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Le grand oeuvre. La grande luce

Le grand oeuvre. La grande luce
Titolo Le grand oeuvre. La grande luce
Autori ,
Curatore
Argomento Salute e benessere personale Mente, corpo e spirito
Collana Biblioteca ermetica
Editore Edizioni Mediterranee
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 144
Pubblicazione 09/1983
ISBN 9788827206256
 
15,49

 
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Ordinabile
Grillot de Givry propone ed “offre”, poiché il termine è in questo caso corretto e mediato dalla sua capacità, il valore ermeneutico del senso di ogni meditazione. Il suo rapporto col mondo vuole che la meditazione si travesta di stoffe alchemiche. Un modo come un altro per seguire la via della spiritualità. È la logica intima e complessa dello Athanor che si desume per interne ma anche esterne ed estreme contemplazioni. La purezza del proprio “Io” informa il corpo della sua caduca presenza. La preghiera meditante di Grillot de Givry ce lo ricorda. Al di là dell’interesse puramente e formalmente esoterico Le grand oeuvre, pubblicato all’inizio del ‘900, è il testamento spirituale di un uomo che dedicò gran parte della sua vita all’esoterismo e alla sua pregnante iconologia. Le dodici meditazioni de Le Grand Oeuvre, legate al cosmico dramma dell’ultima cena per volontaria numerologia, si descrivono come storia cosmologica dell’Io. Si tratta di un’operetta ritmica, dove il balzo della meditazione ripropone sempre la poesia della metafora del vivere. Le dodici meditazioni che in prima traduzione italiana vengono proposte in questa collana si determinano come un classico Rosarium philosophorum: un libro della pietra concepito e vissuto come trascendenza totale. La spiritualità di Grillot de Givry si fa rarefatta spesso nelle meditazioni rispetto alla corposa e a volte paradigmatica enigmaticità dell’alchimista classico. Pure, in questo splendido libro, la meditazione diventa un atto di concentrata preghiera dove l’anima del mondo si confonde con un “Io” che cerca di contemperarne il livello. Il Sole e la Luna alchemici diventano così possibile comprensione orante. Grillot de Givry cerca di osservare in se stesso e invita gli altri a ricordare il proprio corpo di luce e a viverlo con pia consapevolezza. La nota introduttiva di Giovanni Vannucchi ricorda con affettuoso interesse tutto ciò e propone un’attenta e singolare possibilità meditativa all’uomo contemporaneo che non sia del tutto estraniato dal suo Essere.
 
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