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LetteraVentidue: Premio Bruno Zevi

Clichè e stereotipi. Ada Louise Huxtable e le rappresentazioni degli architetti italiani nel dopoguerra-Clichés and stereotypes. Ada Louise Huxtable and the representations of postwar italian architects

Valeria Casali

Libro: Libro in brossura

editore: LetteraVentidue

anno edizione: 2025

pagine: 56

Il volume indaga la costruzione dell'immaginario collettivo legato all'architettura e al design italiano negli Stati Uniti del secondo dopoguerra, mettendola in discussione attraverso la voce della critica Ada Louise Huxtable. Collettivamente, i progettisti italiani vengono raccontati come figure sospese tra tradizione e modernità, istrioniche e peculiari, celebrate come depositarie di un innato talento e di una naturale sensibilità nei confronti della storia e del passato. Eppure, questi ritratti si nutrono di cliché, giochi di parole e formule comunicative modaiole e rassicuranti, più funzionali ad una promozione commerciale che a una reale comprensione critica. La distanza tra realtà e narrazione si espande fino a generare un universo autonomo di maschere e stereotipi. Oltreoceano, singolarmente, gli architetti italiani non sono quindi mai soltanto architetti ma diventano "poeti", "maghi", "uomini del Rinascimento". Mettere a fuoco questo scarto significa mostrare come il mito dello "stile italiano" del dopoguerra nasca non dalla realtà ma dal suo racconto, in una costruzione culturale tanto affascinante quanto ricca di ambiguità.
18,00

Progettare il continuum rurale-urbano: il villaggio di Haddada nel Marocco francese-Designing the rural-urban continuum: the Haddada village in French Morocco

Progettare il continuum rurale-urbano: il villaggio di Haddada nel Marocco francese-Designing the rural-urban continuum: the Haddada village in French Morocco

Michele Tenzon

Libro: Libro in brossura

editore: LetteraVentidue

anno edizione: 2024

pagine: 64

Come si amplierebbe la nostra definizione di moderno se non pensassimo più alla città e alla campagna come spazi separati? Come riscriveremmo la storia dell'architettura moderna se città e villaggio fossero concepiti come realtà in dialogo reciproco? Michele Tenzon esplora queste domande nel suo saggio, vincitore del Premio Bruno Zevi 2023, raccontando la costruzione del villaggio di Haddada nel Marocco dei primi anni Cinquanta e le trasformazioni di una comunità rurale costretta ad adattarsi ai cambiamenti imposti dall'attore coloniale. Il progetto di Haddada è sospeso tra la reinterpretazione della bidonville, raccontata dagli antropologi e sorta alla periferia della città industriale, e la ricerca di un modello di architettura residenziale per le masse che risponda al problema del massiccio esodo rurale. È un'esperienza che incarna un universalismo ambiguo e che ci aiuta a comprendere come l'architettura e la pianificazione tardo-coloniale abbiano interpretato i modi in cui la cosiddetta modernizzazione ha rimesso in discussione le relazioni consolidate tra la città e la campagna.
18,00

La casa ottomana a «sofa»: una moderna idea di abitare. Ediz. italiana e inglese

La casa ottomana a «sofa»: una moderna idea di abitare. Ediz. italiana e inglese

Serena Acciai

Libro: Libro in brossura

editore: LetteraVentidue

anno edizione: 2023

pagine: 64

La casa a sofa, conosciuta anche come casa ottomana, rappresenta nel Mediterraneo orientale il lascito di una secolare cultura di avvicendamento tra popoli. Un luogo dello stare che è il cuore distributivo della casa, ma anche la sua apertura verso l'esterno. Nella ricerca della modernità, con l'avvento degli Stati-nazione negli anni Venti del Novecento, questo modo di abitare ha avuto un ruolo fondamentale nella ricerca di una figuratività nazionale che, paradossalmente, affondava le radici in un passato condiviso nello spazio e nel tempo. I luoghi dell'abitazione, gli arredi e l'etimologia delle parole che li descrivono nelle varie lingue dell'area balcanica, raccontano di vicinanza e prossimità, che è tutto ciò che non assoceremmo mai all'immagine che abbiamo di questa regione. Allo stesso modo, in questa stessa area, sono simili i risultati a cui sono giunti gli architetti moderni con i loro progetti. A simboleggiare l'importanza delle forme, dei tipi, degli elementi architettonici che caratterizzano queste dimore nella storia dell'abitare mediterraneo, sta il lavoro di Le Corbusier, che magistralmente sintetizza i caratteri della casa mediterranea, da Bisanzio in poi.
18,00

I modelli abitativi di Backström e Reinius tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Un'alternativa al funzionalismo scandinavo. Ediz. italiana e inglese

I modelli abitativi di Backström e Reinius tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Un'alternativa al funzionalismo scandinavo. Ediz. italiana e inglese

Libro: Libro in brossura

editore: LetteraVentidue

anno edizione: 2022

pagine: 72

Sven Backström e Leif Reinius dopo la laurea in architettura al KTH di Stoccolma nel 1929 e un lungo periodo di viaggi, dal 1936 danno il via a un sodalizio professionale che li vedrà impegnati in particolare nel settore del social housing. Fin dai loro primi progetti e dai loro testi critici, è chiara l’intenzione di superare i vincoli del linguaggio funzionalista contaminandolo con riferimenti diversi a partire da tematiche proprie dell’architettura organica. Le punkthus di Danviksklippan e le stjärnhuas del quartiere di Gröndal a Stoccolma o il Baronbackarna a Örebro diventano presto dei riferimenti iconici in molti paesi europei impegnati nella ricostruzione dopo le devastazioni causate dalla seconda guerra mondiale. A sua volta l’opera dei due architetti svedesi trae spunto da molteplici riferimenti internazionali tra cui anche l’Italia che è sicuramente il paese in cui più si discute sull’operato non solo di Backström e Reinius ma del diverso approccio svedese alla costruzione della città contemporanea.
18,00

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