Progetto Cultura: La scatola delle parole

I nostri autori scrivono - in barba all'avvertimento crociano che sconsiglia di comporre versi superati i diciotto anni, andando incontro al rischio d'essere considerati dei cretini - e leggono. Dimostrano d'essere informati su quanto sta accadendo nel settore editoriale della poesia, avanzano pretese, legittime, di vedere stampate le loro parole su di un supporto che abbia valore, e ne dia. A noi, tutto sommato, sembra di aver confezionato un buon prodotto. Per una piccola casa editrice, che sbircia in un mercato difficile quando non ostile, è un traguardo cui guardare con soddisfazione. Ecco, allora, questo primo Annuario della MiniAntologia Poetica... (Dalla presentazione di Giuseppe Martella)

"Si può raccontare, oggi, con la poesia?", si domandava Giovanni Raboni nel 1984. Variando, potrei formulare questa domanda, con l'intenzione di renderla come possibile regola, cifra espressiva: è possibile raccontare, ancora oggi e in generale, con la poesia? Credo che questo libro deponga a favore d'una risposta positiva. (Dalla introduzione di Giuseppe Martella)

"La sabbia delle origini" può considerarsi quasi il consuntivo di una vita. Chesi non scrive, dipinge; e lo fa utilizzando una tempera ora appena inumidita d'acqua, ora più fluida e leggera. Dipinge con brevi e circostanziati colpi di pennello i tratti della propria nostalgia, e le campiture che ne vengono fuori sono appunti d'un doloroso viaggio del ritorno verso se stesso. Le tonalità alessandrine, il gusto per la parola inusuale ed evocativa, la realtà che viene vinta dal sogno sono i cardini che tengono in piedi le sue raccolte. Ma nei suoi versi ci sono anche ambientazioni mediterranee, colori tardo estivi e poco meno che autunnali e la presenza del mito...

Gli antichi romani erano soliti dire "in omen nomine" e per Alexandra, che di cognome fa Tempesta, non avrebbe potuto esserci detto più appropriato. Intensa e vulcanica come un temporale estivo, ma al tempo stesso serena e solare, Alexandra nasce a Milano nel 1965. Fino alle medie frequenta le scuole tedesche, ma si diploma presso il liceo linguistico italiano. Dopo la laurea in Lettere Moderne si specializza in Comunicazione e Consulenza per grandi gruppi editoriali. Nel 2004 ha il suo esordio letterario con il libro Progettare una fiaba. Donna autoironica, dotata di enorme sensibilità e umanità, alterna al suo lavoro di consulenza momenti di grande introspezione e osservazione del mondo, che la portano a scrivere racconti e poesie di delicata narrazione e profonda sincerità emotiva, di cui questo "Spazi naturali" è una significativa testimonianza. Attualmente sta lavorando a un nuovo romanzo, per ora assolutamente "top secret".

La Giostra dei colori nasce da un carteggio riposto per anni in un'officina segreta di esperienze ed emozioni. Senza logica, raccoglieva versi di ricerca e di memoria, restii all'uscire allo scoperto e paghi di essere di tanto in tanto spolverati e ritrovati... gocce di un'espressione lirica che già da allora, comunque, si lasciava tradire in tutta la sua vibrante necessità emotiva di divenire unico e compiuto accordo di valzer. Oggi, La Giostra dei colori è un canto unitario di vita scritta e vissuta, che fa dei ricordi e dei malesseri viscerali un testamento dolceamaro di domande e non risposte; è l'unico percorso possibile verso gli infiniti spazi ed angoli dell'anima, l'unica traccia indelebile dei rapporti e degli urti contro l'Esistere...

Di Palma fa qualcosa in meno d'un viaggio, inteso come movimento nello spazio e nel tempo, e fa qualcosa in più: è come se, pagato il biglietto per salire sul vagone, alla prima stazione Di Palma scendesse sbarazzandosi di scarpe e valigie e continuasse per la sua strada. Costringendo anche il lettore a sbarazzarsi di letteratura precotta e a seguirlo. Darsi alla macchia, e uscire poi fuori... C'è qualcosa di profondamente umano nell'indole di Di Palma. Una consapevolezza per la transitorietà degli eventi che, in un acuto senso di responsabilità, cerca di domare, come a volerlo cavalcare. Al fondo del tormento e dell'amore che inducono alla scrittura agisce in questo poeta un forte sentimento del tempo...

"Questa raccolta può essere catalogata nel genere della diaristica, ma non si tratta d'un diario che infila avvenimenti lungo uno sviluppo cronologico... l'autrice affida a queste pagine l'umore nero delle proprie aspettative e una serie di ricordi dolciamari. Dalla lettura dei suoi versi la Cincinelli appare come una ragazza disarmante, nella propria ingenuità e freschezza, e disarmata, nella totale innocenza e schiettezza con la quale dà corpo a desideri, mancanze e volontà di essere se stessa. Ma, ad una apparente semplicità e ingenua confessione di paure e sconfitte, corrisponde un atteggiamento di denuncia e di sfida delle ingiustizie e delle falsità subite."

Un cosmo di valori, quello proposto da Michela Buongiorno, che pone in primo piano la semplicità degli stati d'animo, "il sapore della freschezza e dell'ingenuità" in grado di rendere speciale ogni cosa, liberandola dalle spore di banalità quotidiana. L'autrice - scrive Francesca Innocenzi nella Prefazione - sembra voler coniugare l'arte con la ricerca di conciliazione e di armonia, mossa dal convincimento che l'evoluzione verso il meglio è possibile solo se si esce dal labirinto dell'ego nel rispetto delle individualità, optando sempre e comunque per la vita, "da semplici combattenti/dai vivi sentimenti".