Longo Angelo: Il portico
Gli «anni di piombo» nella letteratura italiana
Ermanno Conti
Libro: Copertina morbida
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2014
pagine: 214
"Gli anni di piombo nella letteratura italiana" prende in esame la produzione letteraria di autori che hanno affrontato il tema della violenza politica in Italia negli anni Settanta e Ottanta - da Fo a Volponi, da Sciascia ad Arbasino, da Castellaneta, Bernari, a Camon, Vassalli ed Eco, per arrivare ai più recenti Doninelli e Vasta. L'analisi riguarda in prevalenza romanzi, ma anche opere teatrali e lavori saggistici nei quali prevale la componente letteraria. Un'ampia trattazione è riservata ai testi prodotti nel nuovo millennio; tuttavia, uno degli obiettivi di questo libro è quello di dimostrare che anche precedentemente, a partire dagli anni '70, gli autori italiani hanno mostrato attenzione verso il fenomeno del terrorismo e hanno prodotto sul tema non poche opere letterarie. A queste si è data una sistemazione il più possibile completa e organica. Nel volume viene seguito un ordine prevalentemente cronologico, con una suddivisione per decenni. Ciò nonostante, vi sono continui riferimenti intertestuali e vengono tracciate delle linee di continuità e discontinuità tra opere anche distanti temporalmente. L'analisi dei testi verte non solo sui temi ma anche sullo stile, evidenziando la varietà formale con la quale il tema della violenza politica viene sviluppato nei diversi lavori presi in considerazione.
Dante barocco. L'influenza della Divina Commedia su letteratura e cultura del Seicento italiano
Marco Arnaudo
Libro: Copertina morbida
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2013
pagine: 278
Questo volume si propone di colmare una lacuna negli studi sul Seicento come anche in quelli su Dante, dimostrando l'importanza della "Divina commedia" come testo di influenza sulla cultura del Barocco in Italia. E cultura intesa in senso ampio: letterario certo, con ramificazioni che toccano il poema epico, la lirica, la satira, la poesia religiosa e quella burlesca, ma anche ambiti molto diversi, quali la nascente scienza, la linguistica, la didattica, la manualistica, e la cultura orale e popolare. Si viene così a riscoprire la vitalità e varietà di interazioni che gli ammiratori secenteschi di Dante seppero operare a partire dal testo della "Commedia", e questo a lato e anzi a dispetto di pur significative posizioni contrarie, quali l'ostilità della cultura controriformata e il gusto dominante per il "moderno". Eppure anche le voci dell'opposizione, a ben vedere, non fanno che dimostrare in altra maniera come Dante restasse nel Seicento una figura di rilievo, con la quale perfino i suoi detrattori sentivano di doversi continuamente confrontare. Il che si fa solo per un nemico che si teme, e di cui si riconosce il potere.
Il genio del secondo futurismo fiorentino tra macchina e spirito
Gloria De Vincenti
Libro: Libro in brossura
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2013
pagine: 182
Nel 1909 nasceva il Futurismo. E, all'interno del movimento, un'anima milanese e un'anima fiorentina. Nell'indicare il gruppo che avrebbe dato vita al Secondo Futurismo Fiorentino (1916-1918), Mario Verdone osserva che "costituiva l'ala magico-occultistica con poca o punta idolatria per la macchina e, viceversa, una gran passione per le attività inconsce dello spirito". Ma cosa succede nel momento in cui le "attività inconsce dello spirito" vengono accelerate dal dinamismo rappresentato dalla macchina e sottoposte allo stesso rigore scientifico? E come vengono veicolate tali attività nel processo creativo? Questo lavoro ricostruisce la singolare concezione artistico-letteraria del gruppo attingendo ad un considerevole corpus di scritti teorici e articoli pubblicati lungo un arco di tempo di oltre otto anni (novembre 1909-febbraio 1918) e a corrispondenza finora inedita. Le posizioni teoriche si confrontano con l'analisi di scritti creativi, tra cui "Il barbaro" di Mario Carli, che questo studio riporta alla luce. L'analisi si articola lungo un percorso che esplora il ruolo dell'artista, gli strumenti di cui dispone, le condizioni che favoriscono l'impiego di tali mezzi e le dinamiche che accompagnano la fase espressiva.
La Puglia nel Medioevo germanico. Da Apulia a Pülle/Púl
Lorenzo Lozzi Gallo
Libro: Copertina morbida
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2012
pagine: 331
La creazione di un'identità meridionale in età normanno-sveva rappresenta l'esito di un percorso intellettuale che unisce nella propaganda suggestioni letterarie e un intero stile di vita, quello cavalleresco e cortese. L'esaltazione del proprio regno, cara agli autocrati di ogni tempo, per il Mezzogiorno d'Italia si serve di una storia estremamente composita, in cui l'antichità classica (romana e magnogreca) si sposa con gli influssi delle superiori civilizzazioni bizantina e saracena, di cui la Puglia assorbe lo stile di vita, senza intaccare peraltro il proprio patrimonio culturale e religioso. La formazione dell'identità meridionale nasce anche da questo rifiuto, espresso dalla coeva ideologia delle Crociate: la fede dei pellegrini e dei cavalieri che attraversano la Puglia diretti in Oriente fornisce un contributo essenziale per riportare il Mezzogiorno nell'alveo della cultura europea, romana e cattolica. Questi apporti contribuiscono a caricare di suggestioni la Puglia - i cui confini si espandono nel mito, fino a comprendere l'intero Mezzogiorno. Federico II di Svevia e i suoi discendenti ne sfruttano la "magia", restandone tuttavia intrappolati, fino alla loro sconfitta. Con la caduta del partito ghibellino, della Puglia resteranno tracce, sempre più sbiadite, nella letteratura cavalleresca; patrimonio durevole, invece, sarà costituito dal legame con Roma e dall'alto patronato dei suoi santi, s. Michele Arcangelo e s. Nicola.
De' gesti eroici e della vita maravigliosa della Serafica S. Caterina da Siena
Lucrezia Marinella
Libro: Libro in brossura
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2011
pagine: 238
«La tigre e la neve» di Roberto Benigni. Parole poetiche e immagini d'autore
M. Chiara Cugusi
Libro: Libro in brossura
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2011
pagine: 138
Può un film essere anche una fittissima antologia di testi poetici e letterari? È il caso del film "La tigre e la neve" di Roberto Benigni, incentrato sulla Seconda Guerra del Golfo, qui rivisitato alla luce della grande quantità di citazioni letterarie che sottostanno alla sceneggiatura (da Dante ad Auden, da Shakespeare a D'Annunzio, da Le mille e una notte a Caproni) e degli intrecci simbolici, dietro cui si cela il significato più profondo della pellicola. L'impiego stesso delle citazioni ha una precisa funzione simbolica, nel tentativo di dimostrare che la letteratura è in grado di riscattare anche le situazioni più tragiche della vita. Proprio alla luce di questo intento, si giustificano e si caricano di nuovo significato elementi del film che a prima vista appaiono inefficaci, inutili o addirittura controproducenti dal punto di vista registico. Un lavoro innovativo, finalizzato a rivalutare un'opera considerata da parte della critica poco riuscita nella sua struttura filmica.