Liberilibri: Il monitore costituzionale
Dichiarazione dei Diritti della Virginia (1776). Ediz. italiana e inglese
Libro: Copertina morbida
editore: Liberilibri
anno edizione: 2022
pagine: 92
Quando la Convenzione della Virginia si riunì a Williamsburg nel maggio del 1776, l'indipendenza americana doveva essere ancora dichiarata ma la ribellione era già in corso. In quella fase storica così delicata, un brillante (e schivo) proprietario di piantagioni della contea di Fairfax, George Mason, redasse uno dei documenti forse meno ricordati ma più influenti dell'intero costituzionalismo moderno: la Dichiarazione dei Diritti della Virginia, poi approvata da quella Convenzione il 12 giugno 1776. L'incipit del testo, che recitava «tutti gli uomini sono per natura egualmente liberi e indipendenti, e hanno certi diritti innati», ispirerà infatti molte altre carte costituzionali fondamentali successive, dalla Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America del 4 luglio 1776, alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino francese del 1789, fino alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Mason ha incarnato appieno lo spirito del tempo, ma nonostante il ruolo decisivo avuto per la nascita degli Stati Uniti è stato quasi sepolto dalla memoria collettiva, essendosi rifiutato di firmare nel 1787 la Costituzione americana, in quanto priva di un'elencazione dei diritti - aggiunta poi nel 1791 - che egli riteneva imprescindibile.
Dichiarazione dei Diritti e dei Doveri dell'Uomo e del Cittadino (1795)
Libro: Copertina rigida
editore: Liberilibri
anno edizione: 2020
pagine: 72
La Dichiarazione dei Diritti e dei Doveri dell'Uomo e del Cittadino premessa alla Costituzione del 1795 non è famosa come la Dichiarazione del 1789, tuttavia essa merita di essere studiata come una tappa significativa nella vicenda secolare della statuizione dei diritti dell'uomo. Per intenderne il significato occorre riportarsi al clima del momento in cui venne redatta. In quella fase la Francia cercava una via d'uscita dalla traumatica esperienza del Terrore, che aveva trasformato le speranze di rigenerazione politica e civile in un incubo sanguinoso. Il catalogo dei diritti è analogo a quello di sei anni prima, ma la loro formulazione è meno solenne, e proclama una libertà concreta, quotidiana. Esso, inoltre, è completato da un'inedita Dichiarazione parallela dei doveri, un eccesso di cautela dettato dalla delicata situazione politica del periodo termidoriano.
Costituzione politica del Regno delle due Sicilie (1848)
Libro: Copertina morbida
editore: Liberilibri
anno edizione: 2020
pagine: 20
L'11 febbraio 1848 viene promulgata la Costituzione politica del Reame delle due Sicilie. Con essa i suoi promotori vollero porre fine a una statualità restaurativa eretta a difesa di un ancien régime superato dal mutamento dei tempi, per trasferirla nella dimensione della monarchia costituzionale. La nuova carta introduceva una forma di quel costituzionalismo d'impianto liberale che in precedenza era stato più volte oggetto di numerose rivendicazioni, tutte puntualmente considerate imperfette e soffocate dalla Corona. Il documento prodotto a Napoli avrebbe aperto il passo a ulteriori e significativi elementi di modernizzazione elettorale e a più radicali riforme istituzionali che, nei mesi seguenti e con il contributo autonomo dell'indipendentismo in Sicilia, si inserirono a pieno titolo nel più ampio contesto risorgimentale che precedette l'impresa dei Mille e la formazione del Regno d'Italia. L'esperimento partenopeo con la sua evoluzione siciliana, a cui nei primi mesi del 1849 avrebbe posto fine la dura repressione militare borbonica, resta un chiaro esempio della presenza e della vitalità, anche nel Meridione d'Italia, di elevate norme di principio e di concrete garanzie istituzionali promosse in chiave liberale.
Costituzione francese (1814)
Libro: Copertina rigida
editore: Liberilibri
anno edizione: 2018
pagine: 70
«Frutto di un compromesso tra assolutismo e liberalismo, tra "principio monarchico" e "principio rappresentativo", la Carta costituzionale francese del 1814 inaugurò la stagione del costituzionalismo "liberale conservatore" e, insieme con la Carta del 1830, costituì quell'ordinamento della "monarchia limitata" che fu di riferimento nell'Europa continentale del XIX secolo per i Paesi che si vollero dotare di costituzioni scritte.»