi legami con il movimento fondato da André Breton. Una selezione di testi teorici, saggi monografici e note critiche accompagnate da fotografie perlopiù inedite ricompone il profilo proteiforme di un intellettuale che indossa, di volta in volta, le vesti di adepto riluttante, spettatore ostinato e commentatore imparziale delle avventure surrealiste, di cui restituisce le fasi alterne e le relazioni controverse dei suoi protagonisti a partire dagli anni dell’esilio americano. Lebel appare come un cane sciolto capace ‒ per mezzo dell’umorismo e della dissacrazione ‒ di mantenere un’indipendenza di vedute imposta da una viscerale avversione verso ogni forma di militanza o di azione collettiva. Tale distacco non gli impedisce però di condurre il proprio occhio “iperlucido” a scavare in un universo artistico gremito di anime genuinamente sovversive ‒ da Roberto Matta a Isabelle Waldberg, da Yves Tanguy a Jean-Pierre Duprey ‒ attestando le sue passioni in una scrittura sontuosamente classica e libera. Nel rivelarci gli aspetti splendidi e insieme terrificanti di un movimento capitale del xx secolo, Lebel è animato dalla volontà non solo di mostrare il lato meno noto delle opere di artisti quali per esempio Lam, de Chirico o Ernst, ma anche di rispondere, in ogni fase della propria esistenza, a una domanda che un giorno gli è stata rivolta e che oggi ritorniamo a porci: a che punto siamo con il Surrealismo?
Mezzo secolo di arte intera
Tommaso Trini
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 356
Se sappiamo quello che sappiamo sulla straordinaria rivoluzione artistica della seconda metà degli anni sessanta, di Arte Povera, Arte Concettuale, Arte Processuale e Land Art; se oggi riconosciamo in Boetti, Pistoletto e Zorio alcuni tra i più importanti esponenti della loro generazione; se conosciamo le ultime dichiarazioni di Lucio Fontana o avevamo già letto di figure recentemente riscoperte come quelle di Agnetti, Baruchello, Dadamaino, Mulas e Griffa, lo dobbiamo anche alle cronache, alle recensioni, ai saggi, all’opera editoriale e educativa di Tommaso Trini (Sanremo, 1937). Questa antologia colma una lacuna durata troppo a lungo e contribuisce a disegnare una mappa più accurata del panorama critico italiano, al di là di un consunto schema bipolare. Attraverso un’attenta opera di ricerca e di confronto condotta da Luca Cerizza in dialogo con l’autore, il volume raccoglie per la prima volta una selezione dell’ampia produzione critica di Trini: dai testi pionieristici dedicati ai futuri protagonisti dell’Arte Povera, alla serie di approfondite letture di altre figure cardine del dopoguerra, fino alle cronache e le analisi che – tra le prime a livello internazionale – definiscono in tempo reale le caratteristiche dei movimenti artistici postminimalisti che agitavano la seconda metà degli anni sessanta. Attraverso questi scritti, Trini si rivela rapido testimone e allo stesso tempo acuto lettore di molta dell’arte migliore di questo mezzo secolo. Un libro che restituisce agli appassionati d’arte e non solo una brillante scrittura critica, sostenuta da un ritmo e un’intelligenza incalzanti, in cui la partecipazione “militante” non sfocia mai in posizioni settarie e ideologiche.