Neri Pozza: Biblioteca
Il giardino degli dei
Gerald Durrell
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2016
pagine: 236
C'è un momento che ha cambiato per sempre la vita dello zoologo e scrittore Gerald Durrell. È il giorno in cui, nel 1935, sua madre comunica a lui, ai fratelli Lawrence e Leslie e alla sorella Margo che si trasferiranno sull'isola greca di Corfu. All'epoca Gerald ha solo dieci anni. Ma appena capisce che potrà sguazzare tra acque turchesi e rigogliose di pesci, correre dietro a farfalle dai mille colori e affondare i denti in "pannocchie di granturco lunghe un braccio" e "cocomeri dalla polpa croccante e fresca come neve rosata", pensa di essere arrivato in paradiso. Finalmente può dare libero sfogo al suo precocissimo spirito d'osservazione e alla sua immensa passione per il mondo naturale. Al piccolo Gerry, infatti, non interessa soltanto divertirsi scorrazzando tra verdi vallate o scalando a mani nude le montagne più brulle. Lui vuole vedere, toccare e studiare quanti più animali possibili. Ogni mattina, perciò, carica retini, trappole e gazzose sul dorso del suo fidato asino Sally e parte all'avventura. Dopo pochi mesi dal suo arrivo sull'isola, ha già collezionato una taccola disappetente, un topolino di nome Esmeralda (come la protagonista di Notre-Dame de Paris di cui è innamorato) e un assortimento di uccelli da preda che farebbe invidia al museo di storia naturale più fornito.
L'obelisco nero
Erich Maria Remarque
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2015
pagine: 432
La notte di Lisbona
Erich Maria Remarque
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2015
pagine: 269
È il 1942 a Lisbona. Un uomo osserva attentamente una nave ancorata nel Tago, poco distante dalla banchina. Al vivo bagliore delle lampadine scoperte, sull'imbarcazione si sbrigano le operazioni di carico. Si stivano carichi di carne, pesce, conserve, pane e legumi. Come tutti i piroscafi che, in quei tumultuosi giorni del 1942, lasciano l'Europa per l'America, la nave sembra un'arca ai tempi del diluvio. Un'arca incaricata di porre in salvo una gran folla di disperati, di profughi inseguiti dalle acque fetide del nazismo che hanno inondato da un pezzo Germania e Austria, e già sommerso Amsterdam, Bruxelles, Copenaghen, Oslo e Parigi. Anche l'uomo che la contempla è un profugo, senza alcuna speranza, però, di raggiungere New York, la terra promessa. Da mesi i posti sulla nave sono esauriti e, oltre al permesso di entrata in America, all'uomo mancano anche i trecento dollari del viaggio. Sarebbe certamente destinato a perdersi e dissanguarsi nel groviglio dei rifiutati visti d'entrata e d'uscita, degli irraggiungibili permessi di lavoro e di soggiorno, dei campi d'internamento, della burocrazia e della solitudine, se la sorte non venisse in suo aiuto. Un uomo, che non ha l'aria di un poliziotto, lo approccia e in tedesco gli dice di avere due biglietti per la nave ancorata nel Tago. Due biglietti che non gli servono più e che è disposto a cedere gratis a una sola condizione: che il futuro possessore non lo lasci solo quella notte e sia disposto ad ascoltare la sua storia...
Il giardino degli dei
Gerald Durrell
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2014
pagine: 191
La via del ritorno
Erich Maria Remarque
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2014
pagine: 287
Quattro anni trascorsi in trincea, in un inferno di orrori, in un lembo di terra tutta buchi e distruzione, tra brandelli di divise, lampi d'artiglieria e missili che solcano il cielo come fiori colorati e argentei... e poi in un giorno del 1918 ecco, improvvisa, la pace. Niente più mitragliatrici, niente più spari, nessun sibilo di granate. Comincia la ritirata e il ritorno in Germania per Ernst e la sua compagnia. Trentadue uomini, su più di cinquecento fanti partiti all'inizio della Grande guerra. Attraversano la Francia camminando lentamente, con le loro divise stinte e sudicie, i volti irsuti sotto gli elmetti d'acciaio. Magri e scavati dalla fame, dalla miseria, dagli stenti. Anziani con la barba e compagni smilzi non ancora ventenni, coi lineamenti che segnano l'orrore, il coraggio e la fine, con occhi che ancora non riescono a capire: sfuggiti al regno della morte, ritornano davvero alla vita? Lungo la strada incontrano i nemici, gli americani. Indossano divise e mantelli nuovi, scarpe impermeabili e della misura giusta. Hanno armi nuove e tasche piene di munizioni. Sono tutti in ordine. Al loro confronto Ernst e i suoi hanno l'aspetto di una vera banda di predoni. Eppure, una sola parola sgarbata e si lancerebbero all'assalto, selvaggi e sfiatati, pazzi e perduti. Arrivano in Germania di sera, in un grosso villaggio. Qualche festone appassito pende sopra la strada.
Una pagina di storia e altri racconti
Romain Gary
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2014
pagine: 110
A tutti è dato a un certo punto di dover fare i conti con le proprie ambizioni, i propri sogni e le proprie realizzazioni. A coloro, tuttavia, per i quali sogni, ambizioni e realizzazioni hanno il compito di tenere a bada o celare una natura fragile, una sensibilità eccessiva o un'origine sconveniente, questi momenti critici si danno spesso sotto forma di naufragi definitivi, catastrofi ineludibili, vergogne inappellabili. In queste storie, contenute in "Les oiseaux vont mourìr au Pérou", un'opera più ampia scritta nel 1960, subito dopo aver lasciato la diplomazia, Romain Gary tratta con ironia e tono scanzonato di queste catastrofi e di queste inappellabili, sublimi vergogne. C'è, ad esempio, il conte di N., ambasciatore di stanza a Istanbul, la città in cui le civiltà vengono a morire in bellezza. Alto, sottile, con un'eleganza che ben si accompagna a mani lunghe e delicate, il conte vagheggia di essere nominato a Roma. In realtà, un segreto struggimento lo rode, una fragilità che le buone maniere non sempre bastano a proteggere, e che lui attribuisce a un temperamento artistico inappagato. Il tono scanzonato con cui Gary tratta di questi destini non deve ingannare. Come lui stesso ebbe modo di dichiarare, al centro di questi racconti è "le phénomène humain", qualcosa che non cessava di sconcertarlo al punto da "farlo esitare tra la speranza di una qualche rivoluzione biologica o di una rivoluzione in quanto tale".
Tre camerati
Erich Maria Remarque
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2013
pagine: 476
Nel 1923 Robert Lohkamp guadagnava duecento miliardi di marchi al mese. Faceva l'addetto alla pubblicità di una fabbrica tedesca di articoli di gomma. Veniva pagato due volte al giorno e si precipitava continuamente nei negozi a comperare qualcosa prima che il marco valesse la metà. La vita movimentata al tempo della grande inflazione. Dopo un impiego alle ferrovie in Turingia e un lavoretto come pianista al Café International, alla fine degli anni Venti Robert Lohkamp non può, tuttavia, dire di passarsela male. Lavora alla "Koster & Co.", l'officina meccanica aperta in una vecchia baracca da Otto Koster e Gottfried Lenz, i commilitoni con cui ha condiviso gli orrori della Grande Guerra. Koster, il comandante della compagnia, ha fatto il pilota d'aviazione, si è dato alle gare automobilistiche, ha frequentato qualche corso all'università prima di votarsi a quello cui è da sempre destinato: riparare automobili. Lenz invece ha girovagato qualche annetto per l'America del Sud, poi è tornato all'ovile o, meglio, alla turbolenta vita tedesca della fine degli anni Venti. Il lavoro all'officina è duro ma Lohkamp, Koster e Lenz sono ancora giovani, sani e forti. Certo di sera riaffiorano le immagini del passato coi loro occhi di morte, ma a quello come antidoto c'è l'acquavite. O, come accade da un po' di tempo a questa parte per Robert Lohkamp, c'è Patrice Hollmann. È apparsa un giorno al seguito di un eccentrico industriale, il proprietario di una fabbrica di cappotti.
Delle donne, degli ebrei e di me stesso
Romain Gary
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2013
pagine: 143
Raccolta di scritti inediti in Italia, composti da Romain Gary tra il 1944 e il 1977, questo libro, pieno di impudenti divagazioni, di confessioni a cuore aperto, di sfacciata irriverenza nei confronti dei protagonisti e delle idee del proprio tempo, costituisce forse il documento più illuminante della complessa e geniale personalità dell'autore della "Vita davanti a sé". Prendendo a prestito il titolo di una sezione del volume, si potrebbe dire che è l'opera di un 'irrégulier' che si diverte a demolire i miti della propria epoca: l'umanitarismo, che scorge ovunque una protesta contro la società, persino nella droga; l'intellettuale engagé; il sessismo in tutte le sue varianti, da quella che alimenta il gossip delle gazzette a quella che nutre i cosiddetti movimenti di liberazione. In questa raccolta, tuttavia, si svelano soprattutto le considerazioni inattuali di un grande scrittore del Novecento, di un francese "cosacco e tartaro, incrociato con un'ebrea" che, sul finire della sua epoca, scopre che "derisione e nichilismo non smettono mai di scandagliare la fede umana e le nostre certezze, sotto lo sguardo divertito della morte".
Le anime forti
Jean Giono
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2011
pagine: 286
È la metà del Novecento, in un piccolo borgo della campagna francese: la servitù al castello di Percy trascorre la notte a vegliare il defunto padrone e, come puntualmente accade in quest'angolo sperduto della Francia, a banchettare e a sparlare liberamente. Tra sussurri e imprecazioni, allusioni e pettegolezzi, spicca la voce di Thérèse, ottantanove anni, un marito e tre figli ormai persi, tre nuore che detesta e dei nipoti che la lasciano indifferente. La sua vita è stata una lunga catena di eventi da raccontare e di personaggi da rievocare, perfetti per una fredda e lunga notte di veglia... Tutto comincia nel lontano 1882 quando Thérèse fugge col maniscalco Firmin dal castello di Percy. Vi era arrivata ragazza, poiché la madre desiderava per lei un'educazione pari a quella di una zia che sapeva ricamare, stirare e rammendare la biancheria fine. E certamente sarebbe diventata come la zia dalle mani di fata se non si fosse invaghita di Firmin. Ai suoi occhi un bell'uomo, robusto e gentile come una ragazza, e a quelli della sua famiglia un povero orfano senza arte né parte e maniscalco per modo di dire, visto che si limitava a tenere ferme le zampe dei cavalli mentre il padrone li ferrava. La fuga si risolve nel solo modo possibile alla fine del XIX secolo: un matrimonio celebrato in silenzio e l'approdo in un nuovo paese: Chàtillon, dove Firmin trova lavoro presso il locale maniscalco e Thérèse in una grande locanda.
Educazione non sentimentale
Sybille Bedford
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2011
pagine: 461
"I Kisling e gli Huxley sono i veri Kisling e Huxley... Mia madre e io siamo in parte noi stesse": così scrive Sybille Bedford nell'avvertenza a queste pagine in cui ripercorre la sua "educazione non sentimentale". Poiché ciò che preme a ogni grande scrittore non è semplicemente la vita reale, ma quella narrata e reinventata dalla parola, la vita solo "in parte" realmente vissuta, quest'avvertenza svela al lettore il vero cuore di questo libro: il rapporto tra una delle più raffinate scrittrici del Novecento, ammirata da autori come Bruce Chatwin e Stephen Spender, e sua madre. Nata in un angolo della Germania del Sud, nel granducato del Baden, da Maximilian von Schoenebeck, aristocratico tedesco amante della Francia, e la sua seconda moglie inglese, Sybille Bedford trascorre gli anni dell'infanzia nello Schloss, il piccolo castello di famiglia, un'interminabile fuga di stanze colme di mobili e oggetti d'arte. Il padre, un uomo avanti con l'età, vive nel ricordo di quando era "le beau Max", il giovane, attraente barone tedesco che progettava di far saltare il banco a Montecarlo e, nella sua residenza estiva, teneva una coppia di scimpanzé che ogni mattina si precipitavano a banchettare sugli alberi di pesche dei vicini. Mossa dall'arroganza tipica dell'infanzia, la piccola "Billi" Bedford si mostra incapace di penetrare nella sua solitudine, di accostarsi al cuore di un uomo di un'altra epoca e d'altri pensieri. Sicché quando il padre muore e la madre la porta con sé...
Quaderni e diari 1950-1973
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2011
pagine: 656
Dal giugno del 1950 al luglio del 1971 (per il 1972-1973 non ci restano che itinerari di viaggio) Hannah Arendt annota pensieri e appunti in 29 quaderni ai quali si riferirà col termine inglese notebooks (o, secondo una comunicazione orale di Lotte Köhler, col termine tedesco Denktagebuch, diario di pensiero). Non di diari in senso tecnico si tratta, ma di quaderni di lavoro, in cui i temi fondamentali del suo pensiero si confrontano di volta in volta con gli autori che più ne hanno segnato la formazione e lo svolgimento, da Platone a Kant, da Aristotele a Marx, da Hegel a Kafka. Decisiva è, nei quaderni, la presenza degli amici e maestri, di Jaspers, Mary McCarthy, del marito Heinrich Blücher, ma soprattutto di Martin Heidegger. Ciò che fa di questi quaderni un documento assolutamente incomparabile è non soltanto che essi ci permettono di penetrare nell'officina di pensiero di Arendt e di seguirne come su un giornale di bordo insistenze e deviazioni, arresti e accensioni, "presagi e ripensamenti"; ma soprattutto che, al di là dello spazio pubblico a cui siamo abituati ad associare il pensiero di Arendt, essi ci introducono in una dimensione né pubblica né privata.
La notte sarà calma
Romain Gary
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2011
pagine: 264
"In russo gari significa "brucia!"... Un comando al quale non mi sono mai sottratto, nella mia opera come nella vita. Voglio dunque fare qui la parte del fuoco perché, come si suol dire, in queste pagine il mio "io" vada in fiamme, bruci". Con questo intento si apre il racconto della vita di Romain Gary, ebreo lituano naturalizzato francese a vent'anni, eroe di guerra, diplomatico, scrittore e, infine, suicida con un colpo di pistola alla testa, sparato non prima di aver indossato una vestaglia rossa, acquistata qualche ora prima in place Vendôme per non far notare troppo il sangue. Apparso per la prima volta nel 1974 sotto forma di intervista fittizia, della quale Gary scrisse sia le domande sia le risposte, utilizzando come prestanome per le prime l'amico d'infanzia e giornalista svizzero François Bondy, La notte sarà calma è, in effetti, un libro attorno all'impossibilità stessa dell'identità. "Io è un altro", l'affermazione di Rimbaud, sembra davvero il fil rouge dell'esistenza di Romain Gary, il motto che lo guida nella scelta degli pseudonimi - Fosco Sinibaldi, Shatan Bogat e soprattutto Emile Ajar, lo pseudonimo col quale scrisse La vita davanti a sé e beffò i giudici del Premio Concourt vincendolo per la seconda volta - e nelle molteplici vite vissute o, meglio, nelle diverse maschere indossate: aviatore, diplomatico, uomo di mondo, cineasta, seduttore, scrittore.

