Rubbettino: Autoethnographia
Fascinazione criminale. Autoetnografia di un ex camorrista
Romano Catello
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2025
pagine: 228
La marginalità come condizione e non come alibi, la delinquenza come fascinazione e non come trappola, la scrittura come autoterapia e non come esercizio letterario: sono queste le tre strutture intorno alle quali Catello Romano ricostruisce, con il piglio del narratore e la precisione del chirurgo, la propria adesione alla malavita organizzata. Romano attraversa gli anni della propria infanzia e dell’adolescenza selezionando le vicende che hanno fatto contemporaneamente da sfondo e da detonatore alle scelte che lo hanno condotto all’adesione alla camorra e poi, appena diciottenne, a una rocambolesca latitanza e infine all’arresto. È sulla soglia del carcere che il racconto si sospende, dopo aver rivelato fatti e narrato persone che dalle pagine della cronaca nera del Napoletano entrano così a far parte della trama fitta e drammatica della storia personale dell’autore. Il testo non è un’autobiografia né un’apologia: adoperando l’autoetnografia – un metodo di scrittura codificato dalla Sociologia – Romano evoca traumi ed epifanie, incontri ed errori, delitti ancora inconfessati e rivolgimenti interiori. Una scrittura frutto di una palingenesi solitaria, irta di asperità e di possibili equivoci, generata dalla determinazione di un uomo che, dal silenzio della reclusione, invoca un riscatto culturale, morale, spirituale, sfidando chi legge a mantenere uno sguardo laico sul male che lo ha attraversato.
La danza degli sguardi. I disturbi del comportamento alimentare narrati in prima persona
Giulia Minetto
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 90
Un’autoetnografia che racconta la complessità e le sfumature insite nel fare esperienza dei disturbi del comportamento alimentare (dca) e il contrasto che si può creare tra percezione e valutazione da parte di chi li vive in prima persona e da parte di chi ne è esterno. Un testo che si pone come analitico ed evocativo allo stesso tempo; che restituisce un’analisi puntuale, ma in grado di stimolare la dimensione emotiva e creare empatia nel lettore. Un andare oltre lo sguardo della società e, spesso, della medicina; esplorando gli aspetti emotivi e di senso personali di chi vive i dca. A parlare sono le voci di persone che spesso vengono escluse dal discorso attorno ai dca. Una danza incessante si muove attorno a queste persone: una danza di sguardi diversi le cui relazioni determinano vissuti e storie. A narrare queste storie è una persona che ha vissuto questi disturbi sulla propria pelle per tanti anni e che ora ha trovato nella scrittura la forza di raccontarsi e di raccontare.
Processi di risocializzazione dal clan al carcere. Due percorsi estremi e paralleli
Sergio Ferraro
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 112
Quante vite può vivere un uomo attraversando situazioni che di volta in volta lo modificano imponendogli sempre nuovi adattamenti? Usando le basi concettuali della sociologia, Sergio Ferraro ha scritto un'autoetnografia che ripercorre i principali processi di socializzazione e risocializzazione della propria vita, segnato da buoni e cattivi maestri, da luoghi e contesti che lo hanno spinto a riconoscersi un tempo nella figura di un criminale e oggi in un uomo che investe sul proprio futuro attraverso lo studio, la spiritualità e la condivisione della propria esperienza. Ferraro si concentra in particolare sulla descrizione e l'analisi dei principali processi di cambiamento di status e di ruolo all'interno della società malavitosa e nei suoi ininterrotti ventitré anni di carcerazione. Originario di Villa Literno, entra in modo strutturale a far parte del clan dei Casalesi a diciotto anni. Il racconto della scelta di identificare se stesso nell'immagine di un criminale quasi sentendosi all'interno di una narrazione cinematografica; la descrizione dei riti di affiliazione intra ed extracarcerari; le regole stringenti da rispettare per resistere all'interno del clan attivano le stesse risorse utili alla sopravvivenza alle quali Ferraro ha attinto dopo che, ancora giovanissimo, è stato arrestato. Il clan e il carcere diventano così le due versioni di quella che Goffman ha definito "istituzione totale" nelle sue caratteristiche di pervasività e distruttività degli slanci individuali e liberatori degli esseri umani.