Quodlibet: Quodlibet studio. Discipline filosofiche
Civita. Without adjectives or other specifications
Giovanni Attili
Libro: Libro rilegato
editore: Quodlibet
anno edizione: 2023
pagine: 400
Il carattere distruttivo. Walter Benjamin e il pensiero della soglia
Maria Teresa Costa
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2023
pagine: 354
La nostra cultura tende a rapportarsi alla tradizione e all'avvenire in forma dicotomica o schizofrenica, dando luogo a una serie di polarità inconciliabili. O viene a trovarsi sbilanciata verso il passato – e dunque a proseguire nella commemorazione della tradizione fino agli esiti più disastrosi che ciò comporta (pensiamo ai fondamentalismi) – o verso il futuro, inteso come cancellazione nella forma della demolizione. Attraverso il concetto di «carattere distruttivo» Walter Benjamin insegna non solo a rapportarsi in modo nuovo con la nostra memoria, il nostro passato, la nostra tradizione, ma anche a comprendere le nozioni di passaggio, soglia, transizione. Egli propone un concetto «positivo» di distruzione, che non comporta la cancellazione totale di ciò che prima esisteva, ma rivela la traccia di quella facoltà conservativa per eccellenza a cui diamo il nome di memoria. Lo spazio in cui opera il carattere distruttivo è lo spazio dello sconfinamento, della possibilità del cambiamento e dell'emancipazione; lo spazio in cui è possibile tenere insieme passato e futuro, memoria e redenzione. A chiudere e arricchire il quadro il confronto con due pensatori, contemporanei a Benjamin e definiti da lui stesso caratteri distruttivi, poiché sono espressione di momenti di rivolgimento nell'ambito in cui hanno operato, ma anche e soprattutto perché hanno fatto della transizione uno strumento di ricerca e di pensiero: Bertolt Brecht e Albert Einstein.
Gli elementi dell'esperienza. Studio su Ernst Mach
Luca Guidetti
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2022
pagine: 252
Le riflessioni di Ernst Mach (1838-1916) s'inseriscono all'interno di un ampio quadro di trasformazione del pensiero filosofico e scientifico tra Ottocento e Novecento con al centro la nozione di esperienza. Il presente studio svolge un'analisi approfondita della "teoria degli elementi" di Mach a partire dai primi scritti sulle "esperienze meccaniche" e sulla critica al meccanicismo classico che conducono alla sua prima grande opera, La meccanica dal punto di vista storico-critico (1883), fino alle indagini sugli elementi sensibili (L'analisi delle sensazioni, 1886, 19229) e sulle sensazioni spazio-temporali in rapporto agli elementi noetici (Conoscenza ed errore, 1905). L'attenzione che Mach riserva ai fenomeni rivela la sua estraneità a qualsiasi naturalismo, monismo o fenomenismo ingenuo, allo scopo di far emergere una concezione genetica e relazionale dell'esperienza, la cui forma si avvale di strutturazioni logico-matematiche nelle quali vengono inquadrati - e assumono significato - i dati sensibili e i concetti. Per Mach, gli "elementi" non sono solo le sensazioni, ma anche i fenomeni complessi che incontriamo nella realtà, in particolare le relazioni di spazio e di tempo. Ogni elemento empirico può così apparire, a seconda dei punti di vista e delle circostanze in base alle quali lo si coglie, come "semplice" o "composto", "antifigurale" o "figurale". Tali rilievi mostrano importanti punti di confronto e di convergenza sia con le indagini della Gestaltpsychologie, sia con le ricerche fenomenologiche che, nel medesimo periodo, Husserl andava sviluppando sull'intuizione delle "essenze", fondamentali per cogliere i diversi sensi intorno a cui si articola l'esperienza.
La passione del pensiero. Studi in onore di Enrica Lisciani-Petrini
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2022
pagine: 512
La passione del pensiero è quella che ha animato l’orizzonte filosofico di Enrica Lisciani-Petrini a testimonianza dell’apertura al dialogo e all’interrogazione che ha connotato tutto il suo Magistero, iniziato ai primi degli anni Ottanta e da cui hanno tratto straordinaria fecondità di riflessione numerosi allievi, collaboratori, colleghi, amici di pensiero. Suddiviso in tre sezioni – Ontologia e fenomenologia, Estetica e psicoanalisi, Politica e storia – , questo volume, in un delicato confronto di traiettorie e stili di pensiero, è dedicato, da tutti gli autori e le autrici che qui ne hanno sposato l’iniziativa, alla sua opera generosa e appassionata. Un omaggio a una vita attenta alle questioni della contemporaneità di cui, sapientemente, Enrica Lisciani-Petrini non ha mai eluso alcun aspetto, posizionandosi lungo un crinale della filosofia assolutamente originale, denso di questioni e aperto a sempre nuovi sviluppi e attese, secondo un dispositivo di pensiero che ruota intorno ai concetti di quotidiano e impersonale. È in questa direzione che i suoi lavori ci consentono di intravedere gli smottamenti più remoti e gli spaesamenti più profondi della riflessione teoretica sulla vita, mostrandocene ancora esiti insondati e carsici.
Per una logica dell'umano. Antropologia filosofica e «Wertlehre» in Windelband, Rickert e Lask
Roberto Redaelli
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2021
pagine: 183
Nell'epoca attuale, contraddistinta da un marcato specialismo favorito dai progressi della tecnologia, si ripropone con urgenza la questione antropologica. Alle domande sulla natura dell'uomo, oggi ancora più articolate e complesse, la filosofia ha offerto e offre ancora nel nostro presente risposte di ampio respiro, che restituiscono, per quanto possibile, un'immagine onnicomprensiva di ciò che è umano. Tra tali risposte è rimasta sottotraccia quella presentata, all'inizio del secolo scorso, dal neokantismo di Windelband, Rickert e Lask. Questi filosofi tracciarono le linee di una teoria formale dell'uomo, di una logica dell'umano, elaborata nell'ambito di un'originale proposta assiologica. È a questa teoria, tesa a riconoscere le strutture invarianti della vita umana nel mondo, che si rivolge il presente studio, il cui scopo non è solo quello di ricostruire i lineamenti di una riflessione sull'umano ancora poco conosciuta, bensì di vagliare il contributo che oggigiorno tale riflessione può ancora offrire alla chiarificazione di quella questione aperta che si cela sotto il titolo, tanto generale quanto problematico, di uomo.
L'intimo e l'estraneo. Scrittura e composizione del sé
Luigi A. Manfreda
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2021
pagine: 365
Per quali esigenze si è costituito un discorso, o meglio: un'ampia serie di discorsi, intorno a ciò che si definisce "spazio interiore", e per quali forme? La sua genesi è legata alla consapevolezza del non coincidere integralmente con ciò che facciamo e diciamo, con i nostri modi d'essere in relazione agli altri. C'è uno scarto, un residuo in cui risiederebbe la nostra identità più profonda – qualcosa che resta sempre indietro, per così dire, rispetto a ciò che di noi si mostra nel quotidiano. Solo collocandosi in questo più proprio ci si emanciperebbe dalla scena in cui si atteggia e gesticola invano la maschera sociale. Per questo, sin dagli inizi della cultura occidentale, sorge la difficile pratica del volgere le spalle al mondo alla ricerca del proprio intimo, del ritrarsi in esso. Ma come individuarlo? Quando si prova a tradurlo in linguaggio, si finisce col tradirlo in un universale in cui si smarrisce. Tale ricerca sembra piuttosto una costruzione del sé. Radicata per secoli nell'idea di un esercizio del libero arbitrio come fulcro dell'anima individuale, è riemersa poi nel più ampio orizzonte del soggettivismo moderno, del suo "umanismo". Pur pensandosi spesso come una sorta di contro-movimento rispetto ad esso, ha finito col situarsi, seppure in una tensione mai risolta, nel suo grande alveo. Questo libro non è una storia dell'idea di interiorità. Pure, individua una delle sue genesi nella tragedia greca. E tenta di cogliere le sue linee essenziali in una serie di figure (filosofi, artisti, scrittori) e di punti di svolta storici in cui essa di volta in volta riaffiora, da Montaigne a Sade, da Dürer a Messerschmidt, da Nietzsche a Rilke.
L'alterità della carne. Il tema del corpo nel pensiero di Paul Ricoeur
Sebastiano Galanti Grollo
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2021
pagine: 224
Il volume intende approfondire il tema del corpo nella filosofia di Paul Ricoeur, una problematica che ha assunto notevole rilevanza nel dibattito fenomenologico contemporaneo. La riflessione ricoeuriana, nei suoi diversi ambiti d'indagine, è stata oggetto di ampie analisi, ma non è stata ancora adeguatamente valorizzata la sua rivisitazione della corporeità, sviluppata soprattutto in Le volontaire et l'involontaire (195o) e in Soi-même connne un autre (1990). La tematica del «corpo proprio» o della «carne» (chair) è connessa anzitutto alla figura del cogito «lacerato», che è al centro di Le volontaire et l'involontaire. Già in quest'opera, nell'ambito di un'«eidetica» fenomenologica della volontà, Ricoeur considera il cóte della passività del soggetto nei termini dell'involontario del corpo. In tale contesto egli pone l'accento sul soggetto incarnato, al quale peraltro la tradizione fenomenologica non ha mai smesso di rivolgersi. Il tema del corpo affiora nuovamente in Soi-même comete un nutre, dove Ricoeur, delineando i contorni dell'« uomo agente e sofferente», propone un'ampia e articolata «ermeneutica del sé», che si rivolge esplicitamente alla relazione tra ipseità e alterità, in cui la carne costituisce per l'appunto una delle forme dell'alterità. L'originalità della riflessione ricoeuriana, che si sviluppa in un dialogo serrato con la fenomenologia di Husserl, consiste nel pensare il corpo nell'ambito di una filosofia dell'azione e non in quello di una filosofia della percezione. Tale approccio è al centro dell'attuale ricerca filosofica, il che testimonia la fecondità delle analisi ricoeuriane.
Fenomenologia dell'ombra. Tre saggi
Luigi Azzariti-Fumaroli
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 128
I tre saggi che compongono questa silloge intendono andare in traccia di ciò che, considerato fenomenologicamente, lascia vedere soltanto la parte dell'ombra. Profittando della natura ellittica della forma-saggio, si analizzano i problémata posti dal linguaggio trascendentale, dall'automanifestatività del fenomeno e dal progressivo scemare in un indistinto caos fenomenico del proprio io come di ogni dimensione intersoggettiva e mondana, considerando quelle linee di faglia in cui la manifestatività del fenomeno si trasfigura in una spettralità ambigua ed incostante. A compiersi è la periegesi di uno spazio d'ombre abitato da un immenso e incontornabile sparpagliamento fenomenico, la cui esposizione, assunta la forma dell'interpretazione, deve misurarsi con la perentorietà dell'"inassimilabile" che contraddistingue la sciamachia con la quale ogni fenomeno sfida il pensiero, fiancheggiandolo, precedendolo, seguendolo.
Esperienza, contingenza, valori. Saggi in onore di Rosa M. Calcaterra
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 240
Il cospicuo numero di saggi e la varietà dei temi trattati in questo volume in onore di Rosa M. Calcaterra testimoniano in modo eloquente l'ampiezza e la profondità dell'influenza della sua opera. Dal punto di vista privilegiato della sua conoscenza approfondita del pensiero dei principali protagonisti del pragmatismo, classico e contemporaneo, così come di molti altri autori di tradizioni filosofiche differenti eppure affini, Calcaterra mostra come il pragmatismo possa essere interpretato come una scuola di pensiero unitaria senza ledere la proficua eterogeneità che caratterizza il pensiero dei suoi autori. Oggi che le intuizioni di Charles S. Peirce, William James, John Dewey, George Herbert Mead, Clarence I. Lewis e Richard Rorty vivono un momento di riscoperta e vengono applicate con crescente interesse sia in ambito filosofico che nelle scienze sociali e cognitive, il lavoro di Calcaterra contribuisce a mettere in guardia dal rischio di perdere il senso del loro rapporto storico, intellettuale e talvolta personale, ricordando come sia impossibile comprendere pienamente James senza comprendere Peirce, come sia impossibile valutare Dewey senza conoscere Mead, e come anche le punte apparentemente più lontane del continente pragmatista - ad esempio, Rorty e Peirce - pur nella pluralità degli interessi e delle idee, facciano capo a problematiche e questioni di fondo comuni.
Origine e significato delle categorie di Aristotele. Il dibattito nell'Ottocento
Venanzio Raspa
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 304
Nell'ambito della rinascita della filosofia di Aristotele nell'Ottocento, una collocazione particolare spetta all'ampio dibattito sulla dottrina delle categorie che ha coinvolto filosofi, filologi e storici della filosofia antica come Trendelenburg, Zeller, Brandis, Bonitz, Prantl, Brentano, Steinthal e Apelt. All'origine del dibattito vi sono le critiche mosse da Kant, e riprese da Hegel, alla dottrina delle categorie di Aristotele. Nel replicare a Kant - ma nel tempo il dibattito si rende indipendente dalle critiche kantiane - i vari autori offrono una disamina della dottrina categoriale aristotelica da più punti di vista e, allo stesso tempo, una ricostruzione e un commento di una teoria sparsa in tanti testi dello Stagirita. Alle interpretazioni linguistica, ontologica e semantica della dottrina delle categorie si affiancano quelle che ne danno una lettura in chiave evolutiva, oppure la riconducono a un'origine platonico-accademica, o ancora la intendono come una struttura concettuale in cui trovano ordine le nostre rappresentazioni. Nell'indagare l'origine e definire il significato delle categorie non ci si può esimere dal rispondere alla classica domanda: che cos'è l'essere?
L'esclusione. Analisi di una pratica diffusa
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 176
Il volume affronta il tema dell'esclusione messa in opera da singoli individui o interi gruppi umani nei confronti di altri individui o gruppi umani, ma anche nei confronti degli esseri non umani (gli animali e, più in generale, la natura nel suo insieme), rispetto a determinati diritti e possibilità di vita. Nei saggi di cui si compone, il libro indaga il processo e la situazione dell'esclusione attraverso analisi teoriche che rimandano a diversi ambiti (psichiatrico, sociale, ambientale, religioso, delle relazioni affettive) nei quali il fenomeno si presenta, in particolare nel nostro tempo.
La dottrina delle categorie di Aristotele
Otto Apelt
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 240
Il saggio di Otto Apelt La dottrina delle categorie di Aristotele presenta una delle interpretazioni più significative della dottrina aristotelica delle categorie all'interno dell'ampio dibattito che, nel corso dell'Ottocento, ha coinvolto personalità di spicco come Trendelenburg, Zeller, Brandis, Bonitz, Prantl, Steinthal e Brentano. Apelt muove da una concezione antiparmenidea dell'essere, a partire dalla quale propone un'interpretazione logico-semantica delle categorie come significati dell'essere. Tale lettura è integrata da un confronto con la concezione kantiana e da un'analisi degli antecedenti storici della dottrina delle categorie di Aristotele, fra i quali spicca il nome di Platone. L'introduzione di Venanzio Raspa offre un'attenta ricostruzione delle varie interpretazioni (linguistica, ontologica, semantica, evolutiva, storicistica) che sono state date della dottrina aristotelica delle categorie; esamina le questioni relative alla loro completezza, deduzione e origine storica; colloca le tesi di Apelt all'interno del dibattito ottocentesco e ne ripercorre le vicende nella letteratura successiva.